L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2003/02/172344.php Nascondi i commenti.
Jhon Pilger: Medio oriente, guerra recidiva | ||
by JOHN PILGER Monday, Feb. 10, 2003 at 1:45 AM | mail: | |
L'ossessione dell'Iraq nasconde la fonte del vero pericolo: la pulizia etnica di Sharon in Palestina. Blair condanna Saddam senza prove, poi approva senza chiasso la vendita di armi chimiche a Israele www.johnpilger.com
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200 spolette nucleari | ||
by rex516 Friday, Mar. 12, 2004 at 4:45 PM | mail: | |
Rilasciato! Aveva venduto 200 spolette nucleari al Pakistan Alcuni giornali locali e l'Associated Press descrivono quanto è successo nella capitale degli Stati Uniti il 28 gennaio scorso. Il capo della corte distrettuale di Washington DC, giudice Thomas Hogan, ha rilasciato su cauzione Asher Karni, uomo d’affari israeliano con una doppia cittadinanza sudafricana. Il cinquantenne era stato arrestato il primo gennaio scorso dagli agenti dell’FBI mentre trascorreva le vacanze sciistiche in Colorado. Era riuscito ad acquistare 200 componenti per ordigni nucleari, per i quali è necessaria una particolare licenza di esportazione, dall’azienda produttrice in Massachusset e a farli arrivare in Pakistan tramite un tortuoso percorso attraverso New Jersey, Sud Africa, Emirati e Karachi. L’inchiesta ha dimostrato che per procurarsi i dispositivi Karni aveva utilizzato una serie di società di facciata e falsi documenti di spedizione. Karni dirige l’azienda Top-Cape Technology, con sede a Città del Capo in Sud Africa, specializzata in commercio di dispositivi elettronici militari e per l’aviazione. James Brigham, agente speciale del Dipartimento del Commercio, ha testimoniato davanti alla corte che l’israeliano aveva elaborato un complicato sistema per aggirare le restrizioni del governo statunitense all’esportazione di componentistica nucleare e poterle inviare in Pakistan. Rilasciando Karni il giudice gli ha prescritto il controllo con il braccialetto elettronico e gli ha consentito il soggiorno presso una residenza ebraica di Silver Spring nel Maryland sotto la supervisione del rabbino Herzel Kranz. E’ singolare il fatto che un israeliano che ha venduto componenti per ordigni nucleari ad un paese arabo trovi ospitalità in una struttura gestita dalla HIAS (Hebrew Immigrant Aid Society) e che da tempo voci insistenti a Washington DC indicano il residence come un nascondiglio che in passato ha ospitato membri di Al Qaeda. Nel consiglio direttivo della HIAS siedono importanti personaggi del sionismo statunitense come banchieri, avvocati e magistrati. Il suo presidente Leonard S. Glickman era l’addetto stampa di Tom Ridge direttore del Dipartimento statunitense della sicurezza interna. Allegria! |
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esportati strumenti di tortura per 20 milioni di dollari | ||
by rex516 Friday, Mar. 12, 2004 at 4:47 PM | mail: | |
Nel 2002 gli Usa hanno esportato strumenti per elettroshock del valore di 14,7 milioni di dollari e 4,4 milioni di dollari di strumenti di costrizione (ceppi, manette...) a Paesi denunciati dal dipartimento di Stato per il continuo uso della tortura. Lo rivela il recente Rapporto "I mercanti del dolore" di Amnesty International che denuncia come nello stesso anno gli Usa hanno esportato in Arabia Saudita oltre nove tonnellate di ceppi per incatenamento di ferro. "Nonostante la tortura sia tuttora in auge in Arabia Saudita, la Smith and Wesson non si è fatta alcun problema ad esportare 10mila ceppi a Riyadh e l'Amministrazione Bush ad approvarne la vendita" - nota William F. Schulz, Direttore Esecutivo di Amnesty International Usa (AIUSA). Gli Usa sono uno dei pochi paesi a richiedere l'emissione di licenze di esportazione per il trasferimento di "strumenti di costrizione", ma - sottolinea Amnesty Usa - "l'Amministrazione Bush sta violando lo spirito della stessa legge sull'esportazione approvando la vendita di questi strumenti a Paesi che li usano per la tortura". Tra i Paesi ai quali gli Usa hanno venduto "strumenti di costrizione", appaiono altri Paesi dove la tortura è tuttora in vigore come lo Yemen, la Giordania, il Marocco Bangladesh, Brasile, Equador, Ghana, Honduras, India, Libano, Thailandia, Turchia e Venezuela, ma anche Paesi come la Francia, la Germania, la Svizzera, l'Olanda, l'Italia dove sono stati importati manganelli elettrici, pistole con proiettili per stordire e immobilizzare e strumenti per elettroshock. Gli Usa non sono l'unico produttore ed esportatore di questi strumenti: al mondo vi sono infatti 856 compagnie che li producono dislocate in 47 Paesi e, tra questi spiccano Taiwan, la Cina, e la Corea del Sud che, insieme, dominano il mercato degli strumenti per elettroshock. Per quanto riguarda il periodo 1999 - 2003, Amnesty International ha individuato almeno 59 aziende che producono armi da elettroshock in dodici paesi: Brasile, Cina, Corea del Sud, Federazione Russa, Francia, Israele, Messico, Polonia, Repubblica Ceca, Stati Uniti d'America, Sudafrica e Taiwan. Sono pochi i governi che controllano adeguatamente la produzione, la vendita e l'esportazione di equipaggiamento di polizia e di sicurezza. La Commissione Europea ha presentato una bozza di Regolamento commerciale che, se applicato, potrebbe impedire l'esportazione dagli Stati membri di equipaggiamento il cui scopo primario è la tortura (come i ceppi di ferro e le cinture elettriche) e sottoporre a rigoroso controllo l'esportazione di equipaggiamento che la Commissione considera legittimo se usato nel corso di operazioni di polizia ma che potrebbe essere usato per torturare (come i gas lacrimogeni e le armi elettriche stordenti). Il comunicato dell'Associazione nota che "Amnesty International apprezza questi passi in direzione di un controllo, ma ritiene che il testo del Regolamento commerciale dovrebbe essere reso più stringente" e "chiede che il loro uso sia sospeso in attesa di indagini rigorose e indipendenti". |
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esportati strumenti di tortura per 20 milioni di dollari | ||
by rex516 Friday, Mar. 12, 2004 at 4:48 PM | mail: | |
Nel 2002 gli Usa hanno esportato strumenti per elettroshock del valore di 14,7 milioni di dollari e 4,4 milioni di dollari di strumenti di costrizione (ceppi, manette...) a Paesi denunciati dal dipartimento di Stato per il continuo uso della tortura. Lo rivela il recente Rapporto "I mercanti del dolore" di Amnesty International che denuncia come nello stesso anno gli Usa hanno esportato in Arabia Saudita oltre nove tonnellate di ceppi per incatenamento di ferro. "Nonostante la tortura sia tuttora in auge in Arabia Saudita, la Smith and Wesson non si è fatta alcun problema ad esportare 10mila ceppi a Riyadh e l'Amministrazione Bush ad approvarne la vendita" - nota William F. Schulz, Direttore Esecutivo di Amnesty International Usa (AIUSA). Gli Usa sono uno dei pochi paesi a richiedere l'emissione di licenze di esportazione per il trasferimento di "strumenti di costrizione", ma - sottolinea Amnesty Usa - "l'Amministrazione Bush sta violando lo spirito della stessa legge sull'esportazione approvando la vendita di questi strumenti a Paesi che li usano per la tortura". Tra i Paesi ai quali gli Usa hanno venduto "strumenti di costrizione", appaiono altri Paesi dove la tortura è tuttora in vigore come lo Yemen, la Giordania, il Marocco Bangladesh, Brasile, Equador, Ghana, Honduras, India, Libano, Thailandia, Turchia e Venezuela, ma anche Paesi come la Francia, la Germania, la Svizzera, l'Olanda, l'Italia dove sono stati importati manganelli elettrici, pistole con proiettili per stordire e immobilizzare e strumenti per elettroshock. Gli Usa non sono l'unico produttore ed esportatore di questi strumenti: al mondo vi sono infatti 856 compagnie che li producono dislocate in 47 Paesi e, tra questi spiccano Taiwan, la Cina, e la Corea del Sud che, insieme, dominano il mercato degli strumenti per elettroshock. Per quanto riguarda il periodo 1999 - 2003, Amnesty International ha individuato almeno 59 aziende che producono armi da elettroshock in dodici paesi: Brasile, Cina, Corea del Sud, Federazione Russa, Francia, Israele, Messico, Polonia, Repubblica Ceca, Stati Uniti d'America, Sudafrica e Taiwan. Sono pochi i governi che controllano adeguatamente la produzione, la vendita e l'esportazione di equipaggiamento di polizia e di sicurezza. La Commissione Europea ha presentato una bozza di Regolamento commerciale che, se applicato, potrebbe impedire l'esportazione dagli Stati membri di equipaggiamento il cui scopo primario è la tortura (come i ceppi di ferro e le cinture elettriche) e sottoporre a rigoroso controllo l'esportazione di equipaggiamento che la Commissione considera legittimo se usato nel corso di operazioni di polizia ma che potrebbe essere usato per torturare (come i gas lacrimogeni e le armi elettriche stordenti). Il comunicato dell'Associazione nota che "Amnesty International apprezza questi passi in direzione di un controllo, ma ritiene che il testo del Regolamento commerciale dovrebbe essere reso più stringente" e "chiede che il loro uso sia sospeso in attesa di indagini rigorose e indipendenti". |
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esportati strumenti di tortura per 20 milioni di dollari | ||
by rex516 Friday, Mar. 12, 2004 at 4:48 PM | mail: | |
Nel 2002 gli Usa hanno esportato strumenti per elettroshock del valore di 14,7 milioni di dollari e 4,4 milioni di dollari di strumenti di costrizione (ceppi, manette...) a Paesi denunciati dal dipartimento di Stato per il continuo uso della tortura. Lo rivela il recente Rapporto "I mercanti del dolore" di Amnesty International che denuncia come nello stesso anno gli Usa hanno esportato in Arabia Saudita oltre nove tonnellate di ceppi per incatenamento di ferro. "Nonostante la tortura sia tuttora in auge in Arabia Saudita, la Smith and Wesson non si è fatta alcun problema ad esportare 10mila ceppi a Riyadh e l'Amministrazione Bush ad approvarne la vendita" - nota William F. Schulz, Direttore Esecutivo di Amnesty International Usa (AIUSA). Gli Usa sono uno dei pochi paesi a richiedere l'emissione di licenze di esportazione per il trasferimento di "strumenti di costrizione", ma - sottolinea Amnesty Usa - "l'Amministrazione Bush sta violando lo spirito della stessa legge sull'esportazione approvando la vendita di questi strumenti a Paesi che li usano per la tortura". Tra i Paesi ai quali gli Usa hanno venduto "strumenti di costrizione", appaiono altri Paesi dove la tortura è tuttora in vigore come lo Yemen, la Giordania, il Marocco Bangladesh, Brasile, Equador, Ghana, Honduras, India, Libano, Thailandia, Turchia e Venezuela, ma anche Paesi come la Francia, la Germania, la Svizzera, l'Olanda, l'Italia dove sono stati importati manganelli elettrici, pistole con proiettili per stordire e immobilizzare e strumenti per elettroshock. Gli Usa non sono l'unico produttore ed esportatore di questi strumenti: al mondo vi sono infatti 856 compagnie che li producono dislocate in 47 Paesi e, tra questi spiccano Taiwan, la Cina, e la Corea del Sud che, insieme, dominano il mercato degli strumenti per elettroshock. Per quanto riguarda il periodo 1999 - 2003, Amnesty International ha individuato almeno 59 aziende che producono armi da elettroshock in dodici paesi: Brasile, Cina, Corea del Sud, Federazione Russa, Francia, Israele, Messico, Polonia, Repubblica Ceca, Stati Uniti d'America, Sudafrica e Taiwan. Sono pochi i governi che controllano adeguatamente la produzione, la vendita e l'esportazione di equipaggiamento di polizia e di sicurezza. La Commissione Europea ha presentato una bozza di Regolamento commerciale che, se applicato, potrebbe impedire l'esportazione dagli Stati membri di equipaggiamento il cui scopo primario è la tortura (come i ceppi di ferro e le cinture elettriche) e sottoporre a rigoroso controllo l'esportazione di equipaggiamento che la Commissione considera legittimo se usato nel corso di operazioni di polizia ma che potrebbe essere usato per torturare (come i gas lacrimogeni e le armi elettriche stordenti). Il comunicato dell'Associazione nota che "Amnesty International apprezza questi passi in direzione di un controllo, ma ritiene che il testo del Regolamento commerciale dovrebbe essere reso più stringente" e "chiede che il loro uso sia sospeso in attesa di indagini rigorose e indipendenti". |
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