INFAMI !!!!!!!!!!!!!!
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Liliana Esposito Carbone, insegnante di Locri, della Casa della Legalità e madre di Massimiliano, vittima della violenza mafiosa, assassinato il 24 settembre 2004, è stata aggredita sulla tomba del proprio figlio al Cimitero di Locri, nel giorno in cui sono stati affissi i manifesti per il secondo anniversario della tragedia. La minaccia e l’aggressione, immediatamente denunciata e con l'immediata identificazione dell'aggressore, segue ai passi avanti compiuti nell’inchiesta sull’omicidio di Massimiliano. Liliana non è sola, lo Stato ha dimostrato di esserci, e la società civile, dal mondo delle associazioni alla diocesi, è insieme a lei ed alla famiglia di Massimiliano nel chiedere, rivendicare, verità e giustizia. L'assassino di Massimiliano Carbone, come gli assassini e mandanti di tutti gli omicidi di mafia consumatisi nella Locride, può essere individuato e punito. Non è con nuova violenza e prepotenza che si può fermare la giustizia. Non esiste limite di tempo o di libertà per chiedere verità e giustizia. Ne l’oblio, ne tanto meno minaccia o indifferenza possono fermare la sete di giustizia, come il bisogno di serenità e legalità. Massimiliano merita verità e giustizia, come ogni altra vittima della violenza mafiosa. Liliana e la sua famiglia non sono soli. Non sono mai sole le vittime delle mafie. La Casa della Legalità, legata a Libera, alla Fondazione Caponnetto, a Riferimenti è accanto a loro, insieme alle realtà locali e nazionali impegnate nella difesa della legalità e della giustizia sociale. Nessun cittadino che non si china a suddito, sarà mai solo in questa rivendicazione per la memoria ed una terra libera.
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