Nonostante l'operazione di "svecchiamento" messa in atto dalla Fiamma Tricolore nell'ultimo anno e mezzo, che l'ha portata a essere stretta interlocutrice di buona parte del movimento bonehead, il partito di Romagnoli si pone in linea di continuità col Movimento Sociale Italiano di Almirante, rivendicandosi l'aperto riferimento all'esperienza della dittatura fascista di Mussolini.
A spiegarlo è lo stesso Romagnoli in questa intervista pubblicata su www.dilloadalice.it n° 160 del 23/11/2005.
Lo storico Giuseppe Scaliati, con riferimento a questa ridislocazione della Fiamma Tricolore scrive:"ciò che lascia sconcertati è la palese violazione del divieto costituzionale di ricostruzione del disciolto partito fascista. Una violazione dinanzi alla quale importanti organi dello Stato sembrano ormai complici".(http://www.rifondazionelazio.it/content/view/2835/1)
ReggioNelweb.it n. 147 -22 Novembre 2005-) intervista a Romagnoli Chi e cosa rappresenta oggi Fiamma Tricolore? Fiamma Tricolore rappresenta la continuità del Movimento Sociale Italiano. Ovviamente, siccome la politica è attualità e non solo passato e nostalgia, adeguiamo il nostro progetto politico ai tempi. Le faccio un esempio: quando c'era il Movimento Sociale Italiano la globalizzazione non esisteva. Di precarietà dell'esistenza e dello stato sociale invece se ne parlava anche allora. Il nocciolo fondante di quell'esperienza è comunque quello che abbiamo “travasato” nella Fiamma Tricolore e fu questo il motivo vero per cui nel '95 a Fiuggi noi decidemmo di continuare e di non rimanere in Alleanza Nazionale. Allora vi accusarono di voler portare a tutti i costi la camicia nera.... Veramente nessuno di noi la indossa... Certo, siamo orgogliosi di dire quello che altri hanno rinnegato, e non perché lo dico io, ma perché lo dice la storia. Non si possono buttare nel cesso venti anni di storia di un Paese dicendo che è stato tutto sbagliato. Ci sarà stato qualcosa che ha funzionato meglio e qualcosa che ha funzionato peggio, ma è parte della nostra storia a cui il nostro popolo ha dato un consenso non obbligato con la violenza come invece cercano di farci intendere alcuni. Oltretutto era sicuramente un periodo politico più pulito rispetto a quello che c'è stato dopo; forse c'era più sensibilità per la famiglia, un po' più di aiuto per la donna che decideva di allevare un figlio, maggiore possibilità di accesso all'istruzione pubblica... Cos'è che distingue Fiamma Tricolore dal movimento di Forza Nuova? Molto. Innanzitutto noi ci rifacciamo allo statuto e al progetto politico del Movimento Sociale Italiano, loro invece si rifanno a una tradizione solo in parte mediata da lì. Francamente certe loro scelte di programma non le trovo utili. Ad esempio? Ad esempio sono molto fissati con il ripristino del concordato fra Stato e Chiesa come fu fatto nel '29; a me sembra una cosa che poco può interessare oggi agli elettori e agli italiani. Forse ci sono più problemi di metodo che di merito in tante questioni. Noi ci rifacciamo alla nostra tradizione e loro hanno un approccio diverso. Su alcune cose comunque possiamo anche convergere. Considerando l'esperienza con Alternativa sociale, non particolarmente positiva per quanto riguarda il risultato, e la nuova legge elettorale, cosa farà Fiamma Tricolore? Ancora una lista autonoma? Stiamo raccogliendo firme in tutt'Italia perché è stata confezionata una legge che è fatta apposta per contrastare i partiti minori in termini numerici. Ad esempio, se si ha un parlamentare europeo si possono non raccogliere le firme ma si deve essere in coalizione, se invece si è fuori dalla coalizione le firme vanno raccolte. Scelte che danneggiano chi, come noi, porta avanti battaglie ideali e non si ritrova né con gli uni, né con gli altri. Con lo sbarramento dell'8% al Senato sono state create le condizioni per rendere, non tanto il risultato impossibile, al quale noi saremmo abituati e poco ci importa, ma per rendere praticamente semi-impossibile, il semplice partecipare. Raccogliere 180mila firme è davvero un'impresa. E' soddisfatto del trattamento che i mass media riservano al suo partito? Consideri che siamo un partito che va molto bene in provincia e nei piccoli comuni, dove c'è la solidarietà umana, la gente si conosce, si parla. Nelle città incontriamo invece difficoltà, proprio perché non andiamo nelle televisioni nazionali e quindi siamo penalizzati. Proprio di questo ho scritto una lettera al nuovo presidente della commissione di vigilanza, cercando di ottenere un pochino di spazio, una volta ogni tre mesi. Se Vespa si ricordasse che esistiamo anche noi almeno due volte all'anno saremmo contenti. Invece non veniamo invitati perché non siamo funzionali a nessuno. Cosa ha significato per lei Mussolini? Per me Mussolini è stato - e non temo di dovermi smentire un domani come ha dovuto fare qualcuno - il più grande statista italiano del nostro secolo. Statista, etimologicamente, significa costruttore di Stato, e sfido un qualsiasi storico serio ed oggettivo a dire che Mussolini non ha costruito lo Stato italiano. L' hanno costruito per caso i Savoia? Mi scuserà qualche nostro simpatizzante, ma lo Stato italiano è stato fatto dal fascismo, questa è oggettiva realtà storica. Inoltre Mussolini non si è arricchito come tanti altri della politica di oggi e quando fu appeso a Piazzale Loreto, non gli saltò di tasca manco un centesimo, questa è una realtà oggettiva. Cosa pensa delle dichiarazioni dell'On. D'Alema sulla fine del Duce Le ho sinceramente apprezzate, pur cercando ancora di comprendere il perché le ha dette. Prendo comunque atto con piacere che D'Alema abbia ammesso che la guerra civile fu un atto di barbarie. E' stata una cosa importante. Perché dimostrate particolare ostilità alla massoneria? Innanzitutto è bene evidenziare che tra gli uomini di governo, tra i nostri sottosegretari, tra i nostri - vostri, scusate - dirigenti di altri partiti la massoneria è presente trasversalmente in tutti i partiti. Il Movimento Sociale, aveva già presente nel proprio statuto l'incompatibilità tra iscrizione al partito e iscrizione alla massoneria. Noi l'abbiamo mantenuta: nel momento in cui si appartiene ad un'associazione segreta, noi si può far parte di un partito che invece di segreto non ha nulla. Inoltre, chi appartiene alla massoneria persegue gli interessi dei propri associati, mentre noi perseguiamo gli interessi del popolo italiano. Non ha senso aderire ad un gruppo di potere, ad un gruppo di interessi e dire di fare politica per il popolo italiano. Provi ad immaginarsi un candidato massone che si presenta alle elezioni e dice: “Cari amici, vi chiedo il voto perché mi impegno in politica per il popolo italiano”; è impossibile, perché ha fatto un giuramento per impegnarsi innanzitutto per quel gruppo al quale si è iscritto, poi, solo successivamente, forse, lo farà anche per il popolo italiano. E quando però i suoi interessi configgono, come spesso avviene ed è avvenuto, che fa? Questo è di per sé più che sufficiente per dire che la massoneria è incompatibile con la Fiamma Tricolore. Cosa pensa delle dichiarazioni del presidente iraniano sullo stato di Israele? Non ho partecipato alla votazione della risoluzione in Parlamento Europeo sarebbe stata un'ingerenza arbitraria nei fatti di un altro Paese. Si votava una risoluzione sul bando delle armi di distruzione di massa, si pretendeva di condannare l'Iran perché non dovrebbe avere diritto ad una sua politica di nucleare civile. Scordandosi che esiste una conflittualità eterna con Israele, pretendevano di imporre agli iraniani -a casa loro- di non produrre energia nucleare. Siccome l'Iran ha la fortuna che non abbiamo noi, cioè quella di essere uno Stato indipendente, di non dover dire grazie a nessuno, perché nella seconda guerra mondiale loro hanno avuto una storia diversa, non hanno cioè perso la guerra come purtroppo abbiamo perso noi, sono in grado di tenersi in casa o di mettere alla porta chi vogliono. Sulla fattispecie delle dichiarazioni del presidente credo che bisognerebbe leggere bene e intendere al meglio ciò che ha intendeva dire. Ho dei dubbi che abbia effettivamente voluto mettere in forse il diritto all'esistenza di un altro Stato. Non può però che prendere atto che chi dirige quello Stato, ha detto chiaramente che l'Iran è uno Stato nemico, che è pericoloso, che non ha diritto a produrre energia nucleare e che è un paese che non dovrebbe avere gli aeroplani. Se pure avesse fatto quella dichiarazione, io credo che andrebbe letta nel quadro di un rapporto politico conflittuale che esiste tra l'Iran e lo Stato d'Israele non da oggi, ma da sempre.
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