CONTRO IL PRECARIATO!!!
Francia, un milone di giovani in piazza contro il nuovo precariato di red
Le proteste sono iniziate il 7 febbraio: tra i 200mila e i 400mila manifestanti un po’ in tutta la Francia. Ma cortei, scioperi e manifestazioni sono proseguite anche nelle settimane successive. E martedì, secondo il maggiore sindacato francese Cgt, oltre un milione di persone ha preso parte ai cortei nelle maggiori città francesi: 200mila solo a Parigi. Il tutto mentre scuole, trasporti e centri di pubblico impiego si fermavano per uno sciopero di 8 ore.
L’oggetto delle contestazioni si chiama Contratto di primo impiego (Cpe). Si tratta di un disegno di legge (già approvato al Senato) promosso dal premier Dominique de Villepin che permette alle compagnie con più di venti impiegati di licenziare senza giustificazioni dipendenti neo assunti con meno di 26 anni. Il tutto entro un periodo di prova fissato a due anni.
Immediate le proteste dei sindacati secondo cui il provvedimento più che risolvere il problema della precarietà lo moltiplicherà. Ma secondo i sondaggi anche la maggior parte dei francesi, più del 60 %, è ormai contrario al Cpe.
A dimostrarlo anche i “numeri” delle manifestazioni. Se il 7 febbraio (quando è stata lanciata la prima mobilitazione) almeno 300mila persone sono scese in piazza a manifestare, martedì la partecipazione ai cortei è ulteriromente salita e seocnod i sindacati sono stati almeno un milione i partecipanti ai vari cortei che hanno sfilato in numerose grandi città. A Marsiglia i manifestanti sono stati almeno 100mila. Il doppio a Parigi.
L’agitazione è stata accompagnata da scioperi indetti da diverse categorie: dal trasporto pubblico alla scuola, dalle poste ai centri di pubblico impiego. In sciopero anche 18 università del Paese. E anche la Sorbona è rimasta chiusa.
Il premier De Villepin (dato ormai in caduta libera nei sondaggi) però non si da per vinto e ha già detto che andrà avanti nonostante le proteste. «Il 23% dei giovani cerca un lavoro, cifra che sale al 40% tra i non qualificati – ha dichiarato nei giorni scorsi il premier - Di fronte a queste cifre le mezze misure non servono: è tempo di fare scelte e di perseguirle».
DA L'UNITA'
|