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Articolo sui fatti di Livorno Vs Borgezio
by lappeso Monday, Feb. 06, 2006 at 12:19 PM mail:

vari articoli del tirreno

Articolo sui fatti d...
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Gravi incidenti in pieno centro per l’intervento dell’europarlamentare leghista. Momenti drammatici, una decina di agenti feriti

Erano arrivati a pochi metri dalla sala

Borghezio assediato per due ore, solo in extremis la polizia evita l’irruzione

Venezia, un’ora di battaglia e paura

Quartiere sconvolto dagli scontri. 11 agenti feriti, molti contusi






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LIVORNO. Per quasi un’ora la manifestazione era stata pacifica, tranquilla. La questura aveva piazzato solo 7 agenti alle transenne che fronteggiavano la folla al ponte di via Borra, a 50 metri dalla sala occupata da Borghezio con i leghisti. Un segno anche questo: profilo basso, no al muro contro muro con scudi e manganelli a un metro dai manifestanti. Si cercava di evitare il peggio, di tenere sotto controllo una protesta che si auspicava non violenta. E così è stato all’inizio: dalla folla partivano fischi, grida, minacce e qualche parolaccia, sventolavano due o tre striscioni. Ma poco prima delle 18 la situazione è cambiata bruscamente e da via Borra sono sbucati in gruppo compatto 50-100 giovani equipaggiati per lo scontro fisico, mascherati e carichi di pietre, bottiglie, arance, mele, bastoni. Hanno superato la folla, sfondato lo sbarramento e tentato di arrivare alla sala dove parlava Borghezio. Sono stati bloccati in extremis e c’è stato un brivido quando lo squadrone del reparto mobile della polizia che era appena arrivato in via Pollastrini (tra i due palazzi del Comune) non ha girato subito l’angolo per fermare gli attaccanti sugli scali Finocchietti. Un’auto in manovra proprio all’angolo ha fermato un gippone in mezzo alla strada e forse gli agenti non si sono accorti subito di quello che stava accadendo a poche decine di metri. Il questore Roca, che era sugli scali, invece ha visto lo sfondamento dal ponte e urlando a squarciagola ha chiamato il drappello a fronteggiare i manifestanti: gli agenti sono arrivati di corsa, appena in tempo, davanti alla sala. Gli scontri sono stati violenti, contro polizia e carabinieri è stato lanciato di tutto. Due o tre le bombe carta esplose nel gruppo degli agenti, tra le loro gambe. Boati tra i palazzi, fiammate, schegge da tutte le parti, forse anche pezzi di ferro che pare fossero negli ordigni. 10 agenti e un carabinieri sono feriti per bastonate, schegge, sassate, molti altri contusi tra cui i dirigenti Rossi e Trotta.
La questura accerterà oggi di che bombe si sia trattato e cercherà anche di individuare con le riprese tv i responsabili dell’attacco, fuggiti di fronte alle cariche, alle manganellate e ai lacrimogeni che volavano da tutte le parti. Il quartiere ha vissuto più di un’ora di paura e tensione, dalle 18 alle 19,30. La gente alle finestre, molti altri si sono barricati in casa. Diverse macchine, cassonetti, fioriere sono stati danneggiati. Dopo le 18 uno schieramento di agenti ha presidiato anche piazza Civica.



Gli assalitori erano più di 300: alcuni venivano dallo stadio, altri forse da fuori Hanno caricato e travolto il cordone



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LIVORNO. Guerriglia, feriti, assedio di ore, centro paralizzato a Livorno per l’indesiderata visita di Mario Borghezio. L’europarlamentare leghista, chiuso in una sala con una trentina di simpatizzanti, tra cui un gruppetto di distinte signore, se voleva creare un caso c’è riuscito alla perfezione: centinaia di militanti dell’ultrasinistra e giovani appena usciti dallo stadio dopo la partita col Messina, hanno circondato la strada su cui si affaccia la sede della seconda circoscrizione.
Qui parlava l’esponente nordista e a un tratto hanno travolto il cordone di polizia. Sono scoppiati incidenti in varie fasi, ci sono stati lanci di bombe carta, bastoni, sassi, bottiglie, cariche, manganellate, diversi feriti tra gli agenti.
I contestatori sono arrivati a dieci metri dalla porta della sala dove erano riuniti i leghisti e sono stati respinti per l’intervento di un drappello del reparto mobile della polizia. Alla fine della conferenza Borghezio è uscito da una porta secondaria ed è stato scortato lontano.
La riunione organizzata dalla Lega nord per discutere di Islam, libertà civili e religiose da subito aveva creato a Livorno polemiche e preoccupazioni. Per molti quella di Borghezio nella città rossa - dove militanti ed elettori della Lega sono ben pochi - era una provocazione bella e buona e c’erano state pressioni su prefetto e questore perché negassero il permesso all’iniziativa. Ma per le autorità dell’ordine pubblico era impossibile privare del diritto di parola un europarlamentare. Ci sono stati appelli inviti del sindaco Cosimi, del presidente della Provincia Kutufà, dei partiti, dai Ds a Rc, a non cadere nel tranello, a ignorare Borghezio e suoi, o a contestare pacificamente.
Ma intanto in tutta la città apparivano volantini con le scritte “wanted” e “cacciamolo“ e rimbalzavano notizie di una mobilitazione dei gruppi ultrà, addirittura con arrivi di persone da altre città.
Ieri verso le 17 Borghezio è arrivato nella sala della circoscrizione Venezia, il quartiere storico di Livorno, dietro al Palazzo Civico, dove la Lega era riuscita ad avere la sede per l’iniziativa. Poca gente alle transenne piazzate dalla polizia a tutte le stradette vicine e non ci sono stati problemi per far arrivare l’eurodeputato. Ma la tensione è cresciuta nel giro di mezz’ora. A partita finita decine di giovani si sono riversati dallo stadio verso la seconda circoscrizione e in gran parte si sono raggruppati sul ponte di via Borra, proprio di fronte alla sala al piano terra, con ingresso diretto dalla strada, in cui parlava Borghezio.
Dopo le 17,30 erano di sicuro più di 300 le persone ammucchiate tra le spallette del ponte e l’angolo di un palazzo su cui erano appoggiate due transenne di ferro guardate da sette poliziotti della questura. Urla, slogan, parolacce, bandiere e striscioni. Ma non altro. Il cambio di scena è stato repentino: pochi minuti prima delle 18 all’improvviso da via Borra un gruppo di alcune decine di persone si è fatto largo tra la folla, la pressione alle transenne è aumentata. Giovani armati di bastoni, incappucciati, con caschi e fazzoletti sul volto hanno travolto le due transenne e i poliziotti.
Il questore Roca, che era subito dietro col capo di gabinetto Rossi, ha fatto muovere i rinforzi. Un drappello di una quarantina di agenti era subito dietro l’angolo di un altro palazzo, in via Pollastrini, ed è arrivato a passo di corsa in una manciata di secondi, ma sono stati attimi drammatici. I manifestanti avanzavano verso la porta della sala praticamente senza più contrasto e solo quando erano a una decina di metri dall’ingresso sono sopraggiunti i primi poliziotti del reparto mobile. Lo scontro è stato durissimo, in uno spazio ristretto tra palazzi e spallette dei fossi medicei. Il drappello con scudi, caschi e manganelli ha caricato i giovani respingendoli oltre il ponte di via Borra e ha presidiato in forze quel punto. Ma i contestatori sono tornati subito all’attacco e hanno lanciato una gragnola di oggetti contro gli agenti: pietre, bottiglie, bastoni, due bombe carta che sono esplose vicino al muro del palazzo spargendo schegge nel gruppo compatto di agenti. Sono caduti diversi feriti, i poliziotti hanno sbandato, poi hanno riformato il loro schieramento mentre partivano i primi lacrimogeni per respingere i giovani ancora più lontano.
Ma ormai era guerriglia in tutto il quartiere. Le forze dell’ordine avevano sigillato tutti gli ingressi alla zona e da più parti sono state attaccate. In via Avvalorati-via della Madonna, di fianco al Comune, c’è stata un’altra carica mentre cassonetti venivano messi in mezzo alle strade e alcuni incendiati. Alle 18,10 una nuova carica dei contestatori - un centinaia di persone - è partita da via Borra con altri lanci, sassaiola, risposta con controcarica e lacrimogeni, mentre un elicottero volteggiava sulla zona.
Intanto i poliziotti feriti venivano portati via a braccia dai colleghi e sul posto accorrevano una decina di ambulanze e tre medici del 118. Alcuni agenti feriti si sono rifugiati in un portone, uno aveva uno stivale di cuoio trapassato da una scheggia, uno piangeva, un altro vomitava. Contusi anche il vicequestore Rossi e la dottoressa Trotta, dirigente della Digos, portata via in barella. Borghezio verso le 19,15 ha finito di parlare: è stato fatto uscire da una porta secondaria e caricato su un’auto civetta, scortata, che ha lasciato la zona senza sirena.

Borghezio: solo la polizia ci ha salvati

«E’ terrorismo, questi sono peggio di Hamas»



Orario pericoloso? «Non è stata una scelta provocatoria»



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LIVORNO. «E’ stato un assalto terroristico e soltanto il pronto intervento delle forze dell’ordine ha evitato che ci aggredissero fisicamente all’interno della sala». E’ stata la prima dichiarazione dell’onorevole Mario Borghezio, appena varcato il portoncino di un’uscita secondaria del palazzo dove ha sede la circoscrizione 2, seguito da un gruppetto di leghisti.
Una trentina in tutto avevano assistito al suo comizio, durato circa un’ora, in contemporanea con cariche, esplodere di bombe carta, echeggiare di sirene, urla, grida, in una domenica bestiale che purtroppo si temeva ed era stata messa in preventivo per l’arrivo del deputato della Lega.
«Sono stato in Palestina come osservatore europeo e ho incontrato anche esponenti di Hamas, ma queste persone sono più a sinistra di loro. Ora mi aspetto una presa di distanza inequivocabile dalle forze politiche di centrosinistra che governano la città». Borghezio lo aveva detto ancor prima che scoppiassero i disordini, quando alle 17 è arrivato nella saletta della circoscrizione proveniente da Colle Val d’Elsa dove la Lega aveva organizzato analoga iniziativa dal titolo «collegamenti tra imam e terrorismo islamico».
Nella cittadina senese non era successo niente e questo aveva indotto i responsabili delle forze dell’ordine ad un moderato ottimismo.
Borghezio, insieme al consigliere regionale Virgilio Luvisotti, al segretario regionale della Lega nord toscana Vincenzo Soldati, si era presentato ai cronisti con una bandiera della Danimarca, «per esprimere solidarietà - diceva sempre all’intervistatore di turno - a questa piccola, coraggiosa, e democratica nazione e contro l’Europa vile e tremebonda che china la schiena di fronte alle minacce del terrorismo islamico». Poi, una risposta secca a chi lo accusa di essere xenofobo e razzista. «Respingo l’accusa al mittente, a quelli che sono come chi mi aggredì pesantemente sul treno Torino-Milano mentre andavo ad un comizio». E ha negato in modo categorico che scegliere le 18 come ora del comizio, dopo la fine della partita, sia stata una provocazione: «E’ stata un’ora stabilita per ragioni organizzative, perché prima di venire qui a Livorno dovevo parlare a Colle Val d’Elsa».
Virgilio Luvisotti, ex consigliere regionale di An e ora della Lega, ha espresso parole di solidarietà per l’aggressione ai poliziotti, «a questi ragazzi che svolgono il loro lavoro per garantire libertà e democrazia».
Poi, una censura «a chi ha allevato e covato gente che condiziona la vita della città; non una frangia, ma gruppi organizzati che mettono a rischio la democrazia a Livorno». «Per quanto è accaduto oggi - ha detto - presenterò una mozione in consiglio regionale perché si discuta del caso Livorno».

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che dire comparativo Wednesday, Mar. 08, 2006 at 4:21 PM
questa è arte antifa torinese Wednesday, Mar. 08, 2006 at 3:29 PM
terrorismo mediatico Roberto Massafra Friday, Feb. 24, 2006 at 5:42 PM
AUTONOMIA OVUNQUE AUTOP Monday, Feb. 06, 2006 at 6:23 PM
Rispondiamogli SI' 6.1.0 Monday, Feb. 06, 2006 at 3:47 PM
a a Monday, Feb. 06, 2006 at 3:10 PM
ONORE AI COMPAGNI LIVORNESI Monday, Feb. 06, 2006 at 2:04 PM
BAL CCCP Monday, Feb. 06, 2006 at 1:30 PM
a casa i' trippone rozzo fiorentino Monday, Feb. 06, 2006 at 12:39 PM
errata corrige lappeso Monday, Feb. 06, 2006 at 12:24 PM
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