Vi invio questo interessante testo di "mazzetta" dalla lista neurogreen, che a mio parere contiene un accenno alla possibile strada legale da
seguire per contrastare la devastazione ambientale in Val di Susa.
"Per questa destra italiana la VIA è solo un passaggio burocratico, un fastidio, una pastoia da evitare. Per l'Unione Europea la VIA rappresenta invece un'opportunità: la possibilità di poter vedere prima, già in fase progettuale, i problemi che possono poi produrre disfunzioni, guasti, danni economici. Il caso Malpensa è esemplare: la mancanza della Via sul progetto definitivo del nuovo aeroporto sembrava una furbata, una maniera di guadagnare tempo e risparmiare denaro. Sappiamo tutti come è finita e che peso ha avuto quella vicenda sulle sorti di Alitalia." (Realacci, da Repubblica del 15/01/04)
Lo scopo della VIA
"Lo scopo principale è stato sbandierare un elenco interminabile di opere finte, che in buona parte non si faranno perchè non ci sono i finanziamenti reali (non ci sono nemmeno per la TAV ndr), e distribuire lavori di progettazione veri." (ibid)
Per quel che ricordo la Torino-Lione fa parte della quick start list (commissione UE Prodi) nella quale, mi pare un paio d'anni fa, la UE comprese i progetti "urgenti". Grazie all'inclusione nella lista l'Italia ha ottenuto soldi e la velocizzazione delle pratiche UE, ma non è certo stata esentata dalla formazione della VIA, che fu introdotta nel nostro paese proprio per adempiere alle obbligazioni UE.
Dall'inclusione nella lista deriva l'accelerazione dell'iter burocratico, mentre dall'erogazione dei finanziamenti deriva l'urgenza che ha il governo di poter dire che i lavori sono cominciati. I francesi sono più avanti di noi, e le cifre necessarie all'opera ce le hanno e le hanno stanziate (è da verificare, ma mi pare di averlo letto da qualche parte)
In realtà la VIA non è stata abolita, ma la commissione di 40 membri che presiedeva a -tutte- le VIA è stata prima devastata da Matteoli, che ne licenzio 23 dei 40 componenti ritenendoli non di sua fiducia (caso strano per una commissione "tecnica", che provocò ricorsi poi vanificati dal Governo, che a sua volta intervenne ridisegnando la commissione). La nuova Commissione ( Nota 1), oltre a non avere per opinione diffusa una levatura "tecnica" sufficiente si trovò nella condizione di essere nulla più di uno sportello burocratico destinato a passare carte validandole senza fallo. Lo stesso numero dei componenti è giudicato incongruo con la mole di lavoro da svolgere. Le attività che hanno prodotto non sono quelle necessarie a soddisfare i criteri UE in materia di VIA, quindi la commissione non produce più VIA, ma timbra carte e basta.
Non a caso i primi 50 progetti sono passati tutti e 50
Ovviamente la cosa non è passata inosservata a Bruxelles, che ha richiamato il nostro paese all'ordine, ma il nano e gli amichetti se ne sono sbattuti. Nei giorni scorsi mi pare di aver letto richiami alla faccenda e dichiarazioni in merito, secondo me con una ricerchina web o interpellando gli eurodeputati vicini e chiedendo loro di fare ricerche su VIA & annessi non dovrebbe essere difficile far saltar fuori documenti, dichiarazioni etc......
La questione della VIA è fondante, perchè qui abbiamo una popolazione che in mancanza di VIA non sa cosa si può attendere dall'opera, quindi è autorizzata a coltivare i peggiori sospetti.
Di più, nemmeno il governo, tanto convinto dell'opera, può dirsi sicuro dell'impatto ambientale (che non gli frega perchè non gli frega). Di più, ancora meno si può dire certo della previsione dei costi, anche questa cara alla UE e oggetto di ulteriori obblighi per l'Italia. Di più l'opera così si fa praticamente alla cieca, pensate al caso dell'amianto, ora ne è previsto lo stoccaggio a cielo aperto; appena ne scaricano un pò l'ARPA locale può, anzi deve, bloccarne lo scarico e pretenderne lo smaltimento senza possibilità di dispersione dallo scavo fino al sito scelto per lo stoccaggio. Opera bloccata sine die a quel punto, la decisione dell'ARPA dove sarà situato lo scarico è obbligatoria e assolutamente legale, visto che attiene alla salute pubblica.
Non esiste una previsione che vada a risolvere questa eventualità certissima (l'amianto c'è), non esiste nemmeno il maggior costo che verrà determinato da questo obbligo di legge trascurato dalla VIA in versione Matteoli/Lunardi/Berlusconi. Di più, l'opera, a tutti gli effetti, è priva del requisito legale necessario a renderla valida.
Ovviamente la Ue, e soprattutto le leggi e i trattati che abbiamo sottoscritto, non consentono questi esercizi di stile, così come lo sconsiglierebbe il buonsenso. In definitiva la mossa dei putridi mira a fare avere soldi a qualcuno dei loro (nello specifico la Rocksoil di Lunardi) e a lasciare la -grande opera- nelle mani dei pollastri del centrosinistra, che si ritroveranno la popolazione inferocita, senza i soldi per completarla quando i francesi avranno già finito il loro (e Lunardi si sarà già beccato i soldi dato che l'appalto alla Rocksoil è per la zona francese!), e dovranno pure far rifare ex-novo la VIA, e di conseguenza il progetto. Tutto questo con il nano che dirà che lui le opere le aveva cominciate e che i pollastri non sono riusciti a finirla.
Se voi foste Berlusconi, non avreste motivi sufficienti ad iniziare i lavori di questa buffonata?
Cercherei anche di indagare sulla VAS, "Valutazione Ambientale Strategica" (Nota 2) che dovrebbe essere la direttiva 2001/42/CE e che non so se vale anche per le Grandi Opere, ma che introduce ulteriori obblighi a monte dei progetti di pianificazione nei paesi UE. in alcune regioni è stata recipita ed ampliata nel numero dei processi ai quali deve dar vita (in Emilia Romagna è già stata rodata), per le regioni si chiama VALSIA. Se volete fare una ricerca Usate i motori di ricerca nei siti UE, sono una miniera.
In ogni caso la salvezza della Val di Susa, secondo me, passa per Bruxelles, non a caso gli eurodeputati coinvolti nei casini si danno da fare più dei -nostri-
in Europa si può ancora rintracciare una sensibilità all'ambiente e alla vera -legalità- qui da noi e pure sotto elezioni è praticamente tempo perso.
mazzetta
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Nota 1: Dopo l'avvento polista, la commissione VIA è stata divisa in due.
C'è la commissione - VIA straordinaria- che è formata da 18 membri + due delle regioni coinvolte caso per caso, e c'è una commissione -VIA ordinaria- di 35 membri + 5 regionali. I membri regionali nella commissione straordinaria sono stati aggiunti dopo una sentenza della Corte Costituzionale (ricorso delle regioni)
Ovviamente la TAV è stata deliberata dalla prima Commissione, quella straordinaria.
Immaginatevi voi 18 amichetti polisti quante VIA ( che è un procedimento complessissimo che richiede l'acquisizione di pacchi di pareri, documenti ed indagini, oltre a sentire le popolazioni locali) riusciranno a produrre in un anno, e pensate coltre alla TAv questi hanno dato la fintaVIA anche al Ponte di Messina e ad altri orrori.
Incidentalmente la prima VIA che bocciò una grande opera fu nel 1998, quando a a farne le spese fu il MOSE di Venezia.
Nota 2: Questi, brevemente, gli scopi della VAS:
"DIRETTIVA EUROPEA La direttiva europea 2001 / 42/ ce, introduce la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi all?atto della loro elaborazione .
La procedura VAS, dovrebbe così permettere di affrontare sin dalle prime fasi del processo decisionale le conseguenze ambientali di una trasformazione territoriale o della realizzazione di un?opera infrastrutturale.
Le opportunità che tale strumento offre quindi sono varie:
1 . superare i conflitti e gli interessi che si celano dietro le attuali procedure di verifica di legittimità e conformità (la VIA per le grandi opere pubbliche), procedure che si collocano comunque a posteriori del processo di analisi e formazione delle decisioni ed in questo modo oltre ad appesantire l'iter burocratico amministrativo, raramente intervengono in modo propositivo nel quadro delle compatibilità o incompatibilità ambientali dell'opera.
2. costruire un supporto capace di indirizzare le scelte di pianificatori e decisori di una trasformazione territoriale, verso la minimizzazione degli impatti sull?ambiente.
(La valutazione preventiva degli effetti sull'ambiente di una trasformazione dovrebbe infatti condurre a: evidenziare i potenziali impatti negativi delle differenti scelte proporre alcune misure e soluzioni idonee a ridurli o impedirli.)""
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