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Giorgio Bocca contro il TAV
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alekos Wednesday, Nov. 09, 2005 at 12:30 AM |
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Interessante articolo tratto da "La Repubblica"
Ma io dico no all´Alta velocità di GIORGIO BOCCA
Gli abitanti della Val Susa che si oppongono alla costruzione del mega tunnel per l´alta velocità ferroviaria hanno ragione sia in linea teorica che pratica ma temiamo che saranno sconfitti perché le follie e le illusioni dello sviluppo sono irresistibili. Da Rutelli a Fassino la sinistra che dovrebbe difendere gli uomini dalla rincorsa cieca e autolesionista allo sviluppo dissennato, ha già alzato bandiera bianca. Il governo della ragione può aspettare, quello dei sogni e delle illusioni disastrose deve continuare. Che il mito dell´alta velocità si risolva in pratica nel suo contrario se ignora la ragione e segue solo gli interessi di chi ci guadagna sopra, è sotto gli occhi di tutti: nelle grandi città traffico e trasporti sono più lenti oggi che un secolo fa, si passa più tempo nelle code automobilistiche che quando si andava a piedi o in carrozza. Gli abitanti della valle di Susa marciano con bandiere e cartelli per dire no all´alta velocità ferroviaria che per cominciare rovinerebbe la qualità della vita nella valle per almeno quindici anni, lavori in corso con frastuoni, inquinamenti, avvelenamenti. Ma temiamo che dovranno cedere, rassegnarsi, l´opinione pubblica vincente è quella che applaude il Celentano, che celebra il rock scattante, veloce contro il retrogrado lento. È tornato il futurismo, compagno di strada del fascismo. Ha scritto Hanna Arendt: «Sembra che fra le principali caratteristiche di questo tempo ci sia la mancanza di pensiero. Quello che io propongo è molto semplice, niente di più che pensare a quello che facciamo». Ma chi ti lascia il tempo per pensare, come puoi pensare se la regola di vita dominante nel capitalismo come nel comunismo è quella di fare ciò che vogliono le élites al potere? La pianura padana da Torino a Novara è stata squarciata, devastata, cementata dalla linea ferroviaria dell´alta velocità. Non l´abbiamo pensata perché le aziende delle costruzioni e del cemento non avevano alcun interesse a discuterne con gli italiani, e ora in moltissimi siamo di fronte al fatto compiuto, la linea ad alta velocità è quasi pronta. Per risparmiare un quarto d´ora di viaggio si è piantata nella più fertile e bella pianura d´Italia una gigantesca linea Maginot. La più indecente delle speculazioni, milioni di metri cubi di cemento per sovrappassi faraonici, viadotti giganteschi che si torcono, si intrecciano fra cielo e terra senza alcuna utilità come serpenti creati dall´uomo per soffocare la sua specie maledetta, cacciata dall´Eden. Il ministro della devastazione Lunardi ha già percorso la linea su un treno speciale che fra Torino e Novara ci ha messo dieci minuti in meno. Ci sono dei retrogradi che si chiedono se non sarebbe meglio per i cittadini metterci dieci minuti in più ma in carrozze più comode e senza le cimici e magari avere una rete più sicura, ponti che non cadono ad ogni alluvione, treni riscaldati per gli operai, vetture letti e ristoranti decenti. L´alta velocità della Val Susa, i cinquantadue chilometri in galleria che ne cambieranno gli equilibri hanno il consenso di tutti i rock italiani. Mussolini queste cose le aveva capite da bravo populista, offrì agli italiani il primato aereo di velocità di un prototipo e poi mandò migliaia di aviatori alla morte su aerei vecchi e mal costruiti. Imitato oggi dai berlusconiani delle grandi opere che scavano una galleria di settanta chilometri sotto gli Appennini da Modena a Firenze per guadagnare venti minuti ma non hanno speso una lira per dare acqua alle regioni assetate del sud. E naturalmente si sono messi sotto accusa per aiutare il finto progresso i politici «lenti», come Sergio Vallero, presidente del Consiglio provinciale di Torino o i sindaci di Condovea e di Chianocco perseguiti per «resistenza a pubblico ufficiale e blocco stradale». Ma non sono di buon senso le cose dette da Sergio Vallero, «Ci hanno messo di fronte a uno scontro istituzionale nocivo mentre noi abbiamo sempre cercato il dialogo e la mediazione»? Bisogna stare attenti con il decisionismo berlusconiano in una valle come quella di Susa delle poche in Piemonte ad essere una valle «urbana», non una società montanara addormentata nella tradizione ma industrializzata, passata per le lotte operaie e per la resistenza che ha conosciuto anche il movimentismo feroce di Prima linea. Non abbiamo alcun rimpianto per i disperati alla Sergio Segio o alla Fabrizio Giai che si autonominarono avanguardia degli sfruttati e seminarono morte nella valle come nei sobborghi torinesi ma un consiglio alla prudenza ci sembra opportuno, la resistenza degli abitanti della Val Susa va affrontata con sapienza politica, con rispetto degli altri, di quelli che per i decisionisti non contano. C´è sempre un ceto di proprietari che pensa in grande alle spalle degli altri, che fa sacrificare gli altri per le sorti progressive dell´umanità, che in pratica sono quasi sempre le sorti progressive del loro potere e dei loro redditi. Forse è arrivata l´ora che il decisionismo assuma la sua responsabilità e fronteggi i suoi rischi. Le rivolte delle periferie parigine come, in piccolo, la resistenza della Val Susa all´alta velocità, dicono che bisogna anche occuparsi del consenso. Ma il buon senso conta nella storia umana?
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Si ma
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Via Gluck Wednesday, Nov. 09, 2005 at 8:22 AM |
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MA il rock non è il futurismo fascista, e Celentano non è MAI stato a fvore del cemento e della velocità meccanica. Non per difendere A.C. solo per evitare la confusione, sempre nociva. Comunque, per il resto viva nonno Giorgio uno degli ultimi Partigiani viventi
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non saprei
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viviana Wednesday, Nov. 09, 2005 at 8:41 AM |
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non si chiede a un cantante di fare l'opinionista ma esaltare il pensiero di Celentano mi sembra esaltare un qualunquismo di giornata e pure di livello minimale se il pensiero dovesse essere tutto qui, mi parrebbe unpo' pochino,anche per un paese alla sarchiapone come vorrebbero i nostri politici Ho fatto la campagna delle bandiere per quasi un anno e ho incontrato migliaia di persone e le ho ascoltate, mi sono parse infnitamente meglio di quanto la televisione o i media in genere presuppongono, non coincidono con gli idioti che la televisione nutre o con i razzisti xenofobi piccolo borghesi che emergono dai blog di Beppe Grillo o con gli ignoranti giulivi delle interviste televisive, che sono ben diversi dai cittadini che manifestano o dai volontari e dagli attivisti che ho conosciuto e dunque quante Italie ci sono? sembrano tanti mondi diversi che non si incontrano e che stanno separati e prenderne in considerazione solo uno mi sembra scorretto I sondaggi poi mi paiono talmente fuori realta' che vedere i giornalisti basarsi solo su di essi come vangelo mi irrita alquanto (non e' forse vero che il 99% dei sondaggi su elezioni o altro si e' sempre rivelato un disastro?) L'articolo di Bocca come spesso e' buono e incisivo, altri post come quello di Massimo del Papa (ma chi era costui?) mi sembrano delle vere e proprie palle (ma perche' poi mettere sempre la propria foto? deve partecipare a un concorso di bellezza? e' un esibizionista fisico? ha molti fans? O e' il fan di se stesso?) una grandissima quantita' di gente non usa i blog, non partecipa ai sondaggi, non risponde alle stupide intervista televisive, ma esiste lo stesso, fatica e lavora, e ha idee forse meglio
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Celentano
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LaCre Wednesday, Nov. 09, 2005 at 10:38 AM |
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per certi versi mi piace, per altri lo trovo in contraddizione. in alcuni momenti mi sembra geniale, in altri banale al punto da farmi cambiare canale. in ogni caso, la mia stima crescerebbe se si pronunciasse sulla TAV. il ragazzo della via gluck che vorrebbe le città belle non dovrebbe sorvolare su questa questione.. non è un'opinionista ma il suo rockpolitik è tutto un'opinione, allora un* si crea delle aspettative..
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analisi
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il pugnettista Wednesday, Nov. 09, 2005 at 10:39 AM |
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punto primo: se uno a ottantanni (leggi bocca e biagi) sente ancora il bisogno di apparire sul giornale ogni settimana non è perchè ha qualcosa da dire, ma solo perchè sa di essere il nulla se non protetto dal vedere il suo nome sul giornale. gente che ha campato 80anni e che non è capace di vivere come individuo autonomo. non mi stupirei di sapere che ancora oggi danno vita ad atti onanistici di fronte al loro editoriale punto secondo: se uno ha ottantanni ha bisogno di utilizzare "pseudo-categorie" di nuovo conio per esprimere i suo pensiero (rock/lento) vuol proprio dire che dalla vita non ha imparato un cazzo, mai ha innovato, limitandosi ad amplificare quello detto da altri. insomma una vita buttata nel cesso terzo punto: una analisi degli ultimi 30 anni di editoriali di Bocca mette in evidenza che su ogni argomento è passato almeno 3 o 4 volte da un parte o dall'altra. e dopo 80anni lo fa ancora
conclusione: mi fate pena
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controanalisi
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astinente Wednesday, Nov. 09, 2005 at 11:23 AM |
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evidentemente l'ossessione per il presunto onanismo altrui provoca eccessi onanistici reali e autocontundenti,dimodochè se Bocca ha buttato (!!!) nel cesso la propria vita di giornalista indipendente ,colto e schietto, occorre chiedersi che cosa altri continuano a buttare nel LORO cesso oltre alla spremitura onanistica del loro mediatico encefalo. La TAV è una cosa tragicamente seria...
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