Comunicato degli studenti e delle studentesse in mobilitazione sulla manifestazione del 17 novembre
Dopo i percorsi di autogestione e di sperimentazione di nuove forme di didattica e formazione, le occupazioni delle università e delle scuole, culminati nella grande manifestazione di 150000 studenti il 25 ottobre a Roma, che ha assediato il Parlamento, domani 17 novembre il movimento studentesco scende nuovamente in piazza per opporsi all’intero processo di riforma del sistema dell’istruzione e della formazione targato Berlinguer-Zecchino-Moratti.
Vogliamo l’abolizione completa di tutte queste riforme, in favore di un’università ed una scuola in cui gli studenti possano realmente riappriopriarsi dei propri spazi di socializzazione, produrre nuovi saperi, vogliamo l’autoriforma dell’università che deve vivere nel conflitto e che abbiamo rilanciato nell’assemblea nazionale del 6 novembre, vogliamo studiare tutte e tutti...e con lentezza.
Vogliamo spezzare e scardinare la catena di montaggio dei tempi di studio che ci vogliono trasformare in precari a vita. Vogliamo che sia garantito il diritto allo studio, il libero accesso alla cultura e alla formazione, i privati fuori dall’università, stage e tirocini retribuiti, reddito sociale.
Vogliamo una didattica di qualità e realmente partecipata, il riconoscimento in crediti di attività che siano autogestite dagli studenti.
Scenderanno in piazza nelle giornata di domani anche gli studenti medi che si stanno mobilitando dal basso, occupando, bloccando la didattica, manifestando nelle città e nei propri territori, attraversando quello stesso percorso alla fine del quale sono stati caricati violentemente dalla polizia il 21 ottobre. Vogliamo il blocco immediato delle sperimentazioni della riforma che stanno partendo nelle nostre scuole a cominciare dall’alternanza scuola-lavoro.
Vogliamo che il ministro Moratti si dimetta immeditamente, per questo domani arriveremo sotto il ministero della pubblica istruzione con la stessa determinazione con la quale il 25 ottobre siamo arrivati sotto il parlamento.
Ricordiamo inoltre che la giornata di domani, convocata dall’assemblea nazionale delle facoltà in mobilitazione, tenutasi a Roma il 6 novembre, vuole essere il proseguimento di un percorso di articolazione di conflitto autonomo del movimento studentesco; per questo smentiamo alcuni comunicati ed articoli circolati in questi giorni che attribuiscono questa giornata a sigle sindacali, partiti o altro.
Il nostro tempo è qui e continua adesso.
Studentesse e studenti di Roma in mobilitazione
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