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da liberazione.it
Sabato e domenica a Firenze una grande assemblea-seminario dei diversi femminismi italiani Donne, l'unione fa la differenza Giovanna Capelli e Nadia De Mond Una nuova convergenza in vista del Forum sociale europeo Il movimento contro la guerra globale e permanente non occupa più quotidianamente le piazze e i titoli dei giornali, ma ciò non significa che sia scomparso. Infatti continua ad articolarsi in momenti di mobilitazioni, in previsione dei prossimi appuntamenti dei vertici intergovernativi - del G8 a Evian e del Omc a Cancun - e di confronto e elaborazione strategica in occasione del prossimo Forum sociale europeo a Parigi - Saint Denis che si terrà nel mese di novembre.
L'assemblea di preparazione tenutasi recentemente a Berlino si colloca in questo percorso; il tracciato è stato "inventato facendo" l'anno scorso, nella costruzione del primo Fse a Firenze. Fatto tesoro di questa esperienza, si cerca ora di migliorare il percorso, in particolare in termini di reale possibilità di partecipazione al Forum da parte di soggetti più marginali rispetto al centro - geografico, sociale, di genere - tradizionale della politica. Sono state recepite da gran parte delle forze del movimento alcune critiche provenienti dal movimento delle donne rispetto alla separazione formale tra relatori e pubblico, piuttosto che al maggior peso da dare ai workshop specifici e ai seminari autogestiti rispetto alle conferenze degli esperti. Si cercherà di modificare il programma del Fse2 in questo senso.
La presenza delle donne E' sempre più visibile anche a Berlino, nelle riunioni plenarie e nei vari tavoli di lavoro una presenza femminile quasi paritaria, ma soprattutto una capacità di intervento, di presa di parola, di confronto di donne di tutte le età, ma in particolare delle giovani. Dietro le quinte della preparazione del Fse, il principio della parità di genere nelle esposizioni e nella facilitazione delle conferenze viene assunto come principio e praticato nelle riunioni di preparazione. Nello stesso tempo assistiamo ad una grande partecipazione di donne e di femministe nell'assunzione dei compiti centrali di progettazione e di organizzazione del Fse. In altre parole una leadership femminile si sta forgiando all'interno di questo processo. E come se l'eredità del femminismo del Novecento non nella assunzione delle sue teorie, ma nella autostima, e nel desiderio delle donne di essere soggetti attivi del cambiamento del mondo, riaffiorasse come dato culturale politica di partenza, come punto irrinunciabile di una nuova coscienza di genere che si struttura all'interno del movimento contro la guerra, per vie diverse, anche contraddittorie e non sempre esplicitate. Così anche grazie alla presenza di una rete operante a livello europeo come la Marcia mondiale delle donne e ai processi di coordinamento che essa ha innestato e messo a valore in vari paesi si è riuscite a inserire nel programma del Social Forum di Parigi punti significativi della riflessione, della pratica, delle questioni politiche aperte dai femminismi: lo scarto fra universalità dei diritti ed esclusione delle donne dalla loro piena esigibilità, il tema della omosessualità a partire dal lesbismo non solo come affermazione di diritti individuali ma di identità, il nodo delle migranti e la loro connessione con la globalizzazione, sia rispetto alle cause che le spingono lontano dalle loro terre, che nel rapporto con le soggettività che nel paese ospitante animano il conflitto sociale e di genere.
A Berlino si è anche tenuta una riunione di donne nella quale, oltre a curare la visibilità di genere nell'insieme del prossimo incontro europeo del Fse si è posto, nella complessità dei suoi significati, l'obiettivo di organizzare la giornata del 12 novembre, quella dei diritti delle donne non come un evento chiuso, ma come scadenza di un percorso di crescita di una dimensione europea dei movimenti di donne.
Un nuovo intreccio Tutto questo fermento caratterizzerà solo il lavoro di preparazione, rimarrà dietro le quinte al momento della "performance" vera e propria, quando le luci dei riflettori saranno puntati sull'evento (come l'anno scorso a Firenze, rendendo invisibile un lavoro politico-organizzativo sostanzioso svolto a livello europeo durante un anno), oppure il salto di qualità dello incontro di Parigi sarà evidente?
Il contesto sembra essere diverso: l'interesse del movimento delle donne ad articolarsi a livello europeo nell'ambito del movimento dei movimenti sta crescendo. In Italia più di 50 gruppi e collettivi si ritrovano i117-18 maggio a Firenze in una assemblea seminariale per trovare linguaggi e temi comuni da portare a Parigi e sui quali cominciare un lavoro di rete in Italia stessa.
A livello europeo una serie di assemblee di donne - la prima delle quali tenutasi appunto a Berlino - convocate nel quadro delle riunioni di preparazione del Fse, si svolgeranno da qui a novembre per definire i contenuti e le modalità di comunicazione della "Giornata per i diritti delle donne" che aprirà il Fse a Parigi. I temi maggiormente sollevati finora riguardano: la violenza e la tratta delle donne, l'autodeterminazione (aborto, Tra, diritti delle lesbiche), lavoro e precarietà, lavoro di riproduzione e immigrazione. Nello stesso tempo si desidera evitare che si creino separazioni rigide tra argomenti e tra coloro che si occupano da sempre di determinati temi. Come produrre l'intreccio tra i temi? Come dare spazio alle esperienze delle donne del Sud senza perdere di vista l'obiettivo di formulare risposte concrete alle politiche della Unione europea che incidono sempre di più sulla vita quotidiana delle donne? Combinare testimonianze di lotta con elaborazione di strategia femminista complessiva? Sono questioni che verranno ulteriormente sviscerate nei mesi che ci restano da qui alla giornata di Parigi.
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