Indymedia Italia


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Rassegna Stampa Sfe 03/11
by marijuana Sunday, Nov. 03, 2002 at 7:25 PM mail:

prima parte

La Stampa

http://www.lastampa.it:80/EDICOLA/sitoweb/interni/art4.htm
(Del 3/11/2002 Sezione: Interni Pag. 9)

IL SINDACO: «NESSUNA PROTEZIONE PER I MONUMENTI». 120 DETENUTI TRASFERITI DA SOLLICCIANO
Social Forum, 17 sospetti respinti alla frontiera
Firenze tra allarmi e rassicurazioni. Sospesa la vendita di hamburger e Coca-Cola
corrispondente da FIRENZE

Nelle ultime ore la polizia in servizio al posto di frontiera del Monte Bianco ha respinto 17 persone. Alcune di loro avevano precedenti penali, altre documenti non in regola e alcune trasportavano materiali ritenuti pericolosi. E' la conseguenza della sospensione del trattato di Schengen, provvedimento adottato dal governo in occasione dello svolgimento del Social Forum di Firenze per "filtrare" gli ingressi di gruppi violenti. In questo caso però la maggior parte dei respinti, è stato precisato, non era diretta a Firenze ma cercava di entrare irregolarmente in Italia. Continua quindi l'effetto "doccia scozzese" sulla vigilia del Social Forum. A una notizia distensiva subito ne segue un'altra destinata a far risalire il "tensionometro". Ieri, mentre in Palazzo Vecchio il sindaco Domenici riceveva in dono dalla Rete Lilliput, uno dei movimenti che aderiscono al Social Forum, una statua dell'artista Jean Michel Folon, scoppiava l'ennesima polemica sulle misure di sicurezza. Era il "Gruppo istituzioni totali-Firenze social Forum" a denunciare un improvviso trasferimento di detenuti dal carcere fiorentino di Sollicciano ad alcuni penitenziari del Sud Italia e della Sardegna, per fare posto a possibili arrestati durante la grande kermesse no global. Notizia che il provveditorato regionale degli istituti penitenziari confermava. Precisando che si tratta di circa 120 detenuti, in gran parte extracomunitari.
Tensione che sale e scende. «Una leggenda metropolitana» ha definito il sindaco la notizia, rimbalzata anche nel "Porta a Porta" dell'altra sera, secondo la quale a Firenze si starebbe ingabbiando i monumenti per proteggerli. «Basta guardarsi intorno - afferma il sindaco - Le statue della Loggia dei Lanzi, che ospita capolavori originali come il Perseo, di Benvenuto Cellini, e il Ratto delle Sabine del Giambologna, sono assolutamente libere da protezioni. Così come tutti possono toccare con mano le due splendide fontane di Pietro Tacca che decorano piazza Santissima Annunziata che, tra l' altro, è una delle piazze dove, durante il Forum, si svolgeranno iniziative collaterali ai lavori della Fortezza da Basso».
Il clima di tensione e preoccupazione che aleggia su Firenze non sembra aver coinvolto la miriade di turisti che gira per il centro ammirando i monumenti. «Gli albergi saranno pieni anche dal 4 al 10 novembre e non solo di delegazioni che partecipano al Social Forum ma anche di turisti normali - dice Paolo Giacalone, presidente dell'Associazione italiana albergatori - e quanto al timore di rinuncie da parte dei turisti americani, non ci sono segnali in questo senso». Ma a bar e alimentari della città è stato consigliato di far sparire dai banchi hamburger, patatine e lattine di Coca Cola per evitare che i simboli della globalizzazione possano provocare la reazione dei no global. Ieri gli organizzatori del Social Forum hanno comunicato che la manifestazione contro la guerra di sabato 9 (alla quale si prevede una partecipazione di 150 mila persone) sarà "alimentata" da un unico maxi corteo il cui percorso, comunque fuori dal centro storico, è ancora allo studio. Martedì, per fare il punto della situazione a ventiquattr'ore dal Social Forum, sarà a Firenze il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. Si incontrerà con il prefetto Achille Serra (contro il quale ieri sono comparse delle scritte in una zona dove dovrebbe passare il corteo), il sindaco Domenici e i responsabili delle forze dell'ordine per mettere a punto gli ultimi dettagli. E' invece confermato il programma della manifestazione-festa-evento che mercoledì 6 novembre alle 18, in piazza Santa Croce, darà ufficialmente il via al Social Forum. Sarà il premio Nobel Dario Fo a "sfidare" il severo sguardo della statua di Dante che domina la piazza, poi esibizione della Carovana delle Bande di Strada, performance teatrali e multivisioni fino a sera. Tutto all'insegna della musica lo spettacolo che accoglierà i partecipanti alla manifestazione di sabato 9. Nel piazzale davanti al Palasport, dalle 18, si alterneranno sul palco i Modena City Rambles, Max Gazzè, Paola Turci, Casa del Vento, Le Loup Garou, Bandabardò, Tamales de Chipil, Roots Connection, Folkabbestia. Prevista anche la partecipazioni dei registi Monicelli, Pontecorvo, Maselli e Martone che realizzeranno dei video sull'evento. Sperando che a quel momento la tensione sia solo un ricordo.

Liberazione

http://www.liberazione.it:80/giornale/021103/LB12D6B5.asp
Ultimi ritocchi alla Fortezza da Basso per il forum sociale europeo
La porti un bacione a Firenze


La Nazione

http://lanazione.quotidiano.net:80/chan/8/5:3823647:/2002/11/03
Il Forum è vicino, sale la tensione
La grande corsa ai supermercati

Panorama

http://www.panorama.it:80/home/stampa/articolo/ix1-A020001016007/idxsl1-stampaarticolo
Pochi, anarchici e cattivi
31/10/2002






URL: http://www.panorama.it/italia/cronaca/articolo/ix1-A020001016007

Bruciano le auto dei diplomatici, mettono bombe nelle banche, assaltano le caserme. Cinquanta irriducibili greci stanno per sbarcare a Firenze. Con uno slogan: «Una pallottola per ogni poliziotto».

Il locale è un antro buio stipato di libri e volantini. Davanti alla porta, un manifesto. Raffigura un edificio in fiamme con sei ragazzi che fuggono a gambe levate. Sotto, un ordine in tedesco: «Zerstöre die Elite - weil du es kannst». Distruggi l'élite - perché puoi farlo. Benvenuti ad Atene, via Mesolongiu, quartier generale degli anarchici greci più radicali, una delle principali minacce al Social forum di Firenze. Lo sostengono i servizi italiani, che li hanno inseriti nell'elenco dei partecipanti più pericolosi.
Secondo i calcoli di Vagelis Karageorgos, leader del Greek social forum e giornalista del quotidiano Elefterotipia, gli anarchici a Firenze saranno una cinquantina. Poca roba, rispetto ai 700 attivisti del Greek social forum (un ombrello che comprende sindacalisti e militanti di estrema sinistra su posizioni un po' più moderate dei leoncavallini), ai 400 membri del Partito comunista greco (Kke) e ai 300 seguaci del Partito greco dei lavoratori (Sek).
«Gli anarchici saranno pochi. Hanno deciso di boicottare Firenze perché considerano il Social forum una “trappola socialdemocratica”» spiega Yannis Albanis, leader della Rete per i diritti politici e sociali.

Pochi, ma sufficienti per combinare un po' di guai. Già, perché mentre i 1.400 antagonisti favorevoli al Social forum si professano non violenti (o, al massimo, disobbedienti civili), gli anarchici non rigettano la violenza. Anzi, la teorizzano. Dunque, se dal fronte greco dovessero venire disordini, i primi a finire sul banco degli imputati sarebbero loro.
In Grecia gli anarchici, in media giovanissimi, rappresentano una galassia sconfinata. Cominciamo con i puri e duri, quelli che a Genova stavano con i black bloc. E che, nelle scritte sui muri di piazza Exarchia, il quartiere latino di Atene, promettono «una pallottola a ogni poliziotto». Ad Atene fanno capo al centro sociale Lelas Karayanni. Si tratta di un edificio dell'università, occupato nel 1988 da un gruppo di ragazzi che l'hanno trasformato in «uno spazio per attività antistituzionali e antiautoritarie». Contattarli è difficile. «Non parliamo con i media commerciali» è la loro usuale risposta alle richieste di interviste.
Questa però è una buona occasione: il centro sociale Lelas Karayanni ha indetto uno street party in via Mesolongiu, appunto. E sono accorsi tutti. Mentre bevono Coca-Cola ondeggiando ai languidi ritmi di Manu Chao, Panorama cerca di avvicinarli. Un capetto si decide a parlare. Lunghi capelli raccolti in una coda, ha 25 anni e lavora per un corriere.
A fatica rivela il suo nome di battesimo: Michalis. «Non siamo d'accordo con il Social forum» proclama. «Perché è riformista. E perché collabora con la polizia. I no global devono essere contro l'intero sistema. E Casarini cos'ha detto dopo il G8? Che ad attaccare la polizia erano stati dei provocatori». Lei ha condiviso questi attacchi? «Certo». Perché? «Chi ha ucciso a Genova? La polizia. E quando lo stato usa la violenza, l'unica risposta è la violenza».
E non è finita. Catarina, 22 anni, occhi spiritati, puntualizza: «L'attacco ai simboli dello stato sferrato a Genova non è violenza. È antiviolenza, è resistenza alla violenza dello stato».

«La maggior parte degli anarchici è stata sterminata durante la guerra civile del Partito comunista» sostiene il giornalista italogreco Guido Cioffi. «Sono rimasti piccoli gruppi clandestini. Dopo la caduta della giunta militare nel 1974, sono fioriti tantissimi gruppi. I più insurrezionalisti nei primi tempi si limitavano agli scontri con la polizia. A un certo punto sono passati alle molotov, alle bombe contro le banche e agli incendi delle auto». Che auto? «All'inizio solo quelle dei diplomatici, poi quelle delle multinazionali e infine quelle di lusso».
Nel loro mirino, anche quelle dell'ambasciata italiana: negli ultimi otto anni ne sono state date alle fiamme sei. Un'attività discontinua, la loro. A volte bruciano 15 auto in un mese, a volte niente.
A volte compiono due o tre attentati alle banche in un mese, a volte rimangono inattivi per interi semestri. Irrinunciabile, invece, la loro partecipazione alle manifestazioni, che chiudono quasi sempre con scontri con la polizia.
Altro genere gli anarchici di Salonicco. «Sono persone serie, che hanno condannato le devastazioni dei black bloc a Genova» dice Panayotis Yulis, 35 anni, psichiatra, del Greek social forum. I più duri, quelli che ruotano attorno al centro sociale Mavri Gata, non vogliono saperne dei giornalisti. Accettano un incontro i militanti dell'Iniziativa anarchica di Salonicco, che fanno capo al centro sociale Nautilus. Sono in tre. Hanno modi talmente perbene che sembrano appena usciti da un oratorio.
Ma quando aprono bocca la musica cambia. A Genova eravate con i black bloc? «No» risponde Sapik Kipouros, 26 anni, pubblicitario. Però avete fatto delle azioni? «Certo». Quali? «Attacchi simbolici a banche, multinazionali, stazioni di polizia e auto di lusso. Ma sempre da soli, senza mettere in mezzo altri dimostranti. Inoltre, non abbiamo arrecato danni immotivati alla città». Per esempio? «Non abbiamo toccato i negozi di quartiere, le cabine telefoniche e le macchine piccole. E non abbiamo attaccato i giornalisti». Dunque vi ponete dei limiti? «Certo: non attacchiamo persone che non siano poliziotti». Allora condividete lo slogan «una pallottola per ogni poliziotto»... «No» sbotta Dimitris Christophoridis, 22 anni, studente di ingegneria. «Siamo contro il terrorismo».
Resta una domanda: cosa faranno a Firenze? A sentir loro, niente. «Ci saremo solo in quanto osservatori» dicono a Salonicco. «Cinque, massimo dieci persone». Meno credibili gli ateniesi. Prima dicono che non ci saranno, poi si correggono: qualcuno andrà, ma da solo. Poi si lasciano scappare una frase chiave: «L'anno scorso avevamo annunciato il nostro arrivo a Genova. E la polizia ha risposto che ci aspettava alla frontiera con le manette...». La frase si interrompe qui, accompagnata da lunghi risolini imbarazzati. La conclusione non arriva, ma appare sottintesa: un errore che non ripeteremo.


La Sicilia

http://www.lasicilia.it:80/giornale/0311/interno_estero/ie11/01.htm

Gli organizzatori del Social Forum ribadiscono lo spirito non violento del meeting. Intensificati i controlli
Firenze, arrivano i no-global
Già entrati dalla Francia 2.000 giovani. Continuano le espulsioni

ROMA – Lo spirito non violento del primo «congresso no-global» europeo che si terrà a Firenze dal 7 al 9 novembre viene affermato dagli organizzatori del meeting. Ma le forze dell'ordine sono in allerta e hanno intensificato i controlli ai valichi di frontiera e nei porti per sbarrare l'ingresso ai manifestanti «pericolosi». Intanto, alla spicciolata, su auto, camper e furgoni, le prime migliaia di no-global sono in marcia verso Firenze. E scattano i primi fogli di via. Firenze in questi giorni è presidiata nei punti nevralgici dalle forze dell'ordine, in vista dell'arrivo dei partecipanti al Social forum europeo che, dal 6 al 10 novembre porterà a Firenze circa 20 mila persone provenienti da tutta Europa, tanto dall'Ovest come dall'Est.
Ma ai tanti diretti nella città toscana, si aggiungono anche volti noti: «Andrò a Firenze per far conoscere un America diversa. L'America che è contro la guerra in Iraq». Il presidente dell'Associazione «Famiglie dell'11 settembre per un domani di pace» conferma che al Social forum di Firenze ci sarà. «I grandi media americani - afferma in una intervista - ne parlano poco, sebbene si tratti di un fenomeno consistente, che coinvolge migliaia di persone. Voglio incontrarli - conclude - conoscere i leader italiani ed europei per tentare di unire le nostre forze contro la guerra in Iraq».
Il presidente della Regione Toscana Martini ha inviato un messaggio di invito ai media ad intervenire copiosi al meeting per documentare l'evento. E ha aggiunto: «Nei giorni passati si è parlato dell'evento soltanto in termini di ordine pubblico, e gli allarmi e le polemiche sulle questioni della sicurezza hanno messo in ombra i contenuti dell'incontro, che invece sono importanti per il futuro dell'Europa e del mondo intero».
Infatti, dopo la sospensione del trattato di Schengen (che garantisce la libera circolazione dei cittadini europei), una direttiva del ministero dell'Interno prevede il massimo impegno da parte delle forze di polizia alle frontiere e nei porti. Già dodici attivisti, la maggior parte cittadini francesi, diretti al Social Forum sono stati respinti alla frontiera del Monte Bianco. Mentre al valico del Moncenisio, a circa 2000 metri di altitudine, sono stati denunciati per possesso di armi improprie e reimpatriati 6 ragazzi francesi fra i 19 e i 25 anni. Viaggiavano a bordo di due furgoni, portando con loro tre coltelli e due rudimentali manganelli, che sono stati sequestrati.
Nella notte fra venerdì e ieri circa duemila giovani no-global francesi sono arrivati a Greggio (Vercelli) a bordo di auto, camper e furgoni. Hanno tentato di entrare nel cantiere dell' Alta Velocità, dove i lavori sono fermi per festività, ma sono stati respinti dai sorveglianti e hanno finito per accamparsi in un capannone industriale abbandonato.
Come ulteriore misura cautelativa, per far fronte ad eventuali arresti nei giorni del Social forum le carceri sono state svuotate. Duecento detenuti sono stati trasferiti dal carcere di Sollicciano a Firenze ad altri istituti penitenziari nel Sud Italia e nella Sardegna.
Il sindaco di Firenze Domenici appare fiducioso chiedendo la collaborazione dei fiorentini per il Social forum e sfatando la leggenda sui monumenti «impacchettati» nella città d'arte in vista dell'arrivo dei no- global. Su questa linea, la cattolica rete Lilliput si è fatta promotrice di regalare alla città di Firenze che ha aperto le porte al primo forum sociale europeo una statua alta tre metri dell'artista belga Folon.

Il Tempo

http://62.110.253.162:80/approfondimenti/index.aspx?id=169767
Respinti alla frontiera i primi «indesiderati»

I fermati avevano coltelli e manganelli. Martedì a Firenze vertice sulla sicurezza con il ministro Pisanu

SOCIAL FORUM / Arrivati dalla Francia tremila ragazzi. Alcuni hanno tentato di occupare un cantiere dell’Alta velocità

di ELVIO SARROCCO



DALLA Francia stanno arrivando in Italia a folti gruppi i giovani che dal 6 al 10 novembre parteciperanno a Firenze alle manifestazioni del Social Forum. Nel vercellese la scorsa notte è arrivata una prima autocolonna di auto, camper e furgoni, in tutto almeno 3 mila persone che si sono accampate a Greggio all'interno di un capannone industriale abbandonato. Ci sono stati momenti di tensione: i giovani hanno infatti tentato di penetrare nel cantiere per l'Alta velocità, ma i sorveglianti sono riusciti a respingerli.
Alla frontiera intanto le forze dell'ordine continuano a bloccare e respingere persone ritenute pericolose. Ieri sono stati respinti cinque ragazzi ed una ragazza, di età compresa tra i 19 ed i 25 anni, trovati in possesso di coltelli a serramanico di genere proibito e di manganelli. Dalla mezzanotte del 31 ottobre, quando sono stati ripristinati i controlli alle frontiere è stato impedito l'ingresso complessivamente ad una cinquantina di indesiderati provenienti dalla Francia. Ma non tutti erano diretti a Firenze e molti erano immigrati clandestini.
A Firenze proseguono gli incontri tra autorità ed organizzatori del raduno internazionale di No Global per concordare il percorso dei cortei. Martedì ci sarà un vertice sulla sicurezza a cui prenderà parte il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. È stato deciso che sabato prossimo, al posto dei due cortei previsti per la manifestazione contro la guerra, ci sarà uno solo che dalla Fortezza da Basso raggiungerà lo stadio di Campo di Marte.
In città aumenta la preoccupazione per quanto potrebbe accadere. I cittadini, soprattutto i commercianti, non si sentono tranquillizzati dalle assicurazioni dei capi dei No Global e temono che si verifichino gravi incidenti. Le forze politiche sono divise. Il coordinatore fiorentino di Forza Italia Paolo Amato ha attaccato il sindaco di sinistra Leonardo Domenici che ha autorizzato la manifestazione e lo ha invitato a «chiedere scusa» ai fiorentini invece di invitarli a collaborare. Forza Italia ha raccolto oltre 18 mila firme contro lo svolgimento del raduno che saranno consegnate martedì al presidente del consiglio Berlusconi.
Per il presidente della regione Toscana Claudio Martini si parla troppo del rischio di disordini e poco delle proposte che saranno discusse nel meeting. Ed ha invitato i giornalisti a recarsi a Firenze per «documentare fedelmente tutti gli avvenimenti». Anche Vittorio Agnoletto, leader dei No Global, ha accusato il governo e Berlusconi in prima persona di «suscitare dei fantasmi per spaventare» e «creare un clima di allarme sociale».
In un comunicato il Firenze-Social Forum ha intanto reso noto che circa 200 detenuti del carcere di Sollicciano sarebbero stati trasferiti in altre carceri «per far posto agli eventuali arrestati» durante il Social Forum.
Intanto una manifestazione anti no-global è stata organizzata per il 6 novembre a Gorizia dal movimento «Sos Italia», in risposta all'iniziativa, annunciata dai «Disobbedienti» di Luca Casarini, di presidi alla frontiera italo-slovena per impedire eventuali divieti ad entrare in Italia a persone che, dall' estero, intendono raggiungere Firenze per il Social Forum. In una nota, Diego Volpe Pasini, presidente del movimento - (che alle scorse elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia ha ottenuto lo 0,7% su base regionale e il 2,0% nella circoscrizione di Udine, l' unica nella quale era presente) sottolinea la volontà di manifestare «in favore delle forze dell' ordine e della salvaguardia della città di Firenze , affinchè non venga consentito l'ingresso in Italia a indesiderati. Manifestiamo anche - ha aggiunto - contro un governo di centro-destra che non mantiene le aspettative di ordine e di rigore». A giudizio di Volpe Pasini, il Social Forum «andava non spostato, ma vietato sul territorio nazionale, come fece la Francia per il rave party.

Il Mattino

http://www.ilmattino.it:80/hermes/20021103/NAZIONALE/ATTUALITA/GRE.htm
IL SOCIAL FORUM
DI FIRENZE

DALL’INVIATO A FIRENZE
RAFFAELE INDOLFI
Cinquanta persone respinte alla frontiera di Ventimiglia, dodici a quella del Monte Bianco. Tentativo di occupazione di un cantiere dell'Alta velocità a Greggio nel Vercellese attuato da NoGlobal francesi in viaggio verso Firenze: ne sono entrati in Italia, da quella parte, già oltre duemila. A quattro giorni dall'inizio del Social Forum europeo cominciano gli arrivi ed anche i problemi. Tutto questo mentre a Firenze gli organizzatori della manifestazione hanno deciso, in una lunga assemblea, che sabato 9 novembre il corteo sarà uno solo e ne hanno definito anche il percorso che sarà più lungo di quello precedentemente ipotizzato. E ciò per consentire un controllo più efficace e per far scorrere più agevolmente il corteo.
Le forze dell'ordine fanno buona guardia alle frontiere: controllano i documenti e perquisiscono le auto. E chiunque, anche se non è segnalato come sospetto black-bloc è rimandato indietro se viene trovato in possesso non solo di coltelli, ma anche, come è capitato, di mazze e bastoni. Funzionano i controlli alle frontiere promessi dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu nel suo intervento di martedì alla Camera. Il ministro sarà dopodomani, a Firenze per fare il punto con il prefetto Achille Serra e i vertici locali delle forze dell'ordine sulle misure di sicurezza adottate per il pacifico svolgimento del Social Forum. Gli indesiderati respinti alle frontiere non è certo che fossero tutti attivisti NoGlobal. Quindici erano immigrati extracomunitari e nessuno risultava diretto a Firenze. I controlli sono stati intensificati anche nei porti, in particolare in quello di Vado Ligure (Savona), dove si teme possano sbarcare black-bloc dai traghetti provenienti dalla Corsica.
I primi NoGlobal partiti per Firenze sono francesi che hanno raggiunto a bordo di auto e camper Greggio nel Vercellese, dove in più di cento hanno tentato di occupare un cantiere dell'Alta velocità - fermo per le festività di questi giorni - ma sono stati respinti dai sorveglianti. Fallita la loro prima dimostrazione in terra italiana, i NoGlobal francesi non hanno comunque lasciato Greggio e si sono accampati in un vecchio capannone industriale abbandonato. Per la polizia di Vercelli la situazione è tranquilla. Ma il numero dei giovani cresce di continuo. Sarebbe arrivato a duemila. «Certo sono tanti soprattutto se si considera che il nostro paese non supera i quattrocento abitanti» dice preoccupato Simone Pavan, assessore comunale di Greggio, sorpreso dell'invasione del suo comune. «Quello che non capiamo - continua l'assessore - è il perché di questa tappa a Greggio, che non ha nulla a che vedere con Firenze. L'unica spiegazione, forse, è che la zona dove si sono fermati è a cento metri dall'autostrada». Per il momento a Greggio non si segnalano problemi. A dirlo è sempre l'assessore Pavan. «Se ne stanno - aggiunge - buoni lì, a parte qualcuno che è stato in qualche negozio del paese per acquistare generi alimentari, ma senza creare problemi. Dicono che dovranno partire domani, ma non è detto, anche perché la manifestazione di Firenze inizia il 6 novembre. Per ora comunque - conclude l'assessore - problemi non ne danno e speriamo continui così».
Le notizie che arrivano da Vercelli non preoccupano più di tanto gli organizzatori del Social Forum che minimizzano il tentativo di occupazione del cantiere dell'Alta velocità, ma protestano contro il trasferimento di una parte di detenuti dal carcere fiorentino di Sollicciano. Il trasferimento è stato deciso nell'ambito delle misure di sicurezza. A Sollicciano si fa spazio per quelli che eventualmente dovessero essere fermati durante la manifestazione NoGlobal. Niente da dire sulla misura, ma la protesta nasce per il fatto che i detenuti trasferiti sarebbero tutti extracomunitari. «È l'ennesimo attentato ai diritti riconosciuti delle persone detenute», denuncia il Gruppo Istituzioni totali-Firenze Social Forum. Per i No global «si trasferiscono gli extracomunitari perché si presume non abbiano legami familiari o affettivi con persone esterne al carcere o detenute nello stesso. Ma in questo modo s'interrompono tutte le attività di reinserimento sociale, di formazione scolastica e lavorativa. La pretesa funzione del carcere come strumento di rieducazione viene per l'ennesima volta negata. Come sempre a fare le spese delle tensioni sociali e della retorica dell'ordine pubblico sono le persone più indifese e meno visibili». Alla nota di protesta dei NoGlobal replicano dal provveditorato regionale degli istituti penitenziari confermando che la maggioranza dei detenuti trasferiti è costituita da extracomunitari, ma precisando che si tratta anche di reclusi non residenti in Toscana e non inseriti in programmi di recupero.


Il Messaggero

http://ilmessaggero.caltanet.it:80/hermes/20021103/13_ANCONA/ANCONA/BAU.htm
Arrivano anche i turchi.Assemblea nella sala Anpi
No Global, aumentano i controlli

NO global-Cgil, incontro ravvicinato. In vista del Firenze Social Forum, domani sera ad Ancona alla sala Anpi (via Palestro, ore 21) si svolgerà un’assemblea dal titolo «Movimenti a confronto». I portavoce dell’Ancona social forum e del Comitato perla Democrazia si confronteranno con i vertici locali della Cgil con l’obiettivo, si annuncia, «anche di individuare punti di iniziativa comuni sul territorio della provincia di Ancona». E’ in questo clima che si attende lo sbarco dei no global provenienti dall’altra sponda, ai quali non mancherà l’appoggio degli esponenti locali.
Sbarcheranno mercoledì, viaggiando sulla stessa nave, centinaia di no global greci e turchi. Complessivamente, le navi che arriveranno il 6 non saranno più solo due - come annunciato ieri dal portavoce dei Disobbedienti marchigiani, Paolo Cognini - bensì quattro, o forse cinque. Lo scenario, tuttavia, è ancora piuttosto fluido e lo stesso Cognini fa il quadro della situazione qual è ad oggi. La prima novità è, appunto, la presenza di no global turchi, dell' Istanbul Social Forum, sulla prima delle navi che arriveranno nel porto anconetano mercoledì mattina: un traghetto 'Superfast', organizzato dalla rete greca Genova 2001, così denominata in seguito ai fatti avvenuti l' anno scorso nel capoluogo ligure durante il vertice G8. L' arrivo è atteso fra le 10 e le 11 e a bordo sono previste 450 persone: la delegazione della rete organizzatrice, quella del Forum della metropoli turca e un gruppo di no global macedoni. Sempre mercoledì arriveranno nello scalo marchigiano due navi organizzate dal Greek Social Forum con a bordo 7-800 persone di questo raggruppamento: due traghetti, che debbono ancora essere indicati, anch' essi provenienti dalla Grecia, con a bordo 7-800 persone e arrivo previsto il primo alle 12,30, il secondo alle 13,30. Sempre secondo quanto riferito da Cognini, è ormai certo anche l' arrivo di una delegazione di 2-300 persone del Partito comunista greco a bordo di una nave attesa ad Ancona per le 13. Possibile, però, per il portavoce dei Disobbedienti, che le navi organizzate dal Partito comunista greco siano due. Cognini ha inoltre reso noto che sono in corso contatti con esponenti politici e parlamentari che potrebbero presenziare alle operazioni di controllo dei no global stranieri al porto di Ancona. I servizi di vigilanza al porto di Ancona sono stati da qualche giorno potenziati, dopo la sospensione del trattato di Schengen. Il porto di Ancona, nel quadro della collaborazione tra le varie forze di polizia, è, per la particolare natura del sito, oggetto durante tutto l' anno di servizi di vigilanza interforze da parte di polizia, carabinieri, guardia di finanza.




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rassegna stampa sfe 03/11 seconda parte
by marijuana Sunday, Nov. 03, 2002 at 7:54 PM mail:

Il Gazzettino

http://213.26.79.24:80/VisualizzaArticolo.php3?Codice=1237798&Luogo=Main&Data=2002-11-3&Pagina=6
FIRENZE Dal 6 al 10 novembre il meeting mondiale. Il presidente scrive da Porto Alegre al Governo: «Siamo pacifici»

Social Forum, vigilia di assicurazioni e sospetti

Casarini: «Bisogna chiedere a Berlusconi e ai servizi segreti se la città sarà tranquilla». An polemizza col sindaco


La Nazione

http://lanazione.quotidiano.net:80/chan/8/4:3823644:/2002/11/03
«Imposti sacrifici, rischi e disagi»
Forza Italia all'attacco del sindaco

«I rischi ci sono, Firenze non è una città adatta al Social Forum. Lo diciamo da gennaio. Ora lo dicono tutti, anche la sinistra. E' una vittoria politica tutta nostra: eppure hanno definito allarmistica la nostra campagna». Paolo Amato, coordinatore fiorentino di Forza Italia, è sotto la tenda di piazza della Repubblica dove sono state già raccolte 18mila firme contro lo svolgimento del Forum a Firenze. «Martedì — promette —- porteremo le firme al presidente del Consiglio visto che al sindaco non interessa sapere il parere dei fiorentini».
Amato attacca a testa bassa: il Governo non poteva spostare ora il Forum perché questo avrebbe comportato ancor più rischi, ma i pericoli non sono certo dissolti. «Ci auguriamo che tutto fili liscio. Per parte nostra dal 6 al 10 non terremo alcuna iniziativa pubblica: è una autolimitazione che ci diamo per senso di responsabilità, perché noi amiamo la città. A differenza del sindaco, che la espone ai rischi. Comunque la responsabilità morale in caso di incidenti sarà solo sua: noi ne chiederemo le dimissioni».
Paolo Amato fa il conto dei costi del Social Forum: «Negozi e studi professionali chiuderanno, gli alberghi hanno perso migliaia di clienti. Al danno economico, che si quantifica tra i 120 e i 250 milioni di euro, dobbiamo aggiungere il costo dei servizi e anche i soldi dati dalla Regione. Invece di inviare una lettera per chiedere la collaborazione dei fiorentini, il sindaco Leonardo Domenici chieda scusa a Firenze, per averle imposto sacrifici e disagi».
Per il coordinatore degli azzurri, il presidente della Regione Claudio Martini è il babbo del Social Forum, visto che fu lui che a Porto Alegre offrì la sede di Firenze per la riunione europea; mentre Domenici è la mamma visto che ne cura l'accoglienza. «Ma sia Martini che Domenici sono due isolati politici».
Amato ha concluso affermando che il sindaco dovrebbe anche chiedere scusa a Forza Italia per le accuse di soffiare sul fuoco: «Porteremo Domenici in tribunale, non può calunniare il partito».


Il Piccolo di Trieste

http://www.ilpiccolo.quotidianiespresso.it:80/ilpiccolo/arch_03/trieste/at02/miss.html
SOCIAL FORUM Il Viminale rafforza il personale alle frontiere. A Gorizia, Trieste e Tarvisio attesi gruppi estremisti provenienti da Ungheria, Repubblica Ceca, Croazia e Slovenia
In Friuli Venezia Giulia 300 agenti blindano i confini
Casarini: «Mercoledì al valico di Casa Rossa atti di disobbedienza civile contro la sospensione di Schengen»






GORIZIA - Quasi trecento tra poliziotti e carabinieri a disposizione delle Questure e dei valichi confinari per sigillare il Nordest d’Italia e filtrare l’ala violenta dei no-global. Ma anche la momentanea sospensione della libertà di circolazione sancita dal trattato di Schengen e l’invio di specialisti, in primis squadre cinofile e antisabotaggio.
È la risposta del ministero dell’Interno in Friuli Venezia Giulia alle ultime informative di intelligence e Viminale in vista del Social forum di Firenze. I contatti con le polizie europee, infatti, non lasciano spazi a incertezze. Se a Ventimiglia stanno arrivando i gruppi violenti provenienti da Spagna, Inghilterra e Francia, a Chiasso i controlli sono mirati sugli appartenenti ai centri sociali di Zurigo, al Brennero si fanno gli scongiuri anti black bloc tedeschi, a Gorizia, Trieste e Tarvisio si attendono i gruppi estremisti di Ungheria, Repubblica Ceca, Croazia oltre agli sloveni di Ac Molotov. L’incertezza è solo limitata ai numeri. Di quanti sono già arrivati, di quanti riusciranno comunque a sfuggire ai controlli.
D’altronde lo stesso Luca Casarini, leader dei Disobbedienti, venerdì aveva annunciato e ieri ribadito: «Gorizia sarà l’accesso principale dei manifestanti provenienti dall’Est e mercoledì, dalle 15 al valico di Casa Rossa, attueremo atti di disobbedienza civile in risposta alla decisione del ministro Pisanu di sospendere il trattato di Schengen». Peccato che proprio Gorizia e Trieste - assieme a Chiasso - siano gli unici valichi di tutto l’arco alpino italiano a non essere interessati dal tanto citato trattato. Lo saranno, almeno quelli regionali, fra due anni quando la Slovenia farà il suo ingresso nell’Unione europea. Al momento, dunque, le disposizioni rimangono immutate: per entrare o uscire dall’Italia a Casa Rossa o a Fernetti si deve essere provvisti di un documento valido per l’espatrio. Da venerdì, invece, sono divenuti più scrupolosi i controlli di polizia. Discreti, ma ferrei e, soprattutto, attuati in accordo con la polizia slovena sulla base di informative sui movimenti di gruppi no global. Precedenti penali, irregolarità nei documenti, trasporto di materiale pericoloso, mancanza di mezzi di sussistenza, tutela dell’ordine pubblico: sono alcuni dei motivi che possono bloccare un gruppo di violenti, veri o presunti.
Sorvegliato speciale anche il confine con l’Austria. È proprio lungo quei 60 chilometri, dai laghi di Fusine al Veneto, che da venerdì il trattato di Schengen non c’è più. Via ai controlli, dunque, al valico autostradale di Coccau e quello di Tarvisio lungo la statale 13, a Pramollo, Monte Croce Carnico e al valico ferroviario Tarvisio Boscoverde, per non contare gli accessi secondari e agricoli. Sessanta chilometri dimenticati dai Disobbedienti di Casarini che, nell’impeto di disobbedire e di abbattere le barriere del mondo, scegliendo Gorizia quale fulcro della protesta hanno già inserito la Slovenia nell’Ue. In attesa dell’incognita Casarini, a Gorizia mercoledì sarà invece presente Diego Volpe Pasini, presidente del movimento «Sos Italia» (alle scorse elezioni regionali ha ottenuto lo 0,7% su base regionale e il 2,0% nella circoscrizione di Udine, l'unica nella quale era presente) che ha organizzato una manifestazione anti no-global e a favore delle forze dell’ordine, ma anche contro «un governo di Centrodestra che non mantiene le aspettative di ordine e di rigore».
Intanto se 300 uomini in divisa sono stati inviati in regione, da Gorizia per Firenze è invece partito un cospicuo contingente del 13.mo Reggimento carabinieri Friuli Venezia Giulia specializzato nell’ordine pubblico. Anche per loro varrà la direttiva del Viminale plasmata ad hoc in nome del dopo Genova: no all’ostentazione di scudi e manganelli, rigida osservanza della scala gerarchica, no all’uso delle armi.
L’onda lunga del Social forum coinvolge anche gli istituti penitenziari. Al momento non è stato inviato in regione alcuno dei duecento detenuti che, secondo il Social forum, sarebbero stati trasferiti dal carcere di Sollicciano per far posto agli eventuali arrestati durante la manifestazione. Alle case circondariali della regione, invece, è giunta una nota del Dipartimento penitenziario che invita ad «evitare trasferimenti» a Firenze.



Repubblica Firenze

http://www.firenze.repubblica.it:80/archivio/20021103/primo_piano/022stelle.html
L'opera dell'artista belga al centro di un incontro col sindaco l'iniziativa
"L'evento lascerà un'opera d'arte in più" Rete Lilliput dona una fontana di Folon


La Stampa

http://www.lastampa.it:80/edicola/sitoweb/torino_cronaca/art7.htm
AUTO E TRENI SPECIALI: TANTI GIOVANI AL SOCIAL FORUM
In carovana verso Firenze
Al Moncenisio fermati sei francesi con armi
Tutti a Firenze. I militanti del Torino Social Forum sono pronti a raggiungere la Toscana. Alcuni sono già partiti, altri utilizzeranno i treni speciali e le autocarovane. Biglietto a prezzo «politico», più una piccola guida destinata a chi non ha ancora prenotato un posto per dormire e per orientarsi nel reticolo di pensioni, ostelli e gli spazi, case private e altro, messi a disposizione del movimento. L´ elenco delle associazioni che hanno aderito al programma è lungo. Tra queste Punto Zip; Area della Disobbedienza Sociale Attac; Torino Collettivo Universitario Spartaco Coordinamento Studentesco Cric; Centro Ricerca e Iniziativa Comunista Gabrio; Area della Disobbedienza Sociale; Giovani Comunisti Gruppo consiliare Rifondazione Comunista; Verdi; Ingegneria Senza Frontiere Lavoratori per un Futuro Sostenibile Lavoro Società area programmatica CGIL Piemonte Loc (lega obiettori di coscienza) Partito Umanista; Chieri & Cambiano Social Forum , Rifondazione Comunista. E ancora: Uds; Fraternità centro culturale italo - arabo Associazione legambiente circolo Ecopolis Collettivo Linea Rossa; Valle Susa Comitato di Lotta Popolare contro il TAV Val Susa; Viva Rete Lilliput: Donne in Nero; Bandiera Rossa, rivista marxista Fiom Piemonte; Cub Scuola: Parnassius Apollo Club Gruppo Abele e altro ancora. Poi autonomi, anarchici e i protagonisti della lunga stagione antagonista di Torino, compresa l´ala più dura del movimento. I portavoce di Askatasuna lo hanno ben spiegato, insistendo anche sul fatto che le intenzioni saranno «pacifiche». Andrea Bonadonna, uno dei leader del centro sociale di corso Regina Margherita: «Stiamo tranquilli, noi amiamo l´arte. Non ci saranno problemi». Niente e nessuno potranno impedire il viaggio a Firenze di chi, prima all´ e-government di Napoli, poi al G8 di Genova, infine agli scontri di piazza, avvenuti a Torino, il 22 febbraio 2002, era stato denunciato dai pm per atti di violenza. I torinesi nell´elenco dei «cattivi» sono 18, comprese alcune figure di spicco dell´autonomia. Intanto i carabinieri hanno fermato e rispedito a casa sei francesi, di età compresa tra i 19 ed i 25 anni, che ieri viaggiavano a bordo di due furgoni, sono stati respinti alla frontiera del Moncenisio. Avevano armi e due manganelli artigianali. Non potranno rientrare in Italia se non dopo il Social Forum.


Corriere della Sera

http://www.corriere.it:80/edicola/index.jsp?path=POLITICA&doc=IMA
Soltanto i Cobas manifesteranno il 6 vicino alla base Usa di Camp Darby. I «Disobbedienti»: vigileremo alle frontiere

Firenze, corteo più lontano dal centro

Sul Social Forum accordo tra organizzatori e questura. Sabato prossimo attese oltre 150 mila persone


DAL NOSTRO INVIATO
FIRENZE - La rinuncia ai gomiti che potevano ferire la faccia di un corteo arriva dopo cinque (micidiali) ore di riunione. Cambia tutto. La manifestazione del 9 novembre diventa un solo corteo (ne erano programmati due), si allunga - da 3.5 a 6 chilometri -, e soprattutto si allarga, ridisegnando il suo percorso sui viali che circondano il centro di Firenze.
IL CORTEO - La decisione degli organizzatori del Forum sociale viene presa in accordo con la questura. C'erano due «gomiti» del percorso originario che non piacevano a nessuno. Il primo era via Arazzieri, una strada nella quale non passano due autobus contemporaneamente, il secondo era il cavalcavia ferroviario vicino a piazza delle Cure, che piega quasi a novanta gradi, non proprio l'ideale per un corteo di 150 mila persone.
Il nuovo percorso allontana ancora di più i manifestanti dal centro della città, dà più respiro al corteo, cosa che non dispiace a chi lo deve «controllare». L'unico rischio potrebbe essere l'inclusione nel percorso di via Amendola, dove si trova il quartier generale dei carabinieri. Altre decisioni: i treni speciali dei manifestanti arriveranno a Firenze Statuto (stazione più vicina al concentramento) e non nella centralissima Santa Maria Novella. Da oggi il coordinamento degli organizzatori si allarga ai rappresentanti europei. Non più tavoli separati (e problemi di comunicazione), come avvenne a Genova 2001.
LA CITTA' - L'effetto collaterale del nuovo percorso lo sentiranno gli automobilisti. I viali percorsi dal corteo sono le arterie del traffico cittadino. Per un pomeriggio - lo ammettono gli stessi organizzatori del Forum - girare in macchina a Firenze non sarà semplice. Il centro destra locale continua a giocare la sua partita. Raccoglie firme (18.000 finora) di cittadini contrari al Forum, chiede le dimissioni del sindaco Domenici e del presidente della Regione nel caso («Dio non voglia», dicono i suoi esponenti) qualcosa dovesse andar male.
Tra gli argomenti, viene esibito anche il caso della Florentia, che per tre giorni verrà costretta a cambiare campo d'allenamento.
CAMP DARBY - Sarà il termometro con cui misurare la temperatura dei giorni che verranno. La manifestazione di protesta contro la base americana in provincia di Pisa - primo pomeriggio del 6 novembre - non è nel calendario ufficiale del Forum europeo. E' stata fortemente voluta dal movimento antagonista toscano e dai Cobas.
Gli altri, più tiepidi. Ieri mattina la prefettura di Pisa ha fatto presente il rischio che il corteo (previste 5-6.000 persone) possa tirarsi dietro ospiti indesiderati, ovvero i centri sociali «non allineati» con il Forum e desiderosi di ottenere una loro visibilità. E' la variabile che rende rischioso più degli altri l'appuntamento di Camp Darby. Trattative in corso. Gli organizzatori della manifestazione hanno ottenuto di cambiare la stazione d'arrivo dei treni da Firenze. Non più Pisa centrale, ma San Rossore, vicina al punto di raduno. Un servizio di navette porterà i manifestanti all'angolo più remoto della base, e da lì partirà il corteo che costeggerà i recinti.
DISOBBEDIENTI - A Camp Darby non ci saranno. Non è un caso che le ex Tute Bianche abbiano scelto proprio il giorno della manifestazione contro la base americana per andarsene alla frontiera. Ventimiglia, Gorizia, Ancona. Il catalogo prevede: «Non solo l'osservazione dei controlli, ma anche una vigilanza attiva, per evitare soprusi». Il gesto di disobbedienza più eclatante - salvo sorprese - dovrebbe essere l'attraversamento di gruppo delle frontiere.
CASARINI - Ovviamente ha parlato anche ieri (da Padova). Come al solito, toni pacati, mirati a dissolvere la tensione. Ecco il testo della dichiarazione: «A Firenze - ha detto Casarini - l'unico attentato alle opere d'arte è stato fatto dalla mafia nel 1993, per accreditare la mafia vincente, che ha poi prodotto poi il cento per cento dei seggi vinti da Forza Italia in Sicilia. Così, per sapere cosa accadrà a Firenze, bisognerebbe chiederlo a Berlusconi e ai servizi segreti».


Il Gazzettino

http://213.26.79.24:80/VisualizzaArticolo.php3?Codice=1237800&Luogo=Main&Data=2002-11-3&Pagina=6
ALLARME DAL SIULP




GORIZIA - Una manifestazione anti no-global è stata organizzata per il prossimo 6 novembre a Gorizia dal movimento 'Sos Italia', in risposta all'iniziativa, annunciata dai 'Disobbedienti' di Luca Casarini, di presidi alla frontiera italo-slovena per impedire eventuali divieti ad entrare in Italia a persone che, dall'estero, intendono raggiungere Firenze per il Social Forum.In una nota, Diego Volpe Pasini, presidente del movimento - (che alle scorse elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia ha ottenuto lo 0,7% su base regionale e il 2,0% nella circoscrizione di Udine, l'unica nella quale era presente) sottolinea la volontà di manifestare «in favore delle forze dell'ordine e della salvaguardia della città di Firenze , affinché non venga consentito l'ingresso in Italia a indesiderati. Manifestiamo anche - ha aggiunto - contro un governo di centro-destra che non mantiene le aspettative di ordine e di rigore».A giudizio di Volpe Pasini, il Social Forum «andava non spostato, ma vietato sul territorio nazionale, come fece la Francia per il rave party. Un governo di centro destra con ministri leghisti e post fascisti - sostiene - deve rispondere ai suoi lettori con fermezza e rigore proprio in queste occasioni, cosa che non ha fatto per paura e codardia. In virtù di tale decisione - conclude la nota di 'Sos Italia' - il governo si assume il carico di tutti i danni che verranno prodotti dai nuovi barbari travestiti da pacifisti».Intanto un appello ad isolare «eventuali provocatori o violenti, per evitare di essere in qualunque modo coinvolti e per non dare alibi agli irresponsabili» è stato rivolto dal Siulp (Sindacato Unitario Lavoratori di Polizia) al movimento dei Disobbedienti di Luca Casarini, che per i prossimi 5 e 6 novembre - in occasione del Social Forum di Firenze - ha annunciato forme di presidio al confine italo-sloveno.In un comunicato, il Siulp sostiene che «non è comprensibile» l'iniziativa annunciata da Casarini. «A Gorizia, infatti - rileva la nota - non ci sarà alcun blocco Schengen, giacché non sono stati mai sospesi i controlli trattandosi di un confine esterno. Per Gorizia non cambia nulla: i controlli Schengen c'erano prima, ci saranno durante il Forum di Firenze e ci saranno anche dopo, almeno fino a quando anche la Slovenia entrerà a far parte di Schengen».


L'Arena di Verona

http://www.larena.it:80/ultima/oggi/nazionale/Aab.htm


IL SOCIAL FORUM EUROPEO. Martedì sopralluogo del ministro Pisanu. Gli organizzatori: hanno già svuotato il carcere per gli arresti

Respinti alla frontiera 50 no global

Tensioni per l’arrivo di duemila francesi. Ancora polemiche a Firenze




















Roma . Dalla Francia stanno arrivando in Italia a folti gruppi i giovani che dal 6 al 10 novembre parteciperanno a Firenze alle manifestazioni del Social Forum Europeo . Nel V ercellese venerdì notte è arrivata una prima autocolonna di auto, camper e furgoni, in tutto almeno duem ila persone che si sono accampate a Greggio all ’ interno di un capannone industriale abbandonato. Ci sono stati momenti di tensione: i giovani hanno infatti tentato di penetrare nel cantiere per l ’ Alta velocità, ma i sorveglianti sono riusciti a respingerli. Alla frontiera intanto le forze dell ’ ordine continuano a bloccare e respingere persone ritenute pericolose. Ieri sono stati respinti cinque ragazzi ed una ragazza, di età compresa tra i 19 ed i 25 anni, trovati in possesso di coltelli a serramanico di genere proibito e di manganelli. Dalla mezzanotte del 31 ottobre, quando , in deroga al Trattato europeo di Schengen, sono stati ripristinati i controlli alle frontiere è stato impedito l ’ ingresso in tutto a una cinquantina di « indesiderati » provenienti dalla Francia , anche se non tutti erano no global diretti a Firenze (diversi erano immigrati clandestini ) .
A Firenze proseguono gli incontri tra autorità ed organizzatori del raduno internazionale di « No Global per concordare il percorso dei cortei. Martedì ci sarà un vertice sulla sicurezza a cui prenderà parte il ministro dell ’ Interno Giuseppe Pisanu. È stato deciso che sabato prossimo, al posto dei due cortei previsti per la manifestazione contro la guerra, ci sarà uno solo che dalla Fortezza da Basso raggiungerà lo stadio di Campo di Marte.
In città aumenta la preoccupazione per quanto potrebbe accadere. I cittadini, soprattutto i commercianti, non si sentono tranquillizzati dalle assicurazioni dei capi dei No Global e temono che si verifichino gravi incidenti. Le forze politiche sono divise. Il coordinatore fiorentino di Forza Italia Paolo Amato ha attaccato il sindaco di sinistra Leonardo Domenici che ha autorizzato la manifestazione e lo ha invitato a «chiedere scusa» ai fiorentini invece di invitarli a collaborare. Forza Italia ha raccolto oltre 18 mila firme contro lo svolgimento del raduno .
Per il presidente della Re gione Toscana , Claudio Martini si parla troppo del rischio di disordini e poco delle proposte che saranno discusse nel meeting. Ed ha invitato i giornalisti a recarsi a Firenze per «documentare fedelmente tutti gli avvenimenti». Anche Vittorio Agnoletto, leader dei No Global, ha accusato il governo e Berlusconi in prima persona di «suscitare dei fantasmi » per «creare un clima di allarme sociale». E i n un comunicato il Firenze-Social Forum ha intanto reso noto che circa 200 detenuti del carcere di Sollicciano sarebbero stati trasferiti in altre carceri «per far posto agli eventuali arrestati» durante il meeting .


Liberta'

http://quotidiano.liberta.it:80/QuotidianoArticolo.asp?Qpar=&IDArt=39&Fname=0311INT501.jpg
Stop per 18 giovani con bastoni alle frontiere. A Firenze allungato il percorso
Bloccati i primi “no global”
In 3mila tentano di occupare il cantiere dell'Alta velocità


A Greggio, piccolo centro di 400 anime in provincia di Vercelli, spetta invece il primato di essere il primo paese italiano occupato pacificamente da tremila no global francesi in marcia verso Firenze. I giovani si sono presentati ieri mattina all'improvviso tentando di occupare un cantiere dell'Alta velocità, ma dopo essere stati respinti dai guardiani hanno ripiegato su un capanno. Mancano tre giorni all'inizio del Social Forum di Firenze e le prime avanguardie del movimento cominciano a premere alle frontiere. Contemporaneamente, aumentano i controlli delle forze dell'ordine, che si fanno più severi sia ai valichi di frontiera che nel capoluogo toscano. Agenti muniti di computer collegati con il Viminale controlleranno i documenti di quanti si presenteranno alle frontiere di Ventimiglia, Chiasso, Tarvisio, Gorizia e all'aeroporto di Fiumicino. Una misura resa possibile dall'articolo 2 del Trattato di Shengen che ripristina l'esame dei documenti anche per quanti provengono da paesi che hanno firmato il trattato. E loro, i no global? Più volte e da tempo il movimento ha annunciato di non avere alcuna intenzione bellicosa e di voler manifestare pacificamente. Ieri, inoltre, è stato deciso di unificare i due cortei contro la guerra previsti per il 9 novembre in un'unica grande manifestazione. La decisione, comunicata dagli organizzatori nel pomeriggio a questura e prefettura che non si sarebbero opposte, è nata dopo aver accertato l'alto numero di partecipanti al corteo, stimati in almeno 150 mila persone. Il Social Forum ha comunque assicurato che il corteo sfilerà lungo i viali della città senza toccare il centro storico. Il nuovo percorso prevede la partenza dalla Fortezza da Basso, sede del meeting, per poi proseguire lungo tutti i viali della circonvallazione fino ad arrivare in riva all'Arno e tornare indietro verso Campo di Marte. Nonostante le rassicurazioni, non è escluso però che qualche frangia del tutto esterna al movimento possa decidere di dar vita ad atti di violenza. Anche per evitare questo Cgil e Fiom garantiranno un proprio servizio d'ordine messo a sorveglianza di banche, negozi, uffici pubblici e quant'altro possa essere ritenuto un obiettivo. Su tutto, prevale comunque la voglia di trascorrere quattro giornate tranquille. «L'obiettivo è quello di una grande iniziativa pacifica, espressione dell'altra Europa possibile e del fatto che esiste una civiltà contro la guerra e contro i razzismi», ha ripetuto ieri Luca Casarini, portavoce dei no global. Carlo Lania
Roma Dalla Turchia è atteso l'arrivo di 450 no gobal che sbarcheranno mercoledì 6 novembre nel porto di Ancona insieme a 7-800 compagni greci accompagnati da circa 300 militanti del Partito comunista greco e da un gruppetto di no global macedoni. Dodici giovani sono stati invece fermati ieri dalla polizia alla frontiera del Monte Bianco e rispediti indietro perché trovati in possesso di coltelli e bastoni. Sei hanno subito la stessa sorte al valico del Moncenisio.


Il Mattino


http://www.ilmattino.it:80/hermes/20021103/NAZIONALE/PRIMA_PAGINA/SINIS.htm
Primi arrivi a Firenze in vista del Social Forum: 62 fermi alla frontiera
Un corteo unico per i NoGlobal

A tre giorni dall’inizio del Social Forum di Firenze, primi arrivi dei NoGlobal e scattano le misure preventive: 62 persone respinte alle frontiere di Ventimiglia e del Monte Bianco. I duemila accampati presso Vercelli sono controllati dalle forze dell’ordine e il timore rimane l’arrivo dei black- bloc. È fallito il tentivo di occupare un cantiere dell’Alta Velocità. Dopodomani il ministro Pisanu sarà a Firenze per fare il punto della situazione con il prefetto Serra. Gli organizzatori del Social Forum da parte loro hanno deciso che ci sarà un solo corteo, fissato per sabato 9, il penultimo giorno del raduno.


Repubblica Firenze

http://www.firenze.repubblica.it:80/archivio/20021103/primo_piano/04spettak.html
Assemblee sul teatro, film e incontri coi registi, concerti, teatro: ecco dove e quando GLI SPETTACOLI
Da Fo ai Modena City Ramblers gli eventi da non perdere


Il Resto del Carlino

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/2/17:3824876:/2002/11/03
Svuotate le celle
per le tute nere

FIRENZE — Duecento detenuti, quasi tutti extracomunitari, hanno lasciato le loro celle del carcere fiorentino di Solicciano per essere trasferiti in altri penitenziari di Roma, di Napoli, della Sardegna. Il motivo: far posto agli eventuali fermati del Social Forum Europeo, che si terrà nel capoluogo toscano dal 6 al 10 novembre.
Dalle istituzioni locali continuano gli appelli a sdrammatizzare l'evento, a rasserenare gli animi. Ma le forze dell'ordine si preparano anche al peggio. «Abbiamo detto al direttore del carcere di fare in modo, qualora ci fossero dei fermi, di non mandare le persone nei penitenziari di Milano, Roma o non so dove altro — spiega il prefetto Achille Serra —. Ma vedrete che non ce ne sarà bisogno e che andrà tutto bene». Un po' di scaramanzia non guasta, ma lo stesso prefetto ricorda che, oltre ai posti liberi a Sollicciano, sono già state predisposte due ampie stanze dove polizia e carabinieri effettueranno le perquisizioni e i controlli. Operazioni che — si precisa — avverranno sotto l'occhio di una telecamera che filmerà tutto quanto avviene nei locali.
Il punto definitivo sul dispiegamento delle forze dell'ordine è fissato per martedì, nel corso di un vertice con il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. Il capo del Viminale verrà a Firenze di persona per un ultimo summit con le autorità, i responsabili locali della sicurezza, e con gli organizzatori del Social Forum. In quella sede verrà ufficializzato anche il percorso della manifestazione per la pace, prevista per sabato 9 novembre, forse il momento più delicato dell'intero evento. Dopo un tira e molla, i responsabili del corteo hanno convenuto di sfilare fuori dal centro storico, lontani dai maggiori monumenti e su strade più larghe. Hanno accettato anche di snodarsi su un unico percorso, e non su due come deciso in un primo momento. In cambio, hanno preteso, però, un tragitto più lungo. Le adesioni, si dice, crescono ogni giorno e per sabato, a manifestare contro la guerra, si aspetta un'invasione di oltre duecentomila persone. «Vogliamo più chilometri di percorso — ha ribadito Stefano Kovac dell'organizzazione Esf- Fse — altrimenti più che un corteo diventa un sit- in». Ed ecco la loro nuova proposta di itinerario, con il lungo serpentone che dalla Fortezza da Basso, sede del Social Forum, si snoderà lungo tutti i viali di circonvallazione, per raggiungere il Lungarno Colombo e poi riattraversare in verticale la città fino allo Stadio Artemio Franchi. Qui, dopo i comizi, grande happening musicale fino a notte.
Solo la mattina dopo Firenze potrà tirare un sospiro di sollievo. Per adesso, al di là della lettera del sindaco Domenici — che invita i fiorentini alla collaborazione e gli ospiti al rispetto — la tensione cresce ogni giorno di più. Sotto il cavalcavia delle Cure è comparsa un scritta minacciosa nei confronti del prefetto Serra («Serra, speramo che tu muoia»). Si moltiplicano, inoltre, le azioni dimostrative promesse dai Disubbidienti di Luca Casarini: giovedì scorso il Movimento di lotta per la casa ha occupato l'ex stabilimento Fila in via del Gignoro, locali vuoti da anni, che sarebbero dovuti diventare un centro sociale. Ieri una nuova incursione, stavolta in viale Don Minzoni, in una vecchia sede della Asl.

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rassegna stampa sfe 03/11 terza parte
by marijuana Sunday, Nov. 03, 2002 at 8:21 PM mail:

La Stampa

http://www.lastampa.it:80/edicola/sitoweb/Vercelli/art3.htm
MEGA PARTY IN MUSICA CON RAGAZZI FRANCESI, TEDESCHI, OLANDESI E INGLESI ORGANIZZATO NEL CAPANNONE DELL´EX INDUSTRIA «PARAMATTI»
Da tutta Europa in 3 mila per un rave a Greggio
Molti andranno al Social Forum?
Walter Camurati

GREGGIO

Tappa vercellese per un rave-party nel viaggio che verosimilmente per molti si concluderà al Firenze Social Forum. Tremila giovani italiani, francesi, tedeschi, inglesi e olandesi - e un numero incalcolabile di cani -, molti giovanissimi, da venerdì notte hanno occupato il capannone dismesso della ex Paramatti alla periferia di Greggio per una mega festa musicale. I primi arrivi nella tarda serata via autostrada con auto, camper e furgoni e in treno alla stazione di Vercelli da dove molte decine di giovani hanno raggiunto a piedi Greggio distante una dozzina di chilometri. Altri, evidentemente con maggiori possibilità economiche, hanno utilizzato il taxi. Gli arrivi si sono susseguiti per tutta la giornata di ieri. La situazione è assolutamente sotto controllo, fino a ieri sera non c´era stato alcun problema di convivenza con i circa 400 abitanti del paese: molti giovani hanno fatto acquisti nei negozi di Greggio comportandosi in maniera perfetta e con educazione, tutti vogliono evitare attriti con il piccolo paese che li ospita. C´è stato solo un momento di frizione sabato all´alba, ma a causa di un equivoco. Un nutrito gruppo di giovani ha cercato di entrare nel cantiere dell´Alta Velocità pensando che il raduno fosse lì. Respinti dal servizio di sorveglianza interna, si sono allontanati senza protestare trasferendosi all´ex Paramatti. Qui con il passare delle ore la carovana si è ingrossata. Difficile parlare con i ragazzi che, soprattutto, non amano i fotografi e non fanno nulla per nasconderlo: in particolare i francesi si calano i cappucci delle felpe sul volto. Sul sentiero che dalla statale porta alla ex Paramatti si viene fermati e apostrofati, «Via di qua». L´ ordine è quello di tacere con gli estranei, ma non tutti lo rispettano anche se le risposte sono secche e ridotte al minimo. «Siamo qua per un rave» dice un gruppetto di quattro dall´ inconfondibile accento toscano (una coincidenza?) mentre camminano verso il centro del paese. E perchè proprio a Greggio? «Un posto vale l´altro». Siete in tanti, come avete saputo di questo rave? «Le notizie circolano veloci». Da qui andrete a Firenze per il Social Forum? «Non chiediamo a nessuno da dove viene e dove va: magari qualcuno andrà a Firenze, magari no. Chi può dirlo?». Fine, è ora di allontanarsi.
E´ chiaro che molti, soprattutto gli stranieri, proseguiranno per Firenze e che, oggi come oggi, nessuno ha intenzione di attirare l´attenzione, anzi ha tutto l´interesse di presentarsi nella maniera migliore possibile per mimetizzarsi tra chi invece pensa solo alla musica. Una notizia che arriva dal valico del Moncenisio però crea perplessità: sei ragazzi francesi sono stati respinti alla frontiera perchè trovati in possesso di tre coltelli e due manganelli. Hanno detto di essere diretti a un concerto nel Torinese. Che potrebbe essere benissimo quello di Greggio.


http://www.lastampa.it:80/edicola/sitoweb/Imperia/art2.htm
(Del 3/11/2002 Sezione: Imperia Pag. 35)


Il confine è blindato contro i «black bloc»
L´intelligence francese: «A Ventimiglia passeranno mille manifestanti»
Passeranno almeno in mille. In treno, in auto, con i pullman. Soprattutto francesi ma anche spagnoli. Tutti diretti al Social Forum che si terrà a Firenze dal 7 al 9 novembre. Il timore della Polizia e del ministro degli Interni Giuseppe Pisanu è che tra di loro, nella massa o in qualche furgone isolato, possano esserci anche dei «black block», quelli che trasformarono in un incubo le contro manifestazioni al vertice dei G8 di Genova. Alla frontiera, in previsione dell´esodo dei manifestanti, le prescrizioni del trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini europei sono state sospese. Dalla sera del 31 ottobre la Questura ha predisposto il presidio di tutti i valichi, e soprattutto di quello autostradale di Ventimiglia. Agenti in servizio 24 ore al giorno, rinforzi alla Polizia di Settore, quella addetta ai confini. A Ventimiglia sono arrivati anche agenti distaccati dalla Polmare di Savona, già allertata per possibili arrivi via mare di manifestanti. Le auto e i pullman sospetti vengono già fermati ma la «revoca-Schengen» fino a questo momento ha colpito soprattutto i clandestini extracomunitario e qualche delinquentello trovato in possesso di coltelli o refurtiva (ieri il totale dei respingimenti è arrivato a quota cinquanta). La notizia dei mille arrivi è stata comunicata dalle autorità italiane dalla gendarmeria francese. E´ un dato che proverrebbe dal lavoro di intelligence. La maggior parte dei manifestanti che passeranno da Ventimiglia saranno comunque «organizzati», associazioni sindacali, movimenti della sinistra francesi. I controlli prevedono la perquisizione dei bagagliai e l´identificazione delle persone. Era circolata la voce anche dell´imminente arrivo di un gruppo di indipendentisti baschi, simpatizzanti dell´Eta che il primo ministro spagnolo Aznar ha messo fuorilegge. L´indiscrezione non ha però trovato conferme. La Questura di Imperia ha confermato che nella giornata di oggi i controlli saranno più massicci visto che qualche manifestante potrebbe magari pensare di intrufolarsi nelle lunghe colonne di auto del controesodo al ponte di inizio novembre. Ma l´intelligence riferisce che chi cercherà di passare lo farà soprattutto nei prossimi giorni, magari di notte. L´imput è quello di procedere a controlli a campione e mirati a seconda della provenienza delle auto e dei passeggeri. Il clima al confine, al momento, è ancora tranquillo. Tra oggi e domani, comunque, si avranno ulteriori conferme sulla «transumanza dei manifestanti» soprattutto in relazione all´eventuale passaggio di treni speciali diretti dalla Francia a Firenze. In quel caso, come già accaduto per il G8 di Genova, Ventimiglia potrebbe tornare ancora una volta a trasformarsi in una città blindata. I giovani militanti del Social Forum potrebbero decidere di dare appoggio logistico agli amici francesi, ma questo è ancora tutto da definire. Intanto, ieri, il Sanremo Social Forum ha confermato l´organizzazione di uno o più pullman in partenza per la manifestazione del 9 novembre a Firenze. Si partirà sabato alle 5,30 da piazza Colombo. Per informazioni è possibile rivolgersi allo 0184/502389.


L'Arena di Verona

http://www.larena.it:80/ultima/oggi/primapagina/C.htm
SOCIAL FORUM DI FIRENZE. Con il ripristino dei controlli alle frontiere

Già respinti decine di no-global

Primi arrivi dalla Francia, qualche tensione nel Vercellese




















Conto alla rovescia per il Social Forum Europeo che inizia mercoledì a Firenze. Dalla Francia ieri è arrivata nel Vercellese un’autocolonna con duemila no-global, con momenti di tensione quando i giovani hanno tentato di penetrare nel cantiere per l’Alta velocità. Nel frattempo con il ripristino dei controlli alle frontiere anche ieri sono stati respinti sei giovani in possesso di coltelli e manganelli. Da giovedì scorso sono una cinquantina gli «indesiderati» respinti, anche se in alcuni casi erano immigrati clandestini. Il ministro degli Interni Pisanu sarà martedì a Firenze per fare il punto della situazione. Secondo i l Forum intanto 200 detenuti di Sollicciano sarebbero stati trasferiti «per far posto agli eventuali arrestati» nei giorni del meeting.


Il Messaggero


http://ilmessaggero.caltanet.it:80/hermes/20021103/01_NAZIONALE/POLITICA/SOCIAL.htm
Domenica 3 Novembre 2002

Scatta il piano dei controlli per il raduno di Firenze. Scritte contro il prefetto Serra. Trasferiti i detenuti dal carcere di Sollicciano, possibile bersaglio
Social Forum, raffica di espulsioni alle frontiere
Dalla Francia tremila no global, maxi-occupazione a Vercelli. Navi da Grecia e Turchia

di MASSIMO MARTINELLI

ROMA - Sono già arrivati a migliaia, i giovani del popolo No Global che manifesteranno a Firenze dal 6 al 10 novembre prossimi. In treno, in furgone, in autostop. Soprattutto dalla Francia. Tremila di loro, ieri, hanno occupato un capannone abbandonato nei pressi di Vercelli, dopo aver tentato, in maniera piuttosto blanda, di entrare in un cantiere dell’Alta Velocità. Pochi agenti di sorveglianza sono bastati a dissuaderli e loro si sono installati nel capannone in attesa di dirigersi a Firenze all’inizio della prossima settimana. Ma alla valanga di arrivi è corrisposta una altrettanto copiosa serie di espulsioni: cinquanta persone (alcune armate di coltelli) sono state respinte in numerosi posti di frontiera, mentre altre diciassette sono state rispedite indietro dal valico al traforo del Monte Bianco.
Così, anche se le forze dell’ordine ostentano tranquillità in attesa della visita del ministro Pisanu di martedì a Firenze, la tensione comincia a salire. Nella giornata di ieri, è arrivata da Roma la decisione di trasferire duecento detenuti del carcere fiorentino di Sollicciano verso altri penitenziari del sud e in Sardegna. E questo ha provocato le proteste del Gruppo istituzioni totali-Firenze social forum, che sostiene che si è voluto fare posto ai No Global che probabilmente saranno arrestati durante le manifestazioni. In realtà, sembra che le forze dell’ordine fossero preoccupate per almeno due circostanze: la prima riguarda il progetto del Circolo anarchico fiorentino di via del Panico di fare un sit-in davanti a quel carcere proprio la mattina del 9 novembre, mentre la gran parte delle forze dell’ordine saranno impegnate in città per il grande corteo; la seconda è rappresentata dal ricordo del G8 di Genova, quando alcuni Black Bloc riuscirono quasi nell’intento di penetrare nel carcere cittadino di Marassi.
Un altro segnale poco «distensivo» è arrivato dalle scritte contro il prefetto apparse ieri sul cavalcavia delle Cure, a Firenze, dove sarebbe dovuto passare il corteo poi spostato: «Achille Serra, speriamo che muori» recitano i graffiti, nonostante che proprio Serra sia stato quello che più di tutti si è impegnato con gli organizzatori del Forum affinché tutti i problemi trovassero una soluzione.
Cresce anche la preoccupazione al porto di Ancona: mentre nei giorni scorsi era arrivata la notizia che sarebbero arrivate martedì 2 navi con giovani No Global greci, ieri si è avuta la conferma che le navi saranno quattro o cinque. E che a bordo ci saranno centinaia di No Global greci e turchi, insieme ad altri macedoni. Le autorità portuali temono il ripetersi di incidenti dopo che lo scorso anno, in occasione del G8 di Genova, una decina di poliziotti e un paio di No Global finirono all’ospedale al termine di una giornata di scontri sulla banchina del porto. Per questo motivo anche ad Ancona sono stati potenziati i controlli nello scalo portuale, così come in altri scali ritenuti a rischio. Tra questi, quello di Vado Ligure, a Savona, dove si teme lo sbarco di Black Bloc dai traghetti della Corsica Ferries.


La Nazione

http://lanazione.quotidiano.net:80/chan/8/5:3823648:/2002/11/03
E' top secret il dormitorio dei no global
Mercafir o Visarno per i «Disobbedienti»

L'accoglienza dei no global è il grande segreto di Palazzo Vecchio. Che il Comune abbia deciso di dare ospitalità gratuita a ottomila «congressisti» è cosa risaputa, ma dove è tenuto gelosamente nascosto. Non si vuol correre il rischio che un quartiere si possa mobilitare contro l'uso di una palestra o di un immobile come dormitorio per gli aderenti al Social Forum. Perché nel diverso magma dei no global ci sono i gruppi cattolici, l'Arci il Wwf e la rete Lilliput, ma ci sono anche i «Disobbedienti» di Casarini che ha promesso occupazioni di banche e cantieri.
Ieri mattina il sindaco aveva pubblicamente assicurato che l'elenco degli edifici era disponibile e che già era stato reso noto alla prefettura, ma poi con la giustificazione che nulla è ancora deciso e che gli uffici hanno prudenzialmente preparato un elenco superiore alle necessità, gli immobili sono rimasti top secret. L' elenco e la relativa ordinanza saranno forse resi pubblici domani, quando il Social Forum avrà dato il proprio gradimento e ne avrà preso possesso.
Alcune indiscrezioni dicono che i «Disobbedienti» sarebbero sistemati alla Mercafir, altre che andranno invece all'ippodromo del Visarno. Il Palasport non verrebbe invece utilizzato, per timore di danneggiamenti.
Saranno invece messi a disposizione altri impianti sportivi, come il Palazzetto dell'Iti di via Benedetto Dei, dove alla fine del mese cominceranno i previsti lavori di ristrutturazione per 2 miliardi, e i due piani del garage dello stadio comunale che sono isolati dal resto dell'impianto. Ospiti anche a San Salvi ma non nella ex manifattura tabacchi delle Cascine. Il Comune non dispone di edifici vuoti e inutilizzati e per accogliere ottomila persone si son vagliati anche numerosi immobili dati in gestione o di proprietà privata: il capo di gabinetto del sindaco, avvocato Claudio Martini, ne ha visitati decine.
Oltre al problema dell'alloggio c'è quello dei pasti. Palazzo Vecchio si è accollato la ristorazione serale: di giorno i no global mangiano alla Fortezza dove una ditta privata prepara i pasti a prezzo concordato mentre per la sera non c'è nulla di organizzato dal Gsf. Sono state contattate mense e case del popolo che offrano pietanze a prezzi fissi.
Intanto, la conferenza dei servizi composta di uffici comunali e aziende partecipate lavora alla messa in sicurezza dei cantieri, al coordinamento tra Ataf e Ferrovie per i trasporti, alla gestione dei pullman in arrivo, all'organizzazione di un pronto intervento per le necessità. Delle 18mila persone attese per il Forum, 8mila alloggeranno in alberghi e presso privati e parrocchie, altrettante saranno accolte gratis in strutture messe a disposizione dal Comune e 2.500 saranno ospitate nei comuni limitrofi.


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rassegna stampa sfe 03/11 quarta parte
by marijuana Sunday, Nov. 03, 2002 at 9:27 PM mail:

panorama

http://www.panorama.it:80/italia/cronaca/articolo/ix1-A020001016034
Il galateo del perfetto new global



di Silvia Grilli

31/10/ 2002









Una ragazza manifesta contro la guerra a Firenze
Mangia datteri iracheni - importati illegalmente in Italia - non calza le Nike e non va da MCDOnald. Appende stracci contro la guerra, non sfascia vetrine e cambia banca, quando scopre che la sua finanzia il traffico d'armi



Da quando si alza la mattina a quando va a letto la sera, il perfetto new global (la versione riveduta e corretta del no global) si pone molti interrogativi: la fragola che sto per addentare non sarà per caso un pesce geneticamente manipolato? La colla usata per incollare le mie scarpe non avrà per caso avvelenato i polmoni di chi le ha prodotte? Il mio conto in banca non sarà forse stato investito in un traffico d'armi? C'è da restare senza fiato di fronte alle infinite complicità con le multinazionali e con le politiche delle banche nascoste in particolari apparentemente trascurabili della vita quotidiana. Ma il vero new global, contrario al neoliberismo, alla violenza, alla guerra, allo sfruttamento dei lavoratori, deve cercare di essere fedele al ritratto pacifico e consapevole che di lui fanno gli organizzatori del Forum sociale europeo.

Il perfetto new global, che chiameremo Giuseppe, perché è un nome locale senza brand extension, ha 25 anni e non di più perché più s'invecchia più si diventa inevitabilmente collusi con le multinazionali.
Non mangia mai il Kit Kat perché, come sanno anche i muri, il Kit Kat è prodotto dalla Nestlé, che insiste nel vendere latte in polvere in paesi dove l'acqua infetta causa gravi malattie ai bambini. Crede nel boicottaggio di certi prodotti, sa quali sono le aziende buone e quelle cattive, perché consulta la Nuova guida al consumo critico a cura di Francesco Gesualdi.
Se, non riuscendo a trattenersi, beve la Coca-Cola, o mangia un king burger, Giuseppe è comunque consapevole delle colpe delle multinazionali che sta arricchendo con i suoi soldi. Il suo è sempre un consumo critico. Quando regala, per esempio, tè verde, sceglie quello non imballato, perché sa quale tremendo effetto abbia il packaging sull'ambiente. Compra prodotti che arrivano da molto vicino, per il cui trasporto non si sono dovuti fare troppi chilometri inquinando la natura con la benzina.

Lui stesso non ha la patente e, comunque, nel caso ce l'abbia, ha l'accortezza di riempire la macchina di parenti e conoscenti, per ridurre l'uso indiscriminato e letale delle auto. Quando sceglie cose che arrivano da molto lontano, acquista nelle botteghe ecosolidali che saltano l'intermediario e fanno arrivare i soldi direttamente ai contadini del Nicaragua. Quando si veste, porta il di sopra della tuta Adidas, quello rosso con le tre bande bianche che va tanto di moda adesso, perché nei confronti dell'Adidas non sono stati accertati comportamenti scorretti.
Quando si lava i denti, non lascia scorrere l'acqua dal rubinetto, perché nel mondo un miliardo e 400 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile. Non si fa di antibiotici alla prima linea di febbre, non gli importa se la banana che sta mangiando è corta, lunga, sottile o massiccia, conta solo che sia stata prodotta senza usare pesticidi pericolosi per i lavoratori che l'hanno coltivata. Non compra cd o dvd, preferisce l'ascolto e la visione «no copyright», cioè masterizza musica e film e li distribuisce agli amici.

Appena apprende che la sua banca esporta armi in paesi dove non c'è rispetto dei diritti umani, non va a sfasciare vetrine, ma cambia istituto di credito. Contrario alla guerra per il petrolio e solidale con i poveri del mondo, a Natale Giuseppe attuerà la sua disobbedienza civile: mangerà datteri iracheni, importati illegalmente in Italia, per ribadire il no all'embargo che «ha provocato un milione e mezzo di morti». Appende uno straccio bianco al balcone (uno straccio per non incentivare i consumi comprando una vera bandiera) finché non sarà definitivamente scongiurata la minaccia di una guerra all'Iraq.

E nel caso abbia figli, cerca in ogni modo di non farli giocare nelle gabbie della Nike, donate alle scuole da una multinazionale che fa lavorare i bambini del Terzo mondo. Solo così facendo, Giuseppe sarà fedele alla sua causa, dopotutto una delle «più buone» della Terra






















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