CASO ALDROVANDI: IL PM VUOLE L’INCIDENTE PROBATORIO
Lo chiede per avere una nuova perizia e raccogliere due testimonianze chiave. Cambia il clima in Procura
Si andrà all'incidente probatorio nell'inchiesta sulla morte del giovane Federico Aldrovandi. Nicola Proto, il pm della Procura di Ferrara che ha preso in mano l'inchiesta, ieri ha notificato l'atto alle parti. Ora bisogna solo attendere che venga nominato il gip, vedere se accetterà la richiesta del pm (cosa quasi data per scontata) e poi si potrà dire che le indagini sulla morte di Federico ripartono alla grande. Finora ci sono state molte polemiche su come la Procura ha seguito l'inchiesta, ma da quando Mariaemanuela Guerra ha lasciato il posto a Proto (ufficialmente per motivi famigliari) il clima è cambiato. Finalmente pare si stia cercando di capire cosa sia accaduto quella sera del 26 settembre in viale Ippodromo quando un ragazzo di diciotto anni, tornando a casa dopo una serata con gli amici, è morto durante un fermo di polizia. Allo stato attuale esistono due perizie sul corpo del ragazzo, una firmata dai consulenti del pm e una da quelli della famiglia. Le conclusioni sono diverse: per i primi Federico è morto a causa degli stupefacenti assunti, per i secondi a causa dell'intervento degli agenti che lo hanno schiacciato a terra nel tentativo di ammanettarlo. Tutti, però, riconoscono che Federico è stato picchiato. E allora il pm chiede innanzitutto che sia disposta una nuova perizia e che questa volta sia il gip a indicare il perito. Quello che vuole sapere Proto è quale sia «la natura esatta delle lesioni subite con specifico riferimento a quelle cranio facciali», nonché «i tempi di assunzione delle sostanze rinvenute nel sangue, nelle urine e nella bile» di Federico. Ma non solo: il pm chiede anche di interrogare una testimone chiave, già sentita dalla Procura. Si tratta di una donna extracomunitaria che ha assistito dalla sua finestra in viale Ippodromo alle fasi salienti dell'intervento della polizia e che - a quanto risulta - racconta di aver visto un poliziotto seduto sul corpo di Federico già a terra. Con lei c'era anche suo figlio, minorenne, sparito dalla circolazione subito dopo l'avvenimento (la madre ha sempre spiegato che il ragazzo è tornato semplicemente a studiare nel paese di origine). Ora il pm chiede di acquisire anche la sua testimonianza e trattandosi di due stranieri, la cui presenza in Italia è legata al permesso di soggiorno (documento piuttosto precario, come si sa) il pubblico ministero ritiene sia necessario raccogliere subito il loro racconto come prova. L'incidente probatorio avrà anche un effetto collaterale sulla posizione dei quattro agenti di polizia, indagati per omicidio preterintenzionale. Finora, infatti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I loro legali hanno spiegato che questa linea deriva esclusivamente dall'impossibilità di accedere alle carte in fase di indagini preliminari. Quando si aprirà l'incidente probatorio, però, tutti gli atti verranno notificati alle parti. Dunque ci si aspetta che i quattro racconteranno finalmente cosa è accaduto quella sera dal loro punto di vista. «L'incidente probatorio è un atto che non va né a nostro favore, né a nostro discapito - osserva Riccardo Venturi, l'avvocato che rappresenta il padre di Federico - Aiuterà, semplicemente, l'accertamento della verità».
CINZIA GUBBINI Dal “Manifesto” del 13/04/2006
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