Ecco una piccola (e datata) raccolta di testimonianze ed articoli apparsi nei quotidiani locali, che testimoniano il comportamento dei soldati americani che si trovano alla caserma Ederle. Come si fa a non volerne di più? Eh?
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IL COMPORTAMENTO DEI SOLDATI AMERICANI DELLA CASERMA EDERLE VICENZA
Racconto di una delle tante serate in cui i militari USA di stanza in Italia si cimentano in comportamenti esemplari Puoi trovare dettagli riguardo questi giovani eroi direttamente sulla pagina della loro brigata : http://www.173abnbde.setaf.army.mil/
Domenica 5 settembre 2004, sono le 23.30. Arrivo a Grantortino (PD), alla festa "Eat the Cat" sta suonando l'ultimo gruppo, hardcore americano della west coast. Incontro un amico, mi indica la folla sotto il palco e mi racconta che un gruppo di giovani americani sta rompendo le palle alla gente fin dall'inizio della serata: pogo pesante, spintoni violenti, atteggiamento aggressivo e strafottente. Mi avvicino al palco e in effetti dietro le prime due file di spettatori c'e' una zona semivuota di una decina di metri, in cui 6-7 tipi stanno praticamente pogando da soli. Sono tutti muscolosi, tutti rasati, tutti bianchi, tutti o quasi tatuati. E fin qua, niente di male. Niente di male neanche nel fatto che siano palesemente americani, se non fosse che con ogni probabilita' sono fottuti soldati dell'esercito USA. Mi metto ai bordi del cerchio e li osservo attentamente. Fingono di azzuffarsi tra loro, si spingono violentemente, finiscono con altrettanta violenza addosso al resto del pubblico, chiedono scusa con espressione angelica e poi ricominciano. Ad un certo punto due giovanissimi punk -visibilmente scazzati da questi idioti- si piazzano al centro del cerchio. La provocazione viene raccolta dagli yankee che coinvolgono pesantemente i due punk nel pogo. I due punk resistono, nonostante gli yankee li superino per numero e per massa muscolare. Qualche persona attorno inizia ad irritarsi. Dopo un po' i due punk si spostano e gli yankee continuano nel loro giochino. Ad un tratto uno di loro, che da un bel po' stava letteralmente marciando lungo il bordo del cerchio, inizia a fare il passo dell'oca e a mostrare il braccio teso. Non sopporto i nazisti ne' gli atteggiamenti nazisti, cosi' gli vado incontro muovendo l'indice come a dire "no". Il tipo finge di ignorarmi, e mi scansa, io gli grido "stop", lui continua e si fa un altro giretto. Ripeto il gesto, il tipo mi ignora ancora e poi ricomincia a pogare con i suoi amici. Noto uno di loro che non sta pogando, e che ha una faccia triste che sembra dire "che figura di merda stiamo facendo" o qualcosa del genere. Mi avvicino a lui e gli dico in inglese che il comportamento da nazi del suo amico non va bene, non va bene per un cazzo. Il tipo annuisce. Ritorno dai due punk, che ora stanno litigando con due degli americani, che gridano insulti e altre cose che non riesco a capire, mi metto tra di loro in modo che perlomeno i due punk non si sentano lasciati soli. Nel frattempo infatti il concerto prosegue, nessuno dell'organizzazione si interessa a quanto sta succedendo, e nessun altro del pubblico sembra avere voglia di intervenire. I due yankee incazzati vengono riportati indietro dai loro amici, io mi dirigo dal tipo di prima e gli chiedo se posso parlare con lui. Ci allontaniamo dal casino e iniziamo a parlare in inglese. Il dialogo e' stato piu' o meno questo: - Tu e i tuoi amici siete soldati della caserma Ederle? - Si'. - Il comportamento del tuo amico non va un cazzo bene. Io non sopporto gli atteggiamenti da nazi. In un altro posto, in una situazione differente, tu e i tuoi amici -o almeno quel tuo amico la'- sareste stati riempiti di botte. - Ma, vedi, fondamentalmente quel tipo e' solo uno stupido e un ignorante, ed e' ubriaco. Non sa quel che fa. Guarda la televisione, vuole farsi vedere, e mettersi in mostra. Non e' un nazi. - Ho capito, ma questa e' una spiegazione, non e' una scusa. Non e' una giustificazione. - Si', sono d'accordo con te, ma... - Io ti consiglio di prendere i tuoi amici e di portarli via, perche' questa situazione puo' diventare pericolosa. Magari non per loro, che sono grossi e muscolosi, ma per altre persone. - Ok, tu mi dai una mano a fare in modo che non succeda niente, e io me li porto via, appena finisce il concerto.
Dopo un paio di canzoni il concerto finisce, e un quarto d'ora dopo, finalmente, i soldatini tornano alla loro caserma del cazzo. Vedo qualche faccia che conosco tra gli organizzatori, e vado a chiedere se sono al corrente di quanto era successo. Non lo sono, e gli racconto com'e' andata. Mi spiegano che in precedenza i carabinieri gli avevano dato istruzioni di non intervenire. A quanto ho visto io, una fiat punto dei carabinieri e' apparsa nell'area della festa solo verso la fine del concerto, e non ho visto alcun intervento da parte loro. Incontro altri amici, beviamo e discutiamo assieme. Tutti siamo molto incazzati per la presenza di questi fottuti militari. Non c'e' nemmeno bisogno di spiegare perche': da decenni Vicenza e' occupata da una delle piu' grandi basi militari americane; a fronte di 120.000 abitanti ci sono 10.000 statunitensi (tra soldati, impiegati, familiari - dati del Giornale di Vicenza); da qui sono partiti per l'Iraq migliaia di assassini, e qui sono ritornati da pochi mesi. Sotto i colli di queste zone erano -o sono tuttora- conservate le loro armi di distruzione di massa. E quando la sera i loro soldatini vanno ad ubriacarsi, pestano la gente (e' accaduto decine di volte) o si esibiscono nel passo dell'oca. E' una magra consolazione aver saputo che questa sera due di loro sono stati portati via in ambulanza per essersi feriti da soli mentre pogavano. Un'altra piccolissima soddisfazione, piu' divertente, viene da una delle ragazze che stavano al bancone del bar. Per tutta la serata, ha sputato nelle loro birre, prima di servirgliele. Alla fine saluto gli amici e le amiche, prendo la macchina e mi dirigo verso casa. Lungo la provinciale, fuori dal centro abitato, supero un tizio che cammina da solo e parla al telefonino. Fermo la macchina, torno indietro, lo raggiungo.
- Hai bisogno di aiuto? - Excuse me? - Do you need help? - Yes...Caserma Ederle. - Are you a soldier?, gli chiedo. - Yes. - I don't like soldiers.
E me vado a casa.
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dal GIORNALE DI VICENZA
Martedì 20 Luglio 2004 Numerose le violenze attribuite agli americani. La denuncia di una barista Ubriachi, rissosi e vandali I parà della Ederle nel mirino
(d. n.) Ubriachi, rissosi e vandali. Non ha mezzi termini Luigina Stecco, titolare di un bar della zona Est della città nel definire i paracadutisti della caserma Ederle. Non siamo tornati negli anni Settanta, quando le devastazioni erano quotidiane - spiega senza indicare il nome del suo locale perchè teme ripercussioni - ma poco ci manca. Ieri, per lennesima volta, hanno rotto bicchieri e bottiglie nel mio bar. Sono sempre loro. Quelli che tornano dall' Iraq vivono in un altro pianeta, bisogna fermarli in qualche modo. La cronaca delle ultime settimane dà ragione allo sfogo dell'esercente. Sono sempre più numerosi, infatti, gli episodi di violenza che vedono coinvolti cittadini americani. Per citare gli ultimi e più clamorosi, un accoltellamento fuori dalla discoteca "Nordest" di Caldogno, l'arresto di un militare per maltrattamenti e sequestro di persone, le sei denunce per danneggiamenti sabato notte fra corso Padova e viale Margherita, il caos generato all'esterno del ristorante "Da Remo". In tutti questi casi, intervengono i carabinieri della Setaf e la Militar Police, in altri le volanti della questura. Dalla caserma Ederle, quando in primavera fu arrestato da parte della Squadra mobile un paracadutista della 173esima per violenza sessuale, giunsero voci rassicuranti: era in corso un servizio di supporto psicologico per chi era tornato dalla guerra fra i militari a stelle e strisce e le bande irachene. Francamente, a noi interessa poco - incalza Stecco - e ci viene il dubbio se Vicenza sia il posto giusto per ospitarli. Io non ho nulla contro di loro, perchè mi hanno fatto lavorare tanto. E non posso non sottolineare che anche gli italiani o gli altri immigrati quando bevono diventano intrattabili. Però gli statunitensi fanno paura, soprattutto perchè si muovono in tanti. Capita spesso, nel fine settimana, di averne una decina dentro il bar. Alcuni di loro bevono un drink e se ne vanno in discoteca, altri invece restano e si ubriacano senza alcuna moderazione. A quel punto gli altri clienti se ne vanno perchè hanno paura, e basta una scintilla per far scattare una rissa. Credo che dovrebbero essere svolte delle azioni di prevenzione da parte delle forze dellordine. I sei giovani americani fermati dalla polizia vicentina in viale Margherita sono stati consegnati alla Militar Police americana. Saranno denunciati e rischiano il posto di lavoro. Mi auguro che non siano protetti - conclude la barista - perchè altrimenti significa che c'è una doppia giustizia, e questo sarebbe certamente uno scandalo.
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IL GAZZETTINO (Vicenza) Militare Usa e tunisino accoltellati al Nordest
(B. B.) Accoltellamento all'alba davanti al Nord Est, la frequentatissima discoteca di Caldogno, meta anche di moltissimi militari Usa. Qui, l'altra mattina alle quattro, è scoppiata una rissa furiosa. La lite, che sarebbe degenerata a causa dell'alcol, è stata talmente violenta che sono volati coltelli. Sono rimasti gravemente feriti Marcus Klenn, 22 anni, militare alla Caserma Ederle, e un extracomunitario tunisino. Alcuni testimoni avrebbero notato Klenn disquisire in maniera molto accesa con un altro ragazzo. Improvvisamente, s'è visto il sangue. Klenn era infatti stato colpito al torace da una lama acuminata. Immediatamente sono stati chiamati i soccorsi, sono arrivate le ambulanze del Suem 118 e l'americano è stato portato d'urgenza in Pronto Soccorso. Le ferite riportate non sono state fatali, ma i medici hanno dato al militare 35 giorni di prognosi. Anche chi ha cercato di salvare la situazione è stato preso a colpi di coltello. Per tentare di placare la rissa, accesa probabilmente dall'alcol, e di allontanare i due litiganti era infatti intervenuto un altro giovane, un extracomunitario tunisino. Anche lui, secondo le testimonianze, è stato attaccato brutalmente ed è stato colpito con lo stesso coltello sferrato contro Klenn. Non si sa per quanti giorni ne avrà ma è comunque finito in ospedale.Chi ha sferrato quei colpi non è ancora stato identificato, ma i carabinieri della Setaf stanno svolgendo indagini minuziose per arrivare a lui. Già ieri sono stati infatti sentite alcune persone che hanno assistito alla scena
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IL GAZZETTINO (Vicenza) PARA' TEPPISTI
Undici auto danneggiate. E' il risultato di un raid dei sei parà della caserma Ederle tutti un po' alticci. La notte tra sabato e domenica i militari americani hanno sfogato la loro rabbia causata dai fumi dell'alcool prendendosela con le auto parcheggiate soprattutto in via Padova. Sono stati denunciati e riportati dalla polizia militare nella caserma di viale della Pace.
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IL GAZZETTINO (Pordenone) BASE USAF Condannato per ubriachezza
La Corte marziale della Base Usaf di Aviano ha riconosciuto colpevole un aviere dei reati di simulazione d'infermità, ubriachezza e condotta sregolata, condannando l'imputato alla pena di 20 giorni di reclusione e al degrado. Protagonista della vicenda l'aviere di prima classe Justin Alexander, in forza al 31. Communications squadron. A suo tempo, Alexander aveva dichiarato ai suoi superiori che era affetto da leucemia - risultato poi inesatto - e che era perciò settimanalmente sottoposto a trattamenti medici che lo spossavano, in particolare ogni venerdì. E per questo motivo - adducendo cioè la supposta malattia - non si presentava in servizio il venerdì per complessivi 6 mesi. In più , alle 4 del mattino del 28 marzo scorso, Alexander venne pescato ubriaco in camerata. Allorchè il supervisore del dormitorio gli intimò di calmarsi, Alexander rispose che non stava poi causando granchè disturbo e che quindi non avrebbe cambiato atteggiamento. All'arrivo dei superiori, l'aviere fu sottoposto all'alcoltest, risultando positivo. Di qui il deferimento alla corte marziale. Alexander sconterà la pena nel carcere militare di Mannheim, in Germania.
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Da: Il Gazzettino di Venezia del 10/05/2004 Tre soldati Usa bloccati a Ca' Grimani Venezia
Sono stati notati - poco dopo le 19 - da una pattuglia dei vigili urbani in servizio nella zona mentre cercavano, tranquillamente, di scavalcare il muro di cinta di palazzo Grimani sede della Corte d'Appello. Immediatamente è scattato l'altolà da parte degli agenti di polizia municipale, ma i quattro a quel punto erano già saltati nel cortile interno.E' stato subito chiesto, quindi, l'ausilio anche di una Volante della polizia e dei carabinieri per entrare all'interno, dove i quattro sono stati dapprima inseguiti e poi fermati. Autori dell'inspiegabile bravata - che costerà loro cara - tre militari americani della caserma "Ederle" di Vicenza e una ragazza che era in loro compagnia, tutti in apparente stato di ubriachezza. Dopo essere stati tutti denunciati, i tre militari americani sono stati fatti rientrare in caserma a Vicenza.
PER SEGUIRE LE QUESTIONE DAL MOLIN CONSULTA : http://www.altravicenza.it/
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