...resoconto di Marina Prpsperi sulla vicenda
dello sgombero.
Carissimi tutti, scrivo questo breve resoconto di quanto accaduto a Bologna tra la giornata di ieri 19 settembre ed oggi 20 settembre 2002. Nella mattinata del 19 settembre ( all'alba) i Carabinieri intervenivano per lo sgombero e l'immediata distruzione di baracche costruite nelle vicinanze del fiume Reno, nel quartiere Borgo Panigale. Le baracche erano abitate da una piccola comunità di rumeni (circa 70 persone) le quali, poichè prive di permesso di soggiorno, venivano immediatamente portate in Questura per l'accompagnamento coattivo in Romania. fortunosamente alcune di queste persone avvisano dei loro amici italiani, dei musicisti, con i quali avevano partecipato ad un progetto finanziato dal Quartiere Borgo Panigale. Alle ore 13.00 circa mi chiamavano per verificare cosa stessero facendo,visto che dalla mattina presto erano in Questura. Con altri colleghi ci recavamo presso l'Ufficio Stranieri e lì apprendevamo che erano in corso le procedure di identificazione. Aspettavamo e nel frattempo alcune donne incinte ed i bambini venivanoaccompagnati in un albergo della città Nel tardo pomeriggio intanto un consigliere di Rifondazione si recava presso la prefettura per sapere cosa sarebbe successo. Passavano intanto le ore ed alle 21.00 circa anche noi avvocati chiedevamo oramai di sapere cosa succedva e di parlare con i rumeni trattenuti. Intanto alcuni rumeni venivano mandati fuori con un invito ad allontanarsi dal territorio dello Stato entro cinque giorni: quindi da alcuni di questi, parenti dei trattenuti, ci facevano firmare anche una nomina e con quella stessa chiedevamo di parlare con i trattenuti. La Questura ci permetteva un colloquio con uno solo dei nostri assistiti che immeditamente dopo veniva rilasciato: dopo quel colloquio ci veniva negata ogni possibilità di parlare con chiunque. Durante la notte ( siamo stati in Questura fino a mazzanotte) veniva rilasciata anche una donna, il cui marito, tornando alle baracche dal lavoro non era riuscito a trovarla e, raggiuntici in Questura ci aveva firmato una nomina al volo per la sua difesa. Magicamente anche quest'ultima veniva rilasciata. La mattina alle nove altre nomine venivano depositate e uscivano tutti coloro per i quali riuscivamo a procurarci un mandato. Alle 12.00 la Questura ci comunicava di aver eseguito l'identificazione di 69 persone e l'accompagnamento coattivo di 31. Dopo il resoconto dei fatti occorre stigmatizzare che: 1) ai difensori é stato impedito ogni contatto con i propri assistiti, e la Questura e la Prefettura hanno dichiarato che, durante la fase amministrativa della procedura gli stranieri non hanno diritto di difesa.. 2) le forze dell'ordine hanno procedure alla totale distruzione delle abitazione le quali, anche se baracche, erano le " case" della piccola comunità rumena; 3) i rumeni sono stati trattenuti per più di 24 ore, senza poter,comunicare con nessun e soprattutto nel corso di una procedura di regolarizzazione ( molti di loro sono lavoratori nell'edilizia ed aspettavano le dichiarazioni dei datori di lavoro per la regolarizzazione). In conclusione la procedura di distruzione, identificazione ed allontamento è stata caratterizzata dalla totale assenza del rispetto dei diritti umani, senza alcun intervento dei servizi sociali per le situazioni di maggiore tutela nel corso dello sgombero e con la piena e consapevole compressione del diritto di difesa. Amnesy International, nella persona dell'avv. Fausto Giannelli è stata contattata ed ha chiesto chiarimenti e spiegazioni in merito. Vorrei che questa comunicazione circolasse il più possibile nelle liste e che dai giuristi democratici venisse stilato un comunicato su quanto accaduto. Resto a disposizione per ogni chiarimento . Marina Prosperi
|