FERITI, SCONTRI,
14 ARRESTI E 12 FERMI
è il bilancio della manifestazione anticarceraria di sabato 12-11-2005 a Bergamo. Adesso dobbiamo capire se vogliamo chiacchierare di questo, di chi ha fatto o non ha fatto cosa, o se, invece, vogliamo parlare di che cosa è un carcere e del perchè esista una struttura in cui più di ogni altra cosa si persegue l'annullamento della persona. Dietro la definizione di "casa" circondariale si nasconde un luogo di privazione,alienazione e isolamento. Dietro la definizione di "riabilitazione",attraverso cui ne viene legittimata l'esistenza, si nasconde una struttura repressiva, un luogo di violenza e vessazioni. Oltre alla negazione della libertà ai detenuti vengono imposte condizioni di vita ai limiti della tollerabilità. Chi in qualche modo ha vissuto il carcere di via Gleno testimonia: -condizione di sovraffollamento (la struttura ospita più del doppio dei detenuti per cui è stata pensata); -condizioni igieniche e sanitarie degradanti; -mancanza cronica di assistenze e cure adeguate; -ricoveri senza comunicazione alle famiglie; -pesanti limitazioni nei colloqui (6 ore al mese spesso in assoluta asetticità). Le condizioni di esasperazione sono tali che ultimamente si sono verificati due suicidi tra i prigionieri. Sabato abbiamo manifestato contro questo sistema. Avevamo spiegato chiaramente le nostre intenzioni nel volantinaggio fatto al quartiere di Celadina, che convive con questa struttura: arrivare fin sotto il carcere, e raggiungere il muro di via Gleno per far sentire ai detenuti e alle detenute la nostra voce in loro solidarietà. Eravamo determinati a raggiungere il nostro scopo e non ci siamo tirati indietro quando hanno tentato di impedircelo. Si è innestato un meccanismo che conferma come il sistema carcerario altro non sia che un sistema repressivo e di isolamento che si concretizza oggi con i 26 compagni/e colpiti/e, quotidianamente con le continue retate ,arresti ed espulsioni di chi non accetta di vivere in questa realtà preconfezionata. Sabato ci hanno ribadito ulteriormente l'intenzione di mantenere isolato il sistema carcerario. La solidarietà è uno dei metodi con i quali vorremo rompere questo isolamento, per un mondo libero, senza galere. chi ruba la liberta', ruba la vita.Riprendiamoci le nostre vite. LIBERI/E TUTTI/E SUBITO!
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