Autunno Wild per Focus

di Elisatron

“Potrei anche stimare di chiudere il 2012 con un ebit pari a zero”. È con una mera previsione che il 3 ottobre scorso Fabienne Schwalbe, amministratore delegato del gruppo editoriale Gruner+Jahr/Mondadori, ha presentato un pesantissimo piano di ristrutturazione aziendale, per consentire il taglio di 36 giornalisti e 24 poligrafici, tramite la chiusura delle testate Focus Extra, Focus Domande e Risposte, Focus Brain Trainer, Wars, Biografie, Jack, Geo e Focus Wild.

Tra i cosiddetti esuberi non sono naturalmente considerati i collaboratori esterni, una foltissima schiera di freelance, senza diritti né tutele, per cui non è previsto alcun sussidio di disoccupazione e a cui non resta che unirsi nella lotta per l’agognato reddito minimo, ammortizzatore sociale presente in tutta Europa, fuorché Italia e Grecia.

Il taglio di 8 riviste su 13 e 60 lavoratori su 120 implica un vero e proprio dimezzamento dell’azienda, che di ebit, ovvero guadagni netti, ne ha a fatti a bizzeffe fin dal 1990: 4 milioni solo nel 2011 a crisi già iniziata (ma molti di più negli anni precedenti).

Nonostante i milioni, l’azienda (joint venture al 50% tra Mondadori e Gruner+Jahr del colosso editoriale tedesco Bertelsmann) aveva già dichiarato uno stato di crisi, fronteggiato internamente dai giornalisti con la diminuzione del 13% degli stipendi, tramite un contratto di solidarietà, iniziato nel 2010 e terminati lo scorso marzo.

Ora la casa editrice spera di finanziarsi mandando a casa preventivamente metà dei dipendenti, la cui cassa integrazione sarebbe pagata dagli enti previdenziali Inpgi e Inps; l’obbiettivo? trasformarsi in una start up super-snella, incentrata sul rilancio del marchio Focus, su produzioni multimediali e progetti di e-commerce, come la vendita di cofanetti per neomamme.

“È UN PIANO DA SHOCK ECONOMY” ha dichiarato il Comitato di Redazione della casa editrice, aggiungendo: “ci batteremo con ogni mezzo a nostra disposizione per evitare questa macelleria sociale e invitiamo alla mobilitazione gli altri giornalisti, i colleghi grafici editoriali, i lettori e tutte le persone della società civile sensibili al futuro dell’informazione”.

E una mobilitazione generale converrebbe: non solo perché i danni all’informazione colpiscono il bene comune, impoverendo il panorama culturale, ma anche perché, secondo la Federazione Nazionale della Stampa, che giovedì 25 incontrerà l’azienda, questo potrebbe essere il primo di una lunga serie di pesantissime ristrutturazioni riguardanti anche altre importanti case editrici, come Mondadori e Rizzoli.

La risposta dei lavoratori non si è comunque fatta attendere e il 6 ottobre si sono riuniti in un sit-in davanti al Museo della Scienza e della Tecnica, mentre il 15 ottobre hanno proclamato sciopero, mettendo in scena un funerale-flash mob davanti alla Mondadori di piazza Duomo, dove un mesto corteo funebre ha detto addio al brand Focus.

La prossima azione è prevista per mercoledì 24 ottobre, per tentare di salvare l’appena lanciata Focus Wild, la cui perdita presunta sarebbe di soli 12 mila euro: l’intento è quello di raccogliere 6000 euro tra i dipendenti dell’azienda (metà della cifra è già stata raggiunta anche grazie al generoso contributo di alcuni collaboratori esterni) da consegnare alla Mondadori, con una misteriosa “processione wild” lunga 8 chilometri. Un grosso gorilla consegnerà il maxi-assegno.

Per info: Gruppo Facebook

email: focus.esuberanti@gmail.com

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