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l'integrazione passa per altre vie
by Adelaide Coletti Friday, Jul. 14, 2006 at 5:23 PM mail: adelaidecoletti@libero.it

tra pochi giorni si terrà a pg un concorso di bellezza dal titolo "miss ecuador"l'evento poco trasparente nella sua organizzazione è patrocinato da un'associazione che fa parte del consulta per gli immigrati del comune di perugia. La consulta, come i suoi componenti, dovrebbe promuovere l'integrazione:un concorso di bellezza non ci sembra il modo migliore!!!!!

Tra pochi giorni si terrà a Ponte Felcino un concorso di bellezza dal titolo: “Miss Ecuador a Perugia”.
L’organizzazione poco chiara della manifestazione ha messo in allarme molte madri ecuadoriane preoccupate del fatto che le partecipanti, per la maggior parte minorenni, dovranno esibirsi in costume da bagno e questo senza che gli organizzatori abbiano chiesto il permesso ai genitori delle candidate minorenni.
Dal volantino pubblicitario non si riesce a capire chi sono gli effettivi organizzatori dell’ evento (compare solo un nome affiancato ad un numero di cellulare) fatto è che il concorso si svolgerà sotto il patrocinio dell’associazione “Gli Amici di Los Andes”, la quale risulta essere fra le associazioni che compongono la consulta degli immigrati del Comune di Perugia.
La consulta, così come le associazioni che la compongono, si pone determinati obiettivi come quello di incentivare le opportunità volte a realizzare la piena integrazione degli stranieri piuttosto che quello di promuovere iniziative per la prevenzione del razzismo e di ogni forma di xenofobia.
Perciò oltre ad assumere come propria la preoccupazione delle madri che vedono per le giovani ragazze profilarsi il rischio di subire pressioni di varia natura, sentiamo di porre una serie di quesiti che sottendono al modello di integrazione che la consulta, le associazioni che ne fanno parte intendono perseguire, valorizzare e sostenere.
I temi relativi alla difesa del diritto all’autodeterminazione, la necessità di contrastare le sempre più inquietanti forme di abuso, violenza, mercificazione del corpo della donna intrecciate alla condizione delle donne lavoratrici, native e migranti, si devono configurare come questioni centrali nell’agenda politica e nel dibattito pubblico soprattutto in un momento come questo, in cui ideologie retrive e oppressive espongono le donne ad un gravissimo arretramento.
In questo scenario le donne migranti vivono una doppia discriminazione, una prima legata alla loro condizione di immigrate e una seconda più strettamente di genere.
Le donne migranti rappresentano l’anello più debole della catena salariale,molte svolgono un lavoro domestico e di assistenza, indipendentemente dalla professionalità e dalla qualifica che effettivamente possiedono.
La radicale precarizzazione delle condizioni di vita e di lavoro le costringe ad accettare condizioni lavorative sempre più dure e precarie, pensiamo alle migranti con permesso di soggiorno e lavoro in regola, ma in condizioni di segregazione sociale e di instabilità lavorativa oppure alle irregolari sfruttate drammaticamente sia nel lavoro che in attività illecite( prima tra tutte la prostituzione).
Come può un concorso di bellezza valorizzare la risorsa che le donne migranti rappresentano, favorendo la loro legittimazione sociale, la valorizzazione del loro ruolo e delle loro competenze?
Lo spazio di una passerella si può forse configurare come luogo di socialità e di comunicazione atto a promuovere la consapevolezza dei diritti e l’importanza del ruolo della donna nella società?
Si vuol forse far credere a queste giovani donne, testimoni delle ingiustizie che le loro madri subiscono giorno per giorno, che la conquista dei più fondamentali diritti di cittadinanza passa attraverso la mercificazione del corpo femminile?

Adelaide Coletti
Responsabile regionale politiche di genere -Rifondazione Comunista


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