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Studenti in piazza come ci fosse Moratti | ||
by da liberazione Saturday, Nov. 18, 2006 at 10:30 PM | mail: | |
Nella giornata internazionale per l’accesso ai saperi in Italia hanno manifestato in 250mila.
250mila studenti sparsi su un centinaio di piazze, dice chi li ha contati. Napoli, Milano, Firenze, Roma, Torino e Bari le più affollate. E altri ancora alle prese con presìdi, sit-in, assemblee fuori e dentro le scuole. Alcuni hanno voluto sfilare da soli, ieri, altri hanno intrecciato la loro protesta con quella di ricercatori e docenti universitari oppure con i cortei dello sciopero generale del sindacalismo di base che hanno lambito i palazzi dei ministeri del lavoro e dell’economia o, a Bologna, hanno sfiorato l’abitazione del premier (blindata). Differenze di impostazione, tra una piazza e l’altra, non da poco ma un filo conduttore netto stabilito dall’abrogazione mancata delle cosiddette “riforme” Moratti e da una finanziaria che non piace né a chi non crede nei governi amici, né a chi credeva che questo esecutivo avrebbe segnato subito la sua discontinuità con chi l’aveva preceduto. E c’è chi giura sia solo l’inizio. «La finanziaria, infatti, non esprime un modello alternativo a quello ereditato da Moratti», segnala a Liberazione, Domenico Ragozzino, 24 anni, responsabile studenti e saperi per i Giovani comunisti. I Gc, ieri, hanno manifestato in continuità con la manifestazione di Stop precarietà di due settimane fa, «perché vogliamo - continua Ragozzino che ha preso parte al corteo napoletano - per rilanciare un nuovo movimento studentesco, la rete nazionale per i precari in formazione, a partire dalle parole d’ordine del reddito per i soggetti in formazione, di maggiori investimenti e di una riforma partecipata di scuola e università da lanciare attraverso stati generali e assemblee costituenti». Non lontano da Napoli, dove l’assemblea finale ha lanciato il “Laboratorio dei saperi” - per la sperimentazione di vertenze per la carta di cittadinanza di medi e universitari - un gruppo di Gc di Avellino s’è staccato dai duemila irpini arrivati in piazza della Libertà per un blitz nella sede del Cepu. L’occupazione, temporanea e pacifica, è servita a distribuire la “Precaricard”, prefigurazione di una forma di reddito per i soggetti in formazione, in un luogo che nega il carattere di bene comune che dovrebbe avere lo studio. A macchia di leopardo, in mezza Italia, la Precaricard è stata uno degli strumenti a caratterizzare - anche con iniziative davanti a musei, librerie e cinema, la presenza dei Gc nella giornata del 17 novembre, appuntamento internazionale lanciato dai fori sociali mondiale ed europeo. Una sorta di primo maggio studentesco, spiegano soprattutto i due sindacati del comparto, Uds e Udu. Una scadenza che in Italia si caratterizza per il contrasto al “processo di Bologna” che ha trasformato le università in vere e proprie fabbriche di precarietà. |
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