Attentato contro Leonidas Iza, portavoce indigeno
Domenica 1 Febbraio, alcuni sicari hanno cercato di assassinare Leonidas Iza, presidente della Confederação de Nacionalidades Indígenas do Equador(CONAIE). Due uomini armati hanno sparato a bruciapelo a Iza, a suo figlio Javier Iza, a suo fratello Rodrigo Iza e a suo nipote Daniel Tixe.
Iza era appena tornato da l' Avana, Cuba, dove ha partecipato al II Encuentro Hemisférico de Lutìcha contra el ALCA (l' accordo di libero scambio delle Americhe), e si trovava all' ingresso dell' edifico dove ha sede il CONAIE quando e' stato abbordato dai sicari. Al momento degli spari, suo figlio ha fatto scudo con il corpo e per questo ha ricevuto due colpi cosi' come li ha ricevuti Rodrigo Iza. I due si trovano in ospedale, le condizioni di Javier sono gravi.
E' forte l' ipotesi dell' esistenza di un complotto per eliminare l' opposizione politica in Equador, anche alla luce di quanto avvenuto venerdi' scorso quando due uomini armati hanno assissanato un funzionario della Petroecuador, Patricio Campana, che stava investigando sopra presunti furti di petrolio.
La CONAIE, insieme ad altre organizzazioni indigene, si era mobilitata in difesa della comunita'indigena Kishwa del Sarayacu, nella giungla amazzonica, per impedire lo sfruttamento petrolifero di 200mila ettari di foresta da parte della 'Compañia General de Combustibles' (Cgc), impresa argentina associata alla statunitense Chevron-Texaco, gia tristemente famosa in Ecuador per i disastri ecologici che ha portato.
La CONAIE ritiene lo stato ecuadoriano e il governo di Lucio Gutierrez responsabili per quanto e' avvenuto. Guilberto Talahua, coordinatore del Pachakutik - un altra organizzazione indigena - ha denunciato: "Questo e' un attacco politico, perche' ci siamo opposti al governo e alla sua politica influenzata dal fondo monetario internazionale". Il presidente Gutierrez ha condannato l' attento promettendo l' apertura di un' inchiesta.
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