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[11 marzo] terza udienza del rito abbreviato - sintesi e trascrizione
by l'odiata vedetta lombarda di supportolegale Friday, Jul. 14, 2006 at 6:35 PM mail:

terza e ultima udienza del rito abbreviato per i fatti dell'11 marzo. mercoledi' 19 luglio alle ore 9.30 la sentenza.

PROCESSO 11 MARZO - TERZA UDIENZA RITO ABBREVIATO.


Oggi, 14 luglio, terza e ultima udienza del rito abbreviato per i fatti dell'11
marzo.
Concludono le difese: Fuga, avvocato anarchico, sottolinea alcune questioni
tecniche importanti, come l'uso della perizia dei RIS al di fuori delle norme
della procedura penale, o la costituzione come parte civile del Comune per danni
che in realta' ha avuto l'Amsa e l'ATM.
La sua arringa e' aggressiva e sottolinea come il pm dopo e le ffoo prima
abbiano abusato di un uso creativo della redazione e della lettura di verbali
per fabbricare una versione degli arresti, dei sequestri e della responsabilita'
degli imputati, a uso e consumo di una volonta' di punire fatti gravi e di farlo
sulla pelle degli imputati, chiunque essi siano e qualcuno cosa abbiano
veramente fatto o meno.
Conclusione col botto augurando al pm e al giudice di andare qualche tempo in
galera per capire cosa vogliono dire le pene che chiedono o che comminano.

Poi l'avvocato Vicini interviene per difendere il suo assistito, rievocando i
molti attentati degli scorsi anni da parte dei fascisti contro luoghi e persone
legate ai centri sociali. Vicini sottolinea come sia chiaro che gli imputati
sono stati pescati a caso e poi la loro detenzione e imputazione giustificata a
posteriori, usando le richieste di archiviazione del pm e ravvisandovi una prova
implicita del fatto che le persone arrestate quel giorno non erano colpevoli di
nulla, come il 30 per cento di persone gia' archiviate.
Si inerpica su terreni difficili paragonando genova e milano, e finendo per dare
l'impressione di comprendere di piu' una richiesta per devastazione e saccheggio
a genova che non per i fatti dell'11 marzo. Uno scivolone un po' discutibile per
processi che sono ancora in corso.

Conclude le difese l'avvocato Vanni, che parla la lingua che il giudice
comprende, quella del cittadino democratico che invoca il senso della misura.
Il suo intervento suscita alcune perplessita' nel pubblico presente.
Se da un lato mette in luce alcuni limiti e problemi politici della giornata
dell'11 in maniera fin troppo trasparente (sia accusando l'ANPI e la sinistra
milanese di aver lasciato soli chi e' arrivato in corso buenos aires, che
sostenendo che la volonta' di chi si era convocato in piazza lima fosse quella
di una dimostrazione spettacolare nel senso piu' truce del termine di
disponibilita' a opporsi fisicamente alla sfilata fascista piu' che una volonta'
di fare scontri a caso nella citta'), da altri punti di vista offre una visione
della storia degli ultimi 30 anni di movimento a milano che puo' essere definita
solo come uno dei tanti punti di vista sulla questione.
L'appello da parte di Vanni e' a ritrovare il senso della misura ed evitare una
spirale di "eroismo" antifascista (o martirio).
Nella lingua del giudice Vanni spiega perche' l'11 marzo e' troppo scomposto per
essere preordinato, nonche' che il concetto di devastazoine non si applica a una
situazione che mezz'ora dopo i fatti lascia le persone a continuare lo shopping
e chiaccherare ai lati della strada come se fossero al bar dell'ultima
attrazione del sabato: lo scontro.
Ricorda anche che la pena richiesta e' sproporzionata, piu' alta che per una
rapina, equivalente a un tentato omicidio o alle pene che si chiedevano per chi
veniva in corteo negli anni settanta con una pistola.
Sul concorso gioca una carta di nuovo storica: ricorda il corteo fascista in cui
nel 73 venna ammazzato l'agente Marino con una bomba a mano, e ricorda come
l'on. La Russa in prima fila al tempo non fu mai condannato per concorso morale
in tentato omicidio. Il paragone e' sufficientemente chiaro da non necessitare
tutte le parole che Vanni ha usato.
Finisce con una serie interminabili di valutazioni politiche sull'opportunita'
di un certo tipo di antifascismo o altro, fino a tornare nel campo giuridico
facendo capire al giudice quando e come la fattispecie della devastazoine e
saccheggio e' stata usata (saccheggi durante gli ultimi anni della guerra e
tumulti sociali con centinaia di feriti e morti nel primo decennio dopo la
guerra), auspicando che i fantasmi della storia non rientrino nella aule del
tribunale.

A seguire le difese, sono state fatte le istanze di scarcerazione, accolte con
favore per quanto riguarda i domiciliari da parte del pm, che a sua volta non ha
replicato nulla alle arringhe delle difese.
Dopo una parentesi breve con le dichiarazioni di alcuni imputati (che nulla
hanno aggiunto alle arringhe gia' sentite in questi tre giorni), il giudice ha
concluso il rito abbreviato rinviando al 19 luglio alle 9.30 per la lettura
della sentenza.
Adesso il GUP Barbuto e' solo con in mano il destino e i sogni di 29 persone.
L'umanita' non e' una dote di cui sono colmi i carabinieri, ma forse possiamo
sperare che sia un filo piu' abbondante nella casta dei giudici.

a la prochaine




TRASCRIZIONE SOMMARIA - TERZA UDIENZA DEL RITO ABREVIATO

[ avvocato socia di Fuga - difesa CL ]

[...]
abbiamo S. che dice che alle 12.30 circa si incontra con LC davanti al centro
sociale vittoria in via friuli, poi si allontana e va verso marinai d'italia.
parlano della manifestazione e nessuno ne sa molto ma di fatto LC sta andando "a
vedere".
Prima di arrivare in corso buenos aires si ferma a mangiare un panino. E' stato
sentito il figlio del proprietario su delega del pm. questi dice "ricordo di
aver visto un ragazzo verso l'una meno un quarto, entrare aver ordinato tre
panini essersi seduto e leggere il giornale." Passa mezz'ora e ci sta dato che la
distanza e' di tre km e mezzo. una e un quarto. Da anche lo scontrino il
barista. 13:16. tutto compatibile.
A questo punto la prova dei panini, confermati, dalla P. arrestata insieme a LC,
che vede lo zaino aperto nel furgone della polizia che contiene tre panini.
Allora dove sono le pietre che gli vengono attribuite?
[...]
Il percorso di LC e' chiarissimo.
Direi che queste circostanze oltre ad essere in atti sono state le stesse
circostanze che LC ha riferito nel suo interrogatorio e sono state tutte
confermate da testimonianze. Quindi quell'interrogatorio che la d.ssa Panassiti
ha definito strano e' confermato in ogni suo punto.
Non penso che ci sia bisogno che io produca una cartina.
Se non fosse evidente dagli atti, ho visto i telegiornali e letto i giornali e
la d.ssa Panasiti dice che e' "notorio", quindi penso che anche io possa usare
questo termine per una cartina.
Veniamo al secondo capo. Non ha saccheggiato, non ha devastato, non era
travisato e non aveva pietre nello zaino.
Il secondo capo era quello connesso al primo: "in concorso con DP violenza a
pubblico ufficiale". Uno e' a piedi, l'altro e' in bici. Come potrebbe avvenire
un concorso in violenza a pubblico ufficiale tra questi due?
Mi pare piu' verosimile ricostruirla in questi termini... e' ipotizzabile una
resistenza attiva in una "fuga in bicicletta" come dice la relazione?
[...]
Appena arrestato arriva in carcere e ha una lesione membranaria al timpano.
Allora ho se l'e' fatta da solo o per prenderlo gli sono saltati addosso.
Dove sono le pietre non l'ho ancora capito... Perche' le pietre non vengono
inserite al capo uno ma risponde anche del capo 10 per "pietre di massicciata
ferroviaria". [...]
Abbiamo detto che non vi e' traccia di travisamento, traccia delle pietre,
traccia di nulla...
Rimane solo il verbale di arresto, che lo stesso pm critica apramente, perche'
per LC deve essere oro colato, libro sacro.
Il pm per MM e MF accusa i verbali di false dichiarazioni. [...]
Il pm nella richiesta di archiviazione dice: "questo verbale e' generico andiamo
a vedere quali elementi possono corroborare i fatti citati nel verbale. Nei
video le due non sono ritratte", come LC, "non erano travisate", neanche LC,
"non avevano nulla in mano", neanche LC, "il fatto che facciano parte di un
collettivo non rileva", e allora perche' deve rilevare per altri?
QUesto arresto non doveva neanche essere convalidato.
Il pm conclude questa traversata con una conclusione sbagliata: "nessun elemento
di prova sembra incontrarsi", alora perche' LC invece si?
Io vorrei che il pm me lo spiegasse.
In effetti LC in interrogatorio ha detto che andava alla manifestazione, quindi
la presenza passiva non esiste e' solo concorso e quindi deve essere condannato.
Ma perche' invece la MF che ha detto la stessa cosa e' stata archiviata?
C'e' qualcosa che non quadra.
A questo punto a me pare che il quadro sia chiarissimo, basta che si annoti e si
legga questi atti. Ma se lui non e' statao ripreso, come e' possibile motivare
la sua sentenza di condanna. Non era travisato, non aveva pietre, gli hanno
rotto il timpano per prenderlo. si chiede l'assoluzione e non la condanna a 5
anni e 8 mesi. Ma veramente l'unico elemento e' l'esercizio del diritto di
manifestare.
La Digos si e' inventata verbali di sequestro uguali per tutti. I verbali non si
possono inventare. Molte persone ci dovranno spiegare la motivazione di tutto
questo.

[ avvocato Fuga ]

Una cosa va detta chiaramente: questo e' un processo politico. Sono politici gli
imputati, e' politico il fatto che si discute, il Ministero e il Comune si sono
costituiti, sono politiche le misure di carcerazione preventiva, e' stata
politica la strumentalizzazione di quanto accaduto. Tutti ricorderanno i
manifesti elettorali di alcune parti politiche, in cui si paventavano i fatti di
buenos aires come il futuro dell'italia. E signor giudice mi spiace ma anche la
sua sentenza sara' politica.
Qual e' la funzione di un tribunale e di un processo? In una societa' giusta, e
uso il termine societa' e non Stato, in una societa' giusta gli avvocati deve
difendere i colpevoli e non gli innocenti, perche' non hanno bisogno di
difendersi. Ma in questo processo devo difendere un innocente. Ma forse mi
sbaglio, perche' non difendo un innocente! Difendo qualcuno colpevole di essere
antagonisti, o antifascisti, in uno stato che si vanta solo a parole di essere
nato dall'antifascismo.
Fatta questa premessa passo ai fatti.
Ho due premesse tecniche.
Chiedo scusa per aver interrotto il pm quando ha citato la perizia dei RIS,
perche' e' pacifico che questa perizia non e' stata mai comunicata ai difensori.
Il pm aveva detto che lei ci aveva avvisato. Il verbale e' chiaro. Noi siamo
venuti a sapere formalmente di questa relazione nei corridoi, fuori dall'aula,
per cui ce l'aspettavamo. La corte costituzionale dice con sentenze non
interpretative, ci dice che questi atti non sono utilizzabili. [...]
Noi non potevamo dire "alt" perche' ormai eravamo nell'abbreviato, in quel
momento abbiamo saputo di questo atto. Il pm non introduce un reato, ma usa
quella denuncia ai fini della valutazione dell'episodio, ai fini della
valutazione dei comportamenti. Un conto e' affrontare la polizia con dei sassi o
dei fumogeni, un conto e' sparare per uccidere. L'introduzione di questa perizia
in questo modo comporta una valutazoine dei fatti falsata.
Altra questione: io ho un passato da civilista, e mi interessano alcune
questioni. Facciamo discorsi teorici, non riguardano la posizione del mio
assistito, ma io affronto tutto il processo. Il Comune si costituisce per l'Amsa
che sono societa' che possono farlo in proprio, non hanno bisogno di un terzo
che si costituisca per loro. Come per l'ATM.
Poi. E' compito istituzionale del comune tenere pulite le strade
indipendentemnete da cio' che accade. Non puo' mica chiedere risarcimento per
farlo.
Ultima parte. La richiesta dei danni della parte civile CC. Sarebbe stato giusto
se non ci fosse il Ministero come parte civile. DObbiamo pagare due volte lo
stesso iddenizzo? Assurdo.

Veniamo alla posizione di LC. Seguiro' la traccia del pm.
Parto dalla preordinazione che ha gia' trattato l'avv. Mazzali che sono fiero si
sia formato nel mio studio. Il pm avrebbe dovuto identificare una entita'
organizzata a cui ricondurre tutti gli imputati a cui imputare il piano. Non
puo' dare in concorso la preordinazione a tutti, cosi'...
Il pm ha fatto un generico riferimento ai centri sociali, anche artefici della
campagna elettorale. [...]
Questi imputati sono uniti da un unico valore: l'antifascismo. Questo
condividono, e non come dice il pm le ragioni di indymedia.
Il pm differenzia tre fasi: la fase ideativa, attribuendo la responsabilita'
agli imputati perche' condividono tutti le ragioni. la fase preparativa e quella
esecutiva.
Proprio su quest'ultimo il pm usa la parola "contributo essenziale". L'avvocato
Mazzali ha gia' esposto che non c'e' niente a carico di questi imputati sulla
fase preparativa.
Veniamo alla parte esecutiva. Il pm ha evidenziato una serie di comportamenti
che da soli o insieme comporterebbero il concorso. Pacifico. Ma nessun imputato
e' visto commettere un singolo atto di devastazione, quindi rispondono di
concorso con ignoti che hanno compiuto la devastazione, identificata in : lancio
di sassi, barricata, incitamento. Questi sono i comportamenti che diventano
concorso. E cmq tutti gli odierni imputati hanno messo in atto uno o piu' di
questi comportamenti. Mi pare che l'avv. Mazzali abbia dimostrato che nessun
imputato abbia messo in pratica nessuno di questi comportamenti.
E il pm ha aggiunto che in ogni caso, la mera presenza non puo' essere distinta
dalla mera connivenza. Eh no!
In questa situazione non esiste la presenza passiva, la sola presenza e'
agevolatoria.
A questo punto mi chiedo, gli imputati e LC, sono da ritenersi responsabili in
quanto arrestati perche' presenti, o presenti perche' arrestati. La differenza
e' sottile ma andiamo avanti.
Cerchero' di non ripetere quello che ha gia' detto l'avv. Mazzali, perche' nel
caso di LC non ci sarebbe neanche da discutere.
Perche' questo e' accaudto, questa e' la domanda...
Cerchero' di essere velocissimo...

Abbiamo visto che questo verbale di arresto parla di LC, di DP, di altri
arrestati. La notazione di servizio collegata a questi fatti dice una cosa
importante, che dopo le ricordero': che loro non possono aver osservato nuiente
di quanto e' successo prima, perche' sono in piazza Lavater, distante dai luoghi
dei fatti.
Intorno alla una meno cinque o una, quando si sono messi in piazza Lavater,
avviene la carica di sfondamento, e si vedono queste 20-30-40 camionette di
polizia che entrano nel varco e vanno a posizionarsi intorno alla zona,
nell'immediatezza o piu' lontano. In questo stesso filmato si vede all'una e
venti sull'orologio stradale di via morgagni, dove si vedono le camionette ferme
che effettuano gli arresti. una e venti.
Significa che i signori che hanno firmato dei verbali predisposti da altri.
Non puo' essere che cosi', anche perche' non si da che un poliziotto usi la
stessa terminologia, vuole dire che il verbale era predisposto e che loro per
ordini superiori l'hanno firmato.
Da li' bisogna partire per capire che qualcosa e' stato preordinato, perche'
tutto parte cda un verbale d'arresto di questo tipo, di una pesantezza che
ritroviamo poi negli atti del pm. [...]
In carcere riscontrano prima che entri LC viene visitato: trauma da percosse
all'orecchio. Non dice che e' caduto. Dice "trauma da percosse".
Fotografiamo la situazione, se poi ci sono altre cose si vedra'. LC entra con un
trauma da percosse.
Si parla di tutto ma di questo non si parla. Si fa un elenco della spesa di 100
macchine ma non si parla di questa lesione. E penso che non ci sia neanche
bisogno della denuncia. Si procede d'ufficio, da relazioni di medici legali.
Sono superati i 40 giorni delle lesioni colpose. Si deve procedere d'ufficio.
Non e' stato fatto nulla.
Ci sono devastazioni, subito, qua, arresti immediati... ma per lesioni non si
puo' procedere... Ci dovra' essere un'azione penale per questo. [...]
Veniamo al 15 marzo. LC viene sentito e il GIP Panassiti rifiuta al
scarcerazoine per la gravita' delle condotte. La d.ssa Panasiti ha firmato un
atto contenente dichiarazioni false. dice "dapprima visti commettere
devastazioni e saccheggi, poi osservati incendiare autovetture". Ma come fa il
GIP a dire una cosa che neanche i verbali di arresto lo dicono. Come si puo'
fare che un giudice terzo dica una cosa che non e' vera! Che neanche gli
operanti hanno affermato. Ma andiamo avanti "sono stati da essi operanti
inseguiti". Ma ora basta. ABbiamo visto che sono stati inseguiti da altro
personale operante, ora basta. Per chiudere il cerchiuo e giustificare tutto si
travisano addirittura non soloo i fatti ma i verbali. [...]
Andiamo avanti: "LC e altri hanno ammesso la loro partecipazoine
all'assembramento". CHe LC volesse andare li', ok. Che volesse partecipare a
quello che e' avenuto se lo inventa il giudice! [...]
In una fase incontaminata LC dice le stesse cose che ha detto sempre e che sono
state confermate dalle testimonianze. Si fa ridere in faccia dal tribunale del
riesame.
Mi si deve dare atto che a ogni richiesta si e' risposto immediatamente,
convinti che non ci fosse nessun problema a chiarire i fatti. [...]

Il tribunale del riesame avrebbe dovuto prendere atto di cio' che il difensore
ha notificato. Il tribunale del riesame chiamato impropriamente tribunale della
liberta', abbiamo della fantasia, per giustificare la permanenza in galera.
A pag. 5 dell'ordinanza si legge: "nel contesto si colloca LC, inseguito e
bloccato da agenti della PS e indicato nel verbale di arresto come uno dei piu'
attivi partecipanti ai fatti". Come e' possibile che un tribunale del riesame,
un organo di controllo si permetta di scrivere una cosa simile? SI permetta di
mentire per giustificare una detenzione in giusta. Fantasia o falso dovuto.
Lascio a lei la risposta.
Ma ce n'e' ancora. Si continua a dire che la storia della bici e' una fantasia,
si continua a dire che e' stato visto e seguito, tutto l'impianto viene
confermato.
Pag. 9: "d'altra parte nessuna circostanza delle difese di LC ha portato nessuna
circostanza che faccia ritenere fondata la questinoe della bicicletta". Ma ho
citato oggi gli atti! [...]
E andiamo avanti, che non c'e' limite... [...]

[ continua a citare le sentenze che hanno ingorato gli elementi delle indagini
difensive e corroborato le mistificazioni delle precedenti ordinanze ]

Ma poi la storia della bicicletta; uno mi deve spiegare la compatibilita'
dell'andare a fare quello che dice il pm in bicicletta! E se poi io sono in bici
insieme ad altri quando scappiamo io saro' piu' avanti, perche' vado veloce il
doppio, non stiamo facendo una opassaggiata! Allora nella ricostruzione c'e'
qualche problema.
Lei non puo' scrivere quello che ha scritto dopo quello che ha accertato lei,
signor pm. Se scappava, scappava in bici. Ma se scappava in bici non era li'
dove lei dice che doveva essere.

L'irruenza della mia esposizione rorale e' nota.
Nonostante nel corso delle indagini siano emerse le circostanze confermate da
LC, c'e' stato un accanimento che si e' concretizzato in 4 mesi di carcere.
Perche'? Dobbiamo avere una spiegazione. [...]
QUando durante un arresto una persona subisce gravi lesioni deve essere
costruito intorno ad essa un castello accusatorio. E se non ci fosse stata
questa lesione? QUesta lesione attiva? Sarebbe stato gia' fuori. [...]

La giurisprudenza e' concorde nel ritenere che e' necessario un contributo
causale, mentre la semplice assistenza, la semplice condivisione morale non
realizzano il reato. Ciascun concorrente deve mettere in atto un contributo
materiale percepibile dai sensi. [...]
[ cita giurisprudenza sul concorso ]
non vi e' mai concorso quando l'individuo che realizza il delitto e' fermamente
risoluto a commetterlo. [...]
NOn basta la consapevolezza di concorrere, ma la volonta' di concorrere, la mera
presenza sul luogo non implica la complicita' morale. [...]

L'avvocato Pelazza ha gia' visto la sproporzione della pena prevista dal codice
Rocco, un codice fascista, perche' dobbiamo chiamarlo per quello che e'. Faccio
mie tutte le sue argomentazioni, ma mi limito a una valutazoine sulla richiesta
della pena: 5 anni e 8 mesi.
Ne' il giudice ne' il pm non sanno e non possono sapere cosa vogliono dire. Non
sa cosa vuol dire il carcere, la sua umiliazione. Non voglio arrivare a
sosteneer che il pm o il giudice avrebbero a imparare dal passare qualche tempoi
imn carcere, ma sarebbe utile perche' capirebbero che cosa comminano.
Ho avuto una giovinezza cattolica e mi ricordo un opera. Devo dare atto che i
cattolici sono in prima fila per il volontariato in carcere, ma facciamo che non
ci siano condanne per esercitare questo volontariato.
Ho concluso e chiedo l'assoluzoine


[ avvocato Vicini per TZ ]

[...]
La mia esperienza e' ... vengo da Brescia, alcuni manifestanti sono venuti da
Brescia, e anche per dare un taglio personale e non annoiare.
Voglio citare che il 3-4 marzo a brescia 4 - 5 stufdenti di estrema destra sono
arrestati per aver fatto attentati incendiari al cs magazzino 47.
Una citta' colpita dalla strage di piazza della loggia e che vede scritte di
giovani di destra che inneggiano a un nuovo scoppio, che ha visto aggressioni
pesanti con bastoni e coltelli, due attentanti incendiari ai centri sociali.
Ma brescia non e' isolata. Le stesse cose sono successe a milano, roma, verona.
Si arriva all'11 marzo a ridosso dell'anniversario della morte di Dax ucciso a
coltellate da tre fascisti.
Questo per ricordare le ragioni nobili che hanno spinto tanti giovani a scendere
in piazza. Il contesto e' sicuramente degenerato, anche io sono stato incerto
fino all'ultimo se partecipare alla manifestazione. Anche io ho letto i post su
indymedia anonimi, ma non avrei mai prefigurato uno scenario come quello che si
e' verificato. Per parlare della preordinazione. [...]
In realta' anche quei post che vengono letti in quell'ottica non danno altro che
di una conferenza stampa che sarebbe dovuta aversi in porta venezia, in cui i
manifestanti non sono mai giunti. Quindi anche rispetto a come si era pensata la
giornata e' intervenuto un elemento di novita' che ha modificato cio' che e'
avvenuto alla giornata.
QUello che e' successo poi non possiamo dire che fosse prevedibile o previsto.
Una manifestazione che voleva contrastare quella "nobile" parata fascista che e'
stato detto che era inopportuna il 21 gennaio in prossimita' del giorno della
memoria, ma diventa opportuna un mese dopo. In un mese l'antifascismo non e'
piu' un valore delle autorita' di PS. Marciare a bracci tesi e inneggiare al
duce e' opportuno a marzo ma non a gennaio.
Questi sono i fatti.
Dei fatti che devono essere letti con un approccio di asoluta prudenza nei
confronti delle prove versate nel processo. Io passero' in rassegna alcuni atti
che ci dimostrano che c'e' qualcosa che non va. CI puo' essere l'ipotesi
benevola che ci dice che in un contesto cosi' caotico gli operanti non avessero
la possibilita' di leggere la situazione e individuare persone e condotte. Poi
quando partono le cariche si sa il meccanismo dove colgo colgo... [...]
La seconda ipotesi e' quella che per esperienza mi pare piu'
credibile, dopo aver visto i vertici della polizia portare molotov in una
scuola per coprire errori e condotte. Anche in questo caso potrebbe essere
cosi'.

[...]

L'archiviazione ci da atto di un meccanismo di casualita' che poi vediamo in
termini di atti che non possiamo ignorare. O sono atti casuali o c'e' un
interpretazione un po' distorta della realta'.
Otto arrestati con verbali di arresto identici: "il predetto e' stato fermato,
il predetto reagiva con violenza all'arresto, e lo si doveva immobilizzare per
arrestarlo". Poi si scopre che non c'e' stato nulla di questi fatti.
La cura nel redigere i verbali arriva al fatto che anche le donne sono
verbalizzate con il maschile. Un copia incolla senza arte ne' parte.
I verbali di arresto dichiarano circostanze false... poi possiamo usare degli
eufemismi.
Vediamo altri atti che non riguardano la posizione di ZT, ma che sottolineano
come numerosi siano gli atti che riferiscono circostanze false. L'annotazione
allegata al verbale dell'arresto di MB; le denunce degli ambulanti, che
denunciano di aver perso 8000 pezzi di bigiotteria, o 40000 euro di materiali...
in mezzo alle cariche... Forse qualche funzionario di polizia aveva bisogno di
saccheggio visto che il capo di imputazione e' devastazione e saccheggio, e se
li e' andati a cercare...
Cosi' direi per denuncie di rigature di auto arrivate 6 giorni dopo che si
ritonra da sant moritz... denunce di 6 giorni dopo per un graffio... forse
servono ad avvalorare un numero eclatante di episodi di danneggiamento per
concretizzare il reato di cui al 419... molte denunce dicono "presumo possa
essere successo li'..."

Abbiamo una serie di elementi che non possono che generare perplessita'. Chi
voglia leggerli sono li'. Questi elementi di perplessita' non possono riguardare
anche l'episodio di ZT, che e' il civico 15 di corso buenos aires.
Anche qui abbiamo diversi elementi probatori che ci danno conto di un fatto
diverso da quello che sembra verosimile e che quindi si sottopongono alla
necessita' di una valutazione problematica.
La notizia di reato dei cc parla di un gruppo che "dopo la seconda carica si
nasconde al civico 15 notato sia dai cc che da cittdadini". Il verbale di
arresto gia' dice altro: "contestualmente alla carica risolutiva, cc el
battaglione veneto vengno informati da due commesse di aver visto un gruppo di
manifestanti al civico 15"; non li vedono piu', ma qualcuno li segnala. "i cc
fanno irruzione e i manifestanti cercanod di occultare sulle scale e nel cortile
materiale compromettente", cosa che poi va confrontata con i sequestri.
La relazione di servizio del battaglione cc piemonte. "Visti i cc del
battaglione veneto, li raggiungiamo nel cortile dove trovano 20 persone
travisate e armate. A seguito di minuziosa ricerca si trovano vari materiali in
una scatola di cartone e sacchi neri".
Confrontiamo le versioni con quelle dei testi...
"un gruppo di persone entra al civico 15 travisati e qualcuna con sassi, abbiamo
fermato un cc che poi e' entrato al 15"
"abbiamo visto un gruppo entrare e chiudersi dentro; abbiamo avvisato un cc e
dopo qualche minuto vari cc sono intervenuti".
Quindi quando viene dato nella notizia di reato non e' vero evidentemente.
Lasciamo perdere il verbale di sequestro della digos di mezz'ora dopo.

La questione riguarda la valutazione della prova che non puo' in questo caso
piu' che in altri che essere critica, e non puo' partendo da queste discrasie
non porsi il problema di valutazione generale della prova, tanto piu' che
abbiamo centinaia di ore di riprese video che non consentono di atrribuire a
nessuno degli imputati nessuna delle condotte di devastazione. [...]
Forse abbianmo un terreno dell'accusa che si poggia sui piedi d'argilla, anche
considerando che il reato che si contesta prevede pene da 8 a 15 anni.

Parlero' anche di questo, anche se lo hanno gia' fatto altri. Si e' parlato dei
precedenti, si e' parlato della genesi di reato, si e' parlato dell'assurgere di
questo reato all'onore delle cronache nel 2001.
Vorrei prima di tutto dire che genova e' una cosa che andra' discussa, in cui
una citta' per un intera giornata e' stata oggetto di scontri e danneggiamenti,
che hanno messo l'ordine pubblico in una situazione di seria difficolta'. Un
giorno e una citta'.
A milano discutiamo di qualche decina di metri di una strada, per 30-35 minuti.
Ontologicamente sono due cose diverse.
La devastazione allude a un'idea di distruzione totale che non mi pare si sia
realizzata. Quello che temo e' che il ricorso a questo reato da parte degli
organi di polizia e' all'interno di un tentativo di rinchiudere i reati sociali
in reati che sono stati pensati per altre situazoini. Penso le azioni
dimostrative nei supermercati che diventano rapine aggravate, penso alle
occupazioni di case che diventano associazione a delinquere.
Abbiamo una dilatazione della sfera giuridica a comprendere condotte che non
sono quelle per cui la norma e' stata pensata. Poi e' vero che le norme si
adattano ma ci sono dei limiti.

Torniamo a parlare di devastazione. Mezz'ora di scontri in una via a milano, con
qualche macchina incendiata, un negozio a fuoco, alcune vetrine scheggiate,
degli atti dimostrativi ma che non hanno certo portato alla distruzione degli
esercizi commerciali in questione. Non c'e' stato ingresso negli esercizi
commerciali, non c'e' stata distruzione degli esercizi.
Devastazione ha un senso preciso, anche lessicalmente... Bisogna intendersi..
forse per qualcuno quello che e' accaduto in corso buenos aires corrisponde a
questa descrizione, ma io non lo penso... il giudice si e' un po' inalberato
quando in altra sede ho parlato di costruzione mediatica della devastazione,
perche' le immagini delle tv sono molto molto suggestive..
Tant'e' che il GIP Panasiti parla di "notorio" riferendosi agli atti che tutti i
giornali hanno riportato rispetto ai fatti.
Il reato di devastazione non deve essere dimostrato... e' un fatto notorio
perche' ce lo dice la televisione.
Dobbiamo mettere in discussione l'esistenza del reato di devastazione perche'
ritengo quello che e' successo a milano una serie reiterata di danneggimenti e
incendi, perche' non li ritengo sufficienti a configurare la fattispecie della
devastazione.
e non mi pare che valgano come paragone le sentenze di avellino-napoli. E' un
precedente giurisprudenziale sul quale peraltro io dissento ma che cmq attiene a
ben altra situazoine, in cui tutto lo stadio e tutto il complesso e' stato per
lungo tempo preda di numerosi gruppi di tifosi che hanno distrutto tutto. [...]
A Milano basta dare i numeri civici degli esercizi toccati: nr 4-8-10. Pochi
metri. Pochi metri bastano per la devastazione? Non lo credo. [...]

O mi si dimostra che da parte degli imputati c'era un intento preordinato di
devastazione o io non posso rispondere di null'altro ceh eventualmente dei miei
danneggiamenti o altre fattispecie. [...]
Perche' poi la difficolta' delle difese e' quella di una richiesta di pena che
trascende in maniera esorbitante le singole responsabilita' individuali, in
particolare per quanto mi riguarda per TZ. La necessita' di individualizzare le
condotte e i trattamenti.
Cosa che ci porta al concorso, su cui saro' breve dato che e' gia' stato
affrontato.

Io vorrei fare riferimento anche io a una sentenza del 2003, una sentenza di
cassazione che riguardava a una manifestazione in cui si distribuiva hascish.
La sentenza diceva: "la partecipazione a una manifestazione che prevede atti
dimostrativi di illecito non rileva come possibile concorso , ma deve
esplicitarsi in specifiche condotte".
La d.ssa Panasiti ci dice che nel caso in questione i gravi indizi in questione
sono da ritenere sussistenti non solo della partecipazione a una manifestazione
ma dell'estrinsecarsi di singole condotte e del rapporto associativo.
Il problema e' che mancano le singole condotte.
Non abbiamo condotte specifiche. [...]

Quindi come sciogliamo questo nodo? L'unico elemento che collega TZ e tutto il
gruppo del civico 15 alla possibile partecipazione in codotte attive che li
colleghi alle altre persone sia il possesso che e' stato sequestrato nel
cortile.
Cioe' si dice: "cioe' se eri cosi' bardato allora hai agevolato le condotte
degli altri." Anche se cosi' fosse io posso partecipare a una manifestazione
indossando un casco pensando che la manifestazione possa mettermi in condizione
di dovermi proteggere. Non puo' essere indicatore della volonta' di partecipare
a un disegno complessivo di partecipazione.
Abbiamo due verbali di sequestro. Il secondo e' contro ignoti e non puo' essere
altrimenti, perche' quando vi entrano non si sa chi ha portato li' quelle cose.
[...]
Cioe' trovano sei caschi, e dove li avevano nascosti che i cc non li hanno
trovati? Idem per altre cose.
I primi oggetti trovati nel primo verbale che vengono attribuiti a 19 persone
che come dire... attribuire qualcosa a tutti e' come attribuirlo a nessuno.
Cmq si trattava di qualche bastone, qualche passa montagna, non in numero tale
di consentire l'armamento e il travisamento di tutti. [...]

Io sto scappando, a me che me ne frega se di fianco a me qualcuno ha un bastone o un casco o uno scudo... io sto scappando. Le cariche sono secondo un meccanismo casuale, e ce lo dicono le dieci e otlre archiviazioni.
Lo sanno tutti. Lo sappiamo, noi, gli imputati e penso anche i giudici.
Allora evidentemente c'e' un problema serio che riguarda la possibilita'
di attribuire il reato di devastazione e saccheggio.
[...]
Non aggiungo altro. Non c'e' nessuna foto, non c'e' immagini, non c'e' nulla.
E' devastante in questo caso il deserto del quadro probatorio per una persona
che e' da quattro mesi in stato di arresto.
Non aggiungo altro ed e' difficile fare richieste in subordine nei casi di
condanna... perche' se condanna ci deve essere non puo' certamente essere nei
termini del pm. Perche' la devastazione delle vite delle perosne imputate a cui
non sono attribuire nessuna condotta, non puo' essere.
Si deve riportare la sanzione in ambiti di ragionevolezza. Questo non puo' che
avvenire con la valutaozine di aggravanti, attenuanti e via dicendo.
Il pm le ha ritenuti equivalenti. Mi pare sia assurdo.
[...]
Penso che l'aggravante piu' grave per il pm e cioe' quella dell'aver agito in
piu' di 5 persone sia inapplicabile al reato di devastazione e saccheggio, un
reato che non puo' essere individuale, e c'e' molta dotrrina in proposito.
[...]
[ parla dell'attenuante di cui all'art. 62 nr 1 , ricordando la medaglia d'oro
per la resistenza di milano e il fatto che non e' necessario per l'attenuante
valutare la condotta criminosa. ]
[...]

Perche' poi il problema dell'11 marzo non e' stata la lesione dell'OP ma che la
manifestazione del pomeriggio che mette si in pericolo i fondamenti della
convivenza civile nel nostro paese, quella e' passata inosservata. Mi rendo
conto che una auto in fiamme scuote di piu' le coscienze che il pericolo della
riformazione delle organizzazioni fasciste.

C'e' la questione dell'art 116 del c.p. Un punto complicato perche' configurare
il concorso anomale vorrebbe dire ammettere che chi e' sceso in piazza voleva
commettere un reato e poi ne ha commesso un altro. In quanto tale e' una linea
difensiva scomoda. Pero' se il presupposto del giudice e' quello che c'e' stata
devastazione, allora non c'e' problema. Tutte le persone avevano prefigurato o
previsto come possibile il realizzarsi di quello scenario... O era solo uno
scenario prevedibile ma non previsto.
Non mi spingo oltre ma sicuramente rientra nel 116 c.p.
Bisognera' pero' spiegare perche' persone che non sono state viste compiere
alcun episodio specifico devono portarsi a casa 5 anni e 8 mesi.
Anche il meccanismo del 116 vale a far inquadrare l'episodio. [...]

Non ci si puo' accontentaer dell'equivalenza tra attenuanti e aggravanti. E
questo e' il meccanismo attraverso il quale il giudice puo' rendere piu'
digeribile una sanzione. Digeribile e' un termine improprio per una decisione
ingiusta, ma si fa capire.
La speranza e' che non ci sia bisogno di porsi il problema di quale pena.
Ho redatto delle conclusioni scritte che per la verbalizzazione scritte che per
la verbalizzazione aiutano.
Conlcudo chiedendo l'assoluzione dell'imputato per non aver commesso il fatto e
perche' il fatto non sussiste. In subordine erogare una pena contenuta nei
limiti che prevedono la sospensione della pena.
Concludo con la richiesta di scarcerare il mio assistito, dopo che la misura
cautelare e' durata 4 mesi, per il problema di inquinamento delle prove e la
possibilita' di reiterazione del reato.
Sulla prima a processo istruito non si commenta. Sulla seconda il problema per
me non sussiste.
Non vedo come argomentare la possibilita' che persone incensurate ripetano un
reato cosi' grave come il 419 c.p.
Prima che si possano riproporre situazioni in cui si ripeta una situazione come
l'11 marzo penso che debba passare parecchio tempo.
Questo valeva il 12 marzo. Oggi sono passati 4 mesi. Vero il passare del tempo
non implica effetti sulla prognosi di pericolosita' sociale, ma abbiamo persone
incensurate alla prima esperienza carceraria. Immaginiamo che il senso della
custodia cautelare sia quello della deterrenza dal commettere altri reati.
se anche si pensasse che all'epoca avesse senso, oggi ritengo che non abbia piu'
alcun criterio.
In tal senso le misure cautelari penso che possano essere contenute a misure
meno afflittive.

[ avvocato Vanni - difesa DP ]

Credo che giunti a questo punto sono gia' state esposte tutte le ragioni di
fatto e di diritto che depongono per una sentenza di assoluzione rispetto alla
massima parte dei reati contestati.
Il mio compito in questa sede non puo' che essere marginale. Lei ha tutti gli
elementi utili e necessari per decidere, e io mi chiedo dunque, dopo aver
ascoltato con attenzione i miei colleghi e avendo imparato molto da loro, quale
puo' essere il mio contributo a questa discussione.
io posso presentare al giudice la raccolta' di dottrina sul reato di
devastazione e saccheggio che ho raccolto nel mio studio, sui pochissimi
precedenti che si sono susseguiti. O forse meglio posso proporre una riflessione
che fornisca o che pretenda di fornire al giudice una chiave di lettura
radicalmente diversa e in alcuni punti anche eretica, rispetto a quella del GIP
e antitetica rispetto alal lettura che ha dato di questa vicenda il tribunale
del riesame.
Forse questo e' il miglior contributo che posso dare come avvocato ormai
anziano, visto che ho operato laprima volta 30 anni fa, e anche come cittadino
milanese che abita a poche decine di metri dagli scontri.
Ero a palazzo di giustizia e non li ho visti, sono tornato a casa mentre gli
scontri erano in atto o poco dopo ma non me ne sono accorto. Ho avvertito le
reazioni degli abitanti a questi fatti.
Mischiero' le argomentazioni di un avvocato con quelle di un cittadino milanese
che abita li' e che ha figli della stessa eta' degli imputati che fortunatamente
non erano li'.

In questa vicenda c'e' stata da parte di troppi la perdita del senso della
misura.
In primo luogo quando le autorita' cittadine decidono di vietare una
manifestazione antifascista, nel momento in cui le autorita' prendono atto
dell'avvenire una manifestazione della fiamma tricolore che era stata
giustamente vietata dei mesi prima. Sicuramente le autorita' si sono poste il
problema di cosa sarebbe successo con quegli antifascisti che volevano
contrapporsi ai fascisti.
Questo perche' e' sbagliato dire che tutti gli antifascisti erano in piazza
quella mattina in quel modo, perche' ci sono molti piu' antifascisti di quelli
che c'erano in piazza e che hanno strumenti e metodi di azione piu' efficace.
I rischi sarebbero stati minori se l'autorizzazione fosse stata vietata o
autorizzata in luogo altro rispetto a dove e' stata autorizzata.
Poi, da parte di alcuni dei manifestanti ci sono stati delle esagerazioni,
tant'e' che tra gli stessi centri sociali ci sono stati riflessioni documentate
anche in atti e tratti da indymedia che parlavano delle esagerazoini che si sono
verificate nella mattinata.
Perdita del senso della misura da parte della magistratura. I provvedimenti in
cui si sono ritenuti questi ragazzi in quanto tali pericolosi perche' erano
scesi in piazza per una manifestazione antifascista, sono viziati da un
pregiudizio, perche' la reiterazione del reato si poteva ipotizzare solo nel
caso di altre manifestaaioni fascsite, ma era un'ipotesi remota perche' per
nostra fortuna e perche' i fascisti raccolgono una percentuale di voti da elenco
telefonico non sono in grado di organizzare spesso manifestazioni... Le
organizzano poco spesso e quando lo fanno devono cammellare truppe in pullman da
altre citta' rispetto a milano dove sono pochi, conosciuti e anche un po'
snobbati.
Quindi la valutazione della misura e' stata fatta in modo politico quasi che la
loro eventuale antisocialita' potesse manifestarsi ordinariamente nella loro
vita e non solo nel caso in cui ci fosse una nuova manifestaiozne della fiamma
tricolare.
Una perdita di senso della misura gravissima da parte della magistratura
milanese.
Ma la perdita del senso della misura si e' realizzata non soltanto nella scelta
processuale, ma anche con la scelta di contestare il concorso nel reato di
devastazione.
Primo perch'e non c'e' stata devastazione a meno che non si dia una lettura
incostituzionale di questo reato, e secondo perche' gli ordinari criteri di
valutazione per il concorso nel reato sono stati torti fino al punto da
considerare la partecipazione a singoli episodi delittuosi anche condotte che
della partecipazione non avevano nnemmeno il fumus. Anche qui anche sul piano
sostanziale perdita del senso della misura.

La sintesi di questo atteggiamento e' nella richiesta di pena che viene
formulata uguale per tutti dal pm, partendo dal carico di pene per un reato ch
enon c'e' arriva a disegnare per il futuro di questi ragazzi una permanenza in
carcere di qualche anno. Dobbiamo ritenere perche' e' implicito nella sua
richiesta alla richiesta di misure cautelari, perche' riterra' he tutti questi
anni debbano essere scontati per liberare la citta' immediatamente dal pericolo
che queste persone rappresenterebbero per la nostra vita.
E' un'esagerazione.

Trent'anni fa ho messo piede in quest'aula. Ho la sensazione di essere una
persona sbagaliata nel posto sbagliato, ma spero sia il posto giusto. Quando qui
si celebravano processi per banda armata, reato piu' grave rispetto ai fatti che
stiamo leggendo e che ha avuto conseguenze peggiori, pene cosi' venivano chieste
per persone trovate in possesso di armi con il numero di matricola abrasa. Pene
come queste vengono chieste per tentato omicidio, o possesso di sostanze in
quantita' enormi. Per rapina vengono comminate pene assai meno ingenti. Potrei
continuare ma non lo faccio perche il giudice conosce queste cose megliio e
piu' di me. Allora se siamo arrivati a questo punto esagerando molto da parte di
tutti, significa che in quest'aula oggi sono entrati i fantasmi degli anni 70
che si sono visti in piazza l'11 marzo attraverso la sfilata della fiamma che
gia' esisteva negli anni 70 e anche me lo si permetta senza che nessuno si
offenda, per un certo isolamento di una parte dell'antifascismo milanese che
riteneva di affrontare i fascisti non su un piano politico ma su quello della
violenza di piazza. Un terreno che ha portato molti giovani di destra e di
sinsitra alla morte per niente, situazioni dolorose e illogiche allora in cui si
agitavano in piazza i torti subiti dagli uni e dagli altri durante la guerra.
[...] Si ripresentano come fantasmi oggi quasi che questo paese debba rimanere
vittima di un passato che non passa mai. Ma non e' cosi', fantasmi di questo
passato debbono rimanere fuori dalle piazza e soprattutto dalle aule di
giustizia. Non abbiamo bisogno di eroi, ne' di altri martiri. L'antifascismo
milanese non ha bisogno di martiri.
La lettura sbagliata che viene fatto dal tribunale del riesame sulla
pericolosita' sociale e sulla possibilita' di reiterazione del reato e'
sbagliata perche' parte da una premessa sbagliata, e cioe' che tutto quello che
e' accaduto l'11 marzo e' stata il prodotto di una scelta deliberata e
preordinata di un esercito unitario. Il tribunale della liberta' dice "tutti
sono colpevoli perche' tutti portano la stessa divisa".
Siccome questa e' la radice teorica sbagliata del provvedimento e di questo
processo, questa va aggredita.
Ci sono numerosi atti che portano a ritenere che quello che e' accaduto e' stato
il prodotto di una numerosa convergenza di interventi e non il prodotto di una
strategia bellica che nessuno poteva avere in testa.
Primo elemento: la polizia dice che convergono tre gruppi da tre diversi
centri sociali, ne deduciamo con un suo proprio modus e sue proprie intenzioni.
Secondo elemento: scopriamo che lo scopo era quello di tenere la piazza fino
all'arrivo. Questo sta solo nel documento di indimedia e nella sentenza del
tribunale. Nemmeno l'esercito svizzero potrebbe tenere piazza oberdan. Ha 7-8
vie d'accesso alcune delle quali sono dei viale enormi. io non credo di essere
uno stratega militare, ma il solo progetto di poter bloccare quella piazza e'
demenziale, perche' vi possono convergere persone da ogni luogo.
Tant'e' che nessuno lo ha pensato. Se fosse stato pensato la conferenza stampa
non sarebbe stata fatta per le 12, cioe' tre ore prima, ma molto dopo per
fronteggiare i fascisti.
Significa che si escludeva da parte di tutti che ci dovessere essere un contatto
fisico tra i manifestanti e i fascisti. La memoria storica ci aiuta a capire che
questo e' vero oltre alla toponomastica.
In 50 anni di manifestazioni a Milano, nessuno dico a memoria d'uomo ha mai
pensato di creare degli incidenti in quella piazza li', perche' e'
indifendibile. E che cmq non poteva prevedere neanche tra gli elementi piu'
eccitati la possibilita' di rimanere in quella piazza.
[...] Dopo che si e' realizzata quella caricatura di barricata perche' le
barricate sono altre cose, dopo che qualcuno ha pensato anche di bruciarlo,
abbiamo dei baldanzosi giovanotti tra cui il mio assistito che decide di stare
li', non si capisce neanhce a fare cose. In tutti i film c'e' lui che lancia un
singolo sasso non si sa a chi dato che le ffoo sono a piu' di 100 metri e non
sono raggiungibili. Dopodiche' se ne va', con il suo zainetto di sassi ancora
pieno. Anche la durata della presenza sul posto, una presenza in cui non c'erano
fascisti e non c'era la volonta' di tenere veramente sul posto...
Quarto elemento sull'assenza di premeditazione: mancata previsione delle vie di
fuga. Non e' necessario essere teorici per sapere che siccome tutti tengono
all'incolumita' fisica, che si debbba essere pensato alle vie di fuga. Nessuna
zona delle citta' ha piu' vie di fuga di quella zona li'. Quando dico che non e'
stata preventivata nessuna via di fuga, mi riferisco in particolare a due fatti
accertati: il primo che c'e' un gruppo di manifestanti che cerca di rifugiarsi
al nr 15 cioe' a pochi metri dal posto dove ci sono gli scontri, cosi' da essere
quasi certi di essere identificati e arrestati. D'altra parte il mio assistito
che ha 21 anni ed e' uno studente, ma e' di bergamo, decide di scappare
nell'unica direzione in cui c'e' un commissariato di polizia. come se non fosse
logico che in presenza dell'unico commissariato di polizia necessariamente ci
siano poliziotti o li' convergano delle ffoo. [...]
Questo elemento della mancanza di pianificazione, si collega con quell'altro che
io chiamerei al gruppo di turisti per caso, cioe' quel gruppo di persone da
fuori che sono arrivati credendo di andare a una manifestazione e si sono
trovati in altre cose e si sono trovati a scappare dispersi per la citta'.
Settimo elemento che prova l'assenza di premeditazione: l'ignoranza dei filmati.
La presenza della televisione viene convocata da un lato con la conferenza
stampa, che nel 2006 vuol dire televisione. I partecipanti pur sapendo visto che
avevano aaderito a una manifestazione con conferenza stampa, vanno sul posto in
maniera tale da essere riconosciuto, tipo un casco con banda azzurra, e non se
ne libera neache dopo che la manifestazione e' finita. Mostrando un livello di
impreparazione che non puo' ascriverssi a premeditazione.
Altro elemento che testimonia che in quel luogo ciascuno ha fatto quello che ha
voluto, sono i danneggiamenti della vettura. Si sono verificati nella zona a
sinistra di corso buenos aires, non quelle bruciate, ma quelle danneggiate dopo
gli scontri, verso via palazzi. Incredibilmente anche questi danneggiamenti
realizzati da singoli vengono chiamati a rispondere per concorso imputati che
sono scappati dalla parte opposta. In quella fase ognuno ha fatto quello che ha
voluto.
Allora se tutti questi elementi che contraddicono la tesi della premeditazione
sono veri, resta da valutare la situazione non dal punto di vista del senno di
poi, ma dal punto di vista di un ragazzo di 20 anni che si trova li. Cosa puo'
sapere di quello che succedera', se puo' prevedere cosa succedera', o se come
succede sempre nelle situazioni di massa, ciascuno puo' prevedere qualcosa ma
non tutto.
Questo per dire che anche negli anni 70 esistevano manifestazioni in cui si
commettevano dei reati anche molto gravi. Ma che alla retata successiva
seguissero misure cautelari per 4 mesi di carcere non e' mai successo. Questo
non solo per gli estermisti di sinistra che esistevano gia' allora, ma anche a
destra.
Io ricordo che nel 1973 nel corso di una manifestazione dell'allora fronte
studentesco dalle cui fila poi nacque il movimento fiamma tricolore, dalle cui
file parti' una bomba a mano che uccise l'agente Marino. Allora condannarono
Ignazio La Russa che era nelle prime file di quel corteo negli stessi cordoni da
cui parti' la bomba a mano per tentato omicidio? No.
Allora se chi e' in un corteo risponde di tutto quello che accade avremmo meno
onorevoli e piu' carcerati.
Io non dico che quella decisione fu giusta anche se probabilmente si' perche' si
dimostro' che era una scheggia impazzita che aveva portato le bombe a mano in
corteo e non un piano condiviso.
Torniamo alla mancanza del senso di misura: qui tuti sono ritenuti responsabili
di tutto con un estensione dell'articolo 110 del c.p. esagerata. Come se tutti
potessero essere responsabili di tutto cio' che e' accaduto non solo li' ma
anche nelle vie vicine e due ore dopo.
Le richieste del pm sembrano richiamare la legge francese sui casseur che in
Italia non c'e' e non vedo perche' dovremmo richiamarci alla legislazione di un
altro paese.
Torniamo a valutare il minimo comune denomitatore di chi era in manifestazione.
Lo scopo non era lo scontro con fiamma tricolore, ne' quello di tenere la piazza
come abbiamo visto. Lo scopo non poteva neanche essere l'AN point, perche' quel
gruppo di manifestanti che e' partito da Lima verso piazza Oberdan poteva essere
fermato ovunque lungo quel tragitto. [...] Non poteva quindi essere premeditato
perche' nessuno poteva pensare di arrivare fino li' (come anche i tre spezzoni
potevano essere fermati ai punti di partenza, ma e' un altro punto che affronto
dopo).
Faccio un inciso sull'AN point: non sara' sfuggito che AN non si e' costituito
parte civile in questo processo. Non si e' immischiata nel processo come hanno
fatto tutte le forze di sinistra. Le forze istituzionali di Milano hanno deciso
di restare fuori da questa cosa considerandola un fatto di minoranze, senza
neanche la volonta' di infierire. Per me AN in realta' ha preso piu' le distanze
da Fiamma TRicolore che da altro.
ALlora quale era lo scopo? Escluso che ci fosse una logica militare, l'unico
collante era un appuntamento mediatico dimostrativo per dimostrare che esistono
gruppi antifascisti cosi' determinanti da tentare di occupare piazza Oberdan per
impedire una manifestazione fascista.
Un evento mediatico che si sarebbe concluso con quella caricatura di barricata
se non si fossero inseriti delle persone che venivano da Marte e che non so come
siano arrivati con bombe carta con i chiodi e razzi.
Esiste una qualita' mediatica dell'iniziativa politica, esiste anche la volonta'
di alcuni di usare questi momenti per mettere in mostra qualcosa di piu'.
La barricata era simbolica, come anche la prima carica delle ffoo, poi qualcuno
ha fatto quello che ha voluto.
Costoro non sono tra gli imputati qui.
Chi va con bombe carta non si fa pesacare.
La mancanza di prova della preordinazione e tutto questo provano che non tutti
hanno fatto tutto.
Gli imputati devono essere assolti
Concludo consentendomi ancora qualche riflessione politica: il giorno 11 marzo
questi ragazzi sono stati lasciati soli dall'ANPI, dai partiti della sinistra e
dai sindacati che non hanno svolto quel ruolo di ammortizzatore sociale, non
hanno preso posizione, mentre a Milano sono sempre stati un cuscinetto tra le
posizioni piu' estreme.
Qualcuno ha scelto di andare in piazza, qualcuno ha scelto il gesto esemplare,
qualcuno ha scelto in assenza dei fascisti di aggredire ffoo [...] che avevano
l'unica colpa di stare nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Quindi questi ragazzi, molti di loro fuori citta', si trovano da soli,
realizzando quella condizione innaturale di isolamento dell'antifascismo che o
e' collettivo o non e'. Realizzano una situazoine che giova alle destre milanesi
che cavalcano la cosa, convocando addirittura una manifestazione dei
commercianti.
E mi sia consentito un inciso: io vivo li'.
La manifestazione dei commercianti non c'e' stata.
Era un gruppo di 100 militanti della casa delle liberta' sotto uno striscione
"Basta coi Prodi autonomi" a uso delle telecamere.
I cittadini della zona non c'erano, io non ne ho visti.
Un isolamento che precede l'11 marzo, che dura durante i fatti e che li segue.
La riflessione e' che sul piano morale questo non deve piu' accadere: non si
devono lasciare soli ragazzi nd' in piazza ne' in galera. Nessuno si deve
arrogare il monopolio dell'antifascismo. Non si devono esporre per ricordare
l'antifascismo a Milano e la citta' non deve lasciarli esporre.
Non mi sembra sensato lasciare a marcire in carcere ragazzi che se hanno
sbagliato non lo hanno certo fatto per fini egoistici.
Se loro hanno perso il senso della misura, uesto non giustifica la perdita del
senso della misura da parte della citta'.
Concludo dicendo che una adeguata opera di persuasione e di controllo dei
funzionari PS che conoscono questi ragazzi uno per uno o da parte delle
istituzioni di sinistra di Milano avrebbe evitato l'11 marzo e quello che e'
successo.
Si sapeva da giorni e non si e' fatto nulla per evitare che accadesse, che
quella esperienza mediatica che volevano realizzare potesse svolgersi senza
problemi [..]
In questo contesto resta il punto interrogativo sulla scelta di autorizzare
manifestazioni di estrema destra e vietare quelle di sinistra.
Concludo che se questo e' anche il contesto politico di questa storia e che
questa storia e' stata enfatizzata a dismisura, mentre nel pomeriggio di sabato
lo shopping e' continuato senza problemi, con la gente che commentava serena ai
lati della strada, il progetto di risolvere il problema con 150 anni di carcere
e' smisurato e senza senso.
Non esiste responsabilita' collettiva per quello che si e' verificato, il
processo ci offre solo prove contrarie agli accordi previ; non sappiamo perche'
le indagini non ci dicano chi ha fatto cosa, ma non si puo' per questo dire che
allora tutti sono responsabili di tutto.
Il reato di devastazione tiene insieme tutta questa operazione, ma non e' un
collante presa da scaffali non piu' utilizzati, ne' utilizzabili.
Mi limito a citare una sentenza del 1960, anno del governo Tambroni e delle
sommosse popolari per farlo cadere. Il tribunale di Palermo ha un rilievo
quantitativo: a Palermo si era spaccato tutto, assalendo banche, il municipio e
i negozi, di tutto. Ci furono 144 feriti non gravi tra le ffoo. Furono fermate
364 persone, di cui 55 andarono a processo. Dei 55 solo 2 furono condannati per
devastazione e saccheggio, ma a entrambi furono garantite le attenuanti di alto
valore morale e sociale "per aver combattuto per migliorare e progredire le
condizioni sociali dei lavoratori".
Per capire perche' questa sentenza e' parametro seppur negativo vorrei leggere i
rilievi per dare atto della siderale distanza: "si trovano bombe ovunque; molti
manifestanti erano armati; tutti i semafori e le aiuole sono state distrutte;
piu' di cento tra agenti e carabinieri sono stati feriti".
E' successo di tutto ma le conseguenze sono state molto piu' esigue di quelle
che si propongono oggi.
Devo ripetere che la sentenza non sia neanche arrivata in cassazione e quindi
ritengo sia stata annullata.
Mi sono permesso di copiare le righe dei manuali sul 419 c.p.
"Si segnalano gli eventi dopo i bombardamenti di Benevento (1942), si puo' dire
che l'associazione del 419 c.p. a calamita' sociali e' immediata perche' sonon
relativi a fatti successi sul finire della seconda guerra mondiale".
[...] Precedenti remoti che nulla hanno a che vedere con l'11 marzo., ma quando
dio che qui si rischiano di rievocare i fantasmi della storia mi riferisco
proprio a questo. [...]
Nel 2000: "Il 419 c.p. non e' una pluralita' di danneggiamenti ma
qualitativamente diverso". Virisparmio il resto perche' e' dottrina. [...] Per
reati di cui nessuno sente il bisogno di rievocare.
Che lo si voglia o no la guerra e' finita. Chiunque pensi di riportare
l'antifascismo a un conflitto minoritario per bande ignora che la guerra e'
finita. Allora solo se non si impara dalla storia si ripetono gli errori.
Se la guerra e' finita non ha senso rievocare certi reati.
Signor giudice, io non la invidio in questo momento, perche' lei e' solo.
Non ha neanche i colleghi della corte d'assise a fianco. Ha la certezza che con
qualsiasi decisione lei scontentera' qualcuno. Lei e' solo con i suoi codici e
con la sua coscienza a cui mi appello, perche' non posso immaginare un futuro da
martiri dell'antifascismo per 20 ragazzi che si sono trovati in un luogo in cui
altri facevano altro. [...]
Per questo non sviluppo neanche il tema delle subordinate.
Solo perche' un aparte minoritaria della citta' gode a vedere questi ragazzi in
carcere, questa minoranza che qui non ha rappresentanza, non possiamo condannare
questi ragazzi.

[ istanze di scarcerazione ]

[ istanza Mazzali ]
Io credo che tutti siamo convinti che questa situazione debba terminare. Le
istanze precedenti hanno gia' avuto torto a reiterrare le misure cautelari.
A maggior ragione non ci sono ora, ne' per inquinamento delle prove, ne' per
reiterazione del reato, per i motivi che immaginera'. Non mi venga a dire che
e' perche' hanno denunce perche' l'art. 17 della Costituzoine e' chiaro. [...]
Credo che anche solo per lasciarli ai domi iliari lei debba usare iperboli per
giustificare la decisione.
Ho preparato delle cartellette con tutta la documentazione, anche per
l'eventualita' remota dei domiciliari [...]

[ istanza Fuga, Burani, Cattalini, Sassi ]

[ Repliche del pm Basilone ]

Io confermo tutta la mia requisitoria.
Esprimo parere favorevole ai domiciliari per tutti gli imputati.

[ Dichiarazioni spontanee di FW ]
[ Dichiarazioni spontanee di MC, KA, JM, MC ]
[ VV si associa alle dichiarazioni di FW ]




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precisazione
by manlio vicini Monday, Jul. 17, 2006 at 4:32 PM mail:

Cara "odiata vedetta lombarda di supporto legale",
mi dispiace non sia stato inteso il senso del mio riferimento a Genova 2001, nel corso del mio intervento difensivo all'udienza dello scorso venerdì 14.
La citazione muoveva dalla constatazione che il reato di devastazione sembra essere "diventato di moda" dopo Genova 2001, e faceva parte di un più ampio discorso su come alcune ipotesi di reato vengano dilatate a ricomprendervi i cosiddetti "reati sociali", estendendo in una logica di repressione del conflitto l'ambito di operatività di alcune fattispecie criminose.
Su Genova 2001, poi, i pronunciamenti del Tribunale del riesame e della Corte di Cassazione finora intervenuti (e che rischiano di diventare precedenti che indirizzano il formarsi del convincimento del giudice) non sono esattamente favorevoli, da un lato allargando la nozione di devastazione e dall'altro riducendo al minimo la rilevanza dell'elemento intenzionale (consapevolezza di essere partecipe di un contesto "criminoso" unitario) del singolo soggetto che commette un fatto di danneggiamento.
Credevo quindi, e credo ancora, che evidenziare la differenza quali-quantitativa tra ciò che é accaduto a Genova nel luglio 2001 (e che é oggetto di quel processo, ancora in corso, che é altro e diverso da quello che si sta celebrando a Milano) e quanto invece successo in corso Buenos Aires l'11 marzo, avesse e abbia un senso non (evidentemente) per sostenere che a Genova la devastazione sia stata commessa, ma per affermare che di certo non si é realizzata l'11 marzo a Milano.
Le ordinanze e sentenze (non condivisibili) finora intervenute sul reato di devastazione contestato per genova 2001, purtroppo, rischiano di fornire al G.I.P. elementi di diritto su cui fondare una sentenza di condanna per l'11 marzo. Rimarcare la differenza tra i due contesti (che sono stati obbiettivamente diversi, e questa é una valutazione di fatto che non implica alcun giudizio di carattere politico), può (potrebbe...)aiutare il Giudice, che lo volesse, a trovare una via d'uscita ragionevole da un processo su cui vi é una forte aspettativa di punizione esemplare.
Questo credo sia il compito di un compagno che fa l'avvocato e che si trova a difendere compagn* prigionier*: certo svolgere una difesa politicamente dignitosa, ma non certo meno provare a individuare argomentazioni e strumenti tecnico-giuridici che possano essere raccolti dal giudice in vista di una sentenza favorevole, che restituisca la libertà a chi ancora oggi é ingiustamente detenuto.
Sono i sentieri impervi che chi faccia l'avvocato non può permettersi il lusso di non percorrere, a costo di rischiare di scivolare...
Un abbraccio.
Manlio Vicini

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