NO alla svendita delle aree minerarie del sulcis iglesiente
MONTEVECCHIO
1 Ottobre 2006, ore 10.00
Manifestazione di amore di rabbia di angoscia
( per la sorte del patrimonio geominerario del Sulcis )
Manifestazione di rabbia non impotente per la perdita che i sardi e l'umanitą sembrano condannati a subire con la svendita e la cementificazione (previste dal recente bando regionale) di luoghi lussureggianti e selvaggi di miniera che ancora parlano del sacrificio di generazioni di lavoratori
interverrą il poeta Alberto Masala con lettura di testi
interverranno quanti vorranno dare un contributo anche artistico alla difesa di questi beni inestimabili di natura, storia e cultura che appartengono a tutti (e saranno la prosperitą del popolo che ne fa uso rispettoso)
"Sono le architetture di un'epoca passata sui fianchi delle alte colline affacciate sul mare, a volte a ridosso delle spiagge, sovrastate dalle creste di una catena montuosa frastagliata, fra alti boschi di leccio, macchia mediterranea, foreste protette. Sorgono in una zona costiera in gran parte intatta e scampata all'edificazione che ha interessato molti altri tratti della costa sarda, e carica di suggestione di bellezza e fascino. Un vero spettacolo della natura" (dal bando regionale di vendita).
"I luoghi dell'epopea industriale e operaia dell'Ottocento, le abitazioni dei minatori, le gallerie delle miniere, le laverie, la piccola e la grande architettura legata all'attivitą estrattiva. Un immenso patrimonio di archeologia industriale in una delle parti pił ricche di fascino del Mediterraneo, fra le dune e le foreste di leccio" (bando regionale).
Masua, Monte Agruxau 318 ettari in vendita per 32.520.000 Euro
Ingurtosu, Pitzinurri, Naracauli 329 ettari in vendita per 11.000.000 Euro
Destinazione: strutture alberghiere ricettive (con annessi centri benessere, strutture sportive e per il golf) per 260.000 metri cubi complessivi.
La Sardegna č piena di alberghi vuoti nove mesi lanno. Ne vogliamo altri? Possibile non si riescano a tenere le ruspe lontane almeno da una piccola zona ricca di storia e memoria, un ecosistema delicato, da tutelare e non depredare? non si comprenda che migliori possibilitą di benessere vengano dal coinvolgimento delle popolazioni in progetti di cura, rispetto, recupero della memoria, arti, mestieri, saperi, culture e colture dei luoghi?
Vogliamo che quelle aree rimangano di proprietą pubblica; non si facciano alberghi e campi da golf; sia mantenuta la memoria, narrata la storia delle tante e i tanti che hanno patito e lottato in quelle gallerie; siano preservati ambiente, tipicitą geologiche e florofaunistiche peculiari; sia fatta una bonifica; siano regolati i flussi turistici in modo da ridurne limpatto; siano promosse, solo se necessario ampliate con tecniche ecocompatibili, le risorse ricettive esistenti nei contesti urbani limitrofi; sia favorita la fruizione ecologica (a piedi, in bicicletta) dei siti, visite guidate, albergo diffuso, le produzioni agrobiologiche, artigiane, artistiche locali.
Il richiamo anche turistico delle miniere viene dalla loro attuale condizione: snaturarla porterebbe danni culturali, identitari, ambientali, ma anche economici, notevolissimi. Fermiamo la vendita.
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