Prima in duemila alla manifestazione davanti alla Bocconi, poi alcune centinaia hanno trascorso la notte all´università.
Gli studenti universitari hanno occupato la Statale. La decisione è stata presa alla fine di una lunga giornata di protesta, cominciata davanti all´università Bocconi con l´assedio alla cerimonia di inaugurazione dell´anno accademico disertata dal ministro dell´Istruzione Letizia Moratti. Non succedeva dai tempi della Pantera, quindici anni fa. In duecento, alle sette di sera, si sono barricati nell´atrio dell´ateneo di via Festa del Perdono per una protesta che, promettono i ragazzi, durerà fino alla fine del ponte di Ognissanti.
--------------------------------------------------------------------------------
Statale, la notte della protesta.
Quindici anni dopo, occupazione in Festa del Perdono. Il ministro se ne resta a Roma, il corteo da parco Ravizza si sviluppa con slogan e cartelli fino in centro. La lunga giornata dei duemila studenti contro la Moratti è cominciata alla Bocconi. Sacchi a pelo e microfono "Vogliamo un sapere più ampio e spazi per il confronto". Decleva: sorveglianza ma niente sgombero, lo ordinerò solo se ci saranno motivi di ordine pubblico.
Duemila per le strade del centro, con gli adesivi per «demorattizzare» la città e le magliette per reclamare «liberi saperi». Duecento dentro l´atrio di via Festa del Perdono per attaccare lo striscione "Statale occupata!", come non accadeva dai tempi della Pantera, quindici anni fa. Comincia dal fondo, dal gesto di protesta per eccellenza, il racconto di una giornata di slogan e proclami contro la riforma dell´insegnamento firmata dal ministro Letizia Moratti e contro la sua candidatura a sindaco della città. I due tronconi - universitari e liceali - del corteo partito in mattinata da parco Ravizza si ritrovano davanti al portone di via Festa del Perdono poco prima delle 13. Cinque minuti di proteste, col cartellone «Il nostro futuro è qui e comincia adesso» sullo sfondo e gli slogan «Moratti ministro della controriforma, Milano ti ripudia» in prima fila. Davanti al cordone di polizia vengono liberati palloncini e mostrate finte urne con le ceneri di «libertà», «università, «giustizia», «sapere». Le porte si aprono e il fiume si riversa nei chiostri. I rappresentanti della protesta chiedono l´aula magna al rettore Enrico Decleva, che si rifiuta di togliere i lucchetti. Attimi di tensione, alimentata dal rumore di una miccetta esplosa sotto i portici del primo piano. Prevale la calma, in duecento rimangono in atrio, sistemano il microfono mentre nell´università semideserta del venerdì prefestivo continuano le lezioni. La decisione di occupare arriva in serata, insieme a quella di dividersi in gruppi di lavoro per studiare la riforma. «Occupiamo per gli stessi motivi di Roma - dicono gli studenti - contro il "tre più due" e la riforma dello stato giuridico dei professori. Vogliamo un sapere più ampio, non parcellizzato, confronto tra le persone, spazi per socializzare». Protesta anomala perché attuata nei giorni del ponte di Ognissanti, quando i chiostri della Statale resteranno vuoti. Il rettore, per ora, si limita a garantire «un servizio di sorveglianza. Al momento non ci sono le condizioni dello sgombero. Lo faremmo soltanto se ci fossero problemi di sicurezza». Rimangono in duecento alla Statale, si erano ritrovati in duemila al mattino. Gli universitari di adesso e quelli che lo saranno l´anno prossimo, insieme per urlare il dissenso al ministro. Lei, il prossimo candidato del centrodestra a Palazzo Marino, non si presenta all´inaugurazione dell´anno accademico alla Bocconi. Fa sapere che è «davvero dispiaciuta», il presidio studentesco che si raduna tra piazza Sraffa e via Sarfatti fa finta di indignarsi. Il ragazzo col microfono in mano, infine, esulta per aver «liberato l´università da un ministro che vuole devastarla», poi cede l´attrezzo a Dario Fo, venuto a dare il suo patrocinio morale alla protesta. «È indegna - arringa - la divisione tra chi ha il diritto a studiare e gli scartati, tra chi ha privilegi e sarà inserito nella prossima classe dirigente! Questo mondo di moderati mi fa un po´ schifo». Gli studenti lo acclamano sindaco, il premio Nobel ringrazia, poi torna sulla protesta: «La riforma stabilisce che ci siano delle differenze di ceto. Però, bisogna dirlo, è stata avviata dalla sinistra che per prima ha dato dei finanziamenti alle scuole private. Gli scontri di Roma? Non sono stati dei disordini e comunque sono dipesi dalle provocazioni ricevute da personaggi del Parlamento che hanno deciso di aizzare le forse dell´ordine contro di loro». Dopo l´intervento di Fo, parte il corteo, il grosso sono i liceali. Gli unici a restare sul posto, in piazza Sraffa, sono quelli della Rete Studentesca. Quelli del Parini, Tenca e Severi che in mattinata hanno occupato simbolicamente la Siae di via Arco. Quelli del Manzoni, Boccioni, Vittorio Veneto, Carlo Porta, Ettore Conti e Virgilio che hanno attaccato manifesti al deposito Atm di via Giovenale. Quelli del Besta e Maxwell che hanno lanciato la carta igienica. Tutti insieme verso la Statale, per una notte di musica e protesta.
|