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Informazioni su Camp Derby
by RICCARDO CHIARI Monday, Mar. 03, 2003 at 4:07 PM mail:

Nuove conferme: uranio impoverito a Camp Darby Proiettili, bombe e missili con testate velenose. E lo stato italiano all'oscuro. Cento: «Desecretare il trattato del `54»



PISA
L'approfondimento è stato utile: c'è di tutto a Camp Darby. E in passato
ancora di più nelle altre basi Usa in Italia: «Gli americani ci hanno
confermato che ci sono munizioni ad uranio impoverito - racconta Paolo
Cento, non appena uscito dal perimetro militare - quotidianamente
movimentate all'interno della base, e spesso anche fuori con camion e navi».
Proiettili, bombe e missili con testate velenose. «Il colonello Karrol ci ha
invece assicurato che non ci sono armi nuclari - prosegue Vittorio
Agnoletto - spiegandoci che quelle erano custodite in una base in provincia
di Vicenza, dagli anni `50 fino agli anni `70. Poi hanno deciso di
disattivarle, perché le modalità d'uso non garantivano la sicurezza dei loro
soldati». Va da sé che il parlamento italiano non è mai stato informato
della presenza di ordigni atomici, non almeno dai governi che da allora in
poi si sono succeduti alla guida del paese. «Se è per questo - continua
Cento, deputato dei Verdi - nemmeno del trasporto di armamenti ad uranio
impoverito lungo la penisola». Al riguardo, Agnoletto ha ancora qualcosa da
dire: «Uno studio dell'associazione dei veterani del Mississippi della
guerra del golfo, ha rivelato che nelle loro 2.251 famiglie ben il 67% dei
figli nati dopo il conflitto ha delle malformazioni, o soffre di leucemia».

E così la task force degli onorevoli - Cento, il compagno di partito Mauro
Bulgarelli ed Elettra Deiana di Rifondazione - e dei loro «assistenti»
(Agnoletto e Valter Lorenzi dell'Arci), finalmente entrati all'interno dei
mille ettari di territorio Usa lungo la splendida pineta di Tombolo, dopo un
paio d'ore di visita se ne esce con una lunga serie di giustificate
richieste al governo in carica.

La prima è legata all'ormai celebre trattato Italia-Usa del 1954 che concede
la sovranità americana sull'area di Camp Darby. Ancora Paolo Cento: «Il
colonnello Karrol, che è il responsabile delle basi Usa di supporto
logistico, ci ha confermato che il trattato è secretato. Allora noi
chiediamo una convocazione "segreta" del parlamento, secondo l'articolo 64
della Costituzione, perché i ministri della difesa e degli esteri, e gli
stessi presidenti del consiglio che si sono succeduti dal `54 ad oggi, ci
spieghino il perché del silenzio sulle armi nucleari e su quelle all'uranio
impoverito. Non dimentichiamoci che Camp Darby è una delle sei basi Usa in
tutto il mondo utilizzate non solo come deposito, ma anche come
predisposizionamento del materiale bellico. In una parola, è strategica».

Che sia strategica, lo provano anche gli investimenti che gli ultimi governi
di Washington hanno destinato al complesso militare: «Erano meno di cinque
milioni di dollari nel 1994, sono diventati nove milioni nel 2000, ed ora
viaggiano per i quindici milioni». Come a dire che Camp Darby è sempre più
importante nello scacchiere geopolitico-militare degli Stati uniti. E a
questo proposito, trovano puntale conferma anche i sospetti espressi il mese
scorso da Ermete Realacci sull'allargamento della base, necessità avanzata
dagli Usa con una formale richiesta all'Università di Pisa proprietaria dei
terreni circostanti.

«Ci hanno detto che quei proiettili all'uranio impoverito sono allo stato
inerte - racconta Elettra Deiana - ma di certo lì dentro c'è una
santabarbara». Proprio vero, visto che alla domanda se ci siano stoccati
28mila tonnellate di armamenti, il colonnello Karrol ha risposto che si
tratta di «piccoli numeri». Fatti anche di di centinaia e centinaia di carri
armati che ufficialmente devono tornare negli Stati uniti per una revisione.
E poi i camion, le jeep, le gru e perfino i mezzi sanitari, tutti
trasportati in questi giorni in Toscana dagli otto treni arrivati fino ad
oggi alla base. Vietata naturalmente la visita all'interno dei 116 bunker
con dentro le munizioni. Confermata invece la notizia che il 7 maggio
prossimo nella zona si svolgerà una «simulazione di disastro», che vedrà
coinvolta anche la popolazione civile.

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