Cile

News, rivolte e repressione in Cile

Concepción (Cile) - Fuoco al Bicentenario

fonte: Hommodolars.org

1 - Oggi, 8 febbraio, alle ore 08.00 abbiamo realizzato un blocco stradale
con fuoco e barricate all'incrocio tra la avenida Paicaví e Bandera, nella
città di Concepción. Abbiamo provocato la paralisi del traffico. Esposto
anche uno striscione su un passaggio ferroviario.
2 - Con quest'azione sputiamo in faccia ai signori del potere ed ai nuovi
amministratori del saccheggio, che rappresentano la continuazione di 200
anni di sfruttamento della vita dei nostri popoli e della terra. Sappiamo
che la nostra storia è stata d'azione e di resistenza, ma crediamo che
oggi sia importante smettere di porgere l'altra guancia e avviarci a
prendere il controllo delle nostre esistenze. Siamo per strada perché
siamo stufi delle menzogne sullo "sviluppo" e delle false feste che
pretendono celebrare il progresso della ricchezza e del potere mentre il
nostro popolo vive poveramente.
3 - Siamo dei ribelli, libertari, sovversivi che siamo liberi da tutte le
macchinazioni che fanno i ricchi a livello istituzionale, sappiamo come
divorano la madre natura e viviamo quotidianamente le dinamiche di questo
stato oppressore e di polizia. Ma non stiamo zitti, ci siamo destati e
stiamo lottando per la felicità di tutto il popolo. Ci siamo ripresi le
nostre esistenze con azioni ribelli che fronteggiano le istituzioni dei
ricchi e dello Stato. Basta col raccontare fandonie agli sciocchi che ci
opprimono!
Un appello a tutti gli individui organizzati o meno a che quest'anno sia
un anno di combattimento quotidiano e pieno di lotte di strada.
I nostri sogni sono i loro incubi!
La vera voce del popolo non deve obbedire a nulla
In questo bicentenario non c'è nulla da celebrare!!
Apprestiamoci a lottare!!!

Mer, 10/02/2010 – 15:17

Santiago del Cile - Attacco a Telepizza

fonte: Archivo Paulino Scarfò

L'insurrezione è nelle strade, non nella bocca marcia di teorici ipocriti!
Il 27 gennaio, verso le 22.00, abbiamo attaccato una delle fonti di
sfruttamento nel centro di Santiago del Cile.
Siamo usciti dai punti di vigilanza, abbiamo osservato ed analizzato la
polizia ed il locale di Telepizza, i loro movimenti ripetuti e la monotona
routine di morte e di miseria.
Con il volto coperto ci siamo apprestati a bloccare la strada più
importante della città. In piena Alameda, 4 delle moto di Telepizza sono
state date alle fiamme ed utilizzate per interrompere il transito.
Nostro obiettivo, quello di spezzare la routine che rinchiude tutto un
universo di sfruttamento, gerarchie ed umiliazione. Abbiamo deciso di
finirla con qualsiasi autorità.
Sappiamo che quest'attività commerciale dai capitali spagnoli è un
dimostrazione dell'internazionalismo capitalista, per gli imprenditori non
ci sono barriere.
La nostra dimostrazione d'affetto ci fa spezzare con le barriere e le
frontiere disposte dal potere. Inviamo un forte abbraccio, che spezzi la
separazione, ai compagni Juan Carlos, Francisco, Honorio, Alberto, Tamara,
Amadeus Casellas prigionieri nello stato spagnolo e Gabriel Pombo da Silva
prigioniero in Germania.
Con quest'attacco vogliamo che sappiate e sentiate che vi siamo vicini e
che ogni minuto in cui i vostri corpi muoiono lentamente dietro le sbarre
anche noi moriamo. L'esperienza ci ha detto che solo elevando la fiamma
dell'insurrezione la vita diviene veramente valorosa.
Che sappia il neo-presidente, recentemente eletto nel territorio cileno,
il pagliaccio Piñera che né lui né il suo governo di turno fermeranno
l'offensiva antiautoritaria e che affileremo sempre più il nostro pugnale
per un futuro incontro.
Che sia chiaro: sinistri o destri sarete sempre nostri nemici, la guerra è
dichiarata e non ci fermeremo fino alla distruzione di tutta la società
carcere.
“Per la nostra liberazione e quella di tutti gli abitanti della terra, per
la nostra terra, continueremo ad acutizzare la lotta fino ad esser
liberi".
Ricordiamo con profondo orgoglio il compagno Mauricio Morales e la
compagna Zoe morti in combattimento.
Inviamo tutte le forze e le energie al compagno Diego Ríos in
clandestinità, che la sua fuga sia eterna come il fuoco vendicatore che ci
libera.
Banda Internacionalista Paco Ortiz

Sab, 30/01/2010 – 19:00

Cile - Battesimo delle Forze Speciali dei Carabineros con acido

fonte: Culmine,27.01.10

In questi giorni, in Cile, è scoppiato il caso dei riti di iniziazione ai
quali sono sottoposti gli agenti delle Forze Speciali dei Carabineros (i
celerini di quel paese) durante il corso d'addestramento.
In particolare, proprio alla fine di un corso, tutti i novelli agenti sono
stati sottoposti ad uno speciale battesimo da parte di un camion provvisto
di idrante. Ma, al posto dell'acqua calda, c'era un acido che ha provocato
gravi eritemi, con distacco della cute e quant'altro.
Il caso è venuto fuori perché un sottufficiale, gravemente ferito, ha
sporto denuncia e perché sono comparsi dei filmati.
Per i filmati, foto e l'articolo rimandiamo alla pagina di un quotidiano
cileno:
www.elmostrador.cl/noticias/pais/2010/01/25/rito-de-“totemizacion”-en-carabineros-termina-con-funcionario-quemado-con-acido

Se, come Culmine, ci occupiamo del caso non è certo in solidarietà ai
Carabineros lesionati, che crepino pure! Lo facciamo perché sono state
proprio le Forze Speciali del GOPE ad aver assassinato i mapuche Jaime
Mendoza Collío e Matías Catrileo, le stesse con le quali si scontrano i
nostri compagni anarchici cileni.

Sab, 30/01/2010 – 17:24

Cile - Pablo Carvajal ai domiciliari

info tratta da Hommodolars.org

Il 21 gennaio, il compagno Pablo Carvajal è stato posto ai domiciliari, in
seguito alla chiusura delle indagini relative all'attacco del
commissariato della PDI. Secondo la giudice la partecipazione di Pablo
all'attacco non è stata accertata. Ad ogni modo sono stati disposti nei
suoi confronti gli arresti domiciliari. Ma, com'è avvenuto in altri casi,
la procura dello stato potrebbe presentare un ricorso in extremis nel
tentativo di far revocare i domiciliari.
Matías, il suo coimputato, resta in carcerazione preventiva perché gli
viene imputato il porto di alcune molotov.

Dom, 24/01/2010 – 12:33

Santiago del Cile - Attentato esplosivo contro un centro commerciale Falabella

fonte: Liberación Total

L'esplosione s'è verificata alle 17.20 di venerdì, 15 gennaio, orario in
cui il centro commerciale funzionava normalmente.
L'ordigno di fabbricazione artigianale era composto da un estintore
riempito di polvere ed è stato lasciato nel secondo piano, nel settore
degli articoli sportivi.
La detonazione ha provocato danni all'interno del centro ed un lieve
trauma acustico a due persone.
Il locale di Falabella si trova in pieno centro di Santiago, luogo pieno
di altri centri commerciali, filiali bancarie, videocamere, guardie
municipali e poliziotti, ecc.
Sul posto sono intervenuti gli artificieri del GOPE per effettuare le
perizie del caso. Esaminati anche i filmati delle videocamere di sicurezza
del centro commerciale. Il vice-segretario degli Interni, Patricio
Rosende, ha affermato che verrà applicata la legge antiterrorista contro
coloro che risulteranno responsabili e che questo fatto non altererà il
normale funzionamento delle elezioni presidenziali di domenica 17 gennaio.

Sab, 23/01/2010 – 14:49

Cile - Alcune riflessioni sull'attuale contesto della guerra sociale

traduzione: Culmine

Chi ha deciso di vivere la guerra contro l'autorità e con le sue azioni si
posiziona come un protagonista attivo nello scontro -e non come un mero
spettatore degli avvenimenti-, riflette costantemente sul contesto in cui
la lotta si sta svolgendo. E' impossibile per un guerriero astrarsi dalla
realtà combattiva della quale fa parte attraverso le sue azioni e con
tutta la sua vita convertita in propaganda contro il potere. Di qui il
bisogno di riflettere attorno a certe idee, domande e sfide nello scenario
che ci si presenta...
Dalla morte del compagno Mauricio Morales per lo scoppio dell'ordigno
esplosivo che aveva nello zaino alla delazione della madre di Diego Ríos
dinanzi al ritrovamento della polvere nera che ha provocato la fuga del
compagno (oggi clandestino e con la legge antiterrorista che lo attende),
le indagini che lo Stato conduce per la serie di attentati esplosivi
avvenuti a Santiago del Cile dal 2005 hanno avuto come conseguenza una
acutizzazione ed un rinnovamento dei metodi repressivi. Dalle
perquisizioni con le prove in mano s'è passati all'invasione "preventiva"
e militarizzata delle case, occupate o meno, alla ricerca di qualche pista
che permetta di collegare qualcuno con la sterile, fino ad ora, indagine
in corso. Assieme a questo, si pretende diffondere una paura repressiva
che permetta d'isolare gli spazi occupati ed i centri sociali in cui
l'idea antiautoritaria d'azione contro il dominio si manifesta e si
diffonde apertamente, il che è divenuto evidente con i costanti controlli
d'identità e schedature che agenti in uniforme ed in borghese effettuano
nei confronti di coloro che frequentano tali spazi.
Il macchinario giudiziario, poliziesco e d'intelligence dello Stato ha
incanalato la sua infame esistenza nel soddisfare il bisogno del potere di
trovare un qualche responsabile, come al solito. A quanto pare, è la
burocrazia democratica quelle che impedisce di condurre dietro le sbarre
qualcuno, per questo devono imbastire uno spettacolo credibile che
convinca perfino il più ingenuo per placare lo sconcerto che tra i
dominanti ed i loro "professionisti" mercenari-guardiani-investigatori
hanno causato gli attentati esplosivi che fino ad oggi continuano (anzi,
si stanno estendendo ad altre regioni del paese). Quel che è certo è che
il nemico sta facendo il possibile per arrestare più di un compagno e ne
prepara lo scenario mediatico.
Tuttavia, oltre ad isolare certi spazi ed individui, si cerca di
annientare un'idea che va di pari passo con l'azione: l'esercizio della
libertà totale che ha bisogno delle distruzione totale di tutto l'ordine
sociale per mezzo dell'attacco contro l'autorità nel presente e sotto
qualsiasi forma in cui esso si manifesti. Questa è un'idea che si diffonde
permanentemente attraverso la pratica e non con la mera riflessione o con
gli eterni dilemmi che non giungono mai all'azione.
E' tale contesto che ci porta con urgenza a propagare con urgenza
quest'idea più in là della nostra intimità o degli spazi quotidiani, in
modo che le pratiche di rivolta si espandano e si moltiplichino con più
forza. Perché quando si parla d'insurrezione permanente o "quotidiana" non
ci si riferisce solo ad un insieme di pratiche antiautoritarie che si
svolgono nella nostra intimità (quel che mangiamo, come viviamo, chi
amiamo, ecc.), anche se tali gesti sono anch'essi propaganda contro il
potere e sviluppano qualità che devono trascendere il proprio mondo. Tutto
ciò si può fare solo se comprendiamo che la lotta che portiamo avanti a
partire dalla nostra individualità s'inquadra in un contesto più grande
che ci affratella con altri compagni che (non) conosciamo. Sono le nostre
azioni e il contenuto che diamo ad esse a dar forma alle nostre proiezioni
nella lotta, le quali si forgiano a partire dalla nostra pratica nel
presente. Oggi, sentiamo il bisogno di acuire la conflittualità permanente
contro il potere e di dar tutto mentre respiriamo, nonostante non si stia
vivendo all'interno di una grande "esplosione sociale" o "rivoluzione", ma
sapendo che il futuro che verrà sarà quello che ci costruisce a partire
dal presente. Si dice: se non noi, chi? Se non adesso, quando?...
Ciò nonostante, vi sono quelli che scelgono di vivere la loro lotta su di
un piano individuale non contrassegnandola in un contesto più grande,
preferendo non affratellarsi con i compagni che propagandano l'idea in una
maniera più "visibile". Convinti che la rivolta possieda un carattere
prettamente intimo ed individuale, non esitano a tacciare gli altri
compagni di essere "autoritari" o di invalidare la loro esperienza con
scusa che queste non rappresentano uno schema che tutti debbano seguire.
Qui non ci riferiamo ai giudizi che provengono da quelli che pretendono
coesistere pacificamente con il potere e che credono in alternative al
capitale, ma alle frecciate che alcuni compagni che dicono di stare nella
guerra contro l'autorità hanno lanciato verso certe persone e spazi.
Basta porre come esempio l'atteggiamento che alcuni compagni hanno avuto
nel sentirsi offesi per le parole dei compagni del CSA e Biblioteca
Libertaria Jhonny Cariqueo nel loro comunicato “Ante la partida Diego
Ríos” in cui si diceva che di fronte ai colpi del nemico "la passività ci
converte in traditori". Quelli che, sbagliando, hanno ritenuto che il
messaggio fosse personalizzato ed hanno accusato i compagni e gli altri
spazi di cercare il protagonismo e d'imporre un discorso all'interno
dell'ambiente antiautoritario, hanno mostrato atteggiamenti poco fraterni
e solidali che sono ricaduti in atti prossimi al codardo chiacchiericcio
promosso dal sistema piuttosto che a critiche ed autocritiche tra
compagni. Certo, le pratiche di altri compagni non costituiscono un
modello inamovibile -in quanto la rivolta nega qualsiasi tipo d'ideologia
e di schema preconcetto- ma non si può nemmeno avere l'arroganza di negare
il valore alle pratiche altrui che possono servire da arricchimento per il
nostro agire nella lotta (per chi vuole arricchirlo, ovviamente).
Molteplici sono gli strumenti a nostra disposizione per espandere la
rivolta e solo la creatività e l'audacia possono portarci a trovare nuove
possibilità d'azione. Magari alcuni compagni sceglieranno di acuire lo
scontro dal parziale o totale anonimato o invisibilità -la qualcosa è
anche una decisione personale-, ma tale scelta è valida se si assume come
complemento ai compagni che portano avanti la lotta impugnando qualsiasi
delle diverse armi con le quali è possibile attaccare il nemico. Sebbene
si punti ad essere guerrieri integrali perché rifiutiamo qualsiasi tipo di
specializzazione, ognuno decide quale aspetto della sua vita -e con chi-
affilerà il suo impeto alimentando la lotta che si progetta in un contesto
che va ben più in là dell'individuo e del suo gruppo affine.
Pertanto, e dinanzi all'attuale contesto della persecuzione verso compagni
e spazi in piede di guerra contro il potere, la propagazione della(e)
idea(e) antiautoritaria(e) attraverso l'azione si presenta come una
tensione ed una sfida da risolvere nella pratica di propaganda. E' stato
un malinteso su ciò che significa esser nemico della società quel che ha
fatto sì che si diffondesse una reticenza nel propagare queste idee tra
quella che suole esser denominata "la gente". Sebbene non aspettiamo
nessuno nel nostro cammino, nemmeno può esser considerato come nemico
tutto quel che cammina per strada. Sappiamo che la rivolta è fatta di
persone e per questo è interesse che le qualità si espandano numericamente
senza l'ansia di costruire alcun tipo di movimento, né idealizzare delle
persone in base alla loro condizione sociale, etnica, giudiziaria, ecc.
Nessuno incarna la rivolta in se stesso se non riesce a liberarsi dai
vecchi ruoli emanati dalla società di classe: lavoratore, proletario,
studente, sovversivo, ecc.
Occupare le strade, riempiendole di scritte, all'interno di manifestazioni
con propaganda d'azione concreta è una pratica che, da tempo, i compagni
antiautoritari in Grecia hanno deciso che è necessaria -ma mai unica- per
diffondere le loro idee.
Non idealizziamo il contesto di questi compagni, ma è bene apprezzarlo e
adeguarlo al nostro come pratica -non bisogna dimenticare che l'autorità è
presente in tutto il mondo ed anche la cooperazione tra i dominanti è
qualcosa di reale-. Scuotere con la propaganda la quotidianità alienata
della gente non è sinonimo di voler convincere e di cercare di lavare
l'immagine di un movimento (fittizio) criminalizzato come pretendono fare
i mercanti dell'ideologia anarchica. Nemmeno si tratta di negare la
radicalità dell'idea/azione che si desidera propagare, né di creare
simpatizzanti attorno ad essa, bensì è lo stimolo a che sempre più persone
si armino contro il potere -nella maniera che si preferisce- o perlomeno a
che non si condannino coloro che passano all'azione, non dimenticando che
altrove ci sono ancora le taglie sulla testa degli insorti.
Qualsiasi atto di propaganda vale per se stesso e chi vuole sintonizzarsi
con la gente per mezzo di codici comuni deve provarci senza dimenticare
che è per mezzo dell'azione contro ogni forma d'autorità che noi ci
realizziamo come individui liberi e che tale idea è pericolosa per
l'ordine sociale. Pertanto in ogni azione che realizziamo, per quanto
piccola possa essere, noi dobbiamo stare attenti ed esser coscienti delle
conseguenze che comporta agire come nemico dell'autorità, non vociferando
su quel che facciamo o diminuendo la sicurezza o abbassando i livelli di
fiducia con i quelli con cui portiamo alla pratica la guerra contro la
società.

Alcuni compagni del $ile

Gio, 14/01/2010 – 13:58

Cile - Rivendicazione dell'attentato alla concessionaria Dercocenter a Valparaíso

riceviamo e pubblichiamo

La notte di lunedì, 11 gennaio, è stato collocato un ordigno esplosivo
all'esterno della concessionaria di auto Dercocenter, nel centro di
Valparaíso. L'ordigno è deflagrato rompendo vetrate. Ancora una volta,
senza danneggiare nessun povero lavoratore, abbiamo attaccato in maniera
simbolica icone del capitalismo, della tecnologia e dello sfruttamento.
Nell'immediatezza delle elezioni presidenziali del 17 gennaio, con
quest'azione ripudiamo il circo elettorale, condanniamo la sua autorità e
le sue menzogne, non ci riposeremo fino a distruggere tutto quel che ci
opprime, ci sfrutta e ci ruba la vita, politicastri di merda che vendete
le nostre risorse naturali, determinate la nostra vita, ci rubate, ci
sfruttate e ci fate ammalare...
In solidarietà ai compagni mapuche che hanno preso posizioni in una lotta
anticapitalista, contro la miseria e lo sfruttamento.
In solidarietà con i sequestrati dallo stato, prigionieri e prigioniere
sociali PER STRADA!
Abbasso le mura delle prigioni!
Che la rivolta si estenda da tutte le possibili trincee!!!
Mai più disarmati!!!

Gio, 14/01/2010 – 13:48

Santiago del Cile - Benzina e blocchi stradali contro il Bicentenario

fonte: Liberación Total

Il 6 gennaio a Santiago del Cile ci sono stati dei blocchi stradali,
usando pneumatici e benzina, a pochi giorni dal ballottaggio per le
presidenziali. Sul posto lasciato il seguente volantino:

“Non esser parte del macchinario di distruzione chiamato Bicentenario (il
Cile festeggia i 200 anni dalla fondazione della repubblica - ndt). Ultima
tappa dei progetti multinazionali di espropriazione e di sfruttamento
delle risorse naturali del Cile, che beneficeranno solo i ricchi:
monocolture e allevamenti di pesci al posto di boschi e di mari; miniere e
centrali termoelettriche al posto di acqua e di biodiversità.
Non scavare la tua fossa: informati!
Il voto è per mantenerli al potere. Sono tutti la stessa cosa. Non dare la
tua volontà a quelli per i quali non conti nulla! Brucia la falsa
democrazia rappresentativa. Organizziamoci, siamo stufi. Che il mondo sia
come noi vogliamo"

Gio, 14/01/2010 – 13:34
Lun, 11/12/2006 – 12:20
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