resoconto e considerazioni sullo sgombero rosso dell'ONC Mafarka
Una mattina mi son svegliato... ...e ho cacciato l'invasor!
L'invasore era un manipolo di nazifascisti dell'area ONC-OSA, l'animo movimentista del Fiamma Tricolore. Una bella domenica di giugno questi emuli di assassini che la storia ha gia' sconfitto, si sono infiltrati nei locali sottostanti un cavalcavia stradale fra la via laurentina e via del tintoretto, a confine tra XI e XII municipio a Roma Sud-Ovest. Li' avevano intenzione di piazzare il loro covo, incuneati nell'angolo borghese (ottovo colle - EUR) di un'area popolare e storicamente avversa al fascismo.
Hanno voluto alzare la bandierina dell'infamia razzista in un municipio ricco di storia antagonista, con una decina di realta' occupate tra centri sociali, squat, medialab, palestre popolari, laboratori autogestiti e case occupate. Centinaia di persone vivono e animano una realta' che contesta lo stato presente di cose in questa zona di Roma. In questa riva sinistra del Tevere i criminali riferimenti dei fascistelli di oggi hanno portato a compimento uno dei piu' atroci omicidi di massa della seconda guerra mondiale, alle Fosse Ardeatine. In questo stesso angolo di Roma e' stata forte pero' anche la resistenza dei gappisti, da Porta San Paolo, agli insorti popolani anarchici e comunisti che resistettero sull'operaia via Ostiense e su via Laurentina stessa, all'altezza della Montagnola. Qui i partigiani e la gente di popolo si scontrarono con le prime truppe naziste che invasero la Capitale nel settembre del '43.
Negli anni questo patrimonio antifascista e' stato dettagliatamente tramandato, soprattutto grazie al filo rosso della memoria che intreccia i percorsi di lotta dalla Garbatella a Tor Marancia e Testaccio, alle occupazioni di case nei "nuovi" quartieri popolari di Spinaceto e Laurentino 38. Lotte sociali, ribelli e antifasciste che non hanno potuto sopportare l'anomala presenza di un'occupazione fascista, denominata Galleria Mafarka. E dunque di fronte a venti baldi italici dediti a imbiancare pareti e a sventolare tricolori manco come a una partita della Nazionale, il fronte antifascista si e' unito e ha dato la risposta che piu' si e' ritenuta opportuna.
Di fronte allo stupido revisionismo dei comunicati dei fascisti e' bene ricostruire gli eventi. Alle 7 del mattino del 14 giugno un nutrito gruppo di una sessantina di antifascisti/e si e' ripreso i locali sottostanti il cavalcavia. L'imbocco e' stato deciso in varie punte, ma solo all'ultimo concordato definitivamente, dopo una rapida verifica della situazione. Benche' auspicabile e ben prevedibile un'ordinanza di sgombero del comune nei confronti della Galleria Mafarka, abbiamo insieme voluto sottolineare che l'antifascismo NON si delega, meno che mai alle guardie. Fiducia nello stato non ne abbiamo e gli arresti di Milano e i 9000 procedimenti a carico dei/lle compagn* impegnat* nelle lotte sociali dimostrano l'accanimento delle strutture democratiche e della magistratura contro il movimento. Abbiamo cosi' dato vita alla nostra controccupazione, cacciando i fascisti da un posto che non gli appartiene. Le volanti quando sono sopraggiunte si sono trovati di fronte una 60ina di militanti ben determinati e autodifesi e hanno passato la patata bollente alla Digos. Con quest'ultime sono sopraggiunte anche le istituzioni locali che, almeno loro!, sono antifasciste e naturalmente hanno mediato per una soluzione pacifica della questione e per l'assegnazione degli spazi a una cooperativa VERA di ex detenuti e non a associazioni fantasma di copertura della propaganda fascista.
E' bene ricordare che il gesto dell'amministratori locali e' stato di minima decenza visto che l'Italia si dichiara una REPUBBLICA DEMOCRATICA ANTIFASCISTA. Ci mancherebbe che dovrebbero tutelare i nazisti! Certi connubi appartengo fin troppo agli apparati istituzionali che abbiamo solo che da tirare un sospiro di sollievo se per una volta le istituzioni hanno svolto il loro ruolo secondo i principi democratici che si sono dati 60 anni fa circa. In caso le cose fossero andate diversamente gli/le occupanti erano risoluti a presidiare il posto ed eventualmente a resistere alla polizia al fine di impedire un nuovo imbocco dei camerati.
All'arrivo della cooperativa assegnataria il gruppo di antifascist* si e' ritirato non prima pero' aver dato qualche assaggino di boxe popolare a qualche pung ball nero capitato nei paraggi.
Che questa pratica venga riprodotta ovunque sia possibile, che lo spazio per i criminali fascisti sia ridotto a zero, che ci si renda conto che sempre l'antifascismo e' azione diretta, mai mediata e che deve smuovere oltre la nostra coscienza anche il nostro culo!
I fascisti, inventassero quel che gli pare, sono stati cacciati. A prova della loro vergogna ci sono i due comunicati con il secondo che riscrive la storia del primo. Ridicoli.
Li metto qui in allegato.
Un partigiano
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Primo Comunicato di Noreporter.org
Mentre la cittą si sveglia, una sessantina di nonumani, muovendosi nell'oscuritą, si scagliano contro i locali, la galleria MAFARKA E42 e il giardino antistante appena rimessi a nuovo dai ragazzi delle ONC-FiammaRoma. Le mura rimbiancate vengono sfregiate con i segni dell'infamia, le porte riverniciate divelte, il muro di tufo ripulito dagli sgorbi che contraddistinguono la loro inferioritą culturale, viene nuovamente abbruttito a loro immagine e somiglianza. L'azione si svolgeva sotto l'attento sguardo e con la complicitą delle istituzioni municipali - ben scortate dalle forze dell'ordine tutte - le quali nella persona del presidente di municipio fornivano le fantomatiche associazioni "tossiche" di decreto d'assegnazione dei locali. Cinque locali che nel frattempo i ragazzi delle ONC avevano ripristinato e reso agibili per un comitato cittadino, una scuola d'arte e per l'associazione "Utopia" che fornisce assistenza agli autistici. A tutela dell'infamia il gran ciambellano di corte Smeriglio, appena eletto deputato. Un luogo restituito al popolo, che nei giorni passati non mancava di esprimere solidarietą e approvazione per la meritoria opera, viene rigettato nel degrado. Le bandiere ITALIANE, ivi messe proprio a rappresentare il popolo tutto, vengono bruciate, sostituendole con lo straccio rosso della vergogna e con il tricolore oltraggiato dalla stella rossa. Sul luogo, si trovava un clochard di nazionalitą rumena, ammiratore del connazionale Codreanu, il quale dopo essere stato rifocillato e al quale era stato fornito un giaciglio quantomeno dignitoso, prestava opera volontaria nella sistemazione del giardino. Al momento non si są nulla riguardo la sua persona. La popolazione che nei giorni precedenti aveva apprezzato la restituzione dal degrado di un posto di passaggio, lamentandosi per l'opera distruttrice delle feccia rossa veniva malamente apostrofata e cacciata. Nulla ha disturbato la distruzione; le istituzioni, compiacenti, hanno mostrato tutta la loro complicitą, ponendo, al momento, a guardia del degrado, delle pattuglie di polizia. Tante volte a qualcuno tornasse l'idea di ripulire nuovamente il tutto. Una palese provocazione, non solo contro l'area conforme, ma contro tutto il popolo; la feccia ha dimostrato di potersi muovere in piena libert godendo dell'immunitą pił assoluta, ponendosi sullo stesso piano di chi fa le leggi, le loro leggi d'infamia e repressione. E le istituzioni tutte a difenderle quelle leggi, a sfregio della libertą e della dignitą di tutto il popolo Italiano. Oggi č questa Roma; violentata, distrutta e oltraggiata da governanti reazionari, al comune come nei municipi, e dalle loro GUARDIE ROSSE, le quali dai loro comodi e tutelati centri sociali sono pronte, come sempre, a rispondere a comando al servizio del potere e dei potenti. Oggi pił che mai SERVI!
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secondo comunicato
http://noreporter.org/dettaglioArticolo.asp?id=6335
Il colpo di mano contro il Mafarka Il comunicato delle associazioni espropriate
Roma 14 giugno 2006. Oggi all'alba, quando i ragazzi delle associazioni volontarie di sostegno alla cittadinanza non erano presenti, le volanti della polizia si sono presentate alla ONC Galleria Mafarka E42 con un'ordinanza di sgombero. Dopo tre giorni di lavoro in cui erano stati reimbiancati i muri del sottopassaggio, in cui era stato ripulito il giardino adiacente (prima del tutto invivibile per la presenza di spacciatori e prostitute) e in cui erano stati allestiti i cinque locali abbandonati per divenire sede di associazioni di promozione sociale, di assistenza per diversamente abili e centri di aggregazione giovanile, i ragazzi delle ONC si sono visti negare l'ingresso alla galleria. Poco dopo, alle 7 di mattina, il presidente dell'XI municipio, Andrea Catarci, affidava i locali a una cooperativa rossa. Per festeggiare la vittoria delle istituzioni sull'attivismo giovanile, in poco tempo i nuovi inquilini della galleria hanno imbrattato i muri, divelto le porte, bruciato le bandiere tricolori; la popolazione che nei giorni precedenti aveva apprezzato la restituzione dal degrado di un posto di passaggio, lamentandosi per l'opera distruttrice veniva malamente apostrofata e cacciata. Questo č un esempio fin troppo lampante del connubio tra centri sociali di sinistra e istituzioni, che usano la polizia di Stato come guardie private per paura di un confronto politico aperto. Esprimiamo vergogna, disgusto e disprezzo per chi ha voluto negare la presenza nel quartiere di associazioni di sostegno per TUTTA la popolazione e favorire al contrario i propri pupilli porta-voti e portaborse
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