Roma - La solidarietà e l'autodifesa femminista sono la nostra arma: azione contro lo stupro di Parma

Riceviamo e diffondiamo:

Metà aprile 2017. Roma. Un gruppo di compagne femministe ha raggiunto l'Accademia di Belle Arti e letto a gran voce il seguente volantino, davanti ad una folla di studentesse e studenti, per rompere il silenzio che proteggeva Valerio Pucci, rappresentante d'istituto. Valerio Pucci è uno degli stupratori dello stupro di gruppo di via Testi a Parma. In solidarietà alla donna sopravvissuta e a quelle che frequentano Valerio senza conoscere questa storia di stupro anche questa volta non siamo state zitte.

di seguito il testo del volantino:

Siamo venute qui oggi per rompere il silenzio su una storia di stupro che ci riguarda tutte. Oggi non è un giorno speciale ma crediamo che ogni giorno sia sia un buon giorno per alzare la voce e infrangere i tabù di questa società che vorrebbe mantenere tutte le donne mansuete e compiacenti.
Ma noi siamo arrabbiate e speriamo che lo sarete anche voi quando scoprirete che Valerio Pucci, uno studente di questo istituto, ha commesso uno stupro nei confronti di una sua conoscente. Valerio Pucci in questi mesi è sotto processo con l'accusa di violenza sessuale di gruppo.

Per quanto ci riguarda non abbiamo bisogno di aspettare la sentenza del giudice per valutare se Valerio Pucci sia uno stupratore oppure no. Storicamente le leggi e i tribunali non sono mai stati dalla parte delle donne sopravvissute alle violenze scegliendo di difendere gli stupratori, minimizzando le violenze e colpevolizzando le donne tacciandole di pazzia o considerandole delle provocatrici in minigonna.
Rifiutiamo dunque le logiche processuali che ci riducono a povere vittime. Non siamo vittime, siamo sopravvissute e vogliamo ribadire che siamo noi, ognuna di noi, a dover decretare cosa sia stupro.

La risposta è d'altronde semplice: sesso senza un nostro esplicito consenso è stupro.

Viviamo in una società impregnata di sessismo, che ci abitua ad identificare chi stupra in uno sconosciuto che agisce al di fuori delle nostre sfere intime. Una persona malvagia che ci aggredisce per strada. Non è così, gli stupri avvengono ovunque e molto spesso sono attuati da persone che conosciamo, di cui ci fidiamo, in ambienti dove ci sentiamo a nostro agio, al sicuro e dove di fatto siamo più vulnerabili. Facciamo più fatica a riconoscere la violenza proprio perché è più difficile credere che chi conosciamo sia capace di farci del male.

Purtroppo lo stupro e le violenze sessuali sono comuni, vicine a noi, invisibilizzate da una società e un sistema che crea mostri per distogliere l'attenzione dalla violenza intrinseca del patriarcato che continua a rendere le donne, i corpi delle donne, oggetti ad uso e consumo; un sistema in cui le discriminazione e l'oppressione sessista giustificano le violenze e difendono gli stupratori.

E per questo siamo qui in solidarietà con chi ha vissuto e si vive la violenza, ben consapevoli che può toccare ognuna di noi.

Ci siamo riunite per esprimere la nostra rabbia con chi ci vuole docili e sottomesse.
Siamo qui per urlare contro alle menzogne che sentiamo ogni giorno che vorrebbero ridurci al silenzio.

Organizziamoci e lottiamo insieme contro la cultura dello stupro
La solidarietà e l'autodifesa femminista sono la nostra arma

Gio, 11/05/2017 – 21:43
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