In vista dell'aumento dei costi per l'economia globale l'Occidente si ricorda dell'ambiente
Nicholas Stern, economista della Banca Mondiale, ha redatto un rapporto secondo cui i cambiamenti climatici potrebbero generare delle catostrofi non solo in campo ambientale, ma anche in quello economico.
Catastrofi di livello globale, cita il rapporto: << peggiori della grande depressione del 1929 o delle due guerre mondiali >>. Inoltre l'inaridimento d'interi paesi porterebbe a una migrazione di portata insostenibile, circa 200 milioni di profughi. Scenari, questi, prospettati per un futuro molto vicino.
La Fao lancia in questi giorni l'allarme Africa sub-sahariana: il paese più colpito dai cambiamenti climatici e di conseguenza dalla fame che, pur non avendo responsabilità nell'emissione di gas tossici in atmosfera, è la regione più colpita dalla desertificazione.
Invece il mondo responsabile di questo scempio si accorge del pericolo solo in vista di perdite economiche. Blair si fa promotore di iniziative per la riduzione delle emissioni, e di cooperazione tra i paesi per un'economia sostenibile e a basso costo.
Riuscirà a convincere il suo alleato americano che già rifiutò gli accordi di Kyoto? E se le potenze mondiali avessero investito nella ricerca di fonti di energia pulita piuttosto che nel conflitto duraturo, Nicholas Stern che lavoro farebbe?
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