Trovo molto interessante il tuo articolo, in particolare mi fa piacere che qualcuno in Italia si occupi oggi di questi temi e di autori - come Mark Poster - da noi poco studiati.
Aggiungerei anche Deleuze, che nel suo "Poscritto sulle società di controllo" (in "Pourparler") sviluppa l'idea foucaultiana di società disciplinare nella direzione di una "società di controllo", per dimostrare come oggi il potere assuma nuove vesti (basate sulle IT) per disciplinare in modo più subdolo e immateriale le menti degli individui a tutti i livelli. Per dare una forma all'attuale modo di dominio Foucault in "Sorvegliare e punire" procede alla riesumazione del Panopticon di Bentham (1791) per affermare che questa figura è il diagramma (cioè lo schema) delle società cosiddette "disciplinari" che sono state istituite in Europa a partire dalla fine del XVIII secolo. Ed è a questo punto che interviene Poster, il teorico del Superpanopticon. Egli afferma infatti che il Panopticon architettonico elaborato da Bentham e ripreso da Foucault come schema della normalizzazione disciplinare viene oggi, nell'era del Modo di Informazione, sostituito da un Superpanopticon elettronico basato sulla capacità dei database di memorizzare frammenti fattuali separati dagli individui (body data, transactional data ecc.) che permettono un controllo minuzioso e istantaneo sulla vita quotidiana degli stessi. David Lyon invece accetta l'interpretazione di Poster con riserva. Lyon infatti prende spunto da William Bogard (autore del fondamentale "The simulation of surveillance. Hypercontrol in telematic societies") per precisare che la sorveglianza elettronica odierna non si limita a controllare ciò che l'individuo compie, ma tende a prevederlo. L'attuale tendenza nel campo delle filosofie della sorveglianza, è infatti quella alla "simulazione", cioè all'elaborazione dei dati finalizzata all'anticipazione del comportamento del soggetto osservato in un tempo che non è più il presente o il passato, ma il futuro. Queste previsioni fantascientifiche si basano su modelli psicologici sempre più elaborati, che creano le categorie, cioè i "ruoli", nei quali veniamo ogni giorno confinati. Il mondo elettronico e informatico acquista in questo modo una "presenza" all'interno delle vite dei cittadini delle società avanzate.
C'è da dire infine che il Panopticon non è il solo schema possibile dell'attuale controllo sociale. Secondo il sociologo norvegese Thomas Mathiesen il potere assume oggi non la forma di un Panopticon, bensì del Synopticon. Mathiesen rovescia il principio panoptico affermando che la società attuale è una "società dello spettatore", nei due sensi di "sorveglianza" e "spettacolo". Vi è infatti tutta una dimensione spettacolare nelle nostre vite, il cui paradigma è la televisione. Essa ci sommministra con frequenza quotidiana una serie di schemi psicologici che inconsciamente facciamo in parte nostri. Il mezzo televisivo si avvale della seduzione spettacolare per disciplinare sempre più a fondo l'anima del suo pubblico. In questo modo bisognerebbe affermare che la nostra è una società sia panottica che sinottica. Le attuali forme di potere sono in grado di investire i soggetti a diversi livelli e attraverso molteplici dispositivi. Mathiesen conclude che ci troviamo oggi di fronte ad un controllo "duale", in quanto esistono sia meccanismi in grado di permettere ai pochi di guardare i molti (panopticon) sia meccanismi in gradi di garantire l'operazione contraria, ossia che i molti guardino i pochi (v.i.p, stelle dello showbusiness, calciatori ecc.) attraverso il Synopticon.
Personalmente questi temi, cioè il discorso delle forme di potere, hanno sempre interessato, ne è uscita poi una tesi pubblicata in parte su una rivista. Su Internet consiglio di vedere sul sito http://www.privacy.it nella sezione saggi consiglio di vedere di I.J.Occelli la tesi dal titolo "Teorie e tecnologie dei sistemi di sorveglianza".
Spero vivamente con questo post di coinvolgere e interessare qualcuno al dibattito su questi temi, perchè è fondamentale capire quanto oggi siamo condizionati nella nostra libertà dalla tecnologia, che continua ad essere vista, unilateralmente, come la medicina per tutte le malattie.
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