I GUERRIERI DEL CASSONETTO
"Napoli, professione guerriglia. Biografia dei movimenti che sotto le insegne del lavoro bloccano strade e mezzi pubblici". Così titola la pagina locale di un autorevole quotidiano italiano.
Da giorni è partita una imponente campagna di stampa tesa alla criminalizzazione generalizzata dei movimenti di disoccupati napoletani in lotta. Sono state pubblicate delle squallide classifiche, con decine di nomi di uomini e donne, ognuno con il proprio numero di denunce raccolte, e con il rammarico che in pochi casi siano scattati gli arresti per questi "guerriglieri impuniti di napoli".
Il sindaco Iervolino chiede la linea dura per "gli stessi volti di sempre", e in città pare che tra qualche giorno verrà permessa
un'unica manifestazione al giorno, e che sia di pomeriggio!
Giornali e televisioni locali soffiano sul fuoco, riscrivendo sul vocabolario la parola disoccupato e attribuendole l'incurabile gioia di bruciare cassonetti e bloccare il traffico.
Tutte le sigle dei disoccupati vengono affogate in un unico calderone e cucinate nella campagna di criminalizzaione.
Non importa che il diritto costituzionale al lavoro sia un'utopia a napoli e al sud in particolare, non importa che le "nuove forme d'occupazione" tanto venerate e considerate come la soluzione giusta per il futuro di migliaia di giovani alla corda, non assicurino altro che precarietà e sfruttamento.
Bisognerebbe fare i conti sì, ma con chi la città l'ha assediata da sempre, bruciando cassonetti grandi come la vita di tante persone, dispensando ridicole promesse elettorali, ingrossandosi gli stipendi, reprimendo le manifestazioni nelle piazze, dimenticandosi di chi vive lontano dalle mura Maschio Angioino. Tolleranza zero, appunto....
Ancora blocchi
LSU comunque in piazza
|