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Locri - "Quella Asl era in mano alle cosche" - La relazione secretata pubblicata
by ragazzi di calabria Wednesday, Oct. 25, 2006 at 5:30 PM mail:

La relazione secretata dal Viminale

Ecco i risultati dell'indagine voluta da Pisanu dopo l'omicidio Fortugno

Connivenze mafiose, assunzioni e appalti irregolari e un tessuto pesantemente inquinato


I ragazzi di Locri manifestano contro la mafia in occasione del primo anniversario dell'omicidio Fortugno
Un'azienda sanitaria "pesantemente infiltrata dalla criminalità mafiosa". Così viene descritta l'Asl numero 9 di Locri nella relazione conclusiva della commissione di accesso voluta, dopo l'omicidio di Francesco Fortugno, dall'allora ministro dell'interno Giuseppe Pisanu, consegnata nel marzo 2006 e rimasta secretata fino a qualche giorno fa.

L'azienda sanitaria è quella dove aveva lavorato Fortugno anche in qualità di primario, prima di dedicarsi alla politica e diventare vicepresidente del consiglio regionale calabrese, e dove lavora ancora la moglie Maria Grazia Laganà (attualmente deputata della Margherita) e dove lavoravano, fino all'arresto nel marzo 2006, i presunti mandanti dell'omicidio legati al clan Cordì. Basta scorrere le quasi 200 pagine della relazione per rendersi conto di quanto fosse inquinato il contesto in cui si è sviluppato l'omicidio Fortugno.

Il caso Tavernese. Il 23 gennaio 1993 Domenico Tavernese, medico dentista, collaboratore dell'Asl numero 9 di Locri, viene arrestato su mandato della procura della Repubblica di Catanzaro per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione e usura. Nella stessa indagine è coinvolto Domenico Aquino esponente di spicco dell'omonimo clan calabrese. Il 12 maggio 2003 il dottor Tavernese, fermato dalla polizia, si rifiuta di fornire la propria identità e, di conseguenza, viene denunciato.

L'8 ottobre 1996 viene condannato a un anno di reclusione e a mille euro di multa per usura. Il 19 ottobre 2005 Tavernese viene fermato dalla polizia in compagnia di Rocco Jiritano e Antonio Ursino, secondo gli inquirenti, appartenenti, a vario titolo, alla cosca Ursino-Macrì.

Domenico Tavernese, dal 2002, è amministratore unico del Medi-Odonto Center srl di Gioiosa Ionica laboratorio che fornisce prestazioni in regime di convenzione all'Asl numero 9 di Locri. Nonostante la condanna per usura, nonostante i precedenti e le continue frequentazioni con la criminalità organizzata, l'azienda sanitaria locale non ritiene di sospendere il rapporto con il laboratorio "che pertanto ha continuato ad erogare prestazione retribuite dalla Amministrazione, con importi ben superiori a quelli consentiti".

Se i legami tra Tavernese e l'Asl numero 9 di Locri fossero un'eccezione non farebbero notizia. Invece, secondo quanto emerge dalla relazione, rappresentavano la regola. Sono decine gli episodi evidenziati dalla relazione fitta di dati, nomi, riferimenti giudiziari e di polizia che delineano i contorni di un'azienda sanitaria pubblica in cui le cosche mafiose (almeno nel periodo 2000-2005 preso in considerazione dalla commissione d'inchiesta) fanno il bello e il cattivo.

Emerge che le famiglie della 'Ndrangheta, non solo occupano l'Asl di Locri facendo assumere propri affiliati e congiunti, ma ne condizionano per anni appalti, gare, funzionamento. Con un evidente e ingiustificato lievitare della spesa pubblica, con sprechi e inefficienza e senza alcun controllo da parte delle autorità dello Stato che i controlli avrebbero dovuto effettuare.

Sotto la lente della commissione d'accesso - formata principalmente dall'allora prefetto Paola Basilone, dal maggiore della Guardia di Finanza Luciano Tripodero e da Michele Scognamiglio - finiscono tre particolari e delicatissimi ambiti di pertinenza della Asl calabrese: la gestione del personale, gli accreditamenti e i contratti.

Gli accreditamenti. Dall'analisi effettuata sugli accreditamenti di società, laboratori, centri diagnostici che fornivano prestazioni all'azienda sanitaria emerge come "nessuna documentazione antimafia sia stata richiesta". In cinque anni, dal 2000 al 2005, nessuna delle aziende prese in esame ha mai fornito documenti che provassero la totale estraneità a contesti o legami mafiosi. Il caso Tavernese, come detto, non è isolato.

Il Pio Center srl. Il Pio Center-centro di ricerca clinica e patologica medica srl con sede a Bovalino (Rc) è interessato da due provvedimenti di sequestro dei beni emessi dal tribunale di Reggio Calabria "in quanto - si legge nella relazione - considerato dagli inquirenti facente parte del patrimonio di Antonio Nirta", potente boss di una famiglia dell'ndrangheta per quattro anni interessato da provvedimento di sorveglianza speciale, elemento considerato molto pericoloso.

Il Pio Center srl, oltre a occupare i locali di uno stabile intestato a Antonia Giorgi, moglie di Nirta, è al 96% di proprietà del Poliambulatorio Salus srl le cui quote sociali sono tutte riconducibili a membri della famiglia Nirta.

L'Asl di Locri intrattiene con questa struttura rapporti continuati tanto da versare alla stessa, a partire dal 1984 e fino al 2005, 61mila euro annui per l'affitto di locali e attrezzature radiologiche. Scrivono gli inquirenti: "È da sottolineare la sostanziale inerzia della A. S. che non ha mai acquisito, come già detto, nessuna informazione o comunicazione antimafia sulla struttura e compagine societaria accreditata, che poi è risultata infatti colpita da misure cautelari".

Spesa pubblica triplicata. La relazione spiega quindi che, oltre agli evidenti legami con le organizzazioni mafiose, la gestione degli accreditamenti ha quale risultato lo sforamento sistematico dei tetti di spesa e "la reiterata violazione delle regole poste a base del rispetto dei budget fissati con il Fondo sanitario regionale annuale assegnato".

Per esempio, si legge, "il tetto di spesa complessivamente sostenuto nel periodo 2000/2005 è pari a 88.227.864,90, che è quasi il doppio della spesa massima autorizzabile se calcolata moltiplicando per 6 (e quindi con largo margine di prudenza) il tetto di spesa annuale più prossimo, pari a 8.262.414,90 (limite di spesa annuo 2004)".

Non è tutto. Emerge che nel periodo 2000-2005 sono stati pagati 11.224.919 interventi su un campione di popolazione di circa 135mila abitanti; nello stesso periodo sono stati erogati 84,6 servizi per ogni abitante e, infine, ogni cittadino residente nel territorio dell'Asl di Locri ha fatto ricorso alle strutture convenzionare 13,96 volte all'anno. Cifre che vengono definite nella relazione "assolutamente non giustificabili".

Il caso Fiscer. Tanto per chiarire bene l'entità dello sperpero messo in atto dall'Asl 9 di Locri la commissione cita il caso del laboratorio Fiscer: "Particolarmente eclatante poi è il caso del laboratorio Fiscer, il cui tetto di spesa autorizzato, nel periodo 2000/2005, è pari a € 10.131.780,00 (dato effettivo 2004 moltiplicato per 6, parametro teorico di confronto), mentre risultano fatture effettivamente pagate, nel medesimo periodo, per un importo di € 31.544.414,00".

La commissione segnala inoltre che a carico del direttore sanitario della Fiscer, Pietro Crinò, risultano denunce per i reati di favoreggiamento, ricettazione e falso. Ancora una volta, dunque, sprechi e connivenze con la criminalità.

Contratti. Oltre a violare sistematicamente tutte le normative antimafia, la gestione degli appalti avviene nella confusione generale, senza il rispetto di criteri fissi e in beffa alle norme che regolano il libero mercato.

Si legge: "La A. S. ha spesso fatto ricorso a rinnovi o proroghe dei contratti già esistenti, a trattativa privata, eludendo gli obblighi della gara. Il ricorso a tale sistema di gestione è avvenuto in modo troppo frequente da non poter lasciar intendere che l'esigenza della proroga fosse sempre effettivamente conseguente ad una obiettiva ragione di urgenza e non invece ad un deliberato comportamento dell'ente di eludere i principi di legalità". Inoltre, dopo aver prorogato il contratto l'Asl non provvedeva ad indire alcuna gara d'appalto nei fatti aggiudicando i servizi con una trattativa privata.

La Coop Service. Per spiegare meglio il malcostume evidenziato dalle indagini la commissione cita il caso della Coop Service che ha gestito il servizio di pulizia degli ospedali di Locri e Siderno e che, nel periodo 2000-2005, ha ottenuto dall'Asl importi pari a euro
8.461.383,82.

La Coop entra in rapporto con la Asl nel 2000, non attraverso regolare gara di appalto del servizio, ma subentrando a personale ausiliario che fino a quel momento gestiva le pulizie per conto dell'azienda. Per ben due anni, fino al 2002, l'Asl non procede a indire alcuna gara.

Quando finalmente viene messa a bando la licitazione privata è vinta dalla Anti Luxtauria. Contro tale aggiudicazione la Coop Service fa ricorso al Tar della Calabria e lo vince. L'Asl, invece di opporsi di fronte al Consiglio di Stato, decide di procedere a una nuova gara, che in realtà scatterà solo nel 2003 (sette mesi dopo la sentenza del Tar). Nel frattempo la Coop service continua a gestire le pulizie dei due ospedali.

La gara viene aggiudicata alla Coop Service con un importo di 1.313.000,13 euro su una base d'asta di 910.000.000. Si oppongono due ditte concorrenti: il consorzio Miles, escluso dalla gara e la ditta La Fiorita. Entrambe contestano nel merito il bando e il risultato della gara dai quali risultano forti incongrunze. Per esempio: il ministero del lavoro stabilisce che, nel settore delle pulizie, un dipendente di secondo livello debba essere pagato mediamente all'ora 13,51 euro. Non a caso tutte le ditte offrono questa cifra, tranne la Coop che offre 11,98 euro, "cifra di gran lunga inferiore a quello fissato dal decreto ministeriale".

Non è finita qui. Alla Coop Service vengono anche assegnati i servizi di ristorazione degli ospedali di Siderno, Locri e Caulonia in barba al fatto che il commissario abbia già assegnato tale servizio alla Siarc srl. La Asl di Locri, infatti, revoca la delibera del commissario e assegna alla Coop un ulteriore contratto di 290mila euro (che, secondo la procedura Ue avrebbe richiesto - visto l'importo - una gara ad evidenza pubblica).

Tutto il pasticcio è condito dal fatto che la Coop Service, si legge nella relazione, "è interessata da importanti e rilevanti accertamenti di polizia giudiziaria". Su 154 soci dipendenti, 12 hanno precedenti penali e "23 sono legati da vincolo di parentela diretto, perché figli o coniugi, con appartenenti di primo piano delle organizzazioni mafiose locali" (i clan Macrì, Cataldo, Alecce).

Sono ben 21 le pagine dedicate dalla relazione a questa mappa dei legali mafiosi che inevitabilmente, sostiene la commissione, si riverberano sulla gestione dell'Asl 9 di Locri. Mappa che, non va dimenticato, riguarda unicamente la Coop Service.

Per esempio emerge un quadro in cui operatori che avrebbero dovuto svolgere compiti di sostegno e aiuto a personale disabile o in difficoltà (questo lo scopo sociale della Coop) in realtà sono denunciati o condannati per reati come lesioni personali o contro la famiglia, falso, truffa, rissa, ricettazione, contrabbando, porto e detenzione abusiva di armi, produzione e spaccio di sostanze stupefacenti, fino all'associazione di stampo mafioso.

Emerge un quadro in cui le famiglie Macrì, Cataldo, Alecce - attraverso mogli, figli, cugini e parenti di vario livello (spesso personalmente incensurati) - sono presenti come una longa manus sulla sanità della locride, infiltrando propri uomini, gestendo servizi ottenuti dall'Asl con gare dalle procedure per lo meno dubbie (come si è visto per la Coop Service).

Acquisti, ma da esclusivisti. Il capitolo dei contratti prende diffusamente in considerazione anche l'acquisto di materiale, prodotti e presidi sanitari che sistematicamente vengono spacciati (dai dirigenti dlel'Asl firmatari delle richieste) come unicamente realizzati e distribuiti da alcune ditte della Locride (definite esclusiviste) per poter aggirare l'ostacolo delle gare pubbliche e indirizzare su alcuni produttori le scelte e, di conseguenza, i soldi pubblici.

"Tale metodologia denota quindi la reiterata e sistematica violazione delle norme poste a base del buon andamento e della economicità della spesa". Sprechi, dunque. Per centinaia di migliaia di euro. Con questo metodo l'Asl acquista materiale chimico (sufficiente per sei mesi) dalla M. D. O. srl di Catanzaro per euro 31.126,00; protesi vascolari dalla Bios srl di Catanzaro: 41.330,00 (per sei mesi); prodotti di urologia dalla Attimed sas: 108.064,40.

Prima regola: evitare "dispetti". Nel calderone delle regole violate finiscono anche 'piccolezze' come le gare differenti per lavori identici. Capitolo questo sul quale i commissari chiedono spiegazioni all'Asl. La risposta arriva il 15 febbraio 2006 dall'architetto Galletta - responsabile dell'Ufficio tecnico - che, candidamente, spiega che questa è la consuetudine per evitare "dispetti" tra ditte: "Le scelte operate in tal senso dall'Ufficio Tecnico ..... trovano ragione, nell'"opportunità" che, in generale, i lavori di importo complessivo non rilevanti, concernenti il presidio di Locri, vengono affidati e quindi eseguiti da ditte di Locri ed analogamente, per il presidio di Siderno, da ditte di Siderno; ciò al fine di evitare "dispetti" tra soggetti economici dei due circondari".

Non appaia strano il fatto che le imprese che si aggiudicano i lavori appartengano o facciano riferimento a personale in odore di mafia, come nel caso della Tallura costruzioni che si aggiudica una gara per la manutenzione del verde (euro 38.038,14) e il cui titolare Francesco Tallura è stato arrestato nel 1986 per violenza, segnalato per il reato di associativo di stampo mafioso nel 1999 e, nello stesso anno, denunciato per reati contro la pubblica amministrazione.

Il personale. L'assoluta confusione nella gestione e nell'assetto organizzativo dell'azienda sanitaria impedisce ai commissari di avere "un quadro certo, definito dell'azienda con l'identificazione del posto in organico e della relativa figura professionale che lo ricopre".

L'Asl però era già stata segnalata alla procura distrettuale antimafia di Reggio per assegnazione di incarichi di direzione nonostante il divieto della Regione. E' proprio il capitolo sul personale che evidenzia i lagami strutturali e continuati tra l'Asl 9 e la criminalità organizzata. E, in particolare, il controllo effettuato da quest'ultima sulla azienda pubblica, attraverso le "pressioni" di "personale, medico e non, legato da rapporti familiari a noti esponenti della criminalità organizzata locale o comunque interessati da rilevanti precedenti di polizia o penali".

Scrivono sempre i commissari del Viminale: "Tale presenza denota, al contempo, tanto la causa quanto l'effetto della ingerenza della criminalità organizzata nella gestione dell'azienda, perché si traduce nella possibilità di imporre dall'esterno le scelte di assunzione o quantomeno, come si vedrà, di impedire lo scioglimento dei vincoli lavorativi, sia al fine di tener sempre sotto verifica, dall'interno le scelte gestionali, sia per poter garantire la tenuta di una gestione clientelare. In questo contesto, infatti, si spiega la mancanza presso la A. S. di una commissione di disciplina del personale". Questo stato di cose raggiunge diverse situazioni paradossali.

Interdetto, ma l'Asl lo riammette. Giorgio Ruggia condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione e alla interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, dopo una breve sospensione, viene riammesso in servizio con delibera del direttore generale dell'Asl. Viene così vanificata la sentenza della corte d'appello.

Impressionante l'elenco di reati accertati o semplicemente oggetto di segnalazione da parte delle forze di polizia che riguardano Ruggia: associazione di stampo mafioso, detenzione di armi, furto, rapina, estorsione, minacce, frequentazione di pregiudicati appartenenti alla cosca mafiosa Cordì. I relatori scrivono che "Ruggia lavora ancora nell'Asl 9 di Locri".

Detenuto stipendiato. Pasquale Morabito, psicologo presso la Saub di Bovalino, dal 1992 al 2002 continua a percepire lo stipendio dall'Asl nonostante si trovi in carcere per una condanna per associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti e associazione di stampo mafioso.

L'Asl non solo ha pagato per dieci anni lo stipendio a un pregiudicato che non lavorava più per l'azienda, ma quando finalmente se ne è accorta - si legge nella relazione - "non ha nemmeno avviato azioni di recupero". Così Morabito è costato due volte alle casse pubbliche calabresi: come detenuto e come stipendiato dell'Asl 9 di Locri.

Conclusioni. Secondo i commissari l'azienda non sono è stata pesantemente infiltrata dal sistema mafioso che ne ha condizionato scelte e gestione, ma è responsabile di non aver messo in atto gli adeguati controlli che avrebbero potuto almeno evidenziare tale infiltrazione. Oltre a evitare lo spreco sistematico delle risorse pubbliche.

Invece si è verificata la "sistematica omissione dell'A. S. nell'attivazione di procedimenti disciplinari nei confronti di dipendenti gravati da precedenti penali, avallata dalla scelta di non ricostituire la commissione di disciplina che difatti è da tempo inattiva".

Inoltre l'Asl 9 di Locri "ha dirottato verso strutture private accreditate ampi settori della spesa pubblica permettendo a queste ultime di beneficiare indebitamente di introiti pari anche al triplo di quello determinato dai tetti sanitari".

"E non può non escludersi, data anche la enorme mole delle prestazioni erogate da tali strutture, che l'incremento del ricorso alle strutture accreditate sia stato in qualche modo incentivato, o comunque non arginato dalla stessa amministrazione sanitaria.



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È quantomento una situazione Gattopardesca.
by africota Thursday, Oct. 26, 2006 at 10:16 AM mail:

Io l'ho letta, e devo dire che alcune cose erano risapute. Come erano risapute anche le sentenze che assolvono alcune delle persone citate, ma nella relazione ciò non si scrive.
Comunque il punto è un altro, bisogna soffermarsi su ciò che nella relazione non è scritto, e su ciò che continua ad accadere all'Asl di Locri.
Mancano sicuramente dei nomi, ci sono altre persone che sono state "dimenticate".
Come sembra che qualche nomina fatta dopo lo scioglimento sia "discutibile" al pari dei nomi indicati nella relazione della commissione d'accesso.

È quantomento una situazione Gattopardesca.

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DOCUMENTO COMPLETO
by ragazzi di calabria Thursday, Oct. 26, 2006 at 10:46 AM mail:



http://download.repubblica.it/pdf/2006/relazione_locri.pdf

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Sette mesi senza fare niente ….
by Barbara Thursday, Oct. 26, 2006 at 5:24 PM mail:


Avevo letto 10 gg fa il Rapporto Basilone, rimanendo abbastanza scioccata...

A volte ci diciamo: "In quel negozio non ci vado perchè il proprietario è stato condannato per associazione mafiosa" e poi...i medici che ci curano e da cui siamo costretti ad andare, sono anche peggiori...

Quel grado d'infiltrazione non me lo aspettavo, ma mi stupisce di più un'altra cosa: questo rapporto è stato consegnato a marzo 2006 agli organi dello Stato, siamo ad ottobre 2006; in sette mesi si è provveduto a fare che?
Come si è cercato di porre rimedio al gravissimo problema?

Io non vedo cambiamenti nell'Asl se non che continuano a mancare 11 primari!!

Se si provvedesse ad assumere loro, piuttosto che le varie ditte citate all'interno del Rapporto Basilone...

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'Ndrangheta e omicidio politico. Nuove strategie?
by Sinistra per ... - Pisa Friday, Oct. 27, 2006 at 3:56 PM mail:

'Ndrangheta e omicidio politico. Nuove strategie?
27 ottobre 2006 - Università Statale di Pisa - facoltà di Giurisprudenza
--------------------------------------------------------------------------------

L’iniziativa (a cura dell'Assoziazione Universitaria "Sinistra per...") punterà l’attenzione sulla criminalità organizzata calabrese e sull’evoluzione delle sue strategie di controllo.

La discussione sarà articolata in vari livelli di analisi:

· Cenni storico/sociologici sul fenomeno;

· Analisi degli strumenti legislativi di contrasto al fenomeno;

· Discussione con giovani calabresi impegnati in un’opera di diffusione della legalità;

· Confronto con le istituzioni calabresi sul problema.


Relatori della conferenza:

* Prof. Paolo PEZZINO (docente di storia contemporanea presso Università degli studi di Pisa)

* Prof. Alberto DI MARTINO (docente di diritto penale presso Scuola Superiore S.Anna)

* Aldo PECORA (portavoce del movimento “Ammazzateci Tutti”)

* Paride LEPORACE (direttore del quotidiano “Calabria Ora”)

* Rosanna SCOPELLITI (figlia del giudice Antonino Scopelliti)

* Beniamino DONNICI (in rappresentanza della Giunta Regionale Calabrese)



27 ottobre 2006
ore 16, aula V
Università Statale di Pisa - facoltà di Giurisprudenza
(Palazzo della Sapienza, via Curtatone e Montanara)




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il masioso detenuto con lo stipendio Asl per dieci anni
by Letizia Friday, Oct. 27, 2006 at 3:59 PM mail:

leggo sulla Repubblica del 26/10/06 il caso di Pasquale Morabito, psicologo della Saub di Bovalino, il quale avrebbe percepito dal 92 al 2002 lo stipendio nonostante la sua detenzione in carcere per associazione di stampo mafioso. E' veramente scandoloso tutto ciò...
ma come è possibile una cosa del genere? ma quale legge contorta consente una cosa simile? ma sarà mai possibile richiedere indietro quei soldi almeno perchè la prestazione lavorativa non è stata eseguita?
con tutti i giovani psicologi disoccupati, bravi e non di certo mafiosi che abbiamo!!
ciao letizia

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La Regione Calabria ha paura ....
by gregori Friday, Oct. 27, 2006 at 6:08 PM mail:

Maggiori informazioni su:

http://www.sinistraper.org

http://jus.sinistraper.org




Beniamino Donnici ha fatto sapere che forse non potrà venire.

Quindi la ragione Calabria, al momento, ha comunicato che non manderà nessuno alla conferenza.

Erano stati contattati da settembre ed avevano confermato più volte che sarebbe venuto Donnici o qualcuno in sua sostituzione.

Da calabrese mi vergogno per una giunta che teme di rispondere ad alcune domande in un luogo in cui ci sono molti altri Calabresi, pieni di curiosità.

Se non verrà, come ora sembra, nessuno a rappresentare la regione Calabria, porremo una sedia vuota dietro la cattedra e tanti saluti all'on Donnici ed al presidente Loiero...che hanno paura di venire a rispondere ad alcune domande...

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chiedete di europaradiso
by san pietro Friday, Oct. 27, 2006 at 9:36 PM mail:

Se dovesse esserci Donnici o un altro della regione , chiedete quanti euro ha offerto mr David Appel per concludere l'affare europaradiso .

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Lamezia, in piazza a migliaia contro il racket
by reporter Saturday, Oct. 28, 2006 at 2:13 PM mail:

Attentati intimidatori e il duplice omicidio dei giorni scorsi
hanno scatenato la protesta degli abitanti della città calabra



LAMEZIA TERME - "Facciamoci sentire per non farci seppellire". Questo lo slogan che ha aperto il corteo dei 5mila manifestanti scesi in piazza a Lamezia Terme per protestare contro gli ultimi attentati intimidatori e il duplice omicidio di giovedì scorso. La manifestazione, partita intorno alle 9 e 30 di questa mattina si è fermata davanti all'abitazione distrutta dalle fiamme la notte del 24 ottobre in un attentato del racket.

Il sindaco, Gianni Speranza, e gli assessori si sono fermati a parlare con il titolare della ditta, Giuseppe Godino: "spero che questa grande presenza sia di conforto a Godino ed ai lavoratori che hanno perso il lavoro". Il vicesindaco, Elvira Falvo, ha detto che "le persone oneste devono continuare a lavorare ed a fare lavorare le persone oneste".

Giuseppe Godino, visibilmente commosso, ha parlato di una "solidarietà molto bella. Non pensavo che la manifestazione sarebbe stata così grande, anche se sono convinto che queste sono cose inutili. Domani sarà come prima. C'è bisogno di una legge che aiuti i cittadini che hanno voglia di lavorare. Non ho capito perchè hanno fatto questo gesto. Mettere a fuoco è molto complicato". Mentre parlava Giuseppe Godino si è interrotto spesso per l' emozione.

Uno dei figli di Godino, rivolgendosi ai ragazzi, li ha ringraziati "di cuore. Dobbiamo crescere tutti quanti perchè il nostro futuro non deve essere condizionato da nessuno. Dobbiamo produrre ricchezza per fare rinascere questa città che io amo. Vogliamo continuare a lavorare a Lamezia e poter dare lavoro a tanta gente onesta".

(28 ottobre 2006)

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E MMO BASTA!!!!!
by Collettivo Lamezia Rossa Saturday, Oct. 28, 2006 at 2:18 PM mail:



Il testo del Volantino dopo l'ennesimo atto mafioso a Lamezia Terme, in un clima che è oramai isopportabile!!!

E MMO BASTA!!!

Per l’ennesima volta ci ritroviamo a parlare di omicidi e intimidazioni mafiose.
Per l’ennesima volta potremmo dire frasi tipo: “Lo stato dov’è?”, “I Politici che fanno?” e così via…
Nessuno ha intenzione di imitare i ragazzi di Locri, puntualmente strumentalizzati dai vari partiti politici…
Noi siamo Lametini…
Lamezia è la nostra città e nonostante tutto siamo orgogliosi di viverci…
Ma per noi lottare per Lamezia non si può limitare a reclamare province e gridare Catanzaro merda.
E’ il momento di andare oltre…
Oltre le bugie dei politicanti, sindaco in testa, che se in campagna elettorale diceva: “Lamezia ai giovani” nella pratica sta facendo tutt’altro.
Oltre l’antimafia da parata, fatta di belle parole ma di nessun fatto…
Oltre le forze dell’ordine che sono buone solo a diffidare Ultras e denunciarti per una canna, ma che se c’è una rissa tra “buani” hanno paura di intervenire…
Lamezia è nostra, di noi giovani.
Di quelli che scelgono nonostante tutto di restare…
Di quelli che provano a cambiare dal basso, con la musica, lo sport e i cineforum…
Di quelli che vogliono godersi il sabato sera senza paura di essere coinvolti in risse…
Di quelli che alzano la testa e dicono Basta!!!
Non limitiamo tutto a una manifestazione, Lamezia è la nostra città, ogni giorno.
Vediamoci, discutiamo insieme, partiamo da zero, ognuno con le sue idee…
Ma facciamo qualcosa!!!
Noi ci siamo.

Collettivo Lamezia Rossa



http://digilander.libero.it/lameziarossa
lameziarossa@yahoo.it





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oscurate relazioni su As Locri
by Maria Teresa Scarlato Sunday, Oct. 29, 2006 at 10:08 AM mail:

da: http://www.ansa.it/main/notizie/regioni/ca...27_1275448.html

Fortugno: oscurate relazioni su As Locri pubblicate su siti
Conseguenza delle perquisizioni fatte a chi aggiorna i siti

(ANSA) - CATANZARO, 27 OTT - E' stata oscurata la relazione sulla gestione dell'Azienda sanitaria di Locri redatta dai Commissari prefettizi. La relazione era consultabile sui siti delle associazioni 'Democrazia e legalita'' ed 'Il Cantiere'. L'oscuramento delle relazioni fa seguito ad una perquisizione fatta stamattina dai carabinieri a Firenze nelle abitazioni dei due volontari delle associazioni che si occupano dell'aggiornamento dei siti. Sequestrati computer e hard-disk.


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COMUNICATO STAMPA
by Casa della Legalità Sunday, Oct. 29, 2006 at 10:19 AM mail:


Abbiamo appreso due notizie gravi che non possono non alimentare forte allarme.
La sede e redazione di Democrazia e Legalità, di Elio Veltri, è stata perquisita questa mattina prima dell’alba (all’ora dei “camorristi”) con sequestri di computer, cd, materiale cartaceo, su ordine della Procura di Reggio Calabria. Motivazione del provvedimento: la pubblicazione della Relazione della Commissione di Accesso sulla Asl di Locri.
Questo documento che il sito internet di Democrazia e Legalità ha pubblicato e reso disponibile (http://www.democrazialegalita.it - che non è stato oscurato, come annunciato dall'Ansa ) a quanto risulta non era più secretato da tempo. Conosciamo Elio Veltri e sappiamo che non cerca ne scoop ne pubblicità. E’ persona, come l’intera Redazione, corretta e rigorosa.Questo importante documento conoscitivo è stato oggetto (e quindi di conoscenza) della trasmissione RAI di Santoro “AnnoZero”, è stato ampiamente pubblicato e diffuso dal sito del quotidiano la Repubblica, è stato ripreso da stampa nazionale e locale, tra cui la Gazzetta del Sud. Anche noi l’abbiamo pubblicato sul nostro sito con un’analisi di dati pubblici relativi alle ditte citate, in modo tale che vi fosse la massima informazione e chiarezza (http://www.genovaweb.org).
Il Sottosegretario Marco Minniti, in riferimento alla Relazione in questone ha dichiarato pubblicamente che “la Relazione dovrebbe essere letta e discussa nelle Scuole”.
Perché questa reazione? Non vorremmo che si riproponessero esperienze di un passato grigio, anche considerando la notizia che Elio Veltri era tra gli “spiati” dei Servizi.
La Relazione è stata pubblicata su internet il 15 ottobre ed a partire dal giorno seguente diffusa da altri siti (come il nostro) ed organi di informazione. Perché il 27 ottobre all’ora dei “camorristi” si vista, perquisisce e sequestra materiale? Auspichiamo un immediato ritiro del provvedimento, che sappia sgomberare il campo dall’ipotesi che si voglia lanciare un messaggio a chi è nella possibilità di “rendere note” notizie pubbliche di importanza estrema: pensarci cento volte e poi cestinarle, se queste sono scomode!




il 21 marzo 2006
a Torino è stata
una giornata di
indignazione,
coraggio e forza. Grazie don Luigi,
Giancarlo...
...grazie a tutti!
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Grazie di cuore! Dimostriamoci
vivi!
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La Casa della Legalità a Locri...
un'altra tappa del "Cammino"
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23 maggio 2006
Onore di pianti
e indignazione
per non
dimenticare mai
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24 maggio 2006
La marcia
del silenzio
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24 maggio 2006
Festa dello Sport
al Porto Antico
di Genova
per Libera
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il nostro sito e la nostra sede
con Beppe Grillo
e per "gli amici di Grillo"
















RELAZIONI SEMESTRALI DELLA DIA
dal 1998 al 2005
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RELAZIONE DIA
2° SEM. 2005
formato pdf
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riceviamo e
volentieri
pubblichiamo
i comunicati
sulle tappe del
progetto sud
news
alla nona tappa
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SALVATA
LA
COSTITUZIONE
documenti e appunti
sul Referendum
(e sulla necessità
ancora) di difendere
la Costituzione
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l'abbiamo
difesa,
salvato
il futuro...
ora evitiamo
ogni
INCIUCIO

e la devolution?

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GENOVA,
29 agosto - 17 settembre
dalle 18 alle 23
spazio Central Palk
Festa Prov. de l'Unità

La "Casa della Legalità e della Cultura" di Genova con la Ludoteca Labyrinth, il Centro Sportivo Italiano, la Scuola di Scacchi, realizzano lo spazio informativo con la promozione di:
- Libera contro le mafie
- Libera Terra - Cooperativa P.Rizzotto
- Narcomafie
- Libri delle Edizioni Gruppo Abele.

E' possibile effettuare il tesseramento 2006 a Libera, acquistare la pasta frutto del lavoro sulla terre confiscate alla mafia, acquistare i libri e la rivista...
o anche solo venire a trovarci!







sito Libera
sito Narcomafie
sitoGruppo Abele










Questa notte in Calabria sotto la casa di Adriana Musella, presidente di “Riferimenti – coordinamento nazionale antimafia”, fondato da Antonino Caponnetto, è esploso un ordigno. Adriana fortunatamente era fuori regione. Adriana Musella, è simbolo e anima del movimento antimafia e tra i promotori della Consulta Antimafia regionale della Calabria. Tra l’altro, proprio di recente, anche Elio Veltri è stato chiamato a fornire il suo apporto in tale organismo per combattere la Ndrangheta ed i suoi rapporti “improri”. Inoltre, Adriana Musella è stata oggetto di un gravissimo tentativo di denigrazione da parte di uno di quei movimenti cosiddetti “antimafia” che casualmente perseguiva anche il “silenzio” sull’inquietante realtà della Asl di Locri. Come la storia ci ha insegnato (ma non ha insegnato a tutti, purtroppo!) screditare chi combatte la mafia, aiuta a renderlo vulnerabile e più facilmente colpibile.

Alla redazione di Democrazia e Legalità, ad Elio Veltri ed Adriana Musella va tutta la nostra solidarietà ed appoggio pieno nella loro azione.


L'Ufficio di Presidenza
della "Casa della Legalità - Osservatorio sulla Criminalità e le Mafie"



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Per "ragazzi di Calabria"
by oggettivamente Monday, Oct. 30, 2006 at 9:48 PM mail:

Siete ridicoli .
E c'è poco da argomentare , siete oggettivamente ridicoli .

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Ai compagni di Lamezia Rossa
by Giovanni P. Tuesday, Oct. 31, 2006 at 6:58 AM mail:

Ai compagni di Lamezia Rossa

Certo che la politica-politicante allunga le grinfie su tutto ciò che le fa comodo... e non lo scoprite né voi oggi né noi prima di voi.
Ma una cosa è provarci, altra cosa è riuscirci, però!

I Ds hanno allungato le grinfie su alcuni ragazzi e se li sono portati nelle loro sezioni.
Di una, una certa Anna Maria Pancallo, ne hanno fatto una specie di madonna pellegrina e la sbattono dappertutto, persino in una commissione ministeriale.
Ma AMMAZZATECI TUTTI è un movimento che in testa alla home page del sito ha scritto chiaro e tondo: "QUESTO SITO E QUESTO MOVIMENTO SONO AUTO-FINANZIATI E NON SONO SATELLITE E/O COLLEGATI AD ALCUN PARTITO POLITICO.
La lotta alle mafie e per le legalità non ha e non deve avere colori: né di destra, né di sinistra".

Più chiaro di così...
Se poi aggiungete che semmai il percorso del fondatore di questo movimento, Aldo Pecora, è stato proprio inverso a quello dei giovani della Sinistra Giovanile - finti-ragazzi-di-Locri. e cioè era iscritto ad un partito PRIMA della morte di Franco Fortugno, e l'ha lasciato per curare il movimento...
E se ancora aggiungete che lo stesso Aldo è quello che ha litigato di brutto con Loiero su tutti i giornali calabresi nei primi giorni del mese di luglio, chiedendone ufficialmente le dimissioni per "motivi etici", ed è lo stesso Aldo Pecora che l'altra sera ad "Anno Zero", la trasmissione di Michele Santoro, ha avuto il coraggio di chiedere le dimissioni dei consiglieri regionali indagati... NON MI SEMBRA che siamo strumentalizzati da partiti politici, che ne dite?

Ma la cosa più importante è stata che Aldo, sempre nella trasmissione di Santoro, non ha avuto paura di fare i nomi delle famiglie mafiose che terrorizzano la nostra regione, ricevendo già preoccupanti minacce presso la redazione del quotidiano "Calabria Ora".

Ragazzi, dobbiamo UNIRCI E STARE VICINI!
Se siamo in tanti, come diciamo nel nostro slogan, non avranno tanto piombo per ammazzarci tutti! E ALLORA VENCEREMOS!!!

Venite tutti a trovarci su http://www.ammazzatecitutti.org

Giovanni P.

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Lamezia - Giovani e associazioni protagonisti della protesta
by gazzetta del sud Tuesday, Oct. 31, 2006 at 2:17 PM mail:


LAMEZIA TERME - Se questa tragedia deve essere un simbolo per la rinascita di Lamezia, allora rinasciamo tutti insieme. Ha detto questo Roberto Godino, titolare con il padre e i fratelli del deposito di pneumatici distrutto da un fuoco inarrestabile. L'imprenditore ha vinto l'emozione davanti a migliaia di persone che sabato mattina manifestavano contro la criminalità organizzata, e che si fermano proprio davanti alla sua grande casa divorata dalle fiamme.
La manifestazione promossa dagli internet forum cittadini, ha visto sfilare da piazza della Repubblica fino a via Perugini assessori e consiglieri comunali, gente comune e rappresentanti di una miriade di gruppi e associazioni.
Beppe Rozzoni di Libera-Lamezia, ha espresso tutto il pieno dissenso «al clima di terrore e di guerra che s'è creato. Dobbiamo riprenderci in mano la città per farla camminare sulla strada giusta». Nel corteo si distinguevano alcuni soci dell'Ala, l'Associazione lametina antiracket. Il vicepresidente Luigi Taiani ha lamentato l'assenza di molti commercianti e imprenditori: «Oggi dovevamo essere più numerosi per dimostrare maggiore compattezza ed unità».
Fra i manifestanti c'erano anche i sindaci di Maida e di Conflenti, Paone ed Esposito, perché ciò che succede a Lamezia riguarda tutto il comprensorio, soprattutto se si tratta di problemi di sicurezza e di criminalità.
Per Salvatore Cittadino, presidente della Confcommercio locale, si può uscire da questo grave stato emergenziale «con un maggiore senso di responsabilità da parte della classe dirigente. Da questi momenti di crisi bisogna ripartire necessariamente e anche in fretta per ridare nuovo slancio al settore produttivo della città». Costantino Fittante del Centro riforme democrazia e diritti ha smorzato i toni drammatici degli ultimi giorni: «È vero che c'è una forte presenza della criminalità organizzata sul territorio, ma la città non è in mano alla mafia».
La manifestazione ha visto protagonisti assoluti i giovani, numerosi ed agguerriti, decisi a non sottomettersi allo stato d'assedio con cui il potere malavitoso vuole piegare le forze sane della città. I giovani lametini che sono stanchi di parate e passerelle, hanno chiesto ai politici «fatti concreti per poter pensare al futuro, per provare a rimanere in questa terra maledetta. Per non andare via e quindi piantare radici altrove». Perchè la piaga dell'emigrazione qui a Lamezia non è mai completamente guarita.


Fonte: gazzettadelsud.it

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Onore a chi lotta per la propria terra..
by lameziantifa Tuesday, Oct. 31, 2006 at 3:47 PM mail:

Ciao ragazzi, è stato aperta una discussione sul forum di lameziaweb.biz su una frase del nostro volantino:
Spero che con questo post, messo anche sul sito di lameziaweb posso chiarire un pò le cose...
Cmq quando sono pessimista spero sempre di avere torto....
Ciao

http://digilander.libero.it/lameziarossa



Beh visto che si parla del volantino del collettivo rispondo.
1) "I ragazzi di Locri" che sono scesi in piazza all'indomani dell'omicidio Fortugno sono stati il movimento più genuino e importante che la Calabria abbia conosciuto non so da quanti anni..
Il problema è che, secondo me, per quanto riguarda il gruppo "e adesso ammazzateci tutti" è stato strumentalizzato dalla politica (centro sinistra) che lo sta usando come scudo per giustificare i fallimenti e le collusioni con la mafia, a livello regionale e non solo...(vedi Santoro)..
2) Per quanto riguarda il passaggio del volantino in cui si ribadisce la nostra identità lametina, non è per prendere le distanze d qualcuno, anzi, ma è solo per affermare che noi la nostra città ce l'abbiamo nel cuore, nonostante tutto è che per lei vogliamo lottare...

Onore a chi lotta per la propria terra..a Lamezia a Locri e ovunque...
Sarebbe bellissimo condividere le nostre esperienze con tutti, perchè siamo oltre che Lametini, Calabresi e figli del SUD..e un successo nel sociale da noi vale molto di più che da altre parti...dove mafia non sanno nemmeno che vuol dire...

Caro Giovanni,spero si aver fatto un pò di chiarezza, anche perchè in un volantino devi stringere le frasi al minimo...

Continuate nella vostra lotta e incontriamoci per creare una vera antimafia...
Ciao

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SVEGLIATI CALABRIA
by davchin85 Wednesday, Nov. 01, 2006 at 1:35 PM mail:

Venerdì 27 ottobre ho preso parte alla Conferenza tenutasi presso la Facoltà di Giurisprudenza di Pisa, in cui studio, e devo dire che è stata molto interessante. Si è parlato di molti aspetti fenomenici della ‘Ndrangheta, ma poco di quelli strutturali,che ne rappresentano la peculiarità rispetto alle altre “mafie”: l’organizzazione basata molto su rapporti di parentela e pseudo-parentela (c.d. “comparaggio”), la sua forza basata sulla speculare mentalità dei cittadini calabresi, e altri aspetti “scomodi”.
La ‘Ndrangheta è imperniata su un fattore: la sfiducia maturata con i decenni nei confronti dello Stato ha fatto sì che la sovranità sul nostro territorio appartenga alle “famiglie”, che opprimono e sincronicamente sorreggono la comunità calabrese. Si, perché oltre a torturare la collettività permettono a molte persone dotate di una cultura da Quinto Mondo di conseguire la Laurea, magari anche Summa Cum Laude, e divenire “professionisti” che andranno poi a ricoprire ruoli di massimo rilievo in tutti i settori, ovvero semplicemente forniscono a chi non ha voglia di lavorare (e assicuro che sono molti) la possibilità di sbarcare il lunario, ovviamente a spese dei contribuenti onesti. E qui arriva il nodo gordiano: quanti sono realmente disposti a recidere un capezzolo così ricco di nutrimento? Mi permetto di rispondere: pochi. E mi spiego.
Ieri si è detto che il 27% della popolazione calabrese è affiliata con la Ndrangheta, e il dato è stato declamato con grande stupore, quasi fosse eccessivamente eccessivo. E’ una media, ma credo che il dato sia purtroppo corretto, anzi forse non tiene conto di quel benedetto “concorso esterno in associazione mafiosa” ( che assoluzioni con formula piena e lauti risarcimenti ha regalato a chi poi tanto “esterno” non era ) e di tutte le forme di collusione e di rapporti indiretti che connotano questa Onorata Società.. Perchè è estremamente complicato capire i meccanismi della ‘Ndrangheta, anche per un calabrese come me che ci ha vissuto vicino per molti anni. Posso solo dire, e con profondo rammarico, che a molti calabresi la ‘Ndrangheta fa comodo, si può dire che molti non sarebbero quello che sono se essa non ci fosse e quindi non hanno alcun interesse a contrastarla!!!
Allora che fare? La mia idea è di promuovere una rivoluzione culturale che ci faccia riscattare da questa nostra maledetta mentalità del “Cu non futti ‘o Guvernu quando mori va ‘o Nfernu” ( “chi non imbroglia il Governo quando muore va all’Inferno”), dalla nostra tralatizia abnegazione , dal fraintendimento del definire il cittadino onesto “fissa” (allocco) , dal miraggio di ottenere denaro senza alcun sacrificio, e via dicendo. Un aiuto dello Stato è indispensabile, ma non con contingenti militari, al contrario con quell’interventismo che ci spetta, che DEVE esserci in eguale modo per TUTTE le Regioni italiane.
Solo così possiamo vincere, acquisendo fiducia in noi stessi, nella nostra Regione che nulla ha da invidiare alle altre in quanto a bellezze naturali e risorse umane , e finalmente non saremo più costretti ad essere degli eterni emigranti nostalgici di casa, ma potremo nascere e crescere e morire nella nostra terra realizzando quello che ognuno di noi vuole realizzare, in libertà!
Io ci credo , in quanto ho lasciato laggiù i miei genitori e non intendo affatto abbandonarli , in quanto voglio vedere la Calabria sorridere e avanzare a testa alta.
Voglio che sia così.
SVEGLIATI CALABRIA.

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Sabato 4, ore 16, tutti al Comune
by Collettivo Lamezia Rossa Friday, Nov. 03, 2006 at 9:50 PM mail:

COLLETTIVO LAMEZIA ROSSA - Sabato 4 Novembre, ore 16 Consiglio Comunale Aperto.. Tutti al comune a dimostrare che noi ci siamo

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Sequestrate e-mail a «Calabria ora»
by reporter Sunday, Nov. 05, 2006 at 4:06 PM mail:

La Polizia Postale ha notificato ieri alla redazione e al direttore del quotidiano Calabria Ora, Paride Leporace, un decreto di acquisizione di tabulati telefonici ed informatici relativi al traffico di posta elettronica di due indirizzi e-mail del giornale. L'iniziativa giudiziaria della procura di Reggio Calabria si
riferirebbe alla pubblicazione, da parte di Calabria Ora, di
stralci della relazione della commissione d'accesso all'Asl di Locri che ha determinato il commissariamento dell'ente per infiltrazioni mafiose. Nei mesi scorsi la redazione del
giornale era stata perquisita dopo la pubblicazione di una
prima parte del documento secretato.

da "il manifesto" 3.11.06



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Ieri sabato 4 serrata dei commercianti dalle 12 alle 13
by lameziaweb Sunday, Nov. 05, 2006 at 4:17 PM mail:


LAMEZIA TERME - Tante le iniziative istituzionali, del mondo economico e civile che oggi impegneranno la città in un generale e solidale coinvolgimento: i commercianti faranno un'ora di serrata, la Camera di commercio terrà un incontro, al teatro Umberto, con la partecipazione dell'onorevole Tano Grasso, simbolo della lotta alla mafia e contro ogni forma di criminalità. Il Consiglio comunale terrà una seduta straordinaria allargata alla deputazione regionale e ai consiglieri regionali con la partecipazione della cittadinanza e, naturalmente, gli organi di stampa.
I recenti tragici fatti che hanno turbato la collettività lametina e non solo, hanno visto nei giorni scorsi la partecipazione massiccia e solidale di tanti giovani che hanno anche sfilato per le strade della città in segno di protesta ma anche di proposta. Tanti studenti e giovani lavoratori e, purtroppo, anche tanti giovani disoccupati che hanno voluto dare un chiaro segno di denuncia contro una criminalità che miete vittime e insozza l'immagine di una città che tenta di uscire dal tunnel.
Fatti che hanno fatto accendere i riflettori di trasmissioni televisive importanti e molto seguite sulle reti Rai e di Mediaset. Che non potevano passare inosservati come il caso dell'imprenditore Molinaro che sarà protagonista della trasmissione di rai 3 "Le storie", condotta dal giornalista, Corrado Augias. Tanti anche i segni di solidarietà pervenute da parte dei vari organi politici e istituzionali soprattutto dopo le ultime intimidazioni.
A tutti questi si aggiunga la lettera inviata da Guido D'Ippolito un giovanissimo studente che frequenta il secondo anno del Liceo Classico. «Con questa lettera non pretendo - afferma Guido - minimamente che le cose cambino, perché non ho molta fiducia in tal senso. Non penso proprio che si possa debellare la mafia con cinque righe o con l'orazione di qualche politico.
Il fine di questa lettera - scrive Guido - è solo quello di cercare di rappresentare la situazione in cui viviamo. È solo una testimonianza di un giovane che vive questa realtà quotidianamente. Gli avvenimenti di stampo mafioso che avvengono nella mia città sono quelli che possono essere definiti fenomeni periodici. Ebbene, il negozio davanti casa mia esplode con una puntualità; una volta ogni sei mesi. Abbiamo una media di due morti al mese da rapportare con 12 estorsioni al mese. Mentre stabiliamo un record nel numero delle intimidazioni, siamo a quota 84 a partire da inizio anno. E qualcuno già si prepara lo spumante per festeggiare la centesima intimidazione.
Quasi ogni settimana vengono scoperte nuove truffe e imbrogli sia nei confronti del singolo cittadino sia dello stato.
Lamezia non ha un clima poi così freddo da costringere gli abitanti ad appiccare continuamente fuoco.
Eppure le macchine stranamente prendono fuoco come se niente fosse. E ogni tanto succede anche ai palazzi, agli autobus e alle fabbriche. E l'incendio in via Perugini che ha distrutto un deposito di copertoni, proprio davanti al commissariato di polizia, lasciando senza tetto quattro famiglie.
Ma a parte questo grave episodio non bisogna tralasciarne altri non meno importanti. Puntualmente tutti i sabati sera vengono percosse persone la cui colpa, è solo quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il clima è quello oscuro o grigio, dipende da chi guarda, delle minacce, intimidazioni e riscossioni di tangenti varie,
pluriomicidi, pacchi bomba alle poste, le scuole.
Sembra uno scenario apocalittico, ma non lo è.
Questa è Lamezia Terme».
Cosa possiamo fare veramente? Ma chi di noi, se avesse visto, ad esempio l'assassino di un omicidio, lo denuncerebbe?
E se non lo fa, va considerato omertoso?» Ma Guido ritiene che il non denunciare non va considerato come atto d'omertà non può essere considerato come aiuto alla mafia ma come legittima difesa o precauzione contro la mafia.
«Il fatto è che purtroppo la mafia è ancora qui. E, amaramente - conclude Guido -
non vedo per ora niente di nuovo sotto sul fronte meridionale».
Tano Grasso oggi in città per solidarizzare con la popolazione e contro le mafie che frenano ogni tipo di sviluppo

Fonte: gazzettadelsud.it






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SOLIDARIETA' A "CALABRIA ORA"
by Sinistra per… Sunday, Nov. 05, 2006 at 4:20 PM mail:



Alla luce dell'ennesimo sequestro operato nelle sue redazioni dai magistrati di Reggio Calabria vogliamo far pervenire al quotidiano calabrese "Calabria Ora" tutta la nostra solidarietà per gratuiti ed incomprensibili comportamenti dell'autorità giudiziaria che si accaniscono conto questo giornale e contro il materiale che il quotidiano ha raccolto sulla sanità calabrese.
Facciamo notare che il documento che tanto fa tribolare i pubblici accusatori di Reggio Calabria è ormai pubblico su molti siti internet del nostro Paese.
Le forze dell'ordine, in una situazione di incertezza sui loro fondi di sostentamento, non possono essere impiegate con questa leggerezza in operazioni che non producono nulla alla Giustizia.
Se i magistrati di Reggio Calabria continueranno in questo strano atteggiamento daranno solo l'impressione che Calabria Ora riesce ad arrivare alle notizie di reato più velocemente di chi è pagato per fare ciò.

Sinistra per…

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LETTERA APERTA DI SOLIDARIETA' AL DIRETTORE DI CALABRIA ORA PARIDE LEPORACE
by Aldo Pecora Sunday, Nov. 05, 2006 at 4:23 PM mail:



Caro Paride,
non posso esimermi dall'esprimere, a nome mio e di tutti i ragazzi di Locri e di Calabria del movimento "E adesso ammazzateci tutti", lo stupore e lo sconcerto per quanto sta accadendo professionalmente a te ed a tutta la redazione di Calabria Ora.
Noi non possiamo sapere cosa cerchi la Polizia delle Telecomunicazioni nelle e-mail personali di voi giornalisti di C.O., e d'altronde ci siamo da sempre attenuti al massimo rispetto per le indagini in corso, e non verremo meno certamente alla regola del rispetto e della fiducia nella Magistratura.
Ma un organo di stampa, un quotidiano, merita certamente un rispetto particolare, una sorta di "area protetta" nell'ambito delle sue funzioni precipue, perché istituzionalmente al suo interno viene custodita ed alimentata una delle più preziose piantine a rischio di estinzione in ogni angolo del mondo: la libertà di espressione, una delle più alte rappresentazioni di quel bene supremo che è la Libertà tutta intera.
Se la Polizia perquisisce la redazione di un giornale l'allarme deve alzarsi altissimo in tutta la società civile, perché il fatto è talmente grave che a nostro avviso potrebbe o celare inconfessabili delitti da parte di qualche giornalista, e francamente non ci sembra proprio, o teoremi inquietanti da parte di chi ha dato impulso alla perquisizione.
Il livello successivo alla perquisizione di un giornale, a livello di gravità, potrebbe essere solamente la perquisizione nelle carte di un pubblico ministero o di organi costituzionali come una Commissione Parlamentare. Ci fosse un altro clima in Italia penseremmo a prove generali di regime.

Ma non facciamoci prendere da facili dietrologie, che peraltro sarebbero anche plausibili nella terra degli incroci occulti di poteri, una terra dove chi amministra comanda, e chi comanda governa sempre, in tutte le stagioni, una regione dove una mano indica il mafioso e a volte paradossalmente la Legge le mette le manette, e dove non arrivano le manette arrivano gli attentati, come quello subito dal nostro sito http://www.ammazzatecitutti.org appena dopo che su di esso sono apparsi "certi" nomi chiacchierati.
Perdonami, Paride, ma mi viene quasi da dirti che fino ad ora ti andata bene, tutto sommato, visto il velo di omertà e di silenzio complice che il tuo giornale è riuscito finalmente a squarciare in Calabria. Speriamo che il peggio sia solo quello che ti sta accadendo.
Noi abbiamo voluto scriverti solo per dimostrarti che non sei, non siete soli. Il nostro movimento di ragazzi e giovani, tutta la società civile che ormai insieme a noi sta camminando verso un sogno di liberazione per la nostra terra, è tutta con te, tutta con voi.
E se saremo in tanti, ricordati sempre, non avranno mai piombo abbastanza per ammazzarci tutti.

Aldo Pecora



--------------------

PER EVENTUALI QUERELE, DENUNZIE, MINACCE, DIFFIDE, NOTIFICHE:
Aldo Pecora, via On. Longo n°35 - 89024 Polistena (Rc)

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A queste domande è necessario dare risposte immediate
by Paul Tergeist Sunday, Nov. 05, 2006 at 4:26 PM mail:

Quello che sta accadendo al quotidiano Calabria Ora e precedentemente ai siti di Democrazia e Legalità e Il Cantiere è molto allarmante. Oltre ad esprimere la nostra più convinta solidarietà e la viva preoccupazione, dovremmo sviluppare un confronto con le istituzioni. Possibile che nessuno risponda di questi comportamenti? Possibile che un documento (la relazione sull'Asl di Locri) pubblicato da giorni da diversi siti internet debba provocare queste perquisizioni e questi controlli ingiustificati? E poi perchè queste differenze?
A queste domande è necessario dare risposte immediate.

Chiediamo ai parlamentari calabresi di farsi promotori di interrogazioni e interpellanze a risposta immediata su una questione che incide profondamente nella vita democratica dei cittadini.

Altro che "figlia prediletta", Presidente Prodi!

Ministro Minniti, lei che consiglia di divulgarla nelle scuole, che ne pensa del fatto che non può essere letta neanche su internet?

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