In protesta per la repressione a Oaxaca, studenti bloccano la avevida Insurgentes Studenti aggrediti dalla polizia, che entra nell'UNAM
di Juan Trujillo L'Altro Giornalismo con l'Altra Campagna a Città del Messico 1 novembre 2006
Città Universitaria, Città del Messico, 30 ottobre - Una fredda mattinata aveva annunciato il giorno al sud di questa città e solo pochi raggi di sole riuscivano a filtrare. Un altro giorno di mobilitazioni di protesta, di scontri violenti con la polizia, di indignazione e di ribellione incominciava a camminare in questa geografia: poco più di 300 studenti dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) e del Collegio di Scienze ed Umanistica-Sud (CCH-Sur) hanno bloccato per quattro ore la avenida Insurgentes, la più lunga dell’America Latina.
L’azione, che ha avuto però come ingrediente principale l’aggressione fisica di membri della Scuola Nazionale di Lavoro Sociale (ENTS) e del CCH-Sur, da parte di gruppi di celerini, era una protesta per l’occupazione violenta da parte della Polizia Federale Preventiva (PFP) del centro e della città di Oaxaca ieri, con i suoi effetti colaterali di oggi.
Secondo testimonianze di alcuni studenti dell’ENTS che questo cronista è riuscito a raccogliere, il blocco della avenida è incominciato intorno alle 9 con la partecipazione di 15 giovani. In quel momento, almeno “ 15 poliziotti erano lì già pronti ad impedire l’azione collettiva”. I poliziotti erano scesi da un autobus della polizia e da un’ambulanza, ed hanno respinto gli studenti verso la Città Universitaria, arrivando anche ad entrare nell’UNAM per alcuni istanti, almeno un minuto. Questa incursione di una forza pubblica di polizia, anche se per poco, viola l’autonomia universitaria.
Sulla base di quanto riferito dagli studenti, i poliziotti non sarebbero entrati solo fino al parcheggio di Lavoro Sociale per spingere i manifestanti, ma avrebbero anche “lanciato delle pietre vulcaniche contro noi ”. Questa, è una delle poche zone con pietre vulcaniche della città. Nonostante questa aggressione, gli studenti si sono riorganizzati ed hanno costruito una barricata che ha bloccato totalmente la avenida nei due sensi.
Dopo le 9 e 45, un contingente di non più di 60 studenti della Facoltà di Filosofia e Lettere, è arrivato per appoggiare le barricate. Nel frattempo, i poliziotti si trovavano a circa 60 metri dai manifestanti. L’atmosfera era di calma tesa.
Colpi e accerchiamento degli studenti del CCH-Sur
Secondo le testimonianze di un gruppo di dieci studenti del Collegio di Scienze ed Umanistica Sud, vari collettivi avevano fatto assemblee dalle 7 del mattino per preparare il blocco del Periferico (che è abbastanza vicino ad Insurgentes), che è la strada che attraversa da est ad ovest questa capitale. Pochi minuti dopo le 8 e mezza, al momento di iniziare l’azione, due autobus e un gruppo di celerini del governo della città, erano già lì pronti per fermarli. Ci sono stati “ scontri e colpi” racconta una ragazza. Un’altra dice: “sono stata picchiata con un scudo sui seni, altre sulla bocca, sulle labbra, sulle costole ed hanno inziato ad inseguirci”. Altri ancora riferiscono che c’è stato almeno un studente conciato per le feste ed altri con “ colpi allo stomaco ed alla schiena”.
Passate le 10, vedendosi accerchiati dalla polizia, i ragazzi si sono riorganizzati in un’assemblea all’interno del CCH, hanno fatto una marcia interna informando direttamente gli altri compagni nelle aule. Poi hanno deciso di appoggiare il blocco degli universitari dell’UNAM su Insurgentes attraversando il Giardino Botanico ed uno dei tunnel della Città Universitaria. Con questa manovra, circa 180 studenti sono riusciti a gabbare gli elementi della polizia e ad arrivare ad appoggiare con successo le barricate già installate.
I ragazzi tra i 15 ed i 17 anni, appartenenti a diversi collettivi, hanno detto che volevano manifestare perché: “se toccano Oaxaca, ci toccano tutti… la nostra manifestazione è pacifica”.
Un altro gruppo di circa 50 della Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, sono poi arrivati al blocco alle 11 e 45 della mattina. Lo slogan è risuonato chiaro sull’asfalto: “Oaxaca non è una caserma, fuori l’esercito da lei ”.
I poliziotti sono rimasti immobili mentre alcuni elicotteri sorvolavano il campus universitario. Alle 13 tutti gli studenti hanno lasciato la avenida e pacificamente sono tornati all’interno della Città Universitaria.
Detenuti liberati
Secondo informazioni di oggi pomeriggio, i 13 simpatizzanti dell’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca che ieri sera erano stati fermati dopo la marcia, sono stati liberati dell’agenzia numero 50 del Ministero Pubblico questa mattina. Le autorità hanno dichiarato di non aver prove per accusarli di “ sequestro e danno alle vie di comunicazione”.
I nomi: Iliana Coapio, Adhazaira Chávez, Jazmin Ornelas Gómez, Pablo Dorantes, Heriberto Paredes, Victor Duarte Alanis, Gerardo Florencio, Teresa Salgado Cordero, Cintya Castro, Elizabeth Vayadores, Demián Gómez Medina, Juan Luis e Arturo Martínez.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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