POP - Parade Of Precari@
I precari hanno ripreso parola: i centomila della mayday di Milano, le migliaia di Palermo, Napoli, Parigi e tante altre città europee, riscrivono il calendario della politica mettendo al centro la necessità di attivare forme di comunicazione tra la ricchezza delle diverse esperienze di lotta che i precari e le precarie stanno portando avanti. (...) Martedì 30 maggio alle ore 20 la prima assemblea cittadina, all'Angelo Mai.
A fronte della frammentazione sociale prodotta dalle nuove forme di organizzazione del lavoro, le reti dei precari che sperimentano la miseria dello sfruttamento e la ricchezza della resistenza, provano a innescare un piano di riconoscimento e di ricomposizione comune, a partire dal territorio metropolitano, come spazio esteso della produzione e del conflitto.
Cospirare per noi vuol dire respirare insieme, vuol dire dare vita ad uno spazio comune, aperto e orizzontale, che riesca a connettere e a valorizzare le lotte che si sono date negli ultimi anni, così come a estenderle e a intensificarle in quelle a venire. Vuol dire costruire la forza sociale capace imporre l'abrogazione della legge 30 e la cancellazione del pacchetto Treu, di imporre l'istituzione di un reddito garantito svincolato dalla prestazione lavorativa, vuol dire vincere le vertenze aperte sui posti di lavoro e le battaglie sul diritto all'abitare, vuol dire praticare la riappropriazione di spazi sociali dove sperimentare cooperazione e produzione culturale dal basso, e affermare le libertà digitali e la libera condivisione dei saperi.
Il sindaco Veltroni rivendica con orgoglio per Roma la crescita del 4,1% del pil cittadino, ma dimentica il fatto che la Roma dello sviluppo edilizio selvaggio, degli squali del mattone, delle grandi opere dei grandi architetti, la Roma dei servizi alla persona e alle imprese, dell'industria dello spettacolo e della vetrina culturale fatta di happening ed eventi, cresce sulle spalle della precarietà diffusa che paga il prezzo per l'aumento della ricchezza sociale della città. Nell'ultimo anno di campagna elettorale permanente si è parlato di noi precarie e precari come un soggetto disgraziato, colpito da una rarissima forma epidemica di sfiga che solo una costruzione di norme attenta e solidale può riuscire a debellare: noi vi diciamo che è il vostro modello di sviluppo e le vostre condizioni di produzione a costituire strutturalmente le condizioni della nostra precarietà.
Per questo, e per molto altro ancora, e' necessario un momento di presa di parola pubblica che renda visibili le tensioni, i conflitti e i desideri che attraversano la metropoli. Le diverse esperienze delle lotte dei precari e delle May day ci hanno dato un indicazione molto chiara: l'autorganizzazione dei precari si fonda su un processo relazionale aperto e sempre orizzontale, e non sull'evento stesso. Un processo che individua nelle forme del media sociale un dispositivo di attivazione e connessione delle lotte una nuova forma di protagonismo sociale e politico che non necessita di alcuna rappresentanza e portavocismo. Nessuno può parlare del nostro futuro, senza di noi.
Facciamo proposta alla città affinchè si cominci da subito un confronto per la costruzione di una street parade per il 28 Giugno, una manifestazione POP (PARADE OF PRECARI@) che inauguri, la nostra estate romana, "l'Estate Precaria". Un momento di comunicazione metropolitana e di iniziativa politica che rilanci, anche a fronte del nuovo governo di centrosinistra, la posizione netta e chiara contro le forme di precarietà e di ammortizzatori sociali di miseria.
*Appuntamento per tutte e tutti martedi' 30 alle ore 20 per la prima assemblea cittadina, all'Angelo Mai, che proprio in questi giorni il buonista Veltroni mette sotto sgombero, con la promessa - solo verbale - di uno spazio fuori dal centro storico che sarà agibile, nel migliore dei casi, tra un anno e mezzo. Come per la casa anche per la produzione culturale indipendente il disegno è sempre lo stesso: senza diritti, lontano dal centro della città, distante dalla vetrina dei poteri forti. E' ora di dire basta.
Assemblea romana verso la street parade. *reddito x tutti*
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