liberazione di oggi
Balzane idee sulla Tav - Tutti agli ordini degli affaristi? di Piero Sansonetti Sostiene - giustamente - Piero Fassino, che è sempre un errore usare la forza per risolvere i problemi sociali. Si riferisce alla Val di Susa e all’attacco poliziesco, stile-Genova, dell’altra notte. In un’intervista a “Repubblica” il segretario dei Ds, senza mezzi termini, condanna i pestaggi, chiede che il governo applichi il metodo del dialogo e rinunci al manganello. Dice in modo chiaro quello che aveva già detto la sera prima a “Porta a porta”, da Vespa: "Bisogna coinvolgere la gente del luogo nella decisione sulla Tav (cioè la costruzione della ferrovia per una linea ad alta velocità e la realizzazione di un lungo tunnel sotto il monte), bisogna parlare con loro, discutere, cercare un accordo". Giustissimo. Però Concita De Gregorio, l’intervistatrice, gli chiede: "Non si rischia così la paralisi?". E Fassino, a sorpresa (candidamente) risponde: "No, perché la questione non è se fare o non fare quei lavori. Noi non possiamo dire: la Tav non si fa. E’ un’opera importante che va realizzata". Non so se è chiaro il ragionamento: discutiamo con la gente della val di Susa sulla Tav ma partendo da un presupposto: la Tav si fa. E che diavolo di discussione è? Come di fa a dialogare in questo modo? Alla fine hanno buon gioco Berlusconi e Pisanu a dire: "Se quei valligiani non si levano dalle palle li facciamo mazzolare dalla polizia". Fassino afferma anche un’altra idea. Dice: "C’è un problema culturale. Bisogna fare una battaglia contro l’antiscientismo, l’irrazionalità che genera paure". Gli fa eco, dalle colonne del “Corriere della Sera”, l’editoriale di Sergio Romano, cioè di uno dei più attenti e intelligenti intellettuali e osservatori italiani. Il quale si rivolge a coloro che si oppongono alla Tav, e li avverte: senza Tav lasciamo in mano ai nostri concorrenti europei l’Europa danubiana, senza Tav mandiamo l’Italia al declino, senza Tav isoliamo il paese, e poi non è vero che la Tav è incompatibile con l’ambiente, perché l’inquinamento è prodotto dai Tir, non dai treni... Ecco, di fronte a questi argomenti (quelli di Fassino sull’antiscientismo e quelli di Romano sull’Europa danubiana e sui Tir) è difficile non perdere un po’ la calma. Perché? Ma perché è evidente che né l’uno né l’altro sanno bene di cosa parlano. Sanno o no che dentro quella montagna ci sono materiali pricolossisimi (amianto, uranio) che nessuno sa come smaltire? Sanno o no che esiste un progetto di adeguamento della ferrovia del Frejus, che costerebbe trenta volte di meno della Tav (trenta volte) e che sarebbe relizzabile in tempi stretti e allungherebbe di pochissimo i tempi di percorrenza dei treni? Sanno o no che la Tav oltre a comportare costi ambientali insopportabili, sarà pronta tra 10 o 15 anni e dunque tutti i ragionamenti sul mercato e sull’isolamento sonpo favole campate in aria? Sanno o no che l’antiscientismo non c’entra niente con la Tav, perché qui tutti gli scienziati hanno detto che la Tav non va fatta, e a volere la Tav sono le imprese, i costruttori e gli uomini di affari, cioè gente che di scienza sa poco assai? Perché non sanno queste cose, o perché fingono di non saperle? E’ possibile pensare che giganteschi interessi economici, titanicamente ritenuti intoccabili dai “poteri forti”, obnubilino la mente di tutti? 8 dicembre 2005
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