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PROVE SUL CASO N.16 E NUOVO SCIOPERO FAME DI PAOLO, IL CASO DI SALVATORE
by AVae-m Friday, Sep. 22, 2006 at 3:24 PM mail: info@avae-m.org

potete usare anche michele@anarchaos.it QUI I LINK ALLE DUE ULTIME NOTIZIE DAL SITO DELLA ASSOCIAZIONE VITTIME ARMI ELETTRONICHE-MENTALI DI OGGI 22

Il referto di B.D., caso n.16
http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/REFERTOsensazionaleCasoN16.htm

Il comunicato con la denuncia della radiologia italiana, di Paolo Dorigo (n.85) con il quale inizia il nuovo e definitivo sciopero della fame per il diritto a liberarsi con una operazione previa refertazione e assunzione di responsabilità della magistratura, di questi strumenti di morte
http://www.paolodorigo.it/2006_09_22_Comunicato_n_85.htm
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Testo del Comunicato
premessa



E’ ora e tempo, di dare delle risposte chiare nella società civile e non solo da parte del proletariato rivoluzionario e dei settori avanzati della classe operaia, circa il fatto che la mediazione sociale corrispondente ai rapporti sociali dati dalla lotta di classe, non è percorribile se la Carta Costituzionale, in particolare nell’ambito del diritto al lavoro, alla casa, alle libere e proprie opinioni ed espressione delle stesse, alla vita e dignità dei prigionieri, alla segretezza della corrispondenza dei cittadini e comunque al rispetto del diritto di notifica di ogni sequestro da parte di qualsiasi autorità, alla salute e condivisione delle scelte terapeutiche, non viene rispettata ed anzi viene calpestata.



Nei 15 anni e 10 mesi di detenzione che ho scontato con condanne lecite ad un solo anno di detenzione, e negli ultimi 12 anni e 5 mesi di detenzione scontata (1993-2006), ho fatto ricorso alla forma di lotta dello sciopero della fame, a parte per brevi periodi per soli motivi di solidarietà (1985, 2000, 2001) con altri prigionieri, unicamente per combattere la tortura in carcere o per ottenere la dovuta rassegnazione in sezioni carcerarie ove vi fossero altri rivoluzionari (1999, 64 giorni). Non a caso la Dichiarazione di lotta e di solidarietà del 12 maggio 2002 coincide con l’inizio della tortura tecnologica del controllo mentale ai miei danni e ai danni di chi mi vuol bene e me ne ha voluto e del movimento proletario nel suo complesso stante la gravità dei mezzi usati.

Dal maggio 2002 ad oggi ho compiuto numerosi scioperi della fame, una serie, di una settimana al mese, fino all’inizio del 2004, per chiedere sin da allora l’abolizione del 41 bis, del 4 bis, del 14 bis O.P., il diritto al rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (formalmente ancora in corso di accettazione dopo 8 anni, da parte dei boie al potere), la legiferazione contro la tortura in tutte le sue forme (idem), ed altri diritti.

Nel 2003 e 2004 ho compiuto 3 lunghi scioperi della fame (53, 54, 70 giorni), per ottenere unicamente esami clinici in ospedali civili esterni, che in carcere mi venivano legati.

Nella mobilitazione proletaria che seguì, fu principale la rivendicazione della mia liberazione, ma riconoscendo le mie denunce e diffondendone la Controinchiesta. Invece, nonostante il chiarissimo appello di mio padre andato in onda in tutti i telegiornali in cui dichiarava di credere alle mia denunce sulle torture tecnologiche, le mobilitazioni borghesi ed opportuniste fecero ogni sforzo per cauterizzare il danno politico derivante dalla lotta portata avanti con il movimento proletario ed il Soccorso Rosso Proletario, limitando nei media e nella pubblicistica ed in iniziative non con me concordate, la questione ad una mia presunta “innocenza” processuale. Posto che ho sempre dichiarato invece di condividere idealmente scopi e mezzi della azione antimperialista contro la base USAF di Aviano del 2-9-1993, la questione della mia lotta non era la sentenza CEDU (la moneta con cui lo Stato italiano pensava di ripagare la cessazione della mia lotta era la “grazia”, rifiutata chiaramente al boia Castelli, ben noto per le sue decantazioni degli “hotel” carcerari, non a caso dopo una visita al lager di Buoncammino a Cagliari) ma la tortura con cui mi si impedisce di vivere normalmente pur detenuto ed anche ora, da “libero”, del controllo mentale e tecnologica a distanza. Tortura che denunciavo essere inferta anche a numerosi altri detenuti, che spesso vengono poi psichiatrizzati o spinti al suicidio, come è accaduto per Vincenzo Olivieri a Spoleto il 21-7-2005.



1.

Le prove di quanto denunciavo sono poi arrivate, in particolare oltre che da referti di analisi non ancora chiarite (formula leucocitaria con numerose anomalie, linfonodo alla tiroide, ecc.), ma soprattutto, a fronte di regolari diagnosi su esami EEG e potenziali evocati, da due TAC, effettuate presso gli esami di Dolo e Mestre, il 16-9-2005 e il 3-11-2005.

Ora mio padre è morto, e questo sciopero della fame, motivabile sin dal novembre 2005, posso iniziarlo finalmente.



2.

Le risultanze delle due TAC sono chiarissime, ma la medicina radiologica italiana non le intende evidenziare.

Gli episodi di latitanza giudiziaria e medica sono talmente tanti e significativi da meritare un’altra denuncia, ma questa sarà opportuna allorquando le prove saranno inconfutabili. I magistrati della “Repubblica” ostaggi o complici dei servizi carcerari e militari, archivierebbero anche quella come la cinquantina di altre mie denunce, alcune comprendenti gravissime ipotesi e fatti certi.



VEDIAMOLI:

prima della scarcerazione

· SULE LASTRE 2003 CONSEGNATECI DOPO LA RMN DEL 28-2-2003 A SPOLETO

· 1 radiologo di Foligno consultato dall’avvocato Favini non intendeva refertare la natura delle tre sagome da me indicate. L’esame era stato chiesto dal Magistrato di sorveglianza al medico del carcere senza che costui indicasse al radiologo spoletino che la RMN era effettuata per ricercare eventuali corpi estranei e senza mezzi di contrasto. Le scansioni nei tre sensi di lettura, erano effettuate a distanza di 6-8-10 mm l’una dall’altra.

· 1 radiologo di Napoli ed una clinica medica privata consultato dall’avv. Trupiano di Napoli, dopo una sua iniziale disponibilità a ricoverarmi per effettuare esami di radiologia nucleare, ritirava la disponibilità.

§ Sulle lastre del 2003 va detto che successivamente nel novembre 2005 le sagome che evidenziavo in 1 caso su 3 sono state giudicate “non conosciute ed identificabili” dal dr. Spinato primario ORL dell’ospedale di Mirano –VE-.

· nel settembre 2003 il medico chirurgo e psichiatra nel carcere di Secondigliano, Comite Mascambruno, perito di parte, relaziona sulla troppo semplice asserzione che le mie siano follie e sulla necessità di fare gli ulteriori accertamenti (uditivi, eeg, potenziali evocati, sangue, tac con mezzi di contrasto e senza, ecc.)

· nel giugno 2004 il medico legale di VENEZIA dr.F.Franco (purtroppo ora in pensione, incaricato dal compianto avv.Battain), chiede di rifare gli accertamenti cerebrali radiologici perchè c'è qualche punto da verificare

· Nonostante le sue promesse di concedermi gli esami medici richiesti da Comite e da Franco, il Magistrato di sorveglianza di Spoleto fa passare un anno tra il giugno 2003 e il giugno 2004 prima che si possa prendere delle decisioni su questi accertamenti, e non da parte sua, che a quel punto ritira la competenza, ma del Tribunale di sorveglianza. Curiosamente, il Magistrato di sorveglianza di Spoleto, pensando che io avessi “fiducia” nelle istituzioni, asserisce in udienza che ha accertato “che i carabinieri non c’entrano” !!! Gli accertamenti, promessimi in ospedali pubblici, che effettuano, sono solo l’esame dell’equilibrio ed EEG nell’agosto 2004. Questi escludono miei problemi di equilibrio di alcun genere (dr.ssa Brozzi) ed escludono anomalie EEG ed attività microelettriche cerebrali (cartella clinica carceraria). Si tenta quindi di ricoverarmi in centro clinico di Pisa (rifiuto, 6-9-2004), e quindi, per costringermi poi a cessare lo sciopero della fame, di trasferirmi anziché in ospedale civile a Spoleto, come era noto sarebbe accaduto (appunti e carteggi di mio padre, novembre 2004) ai sig.ri Letta e Prodi, nel carcere delle Vallette di Torino, città ove ero stato operato nel 1996 con l’innesto di elettrodi atti al controllo mentale della mia persona.

Evidentemente il DAP comando delle carceri nelle mani dei generali e procuratori antiterrorismo ed antimafia nel 1977-1986 e dal 1999 in poi, conta più del governo e dell’opposizione messi insieme.

· Gli accertamenti di capelli e saliva in possesso di Comite non mi sono mai arrivati, comnunque non si è trattato per motivi economici, di accertamenti genetici atti a stabilire la eventuale presenza di isotopi radioattivi permanenti nel mio sangue.



dopo la scarcerazione

Gli accertamenti effettuati dopo la scarcerazione:

· hanno certificato acufeni e copribilità del “disturbo” (Ospedale di Treviso) solo a particolari frequenze (110-120 dB)

· certificano anomalie nel sangue da verificare meglio, ma senza termini conclusivi (immunologa Dolo)

· ricercano circa linfonodo non tumorale nella tiroide di 1 cm circa, mentre un corpo non linfonoideo sempre nel collo si eclissa prima della eco al collo precedentemente ritardata.

· Le due TAC effettuate nelle aree uditive, rocca-mastoide, nuca, con scansioni di 1 mm di distanza cadauna, senza (16-9-2006) e con (3-11-2006) mezzo di contrasto, permettono in entrambi i casi di individuare circa 22 corpi estranei di circa 1 mm cadauno quasi tutti circolari i cinque punti diversi del capo. Si tratta dei dischi contenenti le immagini delle lastre, zoommabili e visibili in diverse modalità, che vengono mostrati a numerosi medici radiologi.

· Innanzitutto (settembre 2005, ripreso da Liberazione) il medico chirurgo di fiducia dr.Stevanato certifica un corpo estraneo nel condotto uditivo. Incontra due medici radiologi in due diversi momenti, in un caso passa un pomeriggio in ospedale a scartabellare lastre e manuali di anatomia, ma questo radiologo, pur preoccupato e convinto non si tratti di parti anatomiche, non accetta di scrivere un referto; analogamente un altro medico radiologo, che scambia il dato di radio opacità per una possibile calcificazione (orecchio); ma non vedono le altre sagome, cosa che evidenzio successivamente io. Infatti il dr.Stevanato era rimasto colpitissimo già da quello evidenziato nell’orecchio dallo stesso tecnico radiologo di Dolo, che contrariamente al medico repertante, intese segnalare due volte al medico questa strana presenza.

§ Il dr.Stevanato reperisce la disponibilità dr.Spinato a visitarmi; la visita avviene nel suo reparto ORL di Mirano, in autunno, effettua un controllo del condotto sinistro in particolare, riscontrando una cicatrice proprio sopra il punto in cui vi è la presenza del corpuscolo tondo radio opaco di 1 mm. Si dice disposto ad operarmi, ma dopo il suo ritorno da un convegno medico, sostiene che quella parte è troppo delicata, che vi passano troppi nervi, che non se la sente. Nell’esame, esclude il corpuscolo sia un osteoma. Il medico chirurgo perugino dr.Romagnoli durante la conferenza a Perugia del 26 aprile 2006, mi ha detto invece che in quel punto non vi è un particolare pericolo per una operazione del genere, solo che lui non può operare lì perché non è specialista ORL. Alla fine di dicembre 2005, il viceprimario di neurochirurgia di Mestre si dice impossibilitato ad operarmi l’orecchio, perché dovrebbe “staccarlo interamente” !!! Da notare che l’incontro era stato preparato dal sig.Aiello, che si era dato disponibile ad aiutarmi, quando ancora non conoscevo i suoi trascorsi più recenti (vertenza Galileo di Marghera), in nome della sua amicizia con mio padre (che invece l’aveva conosciuto solo recentemente per una intervista; questo sig.Aiello, successivamente, mi “procurava” la possibilità tramite un radiologi dell’ospedale di Mestre, di rendere inerti tramite una TAC speciale, i mezzi ricetrasmissivi usati nella tortura. Studiando la questione, ho saputo, ed il dr.Stevanato che ne ha parlato con questo radiologo non me lo ha negato, che questa “TAC speciale” rincoglionirebbe chiunque, lo priverebbe di molte capacità intellettive. Inutile dire che i rapporti con questo signore sono sorti e cessati senza alcuna condivisione specifica dato che, come altra persona ha avuto a che dirmi, “vuoi risolvere il problema” (senza clamore) “o fare il martire ?”. In altri tempi avrei gonfiato la faccia a chiunque per una frase del genere, oggi non lo faccio solo perché debbo portare fino in fondo questa storia di merda, dove la merda è tutta LORO.

· Successivamente al gennaio 2006, quando denuncio tutti gli elettrodi, e non solo quello dell’orecchio, ottengo silenzi ancora maggiori da tutte le autorità e persone di rilievo cui mi riferisco, nel frattempo debbo aiutare mio padre morente (deceduto il 1 luglio 2006). In particolare, a parte il Sen.Russo Spena, che mi ha sempre riscontrato, la grande solidarietà che ho avuto da compagni di tutta Italia, in particolare i compagni maoisti, anarchici, diversi centri sociali, radio libere, circoli di base del prc, ma non certo solo loro, con assemblee in quasi 20 città, non ha impedito che si siano dati concomitanti e strani silenzi su questa mia lotta:

1. Carc ed altri gruppi revisionisti e neorevisionisti ed opportunisti (che in alcuni casi si erano pur battuti per la mia scarcerazione)

2. C.P.T., Antigone (Palma)

3. Radicali

4. Comune di Venezia (volevano farmi lavorare da schiavo in qualche cooperativa, questo era il loro “reinserimento” in una città che ho abbandonato già nel 1992, e tutto questo per non dire nulla di ciò che denuncio).

5. Rodotà

6. ecc. ecc.

· nell'aprile - maggio 2006 una avvocata civilista di Mestre contatta separatamente 3 radiologi, due nel veneziano ed uno a Padova, i quali, anche dietro offerta di compenso per refertare quello che ritenevano corretto, rifiutano di refertare; nel primo caso l'incertezza sugli oggetti ed i "pareri" di suoi colleghi "potrebbero essere calcificazioni" (banalità riscontrabile dalla stessa reazione alle radiazioni, che è bianca opaca e tipica dei corpi estranei), nel secondo caso la paura ("ho figli"), nel terzo caso una dichiarazione contraddittoria che pur ci sarebbe stata utile se refertata: non sono parti anatomiche, però (quelle più numerose a grappolo) "non è possibile che siano state inserite chirurgicamente nella nuca senza forare il cranio" (errore perchè inseribili per via nasale o dietro l’orecchio, dove peraltro ero ustionato nel 1996, a sinistra e destra), "quindi non si potrebbe trattare di microchip". Anche se ci avesse fatto per iscritto una refertazione del genere , smentibile sul punto, questa ci avrebbe fatto comodo, ma anche se quest'ultimo professionista pare sia abituale alle refertazioni consulenziali a pagamento, non ha accettato di refertare alcunchè, nonostante peraltro le buone credenziali sociali dell'avvocata che lo ha consultato, come negli altri due casi, SENZA uso di telefono alcuno.

· Successivamente ho iniziato a rivolgermi all’estero, e sono in corso tentativi legali dei miei legali affinché la Questura di Venezia revochi la propria arbitraria comunicazione all’anagrafe del Comune di Mira dove risiedo, di non concedermi documenti atti all’espatrio.



A questo punto, e specie dopo la refertazione fatta in un ospedale pubblico a Milano nel caso n.16 B.D. (sito AVae-m in Altri casi, referto del 21-9-2006), è chiaro che la mancata refertazione di quanto riscontrabile da un asino, elettrodi come credo o corpi estranei comunque non anatomici in numero di 22 e dimensioni uguali in cinque diversi punti strategici (timpano, omuncolo, setto nasale e dintorni, nuca) nella mia testa, non è casuale.



Argomenti politici e riflessioni saranno oggetto di prossimi comunicati.



Come fondatore dell’AVae-m ho dato temporaneo incarico a partire da oggi a Michele Fabiani di condurre l’associazione, pur mantenendo attività che posso gestire anche in questa situazione di digiuno forzato, come posta elettronica e comunicati.



Questo comunicato va esclusivamente a membri AVae-m, compagni, giornalisti che hanno dimostrato interesse nelle nostre denunce, e nel sito.



Ritengo che il problema sia molto più grande della mia persona e che sia corretto che il movimento proletario possa discuterne finalmente fino in fondo per sostenere le mie rivendicazioni e necessità di vivere senza questa infame e merdosa tortura 24 ore al giorno, come subisco, resistendovi, da 4 anni e oltre 4 mesi a questa parte esplicitamente, probabilmente da quasi undici anni nei fatti.
Paolo Dorigo, militante comunista maoista, 22-9-2006

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Testo della refertazione
COPIA PARZIALE DI REFERTO MEDICO EMESSO IN SEGUITO AD ACCERTAMENTI A SEGUITO DI DOLORI ADDOMINALI ED INGUINALI GRAVI CONTINUI PER 2 GIORNI, DI B.D., CASO N.16 CENSITO DALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE A MILANO, IN DATA 21-9-2006 ALL’OSPEDALE FATEBENEFRATELLI E OFTALMICO DI MILANO



(l’immagine refertata sarà disponibile tra 20 giorni in questo sito)



B.D., 32 anni, di Milano, colto, informatico, torturato dal 2002, operato nel 1991 all’ospedale Sacco di Milano di varicocele



Torturato uditivamente, controllo del pensiero, dolori e sensazioni fisiologiche causate via radio



Sono in corso accertamenti. Per ora si può dire che ha, come nel caso di Paolo Dorigo, una condizione normale riscontrata con EEG e potenziali evocati uditivi e del tronco encefalo (esami a settembre 2006). Attende TAC cerebrale.



DAL REFERTO:



Anamnesi paziente affetto da colite spastica. Ha eseguito gastrocolon 2 anni fa. Da stamani dolori in FID alvo aperto a feci semiliquide.

Diuresi regolari.

Esame obiettivo addome piano tra stabile modicamente dolente alle palpazioni profonde in FID non difesa.

Decorso clinico:

Attualmente asintomatico.

Addome trattabile.

Non dolente né dolorabile alla palpazione su tutti i quadranti.

Non difesa.

Prestazioni:

RX addome radiologia pronto soccorso

SBF

referto RX addome:

Ingombro fecale colico.

COME REPERTO LATERALE SI SEGNALA LA PRESENZA DI IMMAGINE SPIRALIFORME RADIOOPACA PROIETTANTESI SULL’ACETAVOLO SINISTRO

[circa 1,2 cm]



nota di Paolo Dorigo

SI DOVREBBE TRATTARE DI UN ANTIQUATIO SISTEMA DI ANTENNINA. All’epoca dell’operazione il medico gli disse (aveva 16 anni): “adesso ti mettiamo una mollettina che ti durerà tutta la vita”

21-9-2006

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Sul caso di Salvatore
Solidarietà con Salvatore, torturato tecnologicamente
(caso n.21 censito dalla AVae-m su 27 casi dal maggio 2005 cui vanno sommati i 14 casi censiti in carcere nel 2002-2004 da P.D. e le centinaia o migliaia non ancora noti in Italia, PAESE REGNO DELLA TORTURA)



Salvatore mi ha autorizzato a parlare di lui nel sito, e così sono nati i post che seguono, e questo testo.

Salvatore mi scuserà se come AVae-m non possiamo mandargli più dei soldi che possiamo ogni mese, ma speriamo almeno di potergli mandare quello che serve ad integrare con complessi vitaminici, la sua resistenza psichica alla tortura. Dipende anche dalla scarsità degli aiuti alla nostra associazione, che notoriamente non fa parte dei circuiti Telethon-Emergency-Greenpeace ecc.

Salvatore mi scuserà anche se in questo testo non parlerò solo di lui, dato che il suo caso è un esemplare condizione di molti altri.



Innanzitutto diciamocelo: Salvatore è un capopopolo, un trascinatore di curva, uno che non bada per il sottile quando si tratta di esprimere sentimenti e amore non solo per la propria squadra ma per la gente in cui ci si riconosce popolo.

Questa parte del nostro paese, si divide, come tutte le cose, dico la tifoseria, in due categorie, quella reazionaria e quella progressista.

Salvatore fa indubbiamente parte della seconda.

Una vita socialmente dura e patita da una condizione economica e sociale non fantasmagoriche, non di quelle che si possono sperare di vivere potendo cambiare, come in un sogno od in un’incubo alla Frankhenmeier, la propria.

Salvatore ha patito un po’ di carcere, e in carcere ha subito anche tra l’altro un periodo di ricovero in infermeria, in un carceretto ove c’era una sezioncina di “osservazione”, e di quel ricovero, di alcuni giorni o settimane, NON HA RICORDO ALCUNO.

Come in vari altri casi, di detenuti che ho conosciuto in carcere e che patiscono come me questo tipo di forma schiavistica – torturatoria di “trattamento” perverso e infame, c’è stato appunto un periodo di “stato di incoscienza”, di “non ricordo”.

Anche nel caso di alcune delle persone che hanno portato il proprio caso alla AVae-m, ci sono casi di internamento temporaneo in strutture neurologiche dopo le quali sono iniziati questi “disturbi” o meglio questo trattamento soggettivo di gruppo, infame e perverso, che si avvale di tecnologia trasmissiva, di tecnologia dell’intervento psicofisiologico, di tecnologia neurologica, di tecnologia psicotropa (benzodiazepine e simili), di psicoanalisi da baraccone, di psicodrammi, psicosessuologia ecc., in una forsennata rincorsa della categoria psicologia (“Scienze” “psicologiche dell’intervento clinico”, per esempio, è il gergo usato dalla “libera universita’” di Urbino, un istituto che non si pregiò di darmi alcuna disponibilità di supporto agli studi a Spoleto, citta’ pur vicina), di uscire dal campo della illegittimità scientifica per approdare a riconoscimenti di “scienza” (neuroscienze), nella sua unificazione ai trattamenti psichiatrici. Riconoscimenti che NON PUO’ AVERE DALL’UMANITA’: l’ “intervento clinico” cui si adduce non è altro che l’arricchimento delle multinazionali farmacologiche con le loro pallottole psicotrope.



Parlando di questi casi e non solo del mio con il direttore di una importantissima clinica psichiatrica veneta convenzionata con la Regione, nella quale sono ricoverate 300 persone di cui circa la metà in letto di contenzione, questo professionista, pur impressionato dalle mie denunce, mi giurava di non conoscere alcun sistema che potesse provocare queste cose.

Io non credo né a lui né all’intera categoria psichiatrica, e, se ho torto, chiedo e mi chiedo perché tanti ostacoli ad oneste refertazioni di esami radiologici, nel mio caso come nel caso di Salvatore ed altri.

Il D.A.P. è sopra a Dio ? Come la psichiatria ?



Tornando a Salvatore, quando lo ho conosciuto per la prima volta, a parte notare che non è un laureato, non ho notato affatto in lui esagitazione spropositata rispetto a ciò che soffre, anzi, prima timidamente, poi con maggiore dettaglio e sicurezza, mi ha descritto cose che per la sua formazione e cultura, assai difficilmente qualcuno avrebbe potuto dirgli di raccontarmi per finta.

Determinati aspetti, poi, di cui pure io porto pudore, e che non ho mai descritto soggettivamente in dettaglio, lui me li ha riportati in termini assai simili a quelli che io vivo da 4 anni e 4 mesi almeno, ininterrottamente.

Per esempio, la certezza che i signorini/signorine militari e di “servizi”, interferenti molto spesso con tutti i telefonini della AVae-m senza alcun intervento a protezione del diritto alla privacy da parte degli “enti privati” o pubblici che gestiscono questi servizi, colpiscano anche Salvatore con falsi annunci di chiamata o sms ecc., è per noi pacifica.

Le modalità sociali con cui il movimento cosentino, come gran parte del movimento in Italia, ancora sottovaluta questa problematica, pensando che si tratti di problemi “psichiatrici” o “psicologici”, dimostra la corruzione delle idee, la povertà della “sinistra”, l’opportunismo imperante nel moderno fascismo. Ma null’altro.

Nelle case del popolo ai tempi del primo movimento socialista e comunista, si dava sostegno di ogni genere ai bisognosi, oggi partiti come “rifondazione” non riescono nemmeno a garantire dei militanti a tempo pieno dentro le realtà sociali che ne necessitano.

Tornando ancora a Salvatore, invece i suoi sforzi per resistere non sono encomiabili solo per i pochi mezzi di cui dispone, ma anche perché Salvatore SA VIVERE SENZA INUTILI VIOLENZE; e sa sopportare l’infame tortura quotidiana che ignobili “ominuccoli” gli infertano senza mostrare il volto, o mostrandolo a mo’ di provocazione, in diverse forme e modalità conosciute anche da altri nostri amici ed amiche in altre città (Milano, Torino, Padova, Pescara, ecc.), che rimandano alla tecnica “multidisciplinare” per piegare e distruggere le personalità “non conformi” ai desideri di qualche autorità (dalla direttrice carceraria offesa, al detenuto collaborazionista timoroso di essere scoperto, dal padrone della fabbrica, al capoufficio, dal padre-padrone al marito-fidanzato stupratore, dal portiere che ha preso un ceffone al medico che teme per la sua carriera alcune rivelazioni, dal sindaco mediocre, all’ultimo tassello del sistema: il verme di quartiere).

Senza voler drammatizzare, non neghiamo, o meglio, non nego, ma so di incarnare l’opinione di molti di noi, che il desiderio di vendetta verso i torturatori che ci affliggono è molto forte.

MA MAGGIORE E’ LA PREOCCUPAZIONE CON CUI NOTIAMO LA SINISTRA CHE TACE QUESTE PROBLEMATICHE, E INTANTO LAVORA IN OSPEDALI, CARCERI, CLINICHE, CENTRI DI ASSISTENZA, COOPERATIVE DI VOLONTARI, ecc.

CHI TACE ACCONSENTE !!!

Alieni non sono, i nostri torturatori, e sono anche “carabinieri”, ma non principalmente carabinieri.

Il fatto che in alcuni casi determinate punturine addormentino certe funzioni, aree ed attività cerebrali, a persone con questi sistemi torturate (parlo di casi di Venezia, Aquila, dico di Salvatore, ed altri casi) DIMOSTRA A NOI CHE QUESTE COSE DENUNCIAMO E CHE IN TUTTA VERITA’ LE PORTIAMO AL POPOLO SOVRANO sulla carta Costituzionale ma SCHIAVO nella pratica, CHE LA PSICHIATRIA, o meglio coloro che la studiano dalla parte FARMACOLOGICA, (come la Smith & Glaxo di Verona, per esempio, all’interno dei cui uffici ospita il maggiore centro di “studi” psichiatrici italiano), CONOSCE QUESTE COSE.

QUESTE COSE però, NON SONO “disturbi” soggettivi dei pazienti, MA PRODOTTO DI ALTRI PSICOFARMACI E-O DI STRUMENTI INVASIVI MICROELETTRONICI, senza contare che pare che queste tecnologie approdino già alle armi biologiche (cfr. Repetto-Di Nunzio, Le nuove guerre, BUR Rizzoli, 2005).

Citando un noto presidente americano sparato come spesso è capitato in quel paesucolo fondato da ladri ed assassini, cacciati dai loro paesi per le loro turpi attività, POTETE INGANNARE UN UOMO PER TUTTA LA SUA VITA, POTETE INGANNARE UN POPOLO INTERO, MA NON POTETE INGANNARE UN POPOLO INTERO PER SEMPRE.

La domanda da porsi, a parte il rifiuto e la denuncia di qualunque ricorso a domande di ignoranti familiari intimoriti dai fatti di cronaca inspiegabili che accadono (e che non sono il caso di Salvatore, che coscienza e dignità ne ha da vendere !), è se la psichiatria, a questo punto, sia una scienza o una truffa dei potenti.

Soprattutto se andiamo a SVELARE il contenuto effettivo delle cd. esperienze terapeutiche con psicofarmaci, della cd. “antipsichiatria”.

Abbiamo parlato con una compagna proletaria che nel veneziano ha lavorato nell’assistenza, dipesa dal CIM, dell’assistenza alle persone affette da psicosi.

Bene, non è solo l’iniezione fatta da persone prive di titoli per farle.

Non è solo la misera paga buona appunto solo per pulire il corpo e le parti intime di persone handicappate.

Non è solo l’assimilazione di malato-carcerato-handicappato-psicotico-emarginato, al rango di bestia, di essere inferiore.

Non è nemmeno solo la burocrazia della morte bianca.

E’ anche la mancanza di cultura umanistica di queste nuove facoltà di psicologia, psichiatria, e simili, la loro specializzazione mirata al mercato ed al profitto, alla carriera dei terapeuti, al loro ruolo e riconoscimento sociale, a fronte del vuoto assoluto di rispetto verso IL BISOGNO.

Senza contare che senza i malati costoro non potrebbero lavorare !

Ebbene, non è nemmeno solo il rispetto, è proprio il concetto che sta alla base.

La conoscenza della mente dell’essere umano è agli inizi, ed è sorta per ragioni repressive e di sfruttamento, giungendo solo dopo alcuni decenni alle problematiche oniriche, interpersonali e sessuali delle persone che potevano distendersi sul lettino.

Eppure questi NAZISTI non demordono, non perdono di mordente, di PREPOTENZA.

La prepotenza dei vili.

Ma non credano che solo ciò che appare, solo ciò che denunciamo, porti il popolo alla verità.

Ci sono milioni di vie per giungere alla consapevolezza, e tutte confluiscono in due canali: quello dell’individuo sfruttatore e meschino, e quello delle persone che lottano per la LIBERTA’.

Innanzitutto di essere curati secondo la propria coscienza e consapevolezza.

Non siamo cavie.

Siamo uomini e donne.

Paolo Dorigo

19-9-2006

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