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Call center, un nuovo accordo che frega i cocoprò
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dal manifesto Saturday, Oct. 07, 2006 at 1:30 PM |
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Firmato da Cgil, Cisl, Uil e imprese sulla scia della finanziaria. Condona il pregresso, avalla la legge 30 e il lavoro a progetto.
Nuove magagne sul fronte dei call center, e questa volta è addittura la finanziaria, concretizzata due giorni fa da un primo accordo sindacale, a mettere in crisi il risultato dell'ispezione Atesia. E' in atto una vera e propria maxi-sanatoria, un «condono cocoprò», in base al quale una parte dei contributi pregressi e in pratica tutti i differenziali salariali verranno «sanati» ai datori di lavoro grazie a futuri accordi sindacali. In prima fila, tra i «graziati», la Cos di Alberto Tripi, bastonata dall'ispezione che ha imposto l'assunzione di tutti i 3200 parasubordinati e la restituzione dei contributi fino al 2001. Di qualche settimana fa l'appello dell'azienda: assumeremo 4 mila persone se verranno annullate le conclusioni dell'ispezione, e verranno assunti i nuovi criteri stabiliti dalla circolare Damiano. Emessa in giugno, la circolare distingue tra inbound e outbound: i primi (in ricezione telefonate) con il diritto al lavoro dipendente, i secondi (che le fanno) condannati all'eterna condizione cocoprò. Il ministro Damiano, mediatore per eccellenza, ha trovato la quadra: non si è opposto frontalmente al rapporto dei suoi stessi ispettori, pur non condividendone di fatto le conclusioni; piuttosto, ha elaborato in finanziaria un meccanismo con il quale si può procedere all'assunzione graduale dei parasubordinati (solo gli inbound), ma si dispone anche che le parti potranno stipulare accordi che superano le conclusioni dell'ispettorato. Tali intese dovranno disporre delle conciliazioni con i lavoratori, e dunque un condono tombale sul pregresso. La finanziaria, all'articolo 178, recita: «L'accesso alla procedura è consentito anche ai datori di lavoro che siano stati destinatari di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali non definitivi concernenti la qualificazione del rapporto di lavoro. Gli effetti di tali provvedimenti sono sospesi fino al completo assolvimento degli obblighi». Come se non bastasse, la stessa finanziaria parla solo di «passaggi a lavoro subordinato», dunque (perché no?) anche contratti a termine, in apprendistato, interinali, o magari a chiamata. Atesia è esemplare: siamo ancora in fase di ricorso dell'azienda contro l'ispezione, e intanto è sopravvenuto un accordo interconfederale (siglato due giorni fa) che dispone l'applicazione della circolare Damiano per l'intero settore dei call center. E' firmato da Cgil, Cisl, Uil e tutte le associazioni datoriali, e a questo punto non si attende altro che un'intesa aziendale per poter cancellare con un colpo di spugna l'obbligo a risarcire il pregresso contributivo, assumendo solo una parte dei lavoratori. D'altra parte, la Cos sta trasferendo centinaia di dipendenti in Atesia da altre sedi, in modo da far apparire una più alta quota di subordinati nel totale e non dover assumere molti cocoprò. L'accordo interconfederale, firmato anche dalla Cgil, prevede inoltre una grave violazione dei diritti individuali (e perciò indisponibili) dei lavoratori. A differenza dei consueti accordi, infatti, si dispone in un articolo che l'intesa aziendale dovrà disporre i tempi entro cui gli interessati formalizzeranno una conciliazione sul pregresso, scambiandola di fatto con l'assunzione. Normalmente la conciliazione può essere soltanto proposta al lavoratore, e quest'ultimo può accettare o meno di firmarla, oppure procedere con una causa, ma non per questo viene escluso dalla lista degli assumendi. Invece, con questa formula, si obbliga praticamente il lavoratore ad accettare la conciliazione o a essere escluso dall'elenco assumendi. Si potrebbe anche ravvisare una incostituzionalità, perché il sindacato e l'impresa si arrogherebbero un diritto individuale del lavoratore, la sua libertà di procedere a una causa per quanto dovuto. C'è anche un «dolcino» finale: le parti si sono impegnate ad avviare un confronto sullo sviluppo del settore, ai sensi del decreto legislativo 276 del 2003, ovvero della legge 30. Ma la Cgil non era per «cancellare la 30»? Almeno così recitano le tesi approvate al Congresso di Rimini. D'altra parte, se si è accettata nella pratica dell'accordo la logica di condannare in una perenne «serie B del lavoro» i parasubordinati (l'intesa interconfederale autorizza il ricorso al lavoro a progetto per le attività di outbound) è difficile sostenere nella teoria l'esigenza di «riscrivere la 30» e «ricondurre tutto il lavoro economicamente dipendente sotto un'unica tipologia».
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questa è associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all'evasione contributiva...
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Orwelll Saturday, Oct. 07, 2006 at 3:04 PM |
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ai danni dei lavoratori e dell'Inps. A parte il fatto i lavoratori call center non ingoieranno questo rospo...questo tipo di estorsione ha funzionato abbastanza bene nel caso dei circa 16000 ricorsisti di poste italiane,per motivi che non vale la pena riepilogare. Questo genere di estorsione non è solo incostituzionale ma rasenta il codice penale. La certificazione degli enti bilaterali introdotta dalla legge 30 che sarebbe dovuta intervenire al momento della stipulazione dei contratti si poteva configurare come falsificazione contrattuale,a questo punto il ministro Damiano vuole fare agire la "certificazione" nella fase ulteriore attuale per annullare i VERBALI DI ACCERTAMENTO DEI PUBBLICI UFFICILI - ISPETTORI DEL LAVORO - E PER OSTACOLARE IL RICORSO IN GIUDIZO DEI LAVORATORI - CHE E' UN DIRITTO COSTITUZIONALE. SOTTO IL PROFILO DEL DIRITTO SINDACALE E' UN ACCORDO ILLEGITTIMO PERCHE' IL GOVERNO NON PUO COME FA NEL ART 178 C.1 ATTRIBUIRE D'AUTORITA' LA RAPPRESENTATIVITA' AI CONFEDERALI O AD ALTRI : IL PRINCIPIO COSTITUZIONALE ATTRIBUISCE LA TITOLARITA'INALIENABILE DI TALE DIRITTO ALL'ASSEMBLEA DEI LAVORATORI,LA DELEGA NON PUO CHE AVVENIRE NELLE ELEZIONI SINDACALI IN ASSENZA DELLE ELEZIONI SINDACALI RIMANE L'ASSEMBLEA DEI LAVORATORI STESSI SU BASE AZIENDALE A RAPPRESENTARLI.
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Scusa ma...
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precario milanese Saturday, Oct. 07, 2006 at 3:14 PM |
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Perdonami ma in quali call-center esiste un'assemblea ed una rappresentanza sindacale? La maggior parte dei call-center hanno meno di 15 dipendenti assunti e centinaia di lavoratori a progetto con contratti rinnovati semestralmente o annualmente. Questo, di fatto, rende impossibile l'organizzazione sindacale. I rompicoglioni vengono in alternativa: subiscono mobbing, vengono licenziati, messi in reparti confino o il loro contratto non viene rinnovato. Solo nei call-center con una base massiccia di lavoratori assunti a tempo indeterminato esiste la rappresentanza. Vedi call-center Vodafone di Milano o Atesia. Il resto ciccia...
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assemblea dei lavoratori
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rispondo volentieri Saturday, Oct. 07, 2006 at 3:45 PM |
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la dove non è possibile riunirsi in assemblea sul luogo di lavoro,basta riunirsi in una sede diversa... A condizione di avere coscenza e consapevolezza dei propri diritti è sempre possibile fare sindacato... le norme che tu citi sono tese proprio tese a ostacolare l'azione sindacale autorganizzata dei lavoratori...per incanalare i lavoratori verso i sindacati confederali. D'altra parte le ore annuali per le assemblee autorizzate retribuite sono solo 10 all'anno. Anche nei casi che citi i lavoratori sono stati costretti a riunirsi fuori dal luogo di lavoro e non hanno eletto le Rsu.
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Mi sa che siamo d'accordo!
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precario milanese Saturday, Oct. 07, 2006 at 3:59 PM |
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Ma infatti quelle merde di Treu e Biagi l'hanno studiata bene per mettercelo nel culo... I call-center si portano dietro una serie di problemi decisivi. - PAURA - La gente ha paura di mettersi in gioco. Del resto i contratti atipici rendono così debole e ridicola la posizione del lavoratore di fronte all'azienda che uno è obbligato ad ingoiare palate di merda che nella vita di tutti i giorni mai sarebbe disposto ad ingoiare! Del resto meglio un lavoro di merda che ti consente di portare a casa 900 euro al mese che stare in mezzo ad una strada... Come già detto i pochi coraggiosi e rompicoglioni vengono sottoposti ad un mobbing spietato e relegati in veri e propri reparti confino. Se non la smettono licenziamento e non rinnovo del contratto. Tanto il tourn-over è altissimo e la professionalità richiesta molto bassa! Frutti velenati dell'outsourcing... - MANCANZA DI MEMORIA - Nella maggior parte dei call-center non c'è nessuno che tramandi ai più giovani la storia e la memoria delle lotte passate. Ci si trova così a dover ripartire sempre da capo. Spesso senza avere nessuna nozione su come e cosa bisogna fare per organizzarsi. I casi di Vodafone ed Atesia sono delle perle in una situazione così drammatica. - APATIA - Io la chiamo la "sindrome della pappa pronta". E' tipica di noi Italiani. Tutti che si lamentano, tutti che si lagnano, ma nessuno che muova un dito o faccia un cazzo per cambiare lo stato delle cose... Nessuno disposto a mettersi in gioco in prima persona. Quei pochi che ci provano vengono subito additati per i loro errori. Grazie al cazzo! Tutti maestri (a parole). Tutti a lamentarsi del Governo come se le conquiste dei lavoratori degli ultimi 150 anni (esclusi gli ultimi 25 si intende!!!!) non fossero costate lacrime e sangue. La gente ha perso l'idea che se uno vuole una cosa se la deve sudare. Nessuno ti concede nulla. Tanto meno il capitale! E allora hai voglia che fatica organizzare il sindacato!
P.S. Da me, con molta fatica, qualcosa si muove :)
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Inutile ironia
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uno Saturday, Oct. 07, 2006 at 6:24 PM |
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Io eviterei quest'ironia sul 4 Novembre. Quel corteo potrà avere due sbocchi: la solita minestrina riscaldata della parata precaria con il solito carico di lagnanze o la scintilla per una mobilitazione più ampia e diffusa. Ci vorrebbe solo un'idea geniale capace di sparigliare il mazzo!
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non è ironia
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augh Saturday, Oct. 07, 2006 at 10:18 PM |
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...si tratta di amarezza, perchè tanti precari, tante persone verranno ancora prese in giro. ...si tratta di incazzatura, perchè è chiaramente strumentale l'appuntamento del 4 nov., serve a tenere sotto controllo ogni possibile dissenso, imbrigliarlo a quei stessi soggetti che erano in piazza contro la guerra e ora votano in parlamento a favore. ...si tratta di delusione, per chi ancora non ha capito il giochetto dei pompieri -cgil o cobas che siano- tutto ciò col massimo rispetto per quelle persone che, in buona fede, credono che con questi soggetti si vada lontano.
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mentre i giornalisti scioperano...i funzionari sindacali passegiano
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ironico Saturday, Oct. 07, 2006 at 10:40 PM |
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ma non l'ho avete ancora capito...i giornalisti scioperano bloccando l'informazione fine settimana colpendo pesantemente i profitti degli editori...mentre i funzionari e burocrati della fiom etc profumatamente pagati dai lavoratori per organizzare gli scioperi,(la fiom ha addirittura una cassa di resitenza messa su in tutta fretta durante la vertenza fiat di melfi, con una discreta disponibilità,che è possibile incrementare per sostenere gli scioperi) e non proclama un ora di sciopero...magari proprio nelle aziende che applicano le legge 30... confrontate l'azione della Fnsi e Usigrai con l'azione della sinistra confederale,cobas,prcsincobas e traetene le giuste conclusioni. Senza contare che alcuni promotori avanzano la proposta di riscivere nientemeno che il codice civile invece di abrogare la legge 30...ma si può stare certi che la maggioranza parlamentare non ha bisogno di suggerimenti sull'argomento legge 30...vedi l'art 178 della finanziaria.
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Come fai ad apprezzare i giornalisti?
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uno Sunday, Oct. 08, 2006 at 12:12 AM |
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Ma come si fa ad apprezzare una categoria come i giornalisti!!?? Gentaglia che fino a quando non è toccato a loro non ha mai espresso un minimo (dico un minimo) di solidarietà per le altre categorie colpite dalla precarizzazione: operai, insegnanti, impiegati, operatori di call-center, autoferrotramvieri, ferrovieri che fossero... Tutti sempre sull'attenti alle richieste dei loro editori di merda. Tutti ad incensare per 15 anni il mito della flessibilità... Una categoria corporativa di servi che adesso che tocca anche a loro si ribella. Troppo tardi direi...
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meglio tardi che mai
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meglio tardi che mai... Sunday, Oct. 08, 2006 at 12:53 AM |
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concordo con te,ma quello dei giornalisti è uno dei pochi tentativi (l'unico come categoria) di abrogare di fatto la L.30: recriminare non serve,bisogna studiare e imparare... conoscere la ragione fondamentale degli scioperi,cui si cerca di mettere la sordina,da parte degli stessi giornalisti,permette di valutare a pieno la malafede e il disfattismo dei sindacati confederali/non e di altri... il 4 novembre i funzionari della fiom etc manifesteranno,quando invece sono pagati dai lavoratori per orgnaizzare scioperi che non organizzano...e considera che la fiom ha un cassa di resitenza messa con discrete disponibilità,messa su in tutta fretta durante la vertenza fiat di melfi...altro che fnsi-usigrai!
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