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Il p.m.Fera Agostino e gli omicidi dell'Ing.A. Tumino e del Giornalista G. Spampinato
by Biagio Spadaro Wednesday, Oct. 25, 2006 at 12:28 AM mail: passanitello@email.it

Richiesta al neo Procuratore Generale della Repubblica di Catania Dott. Giovanni Tinebra la riapertura delle indagini e contestuale avocazione del procedimento penale relativo all'omicidio dell'Ing. Angelo Tumino,la cui mancata individuazione del colpevole,avrebbe causato quello del Giornalista de "L'Ora" Giovanni Spampinato assassinato dal figlio dell'allora presidente del tribunale di Ragusa, Roberto Campria.

L'istanza in n. 83 pagine, autore e redattore l'Avv. Biagio Spadaro, è stata depositata il 20 0tt.2006 presso la Procura Generale della Repubblica di Catania, su iniziativa di 46 cittadini della provincia di Ragusa, rappresentativi ed emblematicidi di tutte le fasce sociali e simpatie politiche. Informato dei fatti anche il Primo Presidente della Corte di Appello Dott. Guido Marletta.

Eccone sottoriprodotta la prima pagina:per visionarla clicca di seguito su http://www.giustiziaesfatta.com e poi sul titolo corrispondente.

Per ovvi motivi non vengono pubblicate le altre 82 pagine di cui si fornisce di seguito una sommaria informazione:

Il 25 febbraio 1972 veniva assassinato il quarantasettenne Ing. Angelo Tumino con un colpo di pistola sparatogli a bruciapelo al centro della fronte, dopo essere stato tramortito con dei colpi da oggetto contundente al capo.

Il caso veniva affidato all'allora p.m. Fera Agostino attuale procuratore della Repubblica di Ragusa, che faceva spaziare le indagini in ogni direzione, tranne che in quella che, dalle deposizioni degli interrogati, appariva la più logica e naturale, come gli faceva rilevare nel suo rapporto del 29 aprile 1972 rimasto lettera morta, il M.llo C.te della Squadra di polizia giudiziaria Francesco Leone che al foglio 22 scrive"Fra le persone che l'hanno visto e che hanno taciuto di averlo visto si deve, infatti, ricercare l'omicida" ed al foglio 27 e 28 specifica: "tutte le persone sentite nel corso delle indagini hanno rilasciato dichiarazioni che hanno trovato riscontro nelle verifiche successivamente eseguite dagli inquirenti, ad accezione quindi, per la dichiarazione resa dalla ILEA, di CUTRONE e CAMPRIA. Premesso quanto sopra si rappresenta alla S.V. Ill.ma,la necessità e la opportunità che le due persone indicate vengono di nuovo escusse allo scopo di chiarire la loro posizione e quanto meno giustificare i loro asserti in conseguenza di quanto invece viene affermato dalla signora ILEA Elisa.".

Ma a fare da guastafeste ci pensava il giornalista venticinquenne Giovanni Spampinato, che sul delitto Tumino svolgeva le sue indagini personali, ipotizzava, indicava delle piste. Già nel suo secondo articolo, apparso su L'Ora di Palermo, il 29 febbraio 1972, cioè a tre giorni dal ritrovamento del cadavere, iniziava ad indicare come sospettabile il figlio del Presidente del Tribunale di Ragusa, cioè Roberto Campria, quello stesso Roberto Campria che il giorno stesso del ritrovamento del cadavere si mise a disposizione della giustizia. Già per questo articolo il Campria querelò Spampinato, che venne assolto mentre il querelante fu condannato al pagamento delle spese. Nei successivi articoli Spampinato continuava a incentrare i sospetti sul Campria, informando i lettori che questo era l'unico a sapere in anticipo dove si sarebbe recato l'ingegnere il giorno in cui fu ucciso, e che mentre veniva rinvenuto il cadavere, il giorno successivo l'uccisione, lui si trovava in casa dell'Ingegnere a rovistare fra le sue carte ed a telefonare.
Nell'ultimo articolo, del 7 luglio 1972, diede ai lettori la descrizione del probabile assassino: "Molte persone, una decina o forse più, hanno visto l'ing. Tumino in compagnia del suo assassino. Tutti descrivono il misterioso personaggio come un giovane di non più di trent'anni, col viso affilato, con gli occhiali, vestito di scuro. Il giovane, sul fatto che sia l'assassino, o uno degli assassini, non dovrebbero esserci dubbi: altrimenti, per quale motivo dovrebbe nascondere la propria identità?".
In quegli stessi frangenti, Campria incominciò a cercare la frequentazione di Spampinato, gli promise che gli avrebbe fatto delle importanti rivelazioni.

Il 27 ottobre 1972, Roberto Campria figlio dell'allora presidente del Tribunale di Ragusa, alle 23 circa, esattamente difronte al primo cancello d'accesso allo spiazzale antistante al Carcere di Ragusa, uccideva il giornalista de "L'Ora" e "L'Unità" Giovanni Spampinato, sparandogli al torace ed all'addome, sei colpi con due pistole che aveva da recente comprato.Immediatamente dopo l'omicidio si costituì in carcere. Fu condannato in primo grado a 21 anni, in appello la pena fu ridotta a 14, ma in carcere stette ben poco. Fu presto trasferito all'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. Per strana coincidenza, Barcellona era la città di cui era originaria la sua famiglia. Subito dopo la scarcerazione chiese formalmente di essere riassunto alla Provincia Regionale di Ragusa, ricevendone un diniego.

Una giovane vita e con essa l' entusiasmo, le aspettative, le progettualità ed i sogni di Giovanni Spampinato, stroncata da chi non seppe o non volle assicurare alla Giustizia l'omicida dell'Ing.Angelo Tumino, a tutt'oggi impunito: due morti che si rivoltano nelle tombe chiedendo quella Giustizia che oggi con coraggio e determinazione si tenta concretamente di rendere loro, al di là delle comode e proficue ipocrisie di facciata esternate per 34 anni ( l'ultimo seminario sul caso si è tenuto a Ragusa giorni orsono ), da chi non ha mai avuto un reale, sentito e partecipato interesse a fare riaprire il caso, alimentando nei familiari degli uccisi, con celia preordinata e saputa, speranze predestinate alla disillusione.

Gino Spadaro

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