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Val di Susa, una V.I.A. di salvezza
by magius Thursday, Dec. 08, 2005 at 8:25 PM mail:

Vi invio questo interessante testo di "mazzetta" dalla lista neurogreen, che a mio parere contiene un accenno alla possibile strada legale da seguire per contrastare la devastazione ambientale in Val di Susa.

"Per questa destra italiana la VIA è solo un passaggio burocratico, un fastidio,
una pastoia da evitare. Per l'Unione Europea la VIA rappresenta invece
un'opportunità:
la possibilità di poter vedere prima, già in fase progettuale, i problemi
che possono poi produrre disfunzioni, guasti, danni economici. Il caso Malpensa
è esemplare: la mancanza della Via sul progetto definitivo del nuovo aeroporto
sembrava una furbata, una maniera di guadagnare tempo e risparmiare denaro.
Sappiamo tutti come è finita e che peso ha avuto quella vicenda sulle sorti
di Alitalia." (Realacci, da Repubblica del 15/01/04)

Lo scopo della VIA

"Lo scopo principale è stato sbandierare un elenco interminabile di opere
finte, che in buona parte non si faranno perchè non ci sono i finanziamenti
reali (non ci sono nemmeno per la TAV ndr), e distribuire lavori di
progettazione
veri." (ibid)

Per quel che ricordo la Torino-Lione fa parte della quick start list
(commissione UE
Prodi) nella quale, mi pare un paio d'anni fa, la UE comprese i progetti
"urgenti". Grazie all'inclusione nella lista l'Italia ha ottenuto soldi e la
velocizzazione delle pratiche UE, ma non è certo stata esentata dalla
formazione
della VIA, che fu introdotta nel nostro paese proprio per adempiere alle
obbligazioni UE.

Dall'inclusione nella lista deriva l'accelerazione dell'iter burocratico,
mentre dall'erogazione dei finanziamenti deriva l'urgenza che ha il governo
di poter dire che i lavori sono cominciati. I francesi sono più avanti di
noi, e le cifre necessarie all'opera ce le hanno e le hanno stanziate (è
da verificare, ma mi pare di averlo letto da qualche parte)

In realtà la VIA non è stata abolita, ma la commissione di 40 membri che
presiedeva a -tutte- le VIA è stata prima devastata da Matteoli, che ne licenzio
23 dei 40 componenti ritenendoli non di sua fiducia (caso strano per una
commissione "tecnica", che provocò ricorsi poi vanificati dal Governo, che
a sua volta intervenne ridisegnando la commissione). La nuova
Commissione ( Nota 1),
oltre a non avere per opinione diffusa una levatura "tecnica"
sufficiente si trovò nella
condizione di essere nulla più di uno sportello burocratico destinato a passare
carte validandole senza fallo. Lo stesso numero dei componenti è giudicato
incongruo con la mole di lavoro da svolgere. Le attività che hanno prodotto
non sono quelle necessarie a soddisfare i criteri UE in materia di VIA, quindi
la commissione non produce più VIA, ma timbra carte e basta.

Non a caso i primi 50 progetti sono passati tutti e 50

Ovviamente la cosa non è passata inosservata a Bruxelles, che ha richiamato
il nostro paese all'ordine, ma il nano e gli amichetti se ne sono sbattuti.
Nei giorni scorsi mi pare di aver letto richiami alla faccenda e dichiarazioni
in merito, secondo me con una ricerchina web o interpellando gli
eurodeputati vicini
e chiedendo loro di fare ricerche su VIA & annessi non dovrebbe essere difficile
far saltar fuori documenti, dichiarazioni etc......

La questione della VIA è fondante, perchè qui abbiamo una popolazione
che in mancanza di VIA non sa cosa si può attendere dall'opera, quindi è
autorizzata a coltivare i peggiori sospetti.

Di più, nemmeno il governo, tanto convinto dell'opera, può dirsi
sicuro dell'impatto
ambientale (che non gli frega perchè non gli frega).
Di più, ancora meno si può dire certo della previsione dei costi, anche questa
cara alla UE e oggetto di ulteriori obblighi per l'Italia.
Di più l'opera così si fa praticamente alla cieca, pensate al caso dell'amianto,
ora ne è previsto lo stoccaggio a cielo aperto; appena ne scaricano un pò
l'ARPA locale può, anzi deve, bloccarne lo scarico e pretenderne lo smaltimento
senza possibilità di dispersione dallo scavo fino al sito scelto per
lo stoccaggio.
Opera bloccata sine die a quel punto, la decisione dell'ARPA dove sarà situato
lo scarico è obbligatoria e assolutamente legale, visto che attiene alla
salute pubblica.

Non esiste una previsione che vada a risolvere questa eventualità certissima
(l'amianto c'è), non esiste nemmeno il maggior costo che verrà determinato
da questo obbligo di legge trascurato dalla VIA in versione
Matteoli/Lunardi/Berlusconi.
Di più, l'opera, a tutti gli effetti, è priva del requisito legale necessario
a renderla valida.

Ovviamente la Ue, e soprattutto le leggi e i trattati che abbiamo sottoscritto,
non consentono questi esercizi di stile, così come lo sconsiglierebbe il
buonsenso. In definitiva la mossa dei putridi mira a fare avere soldi a qualcuno
dei loro (nello specifico la Rocksoil di Lunardi) e a lasciare la
-grande opera- nelle
mani dei pollastri del centrosinistra, che si ritroveranno la
popolazione inferocita,
senza i soldi per completarla quando i francesi avranno già finito il
loro (e Lunardi
si sarà già beccato i soldi dato che l'appalto alla Rocksoil è per la
zona francese!),
e dovranno pure far rifare ex-novo la VIA, e di conseguenza il progetto.
Tutto questo con il nano che dirà che lui le opere le aveva cominciate e
che i pollastri non sono riusciti a finirla.

Se voi foste Berlusconi, non avreste motivi sufficienti ad iniziare i lavori
di questa buffonata?

Cercherei anche di indagare sulla VAS, "Valutazione Ambientale
Strategica" (Nota 2)
che dovrebbe essere la direttiva 2001/42/CE e che non so se vale anche
per le Grandi Opere, ma che introduce ulteriori obblighi a monte dei progetti
di pianificazione nei paesi UE. in alcune regioni è stata recipita ed ampliata
nel numero dei processi ai quali deve dar vita (in Emilia Romagna è già stata
rodata), per le regioni si chiama VALSIA. Se volete fare una ricerca
Usate i motori
di ricerca nei siti UE, sono una miniera.

In ogni caso la salvezza della Val di Susa, secondo me, passa per Bruxelles, non
a caso gli eurodeputati coinvolti nei casini si danno da fare più dei -nostri-

in Europa si può ancora rintracciare una sensibilità all'ambiente e alla
vera -legalità- qui da noi e pure sotto elezioni è praticamente tempo perso.


mazzetta


----

Nota 1: Dopo l'avvento polista, la commissione VIA è stata divisa in due.

C'è la commissione - VIA straordinaria- che è formata da 18 membri + due
delle regioni coinvolte caso per caso, e c'è una commissione -VIA ordinaria-
di 35 membri + 5 regionali. I membri regionali nella commissione straordinaria
sono stati aggiunti dopo una sentenza della Corte Costituzionale (ricorso
delle regioni)

Ovviamente la TAV è stata deliberata dalla prima Commissione, quella
straordinaria.

Immaginatevi voi 18 amichetti polisti quante VIA ( che è un
procedimento complessissimo
che richiede l'acquisizione di pacchi di pareri, documenti ed indagini, oltre
a sentire le popolazioni locali) riusciranno a produrre in un anno, e pensate
coltre alla TAv questi hanno dato la fintaVIA anche al Ponte di Messina e
ad altri orrori.

Incidentalmente la prima VIA che bocciò una grande opera fu nel 1998, quando
a a farne le spese fu il MOSE di Venezia.


Nota 2: Questi, brevemente, gli scopi della VAS:

"DIRETTIVA EUROPEA
La direttiva europea 2001 / 42/ ce, introduce la valutazione degli effetti
di determinati piani e programmi all?atto della loro elaborazione .

La procedura VAS, dovrebbe così permettere di affrontare sin dalle prime
fasi del processo decisionale le conseguenze ambientali di una trasformazione
territoriale o della realizzazione di un?opera infrastrutturale.

Le opportunità che tale strumento offre quindi sono varie:

1 . superare i conflitti e gli interessi che si celano dietro le attuali
procedure di verifica di legittimità e conformità (la VIA per le grandi opere
pubbliche), procedure che si collocano comunque a posteriori del processo
di analisi e formazione delle decisioni ed in questo modo oltre ad appesantire
l'iter burocratico amministrativo, raramente intervengono in modo propositivo
nel quadro delle compatibilità o incompatibilità ambientali dell'opera.

2. costruire un supporto capace di indirizzare le scelte di pianificatori
e decisori di una trasformazione territoriale, verso la minimizzazione degli
impatti sull?ambiente.

(La valutazione preventiva degli effetti sull'ambiente di una trasformazione
dovrebbe infatti condurre a: evidenziare i potenziali impatti negativi
delle differenti scelte proporre alcune misure e soluzioni idonee a ridurli
o impedirli.)""

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