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LIBRO LA TORTURA NEL BEL PAESE: L'INTERVISTA INTEGRALE
by Paolo Dorigo n.208 progressivo Thursday, Mar. 09, 2006 at 12:33 PM mail: contatti@paolodorigo.it

PRESTO GLI INFAMI MANDANTI DELLA TORTURA ED I CAPI DI SETTORE RELATIVI, IN CARCERE A VITA IL LIBRO USCITO PER I TIPI DI "MALATEMPORA" E' UN PRIMO SQUARCIO DI VERITA' IN QUESTO PAESE PREDA DI AVVINAZZATI TROGLODITI DI REGIME

LIBRO LA TORTURA NEL...
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L'INTERVISTA INTEGRALE PUBBLICATA SOLO IN PARTE MINIMA (TECNICA) NEL LIBRO, CHE VA ACQUISTATO PER LA SERIETA' DEGLI INTERVENTI E DELLA DOCUMENTAZIONE
(MALATEMPORA http://www.malatempora.com 06-68804321)

Paolo 2a 10-10-2005


- Tu,Paolo, adesso ti ritrovi in detenzione domiciliare, ma perché sei finito in carcere, per che cosa sei stato incriminato e condannato?
- R. Il 2 settembre 1993 notte alcune persone all’interno di un’auto di grossa cilindrata poi risultata rubata, compirono un’azione, che il pentito poi processualmente riconosciuto tale, dichiarò essere stata dimostrativa, all’interno della zona civile degli acquartieramenti della base USAF di Aviano, che conta circa 5.000 militari statunitensi e relative famiglie, hangar aerei e per bombardieri, nonché, pare, sotto terra, circa 30 ordigni nucleari di cui solo ora qualche quotidiano dà notizia, mentre per decenni durante la “guerra fredda” non se ne è mai riconosciuta la presenza, che veniva data in forse presso un'altra delle 110-120 circa basi militari USA in Italia (ambasciate e consolati esclusi, che sono poi centri militari di spionaggio della CIA anche quelli). Vennero sparati dei colpi (7 o 8 pare) contro le finestre delle stanze ove dormivano i militari in una delle loro sedi abitative circondate da recinzioni e guardate a vista da militari armati. La palazzina si chiamava “area 2”. Subito dopo il livello di sicurezza fu portato al 2° di 5 da parte delle autorità USA, il presidente Clinton fece un comunicato e così la autorità militare americana della base (ve ne è anche una italiana, di facciata, in quanto la base di Aviano è inserita nel dispositivo NATO), in cui si definiva terrorista la azione. Successivamente all’arresto mio e di altri compagni e di numerosi delinquenti comuni amici del pentito, venne fatta una campagna di stampa molto malevola e pregiudiziale, orientata dal pm stesso, che poi querelai nominativamente senza avere mai sue risposte ed ottenendo solo un’inchiesta contro ignoti che venne poi archiviata nonostante siano state confermate da stessi appartenenti a forze dell’ordine alcune delle mie accuse al pm stesso. Venne fatta l’udienza preliminare e in quella sede presentai un documento molto più lungo che quello in cui dopo l’arresto al gip, prima e dopo diversi tentativi di digos e inquisitore di farmi “parlare”, mi ero dichiarato il 27-10-1993, prigioniero politico. L’accusa fondamentale del pentito è che nel Nord-est ed in altre parti d’Italia si stava riorganizzando le Br-pcc, mentre il volantino di rivendicazione venne firmato “per la costruzione del pcc – Brigate rosse”, rovesciando, anche politicamente, la denominazione inattiva sin dal 1989. Tant’è che su questo vi è anche una rivendicazione di un mio coimputato di allora, a Genova, che rivendicava a nome semplicemente delle “Brigate rosse”, mentre poi all’udienza preliminare rivendicò come Br-pcc. La mia posizione fu anche dopo al processo di unità nella solidarietà internazionalista che era insita al rapporto di guerra che vi era in quel processo, con i popoli oppressi, e quindi con i compagni che rivendicarono a nome delle Br-pcc, in quel caso e successivamente contro l’opinione di una maggioranza di prigionieri di questa organizzazione, che non riconoscevano i contenuti, secondo me invece giusti, di quel volantino. Per questo mi sono sempre posto, a parte negli ambiti di dibattito quando e come possibili, in carcere, in questa detenzione, individualmente, avendo ravvisato sin da subito che la costruzione del partito della rivoluzione non coincideva con certe metodologie settarie e certe chiusure anche umane che in carcere si presentavano. Al processo comunque il pm mi chiese più di tutti, 15 anni e 10 mesi, e me ne dettero “solo” 13 e 6 mesi perché non avevo precedenti essendo cancellata l’unica condanna a un anno da minorenne, che non aveva avuto recidive entro i cinque anni (lì, sì, bottiglie molotov erano l’accusa). In realtà, se a me ed alla mia convivente di allora, la compagna Clara Clerici, non avessero riconosciuto le attenuanti generiche, avrebbero dato 19 anni. Seguirono le conferme di appello e Cassazione e il ricorso a Strasburgo (CEDU) dell’avvocato Giuseppe Pelazza, e la CEDU ci dette ragione nel primo grado (Commissione, 13 giudici contro 4 di questi 4 uno era italiano) e l’Italia non si appellò alla Corte (oggi hanno semplificato, dopo il mio caso, vi è solo un grado di giudizio). La cosa venne confermata dal Comitato dei ministri del CONSIGLIO D’EUROPA, cui partecipano 46 stati tra cui la Russia.

- Hai subito maltrattamenti durante la detenzione?
Moltissime provocazioni sistematiche, alcuni pestaggi solo dopo (ma a freddo, anche a distanza di settimane) che compii delle azioni pratiche di aggressione a poliziotti mentre mi rubavano la macchina da scrivere, o mentre iniziava la tortura che denuncio attiva dal maggio 2002; in ospedale nel gennaio 1996 nonostante le ustioni al braccio sinistro ed al collo fui ammanettato al letto proprio con il polso sinistro per 5 gg e 5 notti; ho subito circa una trentina di consigli di disciplina senza avvocato, e circa 25 sanzioni, di cui alcune all’isolamento. Con i compagni di detenzione ho avuto in alcuni casi scontri, allorquando ero in sezioni in cui vi erano provocatori; ma me la sono cavata quasi sempre bene e a volte ho cominciato io. In un caso comunque il mio aggressore mi fece molto male senza che nessuno intervenisse in tempo, e anziché sanzionarlo, lo premiarono spostandolo di sezione e mettendolo a lavorare alla mof (manutenzione). In un altro caso nessuno volle mettersi in mezzo. In tutti gli altri casi o furono cose sporadiche oppure fummo divisi. IN NESSUN CASO a parte due volte verbalmente, vi furono seguiti delle guardie, che invece erano molto solerti nel notare qualsiasi mia “uscita dalle regole”. Queste situazioni mi hanno obbligato ad armarmi in detenzione e ho fabbricato numerosissime armi da taglio, in due casi o tre mi sono state sequestrate, ma non mi hanno mai voluto processare per questo, negandomi persino le notifiche di rito, temendo forse ciò che potevo denunciare in aula pubblicamente, come ho fatto a Livorno nell’ottobre 2004. In un caso poi vi è stata condanna di una guardia per sparizione o distruzione di una raccomandata a Novara. Va fatto notare che a parte due anni a Novara (settembre 1994 – settembre 1996) e due a Biella (giugno 2000 – giugno 2002) in cui sono stato insieme a compagni che non chiedevano o non chiedevano ancora i benefici, -in quanto anche quando fui a Opera dove potei incontrare spesso mia moglie e una volta solo la mia convivente (ottobre 1996 – giugno 2000), i compagni che vi erano avevano posizioni di mediazione con lo stato- sono sempre stato privato di ambiti collettivi politici di riferimento, dovendo costruire io proteste, reclami, raccolte firme, con detenuti spessissimo in contraddizione con loro stessi e privi quasi sempre di formazione politica e di senso di consapevolezza del legame indissolubile tra lotta e dignità.

- Quando e come ti sei accorto od hai pensato di avere una microchip sotto pelle ?
Nel maggio 2002, subito dopo aver dato diffusione alla “Dichiarazione di lotta e solidarietà” in cui chiedevo e chiedo tuttora, rivendicando lo status di prigioniero politico, una serie di abolizioni di leggi emergenziali, e di misure sostitutive, compresa la legge sulla tortura e la commissione sui suicidi in carcere, ho iniziato a sentire voci maschili e poi più tardi femminili, che mi offendevano e mistificavano aspetti e circostanze del processo di Aviano, come se fossero dei poliziotti timorosi, con un nuovo processo di cui il Consiglio d’Europa rivendicava la attuazione, di venire sputtanati per le gravissime loro pratiche di mistificazione e “guerra sporca” tendenti a creare conflitti tra noi prigionieri e a mettere a rischio la mia stessa vita. Queste voci, dapprima pensai addirittura che fossero detenuti del piano di sopra al nostro a Biella EIV (sopra di noi, c’era la squisita presenza di detenuti pedofili e sfruttatori), poi cambiai di cella, controllai ogni angolo e luce e oggetto della cella, e pensai a satelliti, dopo qualche giorno di impazzimento, con questi che continuavano a non farmi mai dormire urlandomi e offendendomi, capii e realizzai che solo qualcosa sotto la cute poteva darmi la ricezione di cose che mi sembrava solo io percepissi. A dire il vero il 21 maggio 2002 credetti che anche dei confidenti in saletta dicessero a voce alta le stesse cose che sentivo, ed io gridai loro bastardi e piombò il silenzio in sezione, ma queste voci continuarono e i due non si fecero vedere il giorno successivo alla mattina all’aria, uno dei due, poi, solo mezz’oretta dopo due giorni. Di queste cose ho redatto una memoria tecnica degli effetti di dolore e psichici, che è nel mio sito, in http://www.paolodorigo.it/Memoria-13-6-03dssfdsfrege.htm e uno schema che rappresenta cose che continuano, in forma in genere ma non sempre minore, ma comunque uditivamente permanente (da 3 anni e mezzo non conosco il silenzio se non quando dormo ma nemmeno sempre dormendo, e per qualche volta, 10 secondi alla volta), che è contenuto nel capitolo della mia Controinchiesta (http://www.paolodorigo.it/controinchiesta-7-cdsjfjhdgordegjoireogdfrhghdrfghgrhrthryth.html ) in cui relaziono sinteticamente per i periodi aprile 2002 (da dicembre 2001 ogni tanto avevo disturbi, alcune volte era successo ad agosto 2000) – luglio 2004. I periodi peggiori sono stati maggio-giugno 2002 e aprile 2004, ma peggiori significa qui terribili, da suicidio.

- Che effetti ti dà, li puoi descrivere?
- È come se nella stanza o cella in cui ti trovi vi fossero dei carabinieri o dei gom con delle puttane, o anche con dei malavitosi, che alternano offese e blandimenti. Fisicamente senti i denti saltare come forzati da elettricità, emorragie improvvise ad uno degli occhi, percezione di sensazioni di dolori o cuciture cardiache, senti pressione tremenda nelle tempie, cefalee totali di tutta la parte frontale e superiore, buchi nella pelle, collo tagliato, spalle bruciate con asciugamani bruciati, unghie pressate, specie alluce del piede, sensazioni di piacere e di dolore ai genitali, rimescolamenti alla pancia anche se hai avuto una alimentazione regolarissima e hai già digerito e defecato, senti poi rumori, spari, sirene, come dell’acqua alta di Venezia, o delle stazioni ferroviarie, a volte, specie all’inizio (e questo mi è stato confermato da vari detenuti e anche da Vincenzo Olivieri suicidato recentemente a Spoleto), senti una voce che ti pare nota, chiamarti per nome, ti giri o guardi in corridoio e non trovi nessuno. Ti vengono strane idee, che poi ad una analisi logica seria riconosci a te estranee, ti ripetono litanie per decine di volte per ipnotizzarti, e per CANCELLARTI O MODIFICARTI DEI RICORDI (per questo e per molte altre cose ho scritto dei testi in quanto studiando POI, a partire dal luglio 2002, psicologia psichiatria e simili, e leggendo vari articoli scientifici in materia, ho scoperto che fanno veramente ricerche del genere, anche con stimolazione transuranica via radio).

- Per quale motivo te l’avrebbero messa?
Sin dall’inizio capii (ma all’inizio subivo, non sapevo come reagire, impazzivo, ero preda di allucinazioni da loro generate con l’impedimento al sonno, psicofarmaci nottetempo, e forse anche altre sostanze mentre ero in punizione ed andando all’aria da solo potevano fare delle cose specifiche evidentemente come simulare delle ispezioni ad personam in cella e mettermi sostanze nel barattolo dello zucchero) che il loro unico obiettivo era farmi impazzire, impedirmi di far politica, di denunciare le loro malefatte, impedirmi di esistere, mandarmi in manicomio. Uno dei confidenti che ho querelato assieme a numerosissime personalità politiche e carcerarie e magistrati, per alcuni mesi alcune volte se ne usciva proprio con questo discorso del manicomio. Pensa che nel frattempo ero diffidente anche perché aveva preso, proprio a Venezia, un avvocato che ha difeso numerosi pentiti del 1982 della colonna veneta. Ma successivamente, quando ho cominciato a studiare a fondo medicina, neurologia e psichiatria, ed ho iniziato a leggere articoli di riviste di neuroscienze sulle ricerche in atto nel campo, ho pensato anche che, come detenuto, io sia utilizzato come cavia per esperimenti scientifici, molto remunerativi in quanto aventi disponibilità di una persona facilmente attaccabile in quanto privata della libertà di movimento, e per lunghi anni; soprattutto ho annotato alcune possibili ricerche scientifiche che combaciano con quanto mi accade; peraltro l’intromissione di questi strumenti credo sia avvenuta a Torino, che è capitale della ricerca e connessa a ricerche negli USA in questo campo (MK Ultra) anche su detenuti americani in passato, da parte di neuroscienziati italiani:
1. ricerche sulla terapia del dolore nel trattamento psicoterapeutico
2. ricerche sulle aree cerebrali sviluppate in connessione alle abilità acquisite dall’esperienza
3. ricerche sulla memoria e sui ‘cattivi ricordi’
4. ricerche sulla creatività artistica ed inventiva (non a caso di recente han presentato il “robot pittore di ritratti”, ed io in carcere ne ho fatti decine e decine)
5. ricerche sulla produttività informatica e sull’esecuzione di comandi impartiti mentalmente
6. ricerche sui sogni (e sulla vista da sveglio ad occhi chiusi)
7. ricerche sulla telepatia ed empatia in ‘accoppiamento funzionale’
8. ricerche sulle capacità percettive
9. ricerche sulla capacità sessuale
Una cosa che mi è stata segnalata da più persone è l’acetilcolina, questa, attiverebbe le aree della memoria biografica. Io soffro dal maggio 2002 di amnesia posterograda, non ricordo quanto è avvenuto dopo quella data, se non in parte, e per un periodo, di una amnesia quasi totale e per quanto riguarda la memoria visiva dei volti, totale.

- Hai fiducia che il tuo caso si risolva e che siano puniti i responsabili ?
- Personalmente ho fiducia in tre aspetti: nei proletari, nei compagni e nelle persone solidali che in questa battaglia mi hanno sostenuto senza cadere nel vittimismo borghese; nel fatto che dimostrerò qualcosa a tutti, perché nel 1996 il livello di tecnologia biologica non era ancora quello di oggi, in cui queste ricetrasmittenti sottocutanee possono essere anche solo di materiale biologico, ed eserciti, forze armate e anche i cc, assumono medici e biologi, non si capisce perché senza dire QUALI SCOPERTE E LORO INVENZIONI UTILIZZANO, per verificare SE SONO LECITE E RISPETTOSE DEI DIRITTI UMANI; terzo, ho fiducia nel fatto che se la giustizia non punirà esemplarmente quanto meno i funzionari ed ufficiali che hanno agito a questo livello, dovrò andare partigiano.

- Oltre che alla magistratura, ti sei rivolto mai al garante della privacy ?
Sì, sia direttamente attraverso deputati che sono venuti nella mia cella e ai quali ho potuto consegnare schemi delle torture subite e documentazione, sia per email, ma senza avere alcuna risposta. Mio padre era contento che poco prima che mi scarcerassero (questa 4 a volta, nella 2 a e nella 3 a la stessa giustizia borghese ha riconosciuto che fu persecuzione delle idee, e furono altri 3 anni), Rodotà avesse parlato di questi “microchip sottopelle”. Ma si fa fatica a trovare questa cosa nel suo sito, perché è un piccolo paragrafo all’interno del discorso se permetti molto meno pesante (ma gravissimo esso stesso) dei RFID. Personalmente credo che sia la “giustizia” italiana sia alcune grandi imprese E ADESSO PERSINO OSPEDALI, con braccialetti giustificati da altre scuse, riescano per contatto ad intercettare il sistema nervoso delle persone e non solo a localizzarle. Politicamente e con molte prove ed indizi, credo che la attuale situazione sia di regime fascista mascherato da regime multipartitico sotto integrazione élitaria tecnologicamente interconnessa alle principali forze armate. Nel blandirmi, e nel “contattarmi”, spesso asseriscono che sarebbero personaggi importanti della politica, dello spettacolo, del giornalismo, dell’economia. A volte (e il mio avvocato ha una parte della documentazione poi fatta sparire con il sequestro del computer del 25 gennaio 2005 dalla DDA di Firenze) ho dei riscontri di cose che mi vengono dette, o fatte dire con pilotamento portandomi a pensare che certe stronzate siano idee mie, e che poi avvengono. Come nel caso del Pirellone, strage per me, incidente per lo stato, o dell’attentato al tribunale di Venezia, provocazione tipo Peteano secondo me, misteriosa azione secondo le autorità. Cose gravissime che ho dichiarato ad autorità statali e a parlamentari senza che nessuno mi abbia dato credito, credo perché PER ANNI HANNO SILENZIOSAMENTE COSTRUITO MENZOGNE E FALSA IMMAGINE MIA proprio per nascondere lo scandalo del/dei microchip del 10 gennaio 1996 (Dini si dimise il 11 gennaio 1996, giorno strano per dimettersi, appena dopo capodanno).

- Di che natura ed estensione è stata finora la solidarietà sul tuo caso, quali personalità della cultura , della politica, o del diritto hanno capito ed appoggiato le tue iniziative ?
- Apparentemente grandissima. In realtà, a parte i compagni di moltissime realtà in Italia, soprattutto Soccorso rosso proletario, Associazione solidarietà proletaria, Centro sociale Transiti di Milano, Spazio documentazione di Cuneo, Linearossa, compagni dell’Umbria, rivista Su Gazetinu, Organizzazione comunista internazionalista, deputati del PRC e dei verdi ed alcuni dei ds e del pdci, circoli e federazioni del PRC, ed altre situazioni, comprese, sul finire della campagna e da quando sono stato scarcerato, compagni solidali del veneziano e di altre zone del Veneto e Friuli, e radio libere antagoniste, dicevo, a parte loro, solo quando, nel novembre 2004, pareva che le mie condizioni fossero sul punto di morte (secondo me potevo durare fino a 120 giorni nell’ottavo sciopero della fame sin dal 1999 praticato anche per altri motivi), si sono allora mossi personalità importanti come il sindaco di Venezia, intellettuali e giornalisti, prima e dopo l’appello di mio padre, che, va detto, in 29 anni di fermi ed arresti e carcerazioni è stata la prima e unica volta che ha preso posizione, pur avendone possibilità essendo un noto studioso ed uomo di cultura. Biagi, Saramago, Abbado, e tanti altri, però, quando ho chiesto a chi li aveva contattati, una volta arrivato alla detenzione domiciliare, di muoversi per farmi avere una certa perizia tecnica, non hanno più detto una parola, secondo me nemmeno lo sanno, in molti, di questo problema, in termini autentici. Secondo me l’intellighentzia purtroppo, se non fosse per la nostra tradizione partigiana e proletaria, avrebbero già partorito un mostro al potere, e forse questo mostro è già al potere, solo che dissimula e mistifica ogni sua mossa, ed è quel mostro che Brecht anticipava, e che tanti altri uomini di cultura che hanno pagato, hanno sempre visto prima degli altri. Questa volta non è un alieno, un marziano, è la militarizzazione della vita civile, l’autoritarismo poliziesco ed inquisitorio generato sfruttando la paranoia scatenata dai potenti e dai media dopo l’11 settembre, cioè, per quanto credo io, e spiego nel testo “Si fa presto a dire terrorismo”, http://www.paolodorigo.it/documenti/11-settembre.htm una specie di PIAZZA FONTANA MONDIALE è ALL’OPERA DAL 11-9-2001, con lo scopo duplice di: 1) salvare l’economia americana e non far perdere agli usa la legittimità militare concessagli dalla sinistra europea sulla pelle del popolo Jugoslavo (con la scusa di evitare genocidi scatenati da forze reagenti o promosse alle inziative tedesche dopo la morte di Tito); 2) impedire le rivoluzioni che in ogni parte del “terzo mondo” stanno avvenendo sotto una cappa di sottostima e mistificazione delle agenzie informative e dei “centri di ricerca sociopolitici” di cui si è dotato l’imperialismo, mai come oggi, quello da Lenin ben spiegato ai popoli di tutto il mondo, mai come oggi, quello combattuto da Mao Tse-Tung negli ultimi anni della guerra civile rivoluzionaria prima della presa del potere.

- Ti rendi conto che la stragrande maggioranza di persone non riesce a credere a storie come la tua? No, secondo me è un alibi della sinistra falsamente o ingenuamente impegnata ed incapace di muovere veramente la storia perché ostile alla mobilitazione delle masse ed al loro protagonismo. Mi credono più facilmente e seriamente le persone semplici di quelle impegnate, e questo mi fa pensare male. Inoltre, la gente crede, comunque, soprattutto, a ciò che vede in tv, e le tv sono anche in mano a giornalisti in qualche caso dignitosi, almeno sulla carta, per cui come mai così poche trasmissioni su questi argomenti, e molta demagogia tipo “Chi l’ha visto” o quelle stile indagine giallo poliziesco, prese da dietrologia ed assenza di scelta di campo, di scelta di ipotesi ? Non si possono fare indagini, non si può dare informazione, se nessun giornalista Sceglie una ipotesi. Secondo me tu che mi fai questa domanda pensi di conseguenza alla mancanza di consapevolezza su che cosa siano effettivamente gli stati occidentali oggi, su quali deleghe in bianco diano da 20-30 anni a forze armate e dei servizi segreti, su quali e quanti casi di infiltrazione fascista nelle polizie e forze armate, e di vere e proprie squadre operative illegali come la Uno bianca, siano piene le “nostre” polizie, e non sulla base di un campionario sociale adeguato. Non è un caso che alcuni poi, la buttano a puttane, tipo fantasmi, alieni, dischi volanti, e non a mettere in piedi, per esempio, una banca dati in materia. Personalmente, appena dimostrerò il mio caso, farò decine di nomi di detenuti che hanno subito o subiscono questo trattamento, e oltre a loro, una associazione cui lavoro da un po’, si sta formando con altre persone che subiscono lo stesso trattamento.


- Che pensi di poter fare nell’immediato?
Non ho nessuna scelta, come nella vita di lavoratore, al di là di alcune cose che ho potuto vivermi in passato, posso solo resistere, e cercare di spezzare queste catene. Il mondo in definitiva, se è progredito in qualcosa, è sempre e solo stato grazie alle rivoluzioni.

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Titolo Autore Data
1a PRESENTAZIONE PUBBLICA LIBRO Paolo Dorigo n.212 progressivo Saturday, Mar. 11, 2006 at 9:27 AM
alla fine della domanda sui motivi Paolo Dorigo n.210 progressivo Thursday, Mar. 09, 2006 at 1:16 PM
11 settembre il link esatto Paolo Dorigo n.209 progressivo Thursday, Mar. 09, 2006 at 12:54 PM
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