PER RAGIONARE ASSIEME SU COME PROSEGUIRE LA MOBILITAZIONE:
ASSEMBLEA ore 15
AULA III VIA ZAMBONI 38
Questa mattina alle 6 quindici digossini accompagnati da quattro camionette della polizia hanno fatto irruzione nell’A.U.L.A. occupata di Piazza Scaravilli, identificando e denunciando tutti i presenti. L'A.U.L.A. di piazza Scaravilli nasce dal percorso di lotta che ha portato alle occupazioni delle facoltà bolognesi ed alla manifestazione di Roma del 25 ottobre. Abbiamo ribadito fin dall'inizio della nostra protesta come la critica della riforma Moratti non possa essere slegata da una critica altrettanto radicale all'attuale modello di università e alla riforma Berlinguer-Zecchino, che introducendo il sistema del 3+2 ha portato aumento della selezione, dequalificazione dell’offerta didattica, frammentazione e parcellizzazione del sapere. Riteniamo inoltre che il rettore Calzolari sia direttamente responsabile della sua applicazione su scala locale con l'aumento delle tasse universitarie, l'esternalizzazione e privatizzazione di molti servizi dell'università, l'introduzione del numero chiuso per molti corsi di laurea, mercificazione della didattica e della ricerca. All'interno di questo spazio liberato avevamo proposto iniziative di controsapere, come incontri sul DDL Moratti, sull’immigrazione e sulla comunicazione. Infine abbiamo avviato una riflessione sulle modalità e le pratiche da adottare per scardinare i meccanismi dell'attuale sistema universitario – ad esempio attraverso l’organizzazione di seminari autogestiti – e per creare dal basso un sapere critico che si diffonda attraverso la libera circolazione delle conoscenze, attitudini e passioni. Il tentativo di creare uno spazio libero dalle logiche di mercificazione della cultura si è scontrato con la volontà del rettore Calzolari di evitare che all’interno dell’università vi sia la possibilità per gli studenti di riflettere in modo critico ed indipendente al di fuori delle sedi istituzionali. L’unica risposta che il rettore ha saputo dare è stata la repressione: lo sgombero di questa mattina è l’ennesimo esempio della volontà politica dell’università bolognese e delle istituzioni cittadine di portare in tribunale ogni genere di istanze di lotta radicale.
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