Il questore Scarpis: "Sono persone regolari". Ma De Corato: "Sono manovrati dai centri sociali". Scontro politico sempre più duro. I profughi respingono il trasferimento, sgombero inevitabile.
I rifugiati politici che occupano da quasi una settimana la palazzina di via Lecco 9 non accettano di andare nei dormitori comunali e il centrodestra chiede a prefettura e questura che si proceda «senza esitazioni» allo sgombero. «Da oggi - dice il vicesindaco Riccardo De Corato replicando al questore Scarpis - questa occupazione non è più diversa dalle altre. Il Comune ha offerto ai profughi ospitalità. Loro hanno rifiutato. Non è più una questione umanitaria ma di ordine pubblico come tutte le altre». E dopo le polemiche scoppiate tra Fo e Ferrante, l´Unione corre ai ripari: un colpo di acceleratore al programma per le elezioni comunali e una serie di dibattiti pubblici (il primo sulla legalità) con tutti i suoi quattro candidati sindaci.
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Via Lecco, pronto lo sgombero.
Gli occupanti della palazzina in via Lecco non accettano la proposta di trasferimento nei dormitori comunali e il centrodestra chiede a gran voce lo sgombero. Ieri mattina l´assessore ai Servizi sociali Tiziana Maiolo aveva proposto ai rappresentanti dei rifugiati politici l´alloggio nei dormitori comunali normalmente utilizzati per l´emergenza freddo. «Una soluzione temporanea - ha spiegato l´assessore - in attesa che si trovi posto nei centri per rifugiati in città e nell´hinterland. A questo però va affiancato un percorso di integrazione. In modo che queste persone imparino l´italiano e vengano avviate al lavoro, altrimenti l´integrazione non ci sarà mai». Le parti però restano distanti. «Ho l´impressione che siano strumentalizzati - dice la Maiolo -. Io chiedevo "volete un lavoro?", loro rispondevano "prima la casa"». La risposta degli occupanti è arrivata poco dopo attraverso una nota di Ya Basta, una delle associazioni che ha dato assistenza in questi giorni al gruppo di rifugiati. «La nostra unica casa è in via Lecco 9. La proposta emersa dall´incontro c´impedisce di costruire una vita degna con le nostre famiglie che ancora vivono nei nostri paesi devastati dalla guerra, mentre ci vengono negati i più elementari diritti come la casa, la sanità, il lavoro, lo studio». Il caso accende le polemiche anche tra le istituzioni. «Quello di via Lecco è un caso completamente diverso da altri tipi di occupazione che creano pericoli per l´ordine pubblico e la sicurezza della città», aveva dichiarato in mattinata il questore Paolo Scarpis durante la celebrazione della Virgo Fidelis, la patrona dei carabinieri, nella chiesa di piazza Santa Maria degli Angeli. «È stato commesso un reato, ma si tratta di persone regolari. Una soluzione va trovata prima di arrivare all´extrema ratio, cioè lo sgombero che comunque la Questura sarà tenuta a fare». Al capo della polizia replica subito il vicesindaco Riccardo De Corato: «Da oggi questa occupazione non è più diversa dalle altre. Il Comune ha offerto ai profughi ospitalità e una possibilità d´inserimento, con un percorso lavorativo e corsi di lingua. Loro hanno rifiutato. Non è più una questione umanitaria ma di ordine pubblico come tutte le altre. Un´occupazione gestita dai centri sociali che hanno il solo obiettivo di screditare l´amministrazione». De Corato chiama in causa questore e viceprefetto: «Lo sgombero ci dev´essere. Mi auguro che lo facciano senza ulteriori ripensamenti. Per noi la questione è chiusa». Aggiunge l´assessore alla sicurezza Guido Manca: «L´accoglienza non può essere declinata a senso unico, si ripristini la legalità». Anche la Lega chiede «senza esitazioni» lo sgombero. Il caso di via Lecco, dice il consigliere dei Ds Marilena Adamo «dimostra l´incapacità dell´amministrazione di gestire le situazioni critiche e avalla la convinzione che si venga ascoltati solo se si compiono gesti forti». Intanto, oggi alle 13, i rappresentanti dell´Unione a Palazzo Marino incontreranno il viceprefetto. «Chiederemo che venga data ai rifugiati la garanzia che i dormitori siano una soluzione temporanea - dice il capogruppo della Margherita Andrea Fanzago - e che si definisca un piano di protezione specifico per i rifugiati politici, un´emergenza che riguarderà sempre più la nostra città».
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