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by lisic(A) Saturday, Jan. 21, 2006 at 7:11 PM mail:

I NUOVI MEZZI DI COMUNICAZIONE E LE NUOVE CARATTERISTICHE DELLE AUDIENCES

La comunicazione nella società del XXI° secolo si caratterizza per una progressiva digitalizzazione dei mezzi di comunicazione fino al punto che qualcuno definisce questo processo di innovazione tecnologica rivoluzione digitale.
L’uomo ha sempre cercato di sviluppare le potenzialità dei mezzi a sua disposizione per comunicare con gli altri individui. Se prima questi processi avvenivano molto gradualmente, nella nostra epoca essi sono decisamente più veloci e anche meno sensazionali. Pensiamo all’iniziale uso di mezzi come la radio o la TV nei confronti dei quali vi era una sorta di stupore: era difficile comprendere come fosse possibile vedere delle persone in carne e ossa muoversi dentro una scatola di plastica o sentirne la voce. Quel sentimento di stupore dei nostri nonni e padri non caratterizza il nostro comportamento di fronte ad innovazioni come, per esempio, il video telefono, la TV via satellite o internet. Tutto questo ormai rientra in un processo di sviluppo tecnologico che ha dei tempi nettamente accorciati rispetto a quelli della prima metà del secolo ormai trascorso.
Questi mutamenti tecnologici influiscono sullo sviluppo della comunicazione mediata, sui mezzi stessi di comunicazione, sulle modalità di fruizione, sulle nuove possibilità comunicative e in conseguenza a tutto ciò, si registra nell’era digitale anche la nascita di un nuovo modello di audience. McLuhan sosteneva che ogni medium influisce sul pensiero, sulla cultura e sulla società anche in virtù delle sue intrinseche caratteristiche, e non esclusivamente dei messaggi che esso veicola. Non bisogna però pensare che lo sviluppo storico e sociale sia causato direttamente dalle innovazioni tecnologiche; si rischierebbe altrimenti di cadere in una sorta di determinismo tecnologico. Sono diversi e molteplici i fattori che contribuiscono all’evoluzione della società quelli tecnologici sono solo alcuni fra i tanti. Una innovazione tecnologica, inoltre, riesce a dispiegare il suo potenziale di trasformazione solo se il contesto socio-culturale è in grado di accoglierla.
Nel sistema dei mezzi di comunicazione, tuttavia, lo sviluppo tecnologico ha sicuramente svolto una funzione importante anche nella definizione che i nuovi media permettono di fare riguardo all’audience, che forse non è “nuova” come alcuni studiosi sostengono, ma ha sicuramente diverse caratteristiche rispetto alle audiences che si limitano alla fruizione dei media, oramai “tradizionali”, anche se questi ultimi non sono immuni da mutamenti tecnologici anche radicali. E’ questione attuale la diffusione del digitale terrestre o dei video telefonini.
In questo capitolo tratterò delle innovazioni comunicative che ha introdotto l’uso della rete di Internet nella società e gli effetti che essa ha avuto sul pubblico.

2.1 Internet: la nuova frontiera della comunicazione
Con l’inizio del nuovo secolo siamo entrati nella cosiddetta era digitale. Moltissimi aspetti della nostra vita si stanno “digitalizzando”, soprattutto nel campo della comunicazione. La musica come la cultura, il commercio come il tempo libero, si stanno arricchendo della presenza sempre più massiccia di mezzi e strumenti digitali. Per quanto riguarda il campo della comunicazione è internet ad essere il simbolo dell’era digitale.
Internet è una rete di reti telematiche: risulta dalla connessione di una serie di sottoreti, di collegamenti tra computer, che formano una rete più vasta. Come in qualunque struttura di collegamenti a rete non vi sono gerarchie: anche in internet chi collega il proprio computer alla rete telematica non ha meno diritti di chiunque altro a partecipare ai suoi contenuti. Internet permette la diffusione e lo scambio di informazione tra milioni di persone ed il suo contenuto è prodotto dagli uomini che stanno davanti al proprio Personal Computer.
La comunicazione mediata dal computer e, soprattutto, il suo utilizzo più diffuso che è quello della rete internet, si caratterizza rispetto ai media tradizionali non tanto per la qualità e la quantità dei contenuti o per la loro multimedialità, quanto per la sua apertura nei confronti del pubblico che ne fruisce, dando la possibilità, potenzialmente a chiunque, di creare dei messaggi per un grande pubblico.
Quella condizione di asimmetria informativa tipica dei mezzi di comunicazione di massa, non è presente nella comunicazione mediata dal computer, e nella rete i flussi di informazione non vanno da pochi a molti, ma da “molti a molti” o, se vogliamo, “da ognuno a ciascuno”, tutti sullo stesso piano senza diversi gradi di importanza.
Inoltre, se proviamo a pensare ai mass-media tradizionali risulta difficilissimo, per gli utenti, poter intervenire nel contenuto dei messaggi da essi veicolati. E’ sicuramente molto più facile ed economico per una persona qualunque, anche alle prime armi, poter creare un sito internet con i contenuti desiderati (teoricamente potrebbero essere creati infiniti siti internet) mentre è più difficile creare una TV, una radio o un giornale stampato che abbia un pubblico talmente vasto come è quello di internet. Mentre una TV non satellitare o un quotidiano generalmente hanno come pubblico il popolo di una determinata area delimitata dai confini di una regione o di uno stato, il sito che sta su internet può essere visitato da qualunque angolo del globo ove vi sia un computer collegato ad una rete telefonica.
Si ha la possibilità di pubblicare e ricevere notizie e informazioni di ogni genere da e per ogni parte del mondo, liberamente consultabili da chiunque. Ormai tutte le testate giornalistiche, televisive e radiofoniche hanno dei propri siti internet che vengono aggiornati in tempo reale.
Il “deposito” di tutte queste informazioni è il World Wide Web, che ci permette di consultare tutti gli “archivi”(siti internet) presenti ma ci permette anche, per chi ne ha le capacità e la volontà, di arricchire direttamente con nuovi contenuti questo “deposito”.
Inoltre il web ospita informazioni e contenuti di tipo multimediale. Ciò vuol dire che i testi possono essere corredati da immagini, video e suoni. Il web è un’enorme rete di documenti multimediali collegati tra loro a formare una trama virtuale infinita. Lungo questa trama ogni utente può costruire i suoi percorsi di lettura, guidato dai suoi interessi e dalla sua curiosità. Un simile sistema di organizzazione delle informazioni viene denominato ipertesto, uno strumento espressivo costituito dall’accostamento tra unità, tra blocchi di testo, che sono, da un lato, tra loro spostabili e intercambiabili e, dall’altro, collegabili e componibili con altri testi esterni e con blocchi di questi, grazie all’impiego delle tecnologie informatiche e telematiche.
Internet è quindi un vero e proprio luogo di comunicazione globale, dove milioni di utenti quotidianamente si scambiano messaggi personali e pubblici, consultano e producono informazioni, studiano e giocano, lavorano e fanno compravendita di beni. La rete sembra ereditare le funzioni di tutti i mezzi di comunicazione che l’hanno preceduta storicamente, integrando tali funzioni, grazie alla tecnologia digitale, in un medesimo mezzo di comunicazione. Inoltre, a differenza dei sistemi di comunicazione tradizionale, internet sembra uno strumento in grado di garantire a tutti il libero accesso all’informazione e la più ampia capacità di partecipazione attiva alla comunicazione. E tutto ciò è reso possibile da una tecnologia che ha dei costi molto bassi rispetto ai costi delle altre tecnologie di comunicazione.
Ci troviamo, insomma, di fronte ad un mezzo che ha delle potenzialità di democratizzazione dell’informazione assai vaste, e che potrebbe determinare una profonda riforma della comunicazione sociale. Il “pilastro portante” di questo cambiamento è sicuramente quel concetto di interattività tra i protagonisti della comunicazione (emittente e destinatario) che nella comunicazione di massa di tipo tradizionale era pressoché impensabile. L’interattività è, invece, proprio il carattere principale di questo nuovo modello di comunicazione, grazie alla sua struttura non “verticale” ma “a rete”. L’interattività in rete di un pubblico sempre più vasto implica dei cambiamenti sostanziali nelle “diete mediali” del pubblico,e quindi, cambiamenti anche nell’esposizione del pubblico ai messaggi mediali.
Il pubblico di internet non tende ad usufruire solo di internet; generalmente, la rete viene utilizzata per integrare, in maniera minore o maggiore a seconda dei casi individuali, i contenuti recepiti dagli altri media. Questo implica che il pubblico che ha a disposizione, oltre ai media tradizionali, la possibilità di usufruire di internet tende ad aumentare la quantità e la qualità delle proprie conoscenze grazie alla presenza di diverse “banche dati” riguardanti gli argomenti di suo interesse. La rete funge anche da finestra verso nuove culture e nuove idee mai conosciute prima, grazie alla sua estensione mondiale e sempre più capillare.
Stiamo parlando, ovviamente, di fruibilità solo potenzialmente globale. Non bisogna infatti dimenticare che la maggior parte del pubblico potenziale della rete non ha le possibilità economiche e culturali per potere beneficiare dei suoi lati positivi. Internet ha potenzialità globali, di conseguenza il pubblico a cui potrebbe rivolgersi è, potenzialmente, tutta la popolazione mondiale. Sappiamo bene però che una grande fetta di questa popolazione vive ben al di sotto di quelle che nei paesi occidentali vengono chiamate “soglie di povertà”, ovvero il livello minimo di beni monetari, e non per “vivere” e non per sopravvivere. Ma anche all’interno degli stessi paesi più ricchi vi sono fasce, non esigue, di popolazione che non hanno le possibilità di accedere alla comunicazione via internet.
Se ne deduce che chi ha le possibilità economiche e conoscitive tende ad aumentare i propri livelli di conoscenza e il proprio personale bagaglio culturale e informazionale; chi queste possibilità non le ha tende a rimanere sempre più indietro rispetto agli altri. In pratica, gli individui che prima potevano permettersi di accedere alle informazioni della tv, della radio o della stampa, possono, generalmente, accedere anche a quelle via internet (purché abbiano un minimo di conoscenze informatiche). Chi, invece, viveva nella impossibilità di accedere ai messaggi mediali veicolati dai vecchi media, tanto meno avrà la possibilità di accedere ai messaggi mediati tramite i nuovi media. Nonostante le potenzialità democratiche, di fatto si viene, a creare un sempre maggiore dislivello culturale e informazionale all’interno della popolazione di un singolo paese, ma anche del mondo intero.

2.2 Interazione in rete. Il pubblico attivo
Cerchiamo ora di approfondire il concetto di interazione che è la più grande e importante peculiarità del nuovo sistema di comunicazione nato con la rete internet.
L’interazione consiste nella possibilità per ogni utente della rete di essere sia emittente sia destinatario della comunicazione. Il destinatario ha la possibilità di intervenire attivamente nelle forme e nei tempi della fruizione dei messaggi, modificando il messaggio ricevuto in dipendenza dalle sue richieste e necessità. Il cuore di questo concetto è, dunque, l’idea di un utente che, anziché ricevere l’informazione in maniera relativamente passiva, è in grado di compiere scelte che influenzano tipologia e contenuto dell’informazione da lui ricevuta, avendo anche la possibilità di creare direttamente una nuova informazione.
E’ facile comprendere come l’applicazione di questo concetto sia lo spartiacque che consente di parlare di nuovi modelli comunicativi, basati sui mezzi di comunicazione telematica, rispetto ai precedenti modelli, basati sulla comunicazione di massa. Mentre nel secondo caso c’è sempre una direzione sostanzialmente univoca nel vettore della comunicazione, nel primo caso invece c’è una relazione che può essere attivata e adattata alle esigenze individuali, e che presuppone la possibilità, pur con diversi gradi di interazione, di rilanciare la comunicazione e costruire, così, nuovi percorsi personalizzati. In questo modello di comunicazione, quasi come avviene nella comunicazione naturale, il vettore comunicativo è a duplice senso e può addirittura divenire circolare.
La comunicazione telematica, praticamente, permette di attivare molti tipi di comunicazione caratterizzati da diversi gradi di interattività, senza mai creare una situazione di palese asimmetria informativa, neppure nei casi in cui il grado di interazione è debole. Da questo punto di vista, la comunicazione telematica è molto simile a quella naturale grazie alla sostanziale relazione orizzontale tra le parti comunicanti.
In questo nuovo tipo di comunicazione mediata, si ridefiniscono le richieste di autonomia del pubblico. Esso, tramite il computer, può appropriarsi di una grande autonomia comunicativa come non gli era mai successo nella storia delle comunicazioni mediate. Mentre lo schema classico delle comunicazioni di massa rispecchia la condizione di potere limitato del pubblico (poiché soltanto chi emette il messaggio può decidere i contenuti, la forma e i referenti) la comunicazione telematica sancisce una relazione comunicativa posta in termini di scambio tra eguali, ovviamente soggetta a dei vincoli “sociali”, come le capacità informatiche o economiche di ogni individuo (che sarebbe necessario e auspicabile ridurre il più possibile).
Ogni utente collabora, quindi, alla costruzione di un ambiente virtuale costruito “performativamente”, reso significativo dai suoi “abitanti” e “visitatori”.
Attraverso il web si producono nuove occasioni di fruizione mediale e nuove forme di socialità.
Il pubblico della rete è formato dalle cosiddette comunità virtuali. Esse sono dei nuclei sociali che nascono quando un gruppo di persone partecipa costantemente a dibattiti pubblici o alla costruzione dei messaggi presenti sulla rete (creando siti internet personali o partecipando ai forum o ai newsgroup on line), intessendo relazioni interpersonali con altri utenti. Infatti, la reticolarità che caratterizza internet non è da riferire solo ai testi ivi presenti, ma caratterizza anche i rapporti che all’interno della rete si vengono a creare tra gli individui. Oltre a nuovi spazi, si vengono a creare anche nuovi rapporti interpersonali. Si formano, insomma, dei “piccoli” sistemi sociali in grado di generare reciprocità e sostegno, in cui si condividono esperienze reali e si costruiscono processi di costruzione identitaria. Gli appartenenti ad una comunità virtuale provano un senso di appartenenza ad un qualcosa che li tiene legati, sia esso un sentimento, una passione o un’idea comune, che ha radici nella realtà concreta individuale di ognuno ma che si esplicita in uno spazio virtuale.
Queste comunità contribuiscono a creare nuove forme di opinione pubblica: sono luoghi virtuali dove, però, si discute di qualunque argomento, su un piano di parità con persone di ogni parte del mondo. Tutto ciò è facilitato anche dalla possibilità di rimanere anonimi in rete.
In un certo senso nelle discussioni in rete l’identità personale perde decisamente significato: conta ciò che si dice e non chi lo dice. Tra i protagonisti del processo comunicativo non vi è, infatti, compresenza; a meno che non lo si desideri tra le parti, non c’è la volontà di “guardarsi” e conoscere l’identità reale dei singoli, ci si basa solo sui contenuti delle conversazioni on line o dei siti web, dando fondamentale importanza al contenuto dei messaggi proposti e ai significati che essi veicolano e non al nome, censo o professione di chi ha realizzato il “testo”.
Insomma, la differenza principale rispetto agli utenti degli altri mezzi di comunicazione, è che gli utenti di internet sono senza dubbio attivi nel senso che “internet è un testo sia letto che scritto dai suoi utenti”. Molti dei riceventi dei messaggi sono essi stessi produttori di messaggi. Questo aspetto riequilibra, sostanzialmente, il potere dei media.
Da un punto di vista relazionale e sociale, la rete amplifica le possibilità di allargare la gamma di attività possibili per gli utenti sotto vari aspetti: possono essere attivi nella scelta della modalità di comunicazione (chatlines, forum, e-mail); nel nascondere o giocare con la propria identità e quella altrui mettendo da parte i possibili pregiudizi che gli individui si creano nelle relazioni interpersonali, e quindi a conoscersi meglio; nel confrontare la propria opinione e le interpretazioni della realtà offerte dagli altri media con molteplici punti di vista; nel collaborare alla costruzione delle comunità virtuali, prendendo parte alle forme di partecipazione sociale e politica organizzate in rete.

2.3 La “segmentazione” dell’audience
Il concetto di “audience” è fortemente correlato al modello tradizionale della comunicazione di massa. Le caratteristiche di questo modello possono essere sinteticamente descritte così:
- l’emittente non si configura come un individuo ma come un’organizzazione formale, spesso caratterizzata da una dimensione industriale;
- il messaggio è “confezionato” da comunicatori professionali;
- il destinatario delle comunicazioni non è una singola persona ma un vasto aggregato di individui che condividono la medesima esperienza di consumo mediale (audience);
- nel processo di comunicazione di massa, la relazione tra l’emittente e il ricevente è fortemente asimmetrica e tendenzialmente unidirezionale.
La struttura a rete della comunicazione consiste in un sistema di nodi in cui ogni nodo è connesso in maniera paritaria e con pari ridondanza ad altri punti di interconnessione. Questo sistema è molto stabile, sia perché è in grado di funzionare anche se dei nodi sono “fuori uso”, sia perchè costituisce anche una nuova forma comunicativa in cui l’interazione è peer-to-peer (da pari a pari).
I nuovi media consentono uno scambio comunicativo bidirezionale e di natura personale. La relazione tra emittente e ricevente è dunque votata all’equilibrio e alla simmetria: i fruitori di questo sistema di comunicazione possono essere immaginati come un gruppo di pari a livello mondiale, un gruppo di individui che hanno tutti le stesse potenzialità comunicative, e all’interno del quale non esiste alcuna gerarchia perché nessuno è in grado di porsi oggettivamente in una posizione di superiorità rispetto agli altri.
I nuovi media non dovrebbero più essere chiamati “di massa”, perchè non inviano più un numero limitato di messaggi a un pubblico di massa omogeneo. A causa della molteplicità delle fonti e dei messaggi, il pubblico stesso diventa più selettivo. A questo punto l’audience non è più configurabile soltanto secondo bacini d’utenza razionalmente e/o culturalmente definiti, bensì anche secondo una serie di segmenti di pubblico divisi in base ad interessi, motivazioni, stili di vita, capacità economiche, possibilità di fruizione molto personalizzate e così via.
Si sta assistendo (e in parte vi stiamo anche partecipando, forse senza rendercene veramente conto) ad una trasformazione verso una “società segmentata”, basata sullo sviluppo dei nuovi media elettronici e sulla comunicazione telematica che si fondano sulla fruizione/distribuzione di informazione specialistica e diversificata. Scrive McQuail: “Il concetto di pubblico nel suo significato tradizionale è sparito o divenuto improprio, sostituito da un insieme assai variegato di utenti di svariati servizi informativi. […] Il concetto stesso di comunicazione di massa è in pericolo, poiché nessuno sarà più obbligato ad accettare nello stesso momento le stesse informazioni insieme a tutti gli altri. […] Senza comunicazione di massa non esiste un pubblico singolo e collettivo, ma soltanto analogie casuali di modelli di consumo mediale”.
La “web-audience” si caratterizza sempre più come un’entità costantemente mutabile in base alla diffusione delle idee, delle mode, dei valori e degli stili di vita.
L’audience diventa una realtà segmentata, formata da una pluralità di individui che singolarmente, a seconda del bisogno o della scelta del momento, si mettono in relazione con un altro referente per rispondere ad una propria esigenza. Il pubblico scompare per trasformarsi in una molteplicità di soggetti singoli capaci, in misura e in maniere differenti, di interagire con il soggetto che trasmette, e, se lo ritengono, anche di trasmettere a loro volta.
Questa nuova concezione del pubblico, che si sta formando grazie all’avanzata nella nostra società dei media telematici, può essere meglio caratterizzata confrontandolo con la concezione dell’audience esistente agli albori delle comunicazioni di massa, quando nel mondo imperversavano le dittature e la teoria ipodermica prendeva piede all’interno dei circoli intellettuali. Nella teoria ipodermica, infatti, come abbiamo già visto nel primo capitolo, la massa che forma il pubblico è considerata come un insieme di individui che partecipano isolatamente al processo comunicativo. Sotto questo aspetto, la nuova concezione del pubblico dei nuovi media sembrerebbe molto simile a quella implicita nella teoria ipodermica. Anche nel caso dei nuovi media ci troviamo di fronte ad un numero elevatissimo di individui che da soli fruiscono dei contenuti della rete. La grande differenza sta nel fatto che l’individuo che fruisce dei media telematici è direttamente partecipante alla produzione di significati, o quanto meno ha la possibilità (potenzialmente) di farlo quando, quanto e come vuole. L’individuo considerato nella teoria ipodermica è, invece, completamente passivo, non solo perché non può partecipare alla produzione dei significati veicolati dall’emittente, ma anche perché non ha la possibilità di reagire in maniera appropriata ai significati dei messaggi.
Secondo Levinson, ogni nuovo media è “migliore” dei precedenti, nel senso che si avvicina sempre più ad una piena riproduzione dell’interazione umana. Secondo questa concezione, è come se attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie ci si avvicinasse sempre più al “modello comunicativo naturale”. Il principio dell’interattività rappresenta bene il senso di questo avvicinamento graduale a metodi di comunicazione “naturale”. Certamente lo sviluppo delle tecnologie telematiche porta ad un avvicinamento al modello di comunicazione naturale per quanto riguarda i rapporti comunicativi degli individui, ma allo stesso tempo li tiene al di fuori di quel mondo “naturale” che ospita fisicamente i loro corpi. Nella rete ci si trova in uno spazio dematerializzato dove anche il tempo non procede in senso sequenziale; questo permette agli individui che usufruiscono di internet di vivere delle esperienze che avvengono al di fuori dall’ambiente quotidiano, in un ambiente virtuale.
Gli effetti sociali dei nuovi mass media sono un maggior individualismo, una spinta alla frammentazione sociale, un indebolimento dei legami comunitari e anche un mutamento negli stili di interazione personale.

La produzione di comunicazione mediata dal computer pone quindi problemi di nuova natura, praticamente inesplorati in precedenza e verso i quali le soluzioni individuate con modalità tradizionali sembrano non essere le più adatte.
E’ ormai diffusissima la produzione di testi, musica e video che appaiono su internet senza essere messi in circolazione dalle case produttrici e dalle agenzie di distribuzione. Si sta formando un nuovo modo di intendere la circolazione dei prodotti intellettuali che in rete possono essere resi liberi da vincoli di copyright e di proprietà intellettuale. Sono nati, per esempio, diversi movimenti che si battono per la produzione di software libero che sostengono la legittimità di condividere il sapere e le conoscenze, potendole diffonderle su scala globale, e senza difficoltà di accesso, proprio grazie alla rete telematica. La caratteristica di condividere conoscenze è tipica della rete internet fin dal suo “concepimento” nei laboratori dell’ARPA (Advaced Research Projects Agency). L’ARPA era un ufficio di ricerca della difesa americana che creò un modo per condividere delle informazioni in uno spazio virtuale che fosse consultabile tramite un calcolatore (i vecchi computer) collegato ad una rete telefonica. I primi ad utilizzare questo sistema di condivisione delle informazioni furono alcune università statunitensi e inglesi che decisero di mettere in rete i risultati delle ricerche effettuate, dando la possibilità ai colleghi di oltre oceano di consultare liberamente i contenuti. Questo progetto venne chiamato, appunto, arpanet. Successivamente la condivisione in rete di informazioni fu utilizzata dalle istituzioni militari con scopi di difesa.
L’aumentata possibilità di far circolare i prodotti intellettuali fa emergere importanti interrogativi non solo per quanto riguarda l’organizzazione della produzione dei beni, ma anche nei confronti della morale collettiva. La rete di internet è un “luogo” dove vi è una situazione di apparente “libertà totale”. Essa stride fortemente con la tradizionale concezione delle nostre società, che sono fondate su un controllo gerarchico di un’autorità presente nel territorio e influente nella vita di tutti i giorni. Si pongono quindi due problemi fondamentali. Il primo riguarda il controllo da parte dell’autorità nei confronti degli individui della collettività. Inevitabilmente le forme di controllo dovranno fare i conti con i nuovi livelli di autonomia, essenzialmente di opinione, che si stanno formando nella società grazie alla libertà di cui si gode nella rete. Il secondo problema riguarda la necessità di una maggior presa di coscienza degli individui che interagiscono in rete, nel senso che deve aumentare il grado di responsabilità esercitato dagli individui nei confronti dei contenuti trasmessi e ricevuti in rete. La possibilità di immettere, nel patrimonio culturale collettivo, conoscenze non sottoposte ad alcun controllo né verifica di attendibilità, scarica indubbiamente sull’utilizzatore tutto il peso di vagliarne l’affidabilità e tutta la responsabilità di decidere se accogliere o rigettare un determinato messaggio.
Verificabilità che, comunque, grazie all’espansione e al riconosciuto valore culturale e informazionale di cui gode la rete è facilmente effettuabile. Insomma la rete stessa, o meglio, coloro che vi partecipano, rendono possibile la responsabilizzazione autonoma dei fruitori stessi. La possibilità di poter creare dei siti personali, concede a chiunque di attingere ad informazioni, su uno stesso argomento, di diversa provenienza facilitando la consultazione di diversi punti di vista.
All’interno della rete sorgono anche dei problemi di tipo penale; vista la libertà di “azione” di cui si gode in rete è molto facile che vengano commessi dei crimini perseguibili penalmente dall’autorità giudiziaria.

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