confermata l'origine bolognese dell'ordine in concorso con un eccesso delle autorita' americane
Giunge oggi la conferma dell'origine bolognese dell'ordine che ha portato al sequestro dei dischi dio due server di indymedia nella sede londinese di rackspace. La pm Marina Plazzi che indaga sulla "Federazione Anarchica Informale" e sui pacchi bomba a Prodi aveva chiesto l'acquisizione di alcune informazioni su notizie passate su indymedia (cosa che dimostra con quanta attenzione seguono indymedia i magistrati, a buon intenditor poche parole); questo ordine e' stato interpretato in senso quantomai estensivo da parte dell'FBI che ha proceduto a un sequestro vero e proprio, un eccesso molto grave, che non e' stato ovviamente convalidato. A tutt'oggi non abbiamo ancora la possibilita' di vedere le carte degli ordini americani per capire esattamente cosa sia successo ma inizia a farsi lentamente luce su quello che e' accaduto.
Ma non finisce qui, perche' l'abitudine delle forze di polizia a sequestrare senza titolo materiali e ad andare molto al di la' delle necessita' repressive, gia' ingiustificabili di per se', non si esaurisce nell'intervento alla scuola Diaz e alla Pascoli, ne' con il sequestro del febbraio 2002, ne' con questo evento. A presto nuove.
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