Dalla Stampa:
Scendono a passi lenti dal Rocciamelone i 100 «No Tav» che ieri mattina sono andati a portare fiori ai partigiani morti in quella vallata. Non c’è tensione con poliziotti e carabinieri che li hanno accompagnati in questa lunga passeggiata. Dicono: «Sono ragazzi che fanno il loro dovere, non dei nemici». Già, non sono dei nemici. Anche se il nervosismo è palpabile: oggi dovrebbero partire i sondaggi sul Rocciamelone; mercoledì sarà il giorno della grande manifestazione anti- Tav. In un’ottica di distensione va interpretata la lettera aperta diretta alle forze dell’ordine, sottoscritta da 18 fra gruppi e comitati mobilitati nella difesa della Valle. Stemperare la tensione e magari instaurare un dialogo con chi sta dall’altra parte della barricata: questo l’obiettivo dei firmatari. «Sappiamo che obbedite a degli ordini», è la premessa. E ancora: «Sarebbe troppo bello sperare in una vostra obiezione di coscienza, ma lasciateci almeno sperare in una vostra presa di coscienza. Siamo decisi a continuare questa nostra lotta pacifica, e se dovrà ancora accadere che ci troverete di fronte sappiate che saremo sempre rispettosi della persona e della dignità umana».
Non c’è pace, invece, con i sindacati confederali, provinciali e regionali, che non hanno aderito allo sciopero. Mentre in valle migliaia di lavoratori hanno sottoscritto l’appello alla mobilitazione, tre ex sindacalisti della zona hanno scritto una lettera ai vertici di Cgil Cisl e Uil. Sono Claudio Giorno, Alberto Perino, Adriano Serafino. «Avvertiamo un grande freddo nel rapporto tra vertici del sindacato e le rappresentanze del movimento popolare della valle - esordiscono -, ma speriamo possa essere simile a quel particolare momento della notte che precede l'alba». E ancora: «Nell'immediato, il sindacato confederale potrebbe riavvicinarsi al movimento richiedendo la smilitarizzazione della valle, a partire da Mompantero, e il ritiro delle denunce emesse per atti di mera contrapposizione pacifica alle forze dell'ordine». Insomma: si chiede un segnale, proprio mentre il dibattito sulla Tav sta aumentando di giri. Fa fede l’instant pool de La Stampa sul movimento popolare di lotta al supertreno in Val di Susa. Alla domanda «Siete d'accordo con la protesta contro il treno ad alta velocità?» ieri sera avevano già risposto oltre 15 mila persone: il 50% dei votanti si è detto favorevole; il 46 % è contrario; un 3% non sa rispondere. «No all’ambientalismo di chi sa dire solo di no», si schierano i Radicali. Intanto, sono state definite le modalità dello sciopero di dopodomani: ritrovo a Bussoleno, ore 9,30; ultima tappa Susa, piazza d’Armi, con concerto finale sulle note di vari gruppi musicali (dagli Statuto ai Subsonica). Davanti gli studenti, che potranno usufruire di un treno gratuito in partenza da Porta Nuova alle 7,45; poi i lavoratori in sciopero, con i delegati di Cgil, Cisl e Uil; i Cub; la Fiom di Torino. E ancora: i rappresentanti delle istituzioni con sindaci, presidenti delle Comunità montane, consiglieri regionali di Rifondazione, Comunisti italiani e Verdi. Ci saranno gli esponenti dei movimenti No-Tav e le associazioni che aderiscono. Chiuderanno il corteo alcuni pullmann affittati dalla Comunità montana per raccogliere chi non ce la farà a percorrere a piedi l’intero percorso: otto chilometri, tutti in salita.
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