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FRANCIA: Riparte la lotta del precariato
by Studente Thursday, Mar. 16, 2006 at 3:35 PM mail:

Primi furono i sans papiers, poi fu la volta degli intermittenti dello spettacolo, quindi c’è stato l’autunno degli stagisti, l’esplosione delle banlieues e oggi tocca finalmente alla soggettività studentesca, i lavoratori cognitivi della fabbrica dei saperi. Le università francesi, a partire dalla più antica e prestigiosa, La Sorbona di Parigi, sono in stato di agitazione contro lo sfruttamento del precariato da più di due settimane e la lotta non accenna a fermarsi, anzi si fa sempre più determinata e moltitudinaria.

Tutto è cominciato tre settimane fa, con l’approvazione del Cpe - il contratto di primo impiego che accentua la precarietà dei giovani al di sotto dei 26 anni, un provvedimento fortemente voluto dal governo neoliberista francese: la reazione è stata immediata, forte e intelligente e al momento sono più di 40 le università francesi in occupazione o in mobilitazione.
"No al contratto che flessibilizza il lavoro" - gridano da giorni nelle strade del Quartiere Latino gli studenti e i giovani precari, a cui si sono presto uniti gli studenti medi. Qualche giornalista creativo li ha definiti la "generazione kleenex", per indicare la strategia governativa dell’"usa e getta" prevista per i giovani precari, ma in realtà è una nuova generazione di attivisti quella che oggi vediamo in rivolta, una nuova soggettività che sta velocemente ricomponendo le diverse figure sociali nel movimento contro la precarietà.
Le assemblee e le manifestazioni infatti si moltiplicano giorno per giorno, ora per ora. La Sorbonne, ricordiamo, non veniva occupata dal ’69, per non parlare del prestigioso College de France, anche se il dato più importante è nel fatto che la rivolta si è estesa in tutto il tessuto metropolitano francese, dandogli quel carattere moltitudinario che spesso è mancato nelle passate mobilitazioni del precariato in Francia. Ad ogni modo le immagini delle mobilitazioni e degli scontri, quelle delle barricate e delle assemblee ci parlano di un movimento gioioso, convinto e consapevole che non sembra voler fare un solo passo indietro.
In particolare in Francia, da sempre le mobilitazioni studentesche sono il barometro generale dei conflitti diffusi e il fatto che una lotta sociale che riguarda tutti e tutte si sia sviluppata nelle filiere della formazione sta ad indicare che una soglia è stata oltrepassata, sia per ciò che riguarda la misura dello sfruttamento che per lo sviluppo di una nuova soggettività antagonista.
Sappiamo anche che in Francia, altrettanto spesso, le mobilitazioni moltitudinarie sono tanto radicali quanto limitate nel tempo, ma tutte hanno sempre segnato un forte avanzamento nell’acquisizione di nuovi strumenti di lotta e di autogestione sociale, un avanzamento per tutti, per il comune. Ci piace allora unirci idealmente ai fratelli e alle sorelle di Francia e ritmare assieme: C’est n’est que un debut, continuons le combat!

Dopo le dichiarazioni in tv di Dominique de Villepin, domenica sera su Tf1, (seguite da 11,5 milioni di telespettatori) a difesa del decreto sul primo impiego, le contestazioni sono aumentate e si sono rafforzate coinvolgendo anche gli studenti medi e gli studenti del College de France.

Alcuni dati
Nelle zone urbane « sensibili » il 36,9 % dei giovani che hanno meno di 25 anni sono dicoccupati . Per il resto della Francia metropolitana il tasso raggiunge comunque il 20%.
Facoltà in mobilitazione
Su 84 università, dalle 50 (secondo il Ministero di Educazione Nazioanle) alle 63 (secondo L’unione nazionale degli Studenti di Francia) sono in mobilitazione contro il contratto di primo imiego.

Io prendo i miei desideri per realtà, perché credo nella realtà dei miei desideri
Alle mobilitazioni lanciate tra il 14 e il 18 marzo rispondono le facoltà ribelli italiane, quelle che hanno occupato la Sapienza, che sono scese in piazza a Roma in 100.000 lo scorso 25 ottobre, che si sono riprese i loro spazi e il loro tempo. Da Roma, Bologna, Padova, Venezia, Milano e Torino decine di studenti intendono raggiungere Parigi per unirsi alle mobilitazioni [ fr ], per confermare il respiro europeo delle lotte degli studenti e dei giovani precari.

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