Le mobilitazioni continuano, la citta' dice NO al carbone.
Il 4 ottobre 1500 persone hanno sfilato per la strade di Civitavecchia per ribadire il loro no alla riconversione dell'impianto di Torre Valdaliga Nord (TVN) da olio combustibile a carbone. In citta' si respira ormai da tempo un clima di ostilita' totale nei confronti dell'ENEL e dell'anacronistico progetto che vorrebbe l'utilizzo del nocivo carbone come combustibile per una delle centrali piu' grandi d'europa. Inutile dire che ai dirigenti dell'enel non importa nulla del parere negativo espresso e sottoscritto da centinaia di medici locali; cosi' come a questi signori non interessa che quasi l'intera popolazione di Civitavecchia si manifesti esplicitamente contro il carbone. Il progetto continua ad essere presentato come l'unica risoluzione per i problemi occupazionali che affliggono il territorio locale e come l'unico modo con cui l'enel puo' garantire ai suoi lavoratori un posto stabile e "sicuro". Contro questo spavaldo atteggiamento dell'ente elettrico nazionale i cittadini avevano richiesto ed ottenuto un referendum locale. L'enel aveva subito fatto ricorso contro la legittimita' del referendum appellandosi prima al T.A.R. (che ha respinto il ricorso) e poi successivamente al consiglio di stato. Nessun referendum ufficiale dunque! La consultazione e' comunque rimasta sulla carta come strumento consultivo da far pesare ad ogni eventuale trattativa con l'ente. Il 5 ottobre quindi la citta' e' andata ad esprimere il suo parere rispetto a questa importantissima questione.
I dati del referendum:
Situazione definitiva sull'affluenza: 30,69%. SI 1984 (15,25%) NO 11025 (84,75%). Voti validi espressi: 13009 Dati Comune di Civitavecchia definitivi.
La città ha perso quella che era la sua opportunità di esprimersi, direttamente, sul progetto di riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord. Due su tre hanno deciso di non utilizzare, votando sì o no, quella opportunità. Hanno deciso di delegare la politica. Oppure, forse più semplicemente, si sono disinteressati del loro stesso futuro, della salute dei loro figli, delle loro prospettive. Oppure ancora, diranno i sostenitori del sì, sono andati a passeggio non essendo contrari al progetto Enel. Probabilmente, di tutto questo un po'. Il dato finale dice che un quarto della città ha preso posizione contro quel progetto. Gli altri contrari, che pure esisteranno, non si sono espressi. Forse per fatalismo ("ormai i giochi sono fatti"). E proprio il fatalismo e la rassegnazione di chi pensa che comunque non valga la pena recarsi a votare per il carbone, per il sindaco o per eleggere altre istituzioni, alla fine ha avuto la meglio ed è questo un particolare che dovrebbe indurre tutti ad una profonda riflessione che vada al di là del voto specifico di oggi. Fatto sta che ci si attendeva una risposta forte della città. Che però non c'è stata, o almeno non ha raggiunto quella dimensione necessaria a farne sentire la voce dove ieri si è vissuta una giornata in trepida attesa. Perché un plebiscito per il no - e questo, numeri alla mano, non lo è - avrebbe rimesso in gioco tanti fattori, che ora invece possono essere invocati fino ad un certo punto. La consultazione, anche tecnicamente, non è valida (esisteva un quorum formale della metà più uno dei voti) E ora la palla torna al consiglio comunale, che dovrà analizzare attentamente questo dato. E prendere la decisione finale.
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