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PROTESTIAMO! (MUSSI RUTTI) Lunedì 6 novembre il ministro dell’università e della ricerca Fabio Mussi dopo ripetute parate istituzionali (alla Bocconi in compagnia di Napolitano e al festival della scienza a Genova per dirne due) conclude la full immersion qui da noi all’Unical per l’inaugurazione dell’anno accademico. Per un’ inquietante coincidenza, lo stesso giorno della gloriosa presenza del ministro ci sarà l’ingloriosa assenza degli studenti. La mattina di lunedì 6 novembre l’università sarà vuota. Per decreto rettorale, le lezioni di quella mattina sono sospese “per favorire la più ampia partecipazione di tutta la comunità universitaria” all’ inaugurazione stessa; alla quale per altro l’ unica ammessa (per esibizione di invito) è l’elite universitaria. Appare chiara la trovata: svuotare l’università, per eliminare anche il minimo rischio di instaurare un contatto dialettico con gli studenti. Ci sarebbe piaciuto che per una volta si fosse potuta evitare l’ipocrisia della parata istituzionale. Ci sarebbe piaciuto per una volta esprimere la nostra opinione dalle stesse sedie imbottite sulle quali sono autorizzati a sedere soltanto coloro che non hanno più niente da dire. Ci sarebbe piaciuto per una volta non essere considerati presenze scomode. Ma per l’ennesima volta è stato così. Il Ministro, coordinatore delle stessa istituzione, dagli studenti ampiamente finanziata, e che dovrebbe pertanto dare loro conto del suo operato, è lo stesso che ha dichiarato di voler avallare la tanto contestata riforma Moratti , che concepisce lo studente come un insignificante anello della catena di montaggio di un sistema fondato sulle leggi di mercato e non come un individualità che collabora attivamente allo sviluppo della collettività. Inoltre il 3+2 inserito nella riforma esclude dalla specialistica numeri proporzionalmente smisurati di studenti che per un anno o due sono costretti a “parcheggiarsi”. Questo considerando l’attuale situazione di disoccupazione del nostro paese, e considerando soprattutto il sacrosanto DIRITTO allo studio, è un’ingiusta immorale e illegale sopraffazione. L’intera organizzazione didattica universitaria sembra quasi arrangiata frettolosamente. I libri di testo hanno assunto prezzi proibitivi,cosa che comporta alla fine del percorso di studio una montagna di pagine fotocopiate senza alcun valore. Il diploma di laurea, di cui sono costretti ad accontentarsi tutti coloro che non riescono ad accedere alla specialistica, risultano avere pochissimo valore a livello lavorativo. A quale scopo quindi è stato istituito? Ma la domanda che nasce spontanea è: perché quando si pensano le riforme non avviene la concertazione con gli studenti, essendo i diretti interessati? L’UNICAL che è stata concepita come un campus universitario si permette il lusso di chiudere le biblioteche in orario notturno che invece potrebbero essere un ottimo momento di studio e consultazione visto il sovraffollamento giornaliero,inoltre la vita sociale dei ragazzi che vivono nei dintorni dell’università finisce ufficialmente intorno alle 23:00 dal momento che superata quell’ora non è più garantito il servizio pubblico. Questo sembra rientrare in uno sbilenco disegno di alienazione dello studente che dopo le undici non può muoversi dal campus, non può andare a leggere in biblioteca, non è coinvolto in iniziative culturali che guarda caso non vengono promosse e di conseguenza è escluso da qualunque tipo di sana socializzazione. Nello stesso disegno rientra la struttura dei corsi di laurea che nella maggior parte dei casi prevedono tre trimestri all’anno, ognuno dei quali composto da almeno tre esami. Questo comporta sovraccarico di esami, di lezioni e insufficiente tempo per l’approfondimento personale. Di conseguenza lo studente acquisisce un basso livello professionale e culturale voluto appositamente allo scopo di creare menti facili da sfruttare e incapaci di reagire a un mercato del lavoro che li vedrà sempre più parte precaria del sistema. In conclusione invitiamo tutti al sitin che si terrà davanti l’aula magna giorno 6 novembre ore 9:00, non perdiamo questa preziosa occasione di manifestare il nostro dissenso! Per farci sentire. Per non piegare più la schiena. Per smetterla di lamentarsi soltanto!
Resistenza Studentesca
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