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Sopraffazione delle donne
by viviana Sunday, Aug. 28, 2005 at 9:57 AM mail:

Risposta a quei maschilisti che intendono estromettere dal mondo la donna per relegarla in casa a pratiche di accudimento e alla generazione di figli.

Questo scritto nasce in risposta a due allucinanti articoli di uno che si firma Ulisse vietato

http://italy.indymedia.org/news/2005/08/858311.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/08/860193.php

I suoi pezzi sono un concentrato di idiozie e come donna me ne sento insultata. Meraviglia che i tempi maturino ma certi idioti restino immutabili. Per difendere una situazione di artificiale privilegio tentano di persuaderci a qualsiasi cosa porti loro profitto o potere, difendendo presunte rendite di posizione biologica. In realta' la biologia qui non c'entra affatto. C'entra solo il tentativo di perpetuare un abuso e una sopraffazione.
Dopo aver paragonato, con linguaggio da stupratore soddisfatto, i popoli a donne deboli che subiscono violenza ma poi ne godono (vedi l'Irak, l'Afganistan o il Congo), e viste le reazioni indignate dei lettori, questo 'Ulisse' se ne esce fuori adesso a dire che la dipendenza femminile e la relegazione delle donne in casa e' uno dei modi a disposizione delle donne per combattere i guasti del neoliberismo. Vedi la contorsione dialettica. Veramente grottesco!! Bella questa teoria nuova per difendere una oppressione vecchia!!? Liberatevi dal neoliberismo tornando alla famiglia patriarcale di stampo confessionalista!!?? Intelligente proprio?!? ... quando e' lo stesso modo perverso con cui le religioni oppressive di tutto il mondo e tutte le ideologie totalitarie e separazioniste hanno preteso e difeso un monopolio di potere illegittimo, basato sul genere, come hanno fatto del resto la religione cattolica o l'ebraismo, che poi si sono trovati a braccetto col capitalismo neoliberista, ma come hanno fatto egualmente religioni come quella induista o islamica che hanno prodotto movimenti antiliberisti, o amici del noliberismo americano come gli emirati arabi, tanto per fare un esempio.
Quanta ipocrisia!
Senza contare le contraddizioni interne di uno che finge aperture verso il mondo femminile per negarle nel rigo successivo, relegando di nuovo la donna alla casa, ai fornelli e all'accudimento dei figli.
"Facciamo violenza ai popoli come alle donne, prima grideranno, poi ne troverannopiacere!" Ma la facciano a lui questa violenza!
La stessa misogonia nel secondo articolo viene nascosta piu' subdolamente sotto una maschera politica, apparendo invariabilmente incredibile e insultante.
Non si preoccupi, Ulisse!
La donna sa benissimo cosa sia gratificante per lei e cosa no, la famiglia o l'amore per il suo uomo, come i figli, come la sua professione, la ricerca, la carriera, la politica, l'arte...
Quello che chiede non e' l'harem, ma di poter scegliere. Non di essere costretta, persuasa o plagiata, ma di avere il diritto di scegliere. Solo la scelta e' 'liberta'', e solo la liberta' insegna cosa e' bene, mentre questi signori che vogliono tanto ipocritamente il suo bene vorebbero solo coercire la sua scelta e obbligarla a binari predeterminati che a loro fanno comodo.
Io sono una di quelle che ha vissuto per la famiglia e che ha sacrificato molte delle sue scelte per il bene della famiglia, sono anche stata gratificata da una bellissima famiglia e non perderei nulla di quello che ho; per la famiglia ho sacrificato lavoro e carriera e l'ho fatto volentieri, ma sentir imporre la famiglia e la generazione di figli come l'unico e il possibile o il migliore scopo di una donna, senza nemmeno chiedere a lei cosa voglia fare di se stessa, lo trovo repellente.
Nulla che sia obbligato e' un bene, e nulla che esiste a questo mondo e' di per se' un bene se devo esserci costretta o convinta con le buone o con le cattive.
Famiglia di per se' non vuol dire bene.
Ci sono famiglie che sono veri incubi e, per parte della mia vita, ho avuto la sciagura di conoscere anche questo inferno.
I peggiori delitti contro la persona sono perpetuati in famiglia: stupri, violenze, molestie, percosse, torture fisiche e psicologiche, atti di arbitrio e di plagio, forme di schiavitu'e di prigionia, pedofilia, prostituzione, sopraffazioni e malvagita' di ogni tipo fino all'uccisione.
Questa 'famiglia dell'Eden', dorato pilastro del fascismo, della chiesa reazionaria e dello strapotere maschilista, e' un mito comodo, non esiste altro che nelle teste bacate di fascisti, preti e mezzi uomini. Nella realta' la famiglia e' piu' spesso un luogo di sofferenza o di orrore che un paradiso di delizie e di realizzazione esistenziale.
Il 95% dei pazienti disturbati che arrivano da un analista ricavano la loro sofferenza umana da disgraziate situazioni famigliari, spesso da incubo, me ne sono sentita raccontare a centinaia. Gli esiti di questi traumi persistono spesso per tutta la vita con sofferenze spaventose.
I tribunali sono pieni di denunce di fatti gravissimi perpetrati soprattutto contro la donna e i figli in famiglia. Voler dimenticare questo e' da folli, vuol dire essere dei mitomani che vivono in un mondo totalmente inventato, a loro comodo.
Inutile relegare la barbarie al terzo mondo, i paesi occidentali non derogano a questa regola di violenze familiari e gli Stati uniti sono in vetta alle statistiche per violenze domestiche sulla donna.
Per questo mi viene proprio da vomitare a leggere articoli come questo, che oltre a essere falsi e negatori della realta' sono anche ipocriti perche' vogliono rivendersi come progressisti e antineoliberisti, aggiungendo una nota crudele in piu'.
In quanto alla generazione dei figli, io sono stata una donna fortunata, ma le donne fortunate non sono la regola. Ci sono donne che vengono condannate dai comandi religiosi o da uomini senza pieta' alla generazione forzata e continuativa e che sono spossate e distrutte da
parti sempre piu' difficili a volte insostenibili per difficolta' fisiologiche, patologiche o famigliari, a volte protratti fino alla morte, e devono subire progressive gravidanze fin da quando sono quasi bambine e anche quando sono povere o malate o indifese. Gran parte dei figli che nascono in questo sciagurato mondo sono frutto di incesto, di violenza, di stupro, cioe' di atti contro la donna. Comandare alla donna la generazione dei figli a tutti i costi e' uno dei reati peggiori dell'umanita', e non diventa piu' degno se a farlo e' un papa o un imam o un rabbino o uno pseudo antiliberista o un dichiarato fascista o un ipocrita cattolico, perche' vuol dire rinnegare la realta' di un'altra persona, la sua dignita', la sua sopravvivenza fisica o morale, il suo diritto all'autorealizzazione, la sua salute fisica e mentale, la sua liberta', la sua emancipazione e anche, in molti casi, il suo stesso diritto alla vita.
Generare non e' una passeggiata, ma e' sempre un rischio per la donna, ed e' un atto di grave responsabilita' verso il suo corpo, la sua mente e il suo destino, e imporre a qualcuna l'obbligo coercitivo di far figli o subdolamente indurla a credere che questa e' la sua sola realizzazione vuol dire aggiogarla a una schiavitu' perpetua in cui essa viene menomata nella sua liberta' di spazio, di tempo e di vita.
Per questo provo un senso di schifo nauseante verso coloro che in modo impositivo, religioso o politico, violento o mielato, fingono di difendere la realizzazione femminile con parole che stavano bene in bocca a un Mussolini qualsiasi ma che oggi sono diventate obsolete e ributtanti.
Quello che c'e' dietro questa mentalita' e' una totale incapacita' di alterita', di compassione e di partecipazione, un egoismo assoluto, cieco e ributtante, una forma di totalitarismo sessista.
Le donne non sono vacche atte a figliare. Sono creature umane atte a vivere. E il riconoscimento di loro come persone avverra' solo quando si dara' loro il diritto di scegliere la loro vita, se lavorare o dedicarsi alla famiglia, se avere figli e quanti o non averne affatto, se unirsi stabilmente a un uomo o no e nel caso affermativo in che forma. Ogni altra cosa sara' pura e semplice sopraffazione. Questi capziosi ragionamenti servono solo a dissuadere ulteriormente le donne da regimi matrimoniali e da gravidanze indesiderate nella scelta della loro autonomia e gia' questa scelta sta avanzando nei sistemi occidentali. Le donne hanno paura del matrimonio, a volte anche della convivenza ed evitano di fare figli. Non si fidano piu' nemmeno dei loro sentimenti. Non vogliono cadere nella trappola. Inutile ammantare i discorsi di religione, di perbenismo, di falsa etica, essi sono criminali.
Pensiamo a quanto e' stupida la frase di questo 'Ulisse' senza Penelope, pronto a navigare gli oceani purche' lei stia fissa in casa a Itaca, che dice: "La Tatcher in Inghilterra, la Ghandi in India, la Albright negli USA, hanno forse cambiato in meglio quello che gli uomini gli avevano lasciato in eredità?"
Beh, e allora? Stalin, o Hitler o Bush hanno forse cambiato in meglio quello che gli uomini avevano lasciato in eredita'? E per questi precedenti dovrei obbligare i maschi a stare in cucina o a occuparsi dei pannolini dei figli? Ma la logica?!
Quando si parla di emancipazione del mondo femminile, della possibilita' di operare per il mondo e nel mondo o anche della liberta' di realizzare se stesse secondo la propria vocazione, non ci sono etichette che contano, non c'e' neoliberismo o religioni occidentali o orientali, esistono solo due grandi categorie: uomini e donne. Ed esistono solo due tipi di uomini; quelli che sono intelligenti, civili e paritari, e quelli maschilisti , retrogradi, illiberali e chiusi nella difesa dei loro stolidi egoismi, fondamentalmente nemici delle donne. Questi spregevoli individui sono presenti in qualsiasi schieramento di destra o di sinistra, marxista o neoliberista, moderno o arcaico, ateo o confessionale.
E' per questo che in parlamento, quando e' in gioco un diritto delle donne, le parlamentari si trovano unite in battaglie trasversali ai partiti, che riguardano il loro sesso e travalicano le etichette e le divisioni tradizionali. Ed e' sempre per questo che gli uomini 'inferiori' le attaccano sempre nei soliti insopportabili due modi:
- quelli che le insultano con oscenita', considerando le donne come femmine che vanno espunte dal potere della parola(come accade in questo newswire dove, quando parla una donna, abbiamo alcuni imbecilli misogni che tentano di cacciarle insultandole, e come e' accaduto troppo spesso in parlamento dove le donne parlamentari sono state insultate con vocaboli da latrina, e in ispecie dalla destra estrema e cattolica)
- e quelli che, come Ulisse vietato, tentano ugualmente di cacciarle dal contesto civile e dal mondo del potere e del lavoro con discorsi ipocriti da apartheid, elogiando subdolamente i valori della famiglia e dei figli.
Se la donna ha spesso rifiutato, e ora lo fa sempre piu' spesso, 'le gioie della famiglia' i motivi ci sono e grossi.
Quando io uscii da quella prigione orrenda che era stata la mia famiglia di origine per un periodo interminabile della mia vita e quando uscii "dalle cosiddette gioie della famiglia" avevo giurato a me stessa che MAI ne avrei avuto un'altra e che, se avessi voluto un figlio, lo avrei fatto senza matrimonio e fuori da ogni convivenza, e senza controllo maschile, per non subire piu' l'orrore che avevo conosciuto, e ho giurato che se avessi avuto un afiglia, le avrei insegnato a difendersi da qualsiasi famiglia e a vivere della sua professione e della sua fede sociale senza essere succube di nessuno, nella piu' grande autonomia e indipendenza.
Poi la sorte ha avuto amore per me e mi ha regalato un amore bellissimo, un matrimonio bellissimo e una figlia bellissima e questi sono i tre tesori della mia vita, ma non me la sentirei in alcun modo di obbligare nessuna donna nemmeno a una convivenza, non me la sentirei di obbligarla proprio a nulla e se lei stessa 'scegliesse' una via famigliare che dovesse dimostrarsi sbagliata e dolorosa, sarei la prima di consigliarla di riprendersi la sua liberta' e andarsene.
Non e' la famiglia la miglior cosa di questo mondo, ne' la generazione, ne' nessuna altra cosa pregiudizialmente, nulla puo' essere imposto a una creatura umana come bene, perche' il solo fatto dell'imposizione atterra qualunque bene e lo trasforma in una condanna.L'unico bene e' la liberta'.
Nella liberta' e' la persona stessa che sceglie cosa sia il suo bene, nella liberta' ci puo' stare un compagno e ci possono stare dei figli o anche no. Senza la liberta' e attraverso l'imposizione non ha senso nulla, abbiamo solo la distruzione di una vita.
Se non si capisce questo, si appartiene a una schiera di schiavisti di comodo, che considerano la liberta' un diritto per se' ma lo negano agli altri.
E che i loro discorsi siano totalitari alla Ruini o subdoli e falsamente convincenti alla 'Ulisse vietato' non fa alcuna differenza. Essi restano angusti e pericolosi, intrinsecamente misogni, egocentrici, egoici, in una parola perversi e negatori dell'identita' e dei diritti femminili.
Ho trovato vergognose le affermazioni di Buttiglione e di un Pera che lo difende, ho trovato vergognose le affermazioni di quasi tutti i preti che ho conosciuto ostili alla mia identita' femminile e pronti a coartarla. E trovo vergognosi qui questi due articoli, e tutta la spaparanzata sulla famiglia difesa come mezzo per lottare contro il neoliberismo mi sembra poi ancora piu' ipocrita e falsa.
L'autore non riesce nemmeno a capire che una donna come un uomo ha pieno diritto di potersi realizzare come crede, nel modo in cui crede, secondo molti modi diversi, in parita' con l'uomo, con la famiglia e i figli se vuole, senza se vuole, o anche insieme se vuole, mettendoci anche la carriera, la politica, la ricerca, lo studio, le esplorazioni, le invenzioni, l'arte, la scienza, la tecnica, il mondo... qualunque cosa se e' portata per quella, qualunque cosa se e' nelle sue corde, nelle sue passioni, nel suo amore, nella sua libera scelta.
Aspasia fu una donna di grande intelligenza ma tutto quello che l'omofilo e maschilista mondo greco le permise fu di essere una sgualdrina di lusso, deprecata perche' era l'amante di Pericle.
A Saffo fu concesso di trattare solo giovinette chiusa in un'isola.
Le monache mistiche del medioevo scrissero poemi di poesia e di filosofia bellissimi ma il loro pastore spirituale li dette alle fiamme come peccato.
Artemisia e Anguissola furono grandi pittrici del Rinascimento, ma la loro arte fu combattuta e distrutta. Lo stesso accadde a Vittoria Colonna e Gaspara Stampa.
La Dickinson scrisse le sue poesie chiusa per 30 anni nella sua camera e venne riconosciuta solo dopo la morte. La donna fu accettata nella scrittura solo ai primi del novecento. E lo stesso nelle scienze o nella politica, Questa accettazione fu difficile, irta di ostacoli, tutti furono sempre pronti a castrare l'emancipazione o la carriera femminile.
E non si va meglio nemmeno ora.
La prima donna italiana che riusci' a entrare in una facolta' di legge e' del 1881. Un giornale femminile del tempo parlo' "del coraggio ch'essa ebbe nel superare tutti quegli ostacoli che ancor si oppongono alla donna, perché ella possa, pari al suo compagno, darsi, quando la vocazione e l'intelligenza superiore ve la chiamino, agli studi scientifici, letterari, a quegli studi in una parola che furono e pur troppo ancora sono riservati esclusivamente all'essere privilegiato che si chiama uomo".
E fino al 1870 in Europa non si permise alle donne di studiare medicina, "perche' le donne non sarebbero state all'altezza del compito di curare", come se le donne non avessero curato i malati fin dagli albori della terra! Allo stesso modo la chiesa cattolica riconosce un'anima alle donne solo nel 1300 e a tutt'oggi le vieta compiti sacerdotali e parita' con l'uomo.
Del fascismo sappiamo ma i marxisti e i comunisti nostrani non sono stati migliori. A parte la lotta per il voto alle donne, non hanno mai brillato per riconoscimento di una effettiva parita' e abbiamo visto il rimergere delle loro posizioni patriarcali o misogine nel referendum del divorzio, dell'aborto e nell'assenteismo per l'ultimo referendum sulla fecondazione assistita, che avrebbe vinto se solo i maschi della sinistra italiana non l'avessero disertato come cosa che non li interessava.
Inutile parlare qui di quale impiccio all'evoluzione femminile sia la chiesa cattolica, ben ferma a impedire il sacerdozio femminile, il matrimonio e la paternita' del prete e la carriera delle donne nella chiesa. Ma e' il maschilismo della sinistra che fa specie.
Eppure "ANNA KULISCIOV, una delle fondatrici del Partito Socialista Italiano, aveva una laurea in medicina, ed esercitò la propria attività in favore dei poveri e dei bisognosi, adiperandosi allo stesso tempo in grandi lotte per l'uguaglianza tra uomo e donne e per fare avere alle donne "pieno diritto di cittadinanza" nel Regno d'Italia parificandole agli uomini cercando, così di incrinare quel grande muro di pregiudizi e di avversità che da parte maschile esisteva verso la componente femminile della società anche nella sinistra.
Fino a pochi decenni fa anche in occidente (e quasi dappertutto nel terzo mondo) la donna e' stata condannata all'analfabetismo, alla relegazione domestica, ai lavori piu' bassi e di servizio, alla sottomissione nella gerarchia familiare, a una posizione subordinata di succubanza perpetua. Questo ha impedito in modo assoluto la sua emancipazione e il mondo e' stato privato del suo apporto in tutti i campi dello scibile e del sociale.
Mao disse che meta' del cielo doveva essere liberato, ma non pare che le sue parole abbiano conseguito molto successo.
Le 'grandi' motivazioni per cui il mondo maschilista ha giustifiato questo atto di sopraffazione e di arbitrio sono le stesse che l'autore di questo scritto ha dichiarato e sono le stesse che vengono propugnate da persone ignobili come Buttiglione, Pera, Ruini e tutti i papi della chiesa cattolica.
E questo Ulisse ha il coraggio di scrivere: "Siete sicure che il ruolo della donna che lascia la famiglia per entrare come un uomo nella vita sociale sia stata una scelta femminile libera e autonoma?"
Potrebbero rispondergli, o ridere di lui come di un minorato, Ipazia di Alessandria, Caroline Herschel, George Sand, Laura Bassi, Marie Curie e la figlia (Nobel per la chimica), Margherita Hack (astrofisica), Rita Levi Montalcini (nobel per l'endocrinologia), Gerty Cori-Radnitz (nobel per la medicina), Maria Goeppert-Mayer (nobel per la fisica), Dorothy Crowfoot Hodgkin (nobel per la chimica), Barbara McClintock (nobel per la medicina o la fisiologia), Gertrude Elion (nobel per la medicina o fisiologia), Cristiane Nüsselein-Volhard (nobel per la medicina o fisiologia),Jocelyn Bell (quasi nobel per l'astrofisica; un uomo, il suo capo le scippo' il merito di aver scoperto le pulsar), Rosalind Franklin (che intui' la struttura del DNA, ma il nobel lo ebbero i due maschi che le scipparono la scoperta), Mileva Marič (moglie di Einstein e brillante matematica e sono in molti a dire che la relativita' fu opera sua), Lise Meitner che arrivo' alla fissione nucleare, Rosa Luxemburg, e, oggi, l'economista Vandana Shiva, la scrittrice impegnata Roy Arundhati, Madre Teresa di Calcutta, e,
in Italia, Nilde Iotti, Maria Montessori, Miriam Mafai, Lidia Ravera, Rosy Bindi, la magistrato Ilda
Boccassino, Elena Paciotti gia' presidente di magistraura democratica, Carla Del Ponte, la teologa Tullia Zevi, la regista Cristina Comencini, la sociologa Chiara Saraceno, l'architetto Gae Aulenti, il critico d'arte Maria Teresa Benedetti, suor Eugenia Bonetti per i migranti, la poetessa Alda Merlini, e poi Karen Blixen, Gertrud Stein, Virginia Woolf, Marguerite Yourcenar.. Non posso citarle tutte.
SI'. La risposta alla stupida domanda se siamo sicure che sia una buona scelta occuparsi di cose diverse del fare figli e' : SI'. Siamo perfettamente sicure. Mai state piu' sicure di qualcosa.
La generazione non avviene solo attraverso i figli, la generazione avviene nelle idee, nelle opere, nelle conquiste sociali, nella filosofia, nell'arte...
Non e' il neoliberismo che ostacola l'emancipazione femminile ma sono questi discorsi che rivendicano una presunta superiorita' biologica quando anche la biologia ne riderebbe per quanto sono assurdi e forzosi.
Si intende elogiare l'inferiorita' femminile come una necessita' naturale che implica finalita' solo riproduttive nella sottomissione all'uomo, in nome della gattata dell'angelo del focolare!? Ma questi discorsi si vada a proporli sulla luna!

viviana




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