LA COSCIENZA DI ATESIA, UNA NECESSITACOLLETTIVA
“Io divido l’umanità in due categorie di persone: gli uomini e i caporali.
Gli uomini sono quelli costretti a lavorare come bestie tutta la
vita. i caporali sfruttano, offendono, maltrattano, sono esseri invasati dalla
loro bramosia di guadagno., pronti a vessare l’uomo qualunque” *
Atesia è in lotta, Manuela, Mariella, Riccardo e Valerio, sono stati licenziati. L’azienda da più di dieci anni applica contratti di lavoro flessibili e sottopone buona parte dei suoi dipendenti a condizioni di precarietà assoluta e naturalmente grazie all’avvento della legge 30 la situazione è peggiorata divenendo insostenibile in quanto le forme di precarietà “legalizzata” si sono moltiplicate e spesso accordi peggiorativi vengono sottoscritti anche dalle parti sociali. Atesia non è un fenomeno isolato. Ormai sono la maggioranza i luoghi di lavoro, dalle fabbriche ai call center, a detenere il triste primato dell’utilizzo selvaggio di forme contrattuali che dal punto di vista di minimi salariali e diritti, “garantiscono” solamente livelli indignitosi per gli uni e tutele inesistenti per gli altri. E guai per i padroni se non fosse così! In effetti chi protesta per essere ridotto alla fame con una paga mensile di 400 euro scarsi, è fuori! Viene sbattuto a casa tout cour senza il minimo scrupolo, senza valutare cosa comporti perdere il proprio posto di lavoro, magari a quarant’anni con una famiglia sulle spalle, ma anche a venti con tutta un’esistenza da costruire. Oggi dobbiamo riconoscere che questa è la condizione di tutti i lavoratori salariati, una sorta di “non esistenza”, uguale a quella dei precari di Atesia, riconoscendo inoltre che la loro coscienza di proseguire lo scontro con lo scopo di eliminare il ricorso dilagante al precariato, si deve trasformare in una necessità collettiva, in una lotta di tutti perché il presente di questi precari rappresenta verosimilmente il futuro di ognuno di noi: salari da fame e proteste inammisibili! Come operatori Vodafone e Tim siamo qui a Roma, in questo corteo, per dire che se la solidarietà è un’arma, come ci ricordano ogni giorno i compagni del collettivo di Atesia, lo strumento migliore per realizzarla è il contrattacco. Dobbiamo infatti unirci e rivendicare INSIEME, ancora una volta l’eliminazione del ricorso alla precarietà dal nostro contratto nazionale di lavoro, non possiamo più attendere né le strumentalizzazioni politiche in tal senso, né altri episodi di licenziamento, né qualsivoglia altra forma repressiva tesa ad annichilire le coscienze. Siamo solo noi, con il nostro rapporto di forza a determinare le nostre condizioni sul posto di lavoro, a difendere e affermare i nostri stessi interessi di lavoratori e ancor prima di uomini. Coscienti del fatto che le conquiste non sono mai “una volta per tutte”, ma vanno continuamente difese con lo sforzo quotidiano, benché questo costi fatica, non possiamo più esimerci ed attendere qualcuno che intervenga al posto nostro, che sia un sindacato, un partito o un gruppo di lavoratori isolati sul quale, inevitabilmente, si abbatterà la scure aziendale. Vivendo il presente possiamo facilmente interpretare quel che sarà il futuro: mai più assunzioni, repressioni psicologiche e rappresaglie “disciplinari” per eliminare i pochi che hanno una forma contrattuale scomoda e troppo costosa per le aziende, ricorso al lavoro interinale giorno e notte, ed indebolimento delle strutture sindacali fino a renderle totalmente passive di fronte alle aggressioni aziendali che si manifesteranno con sempre maggiore recrudescenza. Di fronte a tutto dobbiamo unirci per essere più forti di loro! Atesia è il call center più grande d’Italia, Vodafone è la compagnia di telefonia mobile più grande nel mondo, e Tim è quella di “Stato”, viviamo nelle tre realtà piu’ importanti” e dobbiamo riconoscere che la LORO grandezza senza di NOI non sarebbe tale, senza la NOSTRA fatica quotidiana queste aziende NON produrrebbero anzi, NON esisterebbero! Siamo la loro forza, ma siamo anche la loro decadenza, la loro crisi e la loro paralisi! Solo a noi la scelta dunque, cosa vogliamo essere? Come lavoratori Tim e Vodafone rifiutiamo la condizione di mera forza-lavoro affermando invece la volontà di essere forza, certo, ma per lottare a TUTTI I COSTI. e con TUTTI gli altri lavoratori di call center e precari in genere,
• CONTRO LA PRECARIETA’ • CONTRO OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE SUL POSTO DI LAVORO PER IL REINTEGRO DI MANUELA, MARIELLA, RICCARDO E VALERIO • PER L’AUTORGANIZZAZIONE DEI LAVORATORI CONTRO OGNI FORMA DI SFRUTTAMENTO. •PER SALARI DIGNITOSI E PER L’APPLICAZIONE ED IL RIPRISTINO DI TUTTE GARANZIE CONTRATTUALI PREVISTE DALLO STATUTO DEI LAVORATORI E SUCCESSIVE MODIFICHE.
Perché saremo sempre uomini, mai caporali!
Gruppo di lavoratori “scollegati” Vodafone e Tim
Per contatti mail a : scollegativodafonetim@yahoo.it
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