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Audizione di G. Ganzer, del ROS dei carabinieri (parte 1a)





COMMISSIONI RIUNITE
I (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI) DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E 1a (AFFARI COSTITUZIONALI, AFFARI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E DELL'INTERNO, ORDINAMENTO GENERALE DELLO STATO E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE) DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

COMITATO PARITETICO

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 5 settembre 2001

Indagine conoscitiva sui fatti accaduti in occasione del vertice G8 tenutosi a Genova.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15,10.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Questa mattina abbiamo inviato ai tre ispettori del Ministero dell'interno delle lettere di richiesta di


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chiarimenti. Comunico che il dottor Micalizio ci ha subito risposto con la seguente lettera:
«In relazione alla richiesta n. 1611/Comm./I, qui pervenuta in data odierna, le comunico che:
nella mattinata del 27 luglio ultimo scorso ho ricevuto dal Capo della Polizia - Direttore generale della Pubblica Sicurezza l'incarico di svolgere accertamenti su un episodio particolare avvenuto in occasione del vertice G8 in Genova.
L'episodio in questione è quello relativo alla perquisizione effettuata presso la scuola Diaz-Pertini.
Nella stessa giornata mi sono recato a Genova, unitamente ai colleghi Salvatore Montanaro e Lorenzo Cernetig, anch'essi incaricati di accertamenti per altri episodi avvenuti durante il vertice.
Nel pomeriggio del 31 luglio ho consegnato al Capo della Polizia - Direttore generale della Pubblica Sicurezza la relazione concernente gli accertamenti richiesti.
Per quanto a mia conoscenza tale relazione è stata trasmessa dal Dipartimento della P.S. a codesta Commissione.
Rimango, comunque, a Sua disposizione per chiarire eventuali ulteriori punti di interesse specifico per la Commissione da Lei presieduta.
Colgo l'occasione per inviarle i migliori saluti.
«Firmato: Il Direttore Pippo Micalizio».

Per quanto riguarda i tre ispettori, invito chi abbia interesse a formulare precise richieste di chiarimento, così da poter fornire loro gli argomenti su cui eventualmente intrattenersi, perchĂ© questa risposta lascia intendere che oltre a quella relazione gli ispettori non sono in condizioni di fornire altre spiegazioni che possano essere utili, salvo eventuali quesiti che ritenessimo opportuno porre.


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Invito pertanto tutti coloro che avessero interesse a rivolgere ai tre ispettori delle richieste specifiche a comunicarmele, perché gradirei dare una risposta ed un seguito a questa lettera.

MARCO BOATO. Se ho ascoltato bene, e da ciò che capisco, questa lettera è il risultato delle notizie giornalistiche; poichĂ© le nostre audizioni vengono trasmesse da Gr Parlamento, da Radio Radicale e così via, sono emerse, da parte di alcuni dei soggetti «indagati» (dal punto di vista amministrativo), delle contestazioni nei confronti dell'operato degli ispettori ministeriali, in particolare dell'ispettore Micalizio. Mi pare sia una forma ovvia e comprensibile di autotutela e di piena disponibilità nei nostri confronti; tuttavia la relazione c'è, fa testo e quello che c'è scritto lo conosciamo.

PRESIDENTE. Certo, ma poiché, come era stato richiesto da qualcuno di noi, vi era l'intenzione di audire l'ispettore Micalizio per avere dei chiarimenti, sempre sulla base di quella relazione, vi invito a richiederli in questa sede.

MARCO BOATO. Non è che io mi opponessi alla sua proposta.

PRESIDENTE. Invito i componenti il Comitato a mettere per iscritto eventuali domande o richieste di chiarimenti da rivolgere ai tre ispettori, in modo tale da poter dare seguito alla comunicazione.

FILIPPO MANCUSO. Mi rifiuto, signor presidente, di cedere a questo umiliante escamotage individuato da persone che, disponibili a collaborare, ne dettano le condizioni e, in sostanza, avvalendosi dell'atto di compiacenza che ha avuto questo Comitato, dispensandole da una audizione diretta e personale.


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Mi rifiuto di collaborare a questa richiesta.

PRESIDENTE. Mi pare di capire, presidente Mancuso, che lei non è d'accordo nel chiedere ai tre ispettori chiarimenti.
Credo di aver chiarito che, questa mattina, l'ufficio di presidenza, composto da tutti i rappresentanti dei gruppi politici, ha ritenuto di non ascoltare i tre ispettori. Ritengo che questa decisione debba essere rispettata perchĂ© non è stata assunta soltanto dal presidente o da una parte dei componenti il Comitato. L'ufficio di presidenza ha ritenuto che le relazioni presentate potessero essere sufficienti; in aggiunta è stato deciso di inviare una lettera per capire se gli stessi ispettori potessero disporre di altri elementi da comunicare al Comitato. Le lettere sono state inviate questa mattina e nella risposta il dottor Micalizio dichiara la sua disponibilità e, allo stesso tempo, ci invita a chiarire su quali punti vorremmo interloquire.

FRANCO BASSANINI. Il punto su cui credo dovremmo riflettere è che, come a tutti è parso evidente, sono emerse una serie di contraddizioni nella ricostruzione dei fatti.
Non so se possiamo accontentarci del fatto che alcuni hanno parlato prima e altri hanno parlato dopo e che quelli che vengono dopo smentiscono quelli che vengono prima. In alcuni casi forse queste contraddizioni possono essere spiegate e sciolte, in altri non so. Sarebbe però utile un meccanismo che ci consenta, per quanto possibile, di arrivare ad una qualche certezza nella ricostruzione dei fatti. Un meccanismo può essere quello, altre volte applicato nelle indagini conoscitive, di audire le persone insieme e di rivolgere la stessa domanda a tutte; altro meccanismo può essere quello di scrivere loro e spiegare che alcuni hanno dichiarato delle cose e altri ne hanno dichiarate altre, chiedendo loro di chiarire


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come mai vi sono queste versioni differenti che riguardano fatti, non opinioni. Ciò è imbarazzante per noi, perchĂ© finchĂ© si tratta di opinioni ciascuno ha la propria e ne prendiamo atto (ci può essere chi riteneva di dover seguire una certa tattica di contrasto nei confronti delle organizzazioni violente, chi un'altra) ma quando si parla di ricostruzione dei fatti è tutt'altra cosa! Dunque potremmo sentirli insieme, oppure mandare loro delle precise richieste di chiarimento, oppure - altra soluzione semplicissima - inviare loro i resoconti stenografici, dicendo: cari signori, come vedete dagli stenografici, emergono ricostruzioni diverse e vorremmo, pertanto, conoscere le vostre valutazioni e le vostre ulteriori precisazioni. Qualcuno peraltro lo ha già fatto. Qualcuno - cosa imbarazzante per lui, non per noi - ha dichiarato di essersi sbagliato nel riferire al Comitato. Il dottor Canterini, addirittura nella stessa giornata di ieri, ha dichiarato di essersi sbagliato nel fare alcune dichiarazioni. Ciò è imbarazzante per lui e non per noi che proseguiamo nella nostra ricerca della verità.

SAURO TURRONI. In relazione a quanto lei ha appena dichiarato, considerate anche talune contraddizioni e discrepanze che sono emerse e alcuni problemi che inizialmente non conoscevamo, può darsi che nell'ufficio di presidenza convocato per la giornata di venerdì alle 8,30 saremo indotti, da ragioni che potremo valutare insieme, ad individuare qualche altro soggetto da audire.
Credo che la questione che abbiamo valutato adesso possa essere nuovamente affrontata venerdì mattina, riservando la giornata di lunedì ad un'eventuale altra audizione.
Mi permetto di sottolineare un'altra questione. Avendo diligentemente cercato di esaminare i materiali che ci sono stati trasmessi, ho potuto prendere visione di quello inviatoci dalla RAI, di difficile utilizzo a causa dell'impiego dei CD, che


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consentono una visione in formato assai ridotto di fatti che hanno riguardato territori molto vasti; pertanto non è facile individuare piccoli particolari. Faccio un esempio: l'altro giorno ho visto un filmato nel quale si notava che l'assalto ai manifestanti in via Tolemaide era guidato, seppure in posizione retrostante, da un funzionario di pubblica sicurezza: dal televisore piccolo si vedevano invece solamente i carabinieri. I telegiornali RAI delle tre giornate (20), (21), (22 luglio), nei quali si è operata una selezione dei materiali - che peraltro abbiamo già visto - non ci consentano di capire assolutamente nulla: si tratta di piccolissimi spezzoni. Bisognerebbe richiedere alla RAI il filmato, in particolare, di quel programma della durata di un'ora che la RAI ha deciso di non trasmettere perchĂ© sembra contenesse scene particolarmente violente.
La seconda questione riguarda la possibilità che una televisione privata di Genova (Primo canale) abbia ricevuto una consistente somma da parte dello Stato, diciamo così, per organizzare postazioni fisse e trasmettere continuativamente le immagini; purtroppo, però, queste immagini, che sarebbero stati utili non ci sono state inviate. Quindi chiedo che la RAI ci mandi il filmato e non la trasmissione dei telegiornali (di cui non sappiamo cosa fare, possono servirci solo per memoria) e che il Primo canale di Genova ci faccia pervenire il suo materiale.

PRESIDENTE. Abbiamo già inviato una lettera di richiesta a tutte le reti (compresa Primo canale), in data 9 agosto e non ci è pervenuto nulla. Nella stessa data abbiamo spedito una lettera alla RAI, al dottor Zaccaria, in cui comunichiamo leggo testualmente che «il Comitato intende acquisire ogni documentazione utile ai fini dell'indagine stessa. Le chiedo pertanto di valutare la possibilità di inviare al Comitato medesimo tutto il materiale audio e video in vostro possesso che ritiene


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pertinente rispetto all'oggetto dell'indagine. L'invio di detto materiale potrà essere effettuato alla segreteria della I Commissione». A seguito della richiesta avanzata dal presidente Violante, in data 30 agosto abbiamo richiesto le trascrizioni dei giornali radio trasmessi dalla RAI in merito ai fatti oggetto dell'indagine: ho letto questa mattina la risposta della RAI che dichiarava la propria indisponibilità, da subito, ad adempiere a tale istanza. Senza attendere l'ufficio di presidenza di venerdì mattina, reitero la richiesta alla RAI, con riferimento al complesso del materiale e non solo a quello dei telegiornali. Credo che possiamo essere tutti d'accordo.
Per quanto riguarda le reti di Genova, trasmetterò un'ulteriore sollecitazione. Tuttavia, onorevole Turroni, in data 9 agosto abbiamo avanzato la richiesta alle televisioni: Tele Genova è l'unica che dopo quattro o cinque giorni ci ha inviato il materiale che aveva registrato.
Proporrei che tutte le richieste avanzate, comprese quelle del senatore Bassanini, siano affrontate dall'ufficio di presidenza di venerdì prossimo. Al riguardo, vi invito a formulare richieste di carattere definitivo perchĂ© se intendiamo dedicare un'altra giornata ad ulteriori audizioni, dobbiamo valutare compiutamente quali soggetti ascoltare. Credo che il calendario di questa settimana non lo consenta, però in sede di ufficio di presidenza di venerdì sarà possibile discutere ed eventualmente rivedere le decisioni già assunte.

Audizione del generale Giampaolo Ganzer, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui fatti accaduti in occasione del vertice G8 tenutosi a Genova, l'audizione del generale Giampaolo Ganzer, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri.


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Prima di dare inizio all'audizione in titolo, ricordo che l'indagine ha natura meramente conoscitiva e non inquisitoria. La pubblicità delle sedute del Comitato è realizzata secondo le forme consuete previste dagli articoli 65 e 144 del regolamento della Camera, che prevedono la resocontazione stenografica della seduta.
La pubblicità dei lavori è garantita, salvo obiezioni da parte di componenti il Comitato, anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, che consente alla stampa di seguire lo svolgimento dei lavori in separati locali.
Non essendovi obiezioni, dispongo l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Ringrazio, anche a nome del Comitato, il generale Ganzer per aver accettato il nostro invito ed aver fornito la sua disponibilità ad horas. Il generale Ganzer ha predisposto una relazione, della quale lo prego di dare lettura.

GIANPAOLO GANZER, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri. Signor presidente, onorevoli membri del Comitato, il Raggruppamento operativo speciale di cui sono Vicecomandante, nel rispetto delle proprie competenze istituzionali in materia di contrasto dell'eversione ed in aderenza alle direttive del comando generale dell'Arma, ha profuso uno specifico impegno operativo in occasione del vertice G8 di Genova. Tale impegno, avviato per tempo, in buona parte scaturiva dall'ampia attività informativa originata da organi istituzionali, secondo cui formazioni eversive o terroristiche, di matrice interna ed internazionale, avrebbero potuto sfruttare la scadenza per azioni clandestine, allo scopo di ricercare la massima visibilità. Il comando del ROS disponeva quindi l'invio in Genova di 45 militari, prescelti tra gli appartenenti al reparto antieversione centrale e tra le sezioni anticrimine maggiormente interessate alla problematica, allo scopo di


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potenziare l'attività investigativa già condotta in loco dalla sezione anticrimine di Genova ed assicurare, a ragion veduta, l'avvio di eventuali ulteriori indagini.
L'impegno in parola si traduceva, ovviamente, in attività tipiche di polizia giudiziaria, dirette dalla procura della Repubblica di Genova, informata anche del citato potenziamento. Nel contempo, numerose altre sezioni anticrimine del Raggruppamento conducevano distinte attività in tale settore, riferendone alle autorità giudiziarie rispettivamente competenti, dalle quali venivano di volta in volta autorizzate a fornire al comando del Raggruppamento ed alla sezione anticrimine di Genova gli elementi utili per la specifica esigenza.
Proprio allo scopo di assicurare un tempestivo e completo accordo tra i diversi reparti del ROS, mi portavo a Genova il giorno 19 luglio, trattenendomi fino al 22 successivo. Avevo altresì partecipato il 24 aprile ultimo scorso ad un seminario per i comandanti dei reparti mobili dell'Arma e della Polizia di Stato, indetto dall'ufficio coordinamento del dipartimento della pubblica sicurezza, allo scopo di analizzare la minaccia rappresentata dai gruppi antagonisti.
Dalle complessive risultanze delle attività condotte a ridosso del vertice, non emergevano tuttavia elementi idonei ad avvalorare la minaccia terroristica, mentre veniva registrato un diffuso fermento nell'ambito di ampie frange di matrice autonoma ed anarchica, indicativo di una forte carica antagonista e della propensione alla violenza di queste componenti. Ne costituiva riscontro l'attentato nei confronti di militari della stazione dei carabinieri di San Fruttuoso, immediatamente ascritto alla matrice anarco-insurrezionalista, come gli analoghi plichi incendiari pervenuti a Ponzano Veneto (Treviso), a Milano ed al prefetto di Genova. Venivano altresì registrati


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contatti con gruppi stranieri, in particolare tedeschi, che, posso aggiungere senza entrare nel merito delle attività investigative tuttora in corso, avrebbero poi effettivamente ed attivamente partecipato alle devastazioni nel capoluogo ligure.
Preciso anche che, sempre con l'assenso dell'autorità giudiziaria, i comandanti delle sezioni anticrimine hanno costantemente tenuto al corrente i comandanti provinciali di Genova e delle altre province sugli spunti di interesse desunti dalle indagini in corso, facendone altresì oggetto di analisi congiunta con gli organi operativi degli stessi comandi provinciali.
La sezione anticrimine di Genova, potenziata, come ho già detto, sviluppava una serie di investigazioni per ipotesi di reati eversivi senza rilevare, peraltro, una diretta partecipazione degli indagati ai disordini di piazza, nĂ© uno specifico interesse all'organizzazione delle manifestazioni.
Il giorno 20 luglio, a seguito di perquisizione domiciliare disposta dalla procura della Repubblica di Genova, veniva tratto in arresto Cozzi Marco, trentenne aderente al locale centro sociale Inmensa, trovato in possesso di un ordigno esplosivo del tipo «Pipe bomb» e di sostanze chimiche la cui combinazione avrebbe potuto provocare temibili effetti dirompenti.
I servizi di osservazione e di pedinamento venivano intensificati al termine delle manifestazioni, anche allo scopo di individuare elementi e gruppi antagonisti, con particolare riferimento a quelli di ispirazione anarchica denominati black bloc, resisi responsabili delle ripetute azioni di devastazione e saccheggio contro i beni mobili e immobili. Da uno di questi servizi di pedinamento scaturiva il fermo di polizia giudiziaria di 25 stranieri, per lo più austriaci, controllati nel pomeriggio del 22 luglio in Recco e trovati in possesso di diversificati materiali atti ad offendere: caschi protettivi, maschere antigas,


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ricetrasmittenti, capi di abbigliamento di colore nero usati ed altro materiale attestante una loro riconducibilità alla citata area estremista. Otto di costoro presentavano, altresì, lesioni ed escoriazioni, le quali in sede di visita medica venivano fatte risalire ai giorni immediatamente precedenti ed indicavano, quindi, una loro partecipazione ai disordini.
Il fermo di polizia giudiziaria veniva convalidato dal pubblico ministero e dal giudice per le indagini preliminari di Genova, il quale emetteva provvedimento di custodia cautelare per partecipazione ad associazione finalizzata alla devastazione e al saccheggio. Il 14 agosto il tribunale del riesame scarcerava gli indagati per carenza di gravi indizi di colpevolezza. Gli stessi venivano immediatamente espulsi dal territorio nazionale.
Il Raggruppamento, su delega della procura della Repubblica di Genova, prosegue le indagini sulla specifica componente, per verificare l'esistenza e l'operatività di una struttura sufficientemente stabile e di un programma di azioni di violenza contro le cose e contro le persone, preciso e preordinato, tale da configurare la sussistenza dell'ipotesi associativa. Lo sforzo investigativo punta, pertanto, ad approfondire tutti gli aspetti utili per una compiuta ricostruzione dei fatti specifici ed, altresì, a chiarificare, anche attraverso la cooperazione con gli altri paesi, il fenomeno aggregativo internazionale.

PRESIDENTE. Ringrazio il generale Ganzer per la sua relazione.
Passiamo agli interventi dei colleghi che hanno chiesto di parlare.

FILIPPO ASCIERTO. Intervengo brevemente, in modo da lasciare anche a gli altri colleghi la possibilità di farlo.


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Esprimo innanzitutto, signor generale, il mio ringraziamento e quello di tanti altri cittadini italiani per il lavoro di intelligence preventivo, ed anche repressivo, come nel caso dei 25 black bloc fermati.
Le chiedo, in primo luogo quali siano gli strumenti sequestrati sul furgone ai black bloc. Ciò che ci meraviglia è la carenza di gravi indizi sentenziata dall'autorità giudiziaria nel rimetterli in libertà.
Inoltre, vorrei sapere, se vi siano state intercettazioni telefoniche operate, in via preventiva, dal ROS e se tra le tante intercettazioni telefoniche effettuate, di cui ci ha parlato La Barbera, e quindi suppongo effettuate anche da parte del ROS, ne sia qualcuna che non fa parte di contestazioni dell'autorità giudiziaria su fatti-reato e se lei possa farla avere al Comitato, attraverso una richiesta che articoleremo con il presidente.

GIANPAOLO GANZER, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri. Per quanto riguarda il materiale sequestrato, l'ho già elencato sommariamente: ci sono bastoni, coltelli, maschere antigas, caschi, materiale per la copertura e per la protezione di articolazioni, numerosi capi di abbigliamento di colore nero, visibilmente utilizzati perchè ancora impregnati di sudore ed, infine, della documentazione fotografica, la quale secondo le nostre valutazioni attestava la predisposizione da parte di costoro di attrezzature ed anche di striscioni sicuramente riconducibili alla matrice black bloc, ma che nella valutazione del tribunale del riesame non sono risultati sicuramente attribuibili a singoli indagati. Ad ogni modo, non posso entrare nel merito delle valutazioni del tribunale del riesame, con riferimento alle quali, peraltro, la procura della Repubblica di Genova ha già avanzato ricorso per Cassazione. Posso solo aggiungere che la carenza di gravi indizi di responsabilità ovviamente non significa che le indagini siano


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cessate e che gli elementi investigativi a carico di costoro siano venuti meno. Si tratta di una pronuncia intermedia di un'indagine preliminare ancora in corso, anzi direi appena iniziata.
Per quanto concerne le intercettazioni telefoniche, non ne abbiamo effettuata alcuna preventiva. Le nostre intercettazioni sono esclusivamente di tipo giudiziario.
Peraltro, in materia di eversione, non è ammesso al momento lo strumento dell'intercettazione preventiva, almeno secondo l'interpretazione di quasi tutte le autorità giudiziarie. Si tratta, quindi, di atti, di trascrizioni che sono ricompresi in indagini preliminari in corso e pertanto non sono attualmente ostensibili.

LUCIANO VIOLANTE. Lei, generale, era l'ufficiale dei carabinieri più alto in grado a Genova?

GIANPAOLO GANZER, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri. Sicuramente no. A Genova c'è un comandante di regione, il generale Desideri, se non altro molto più anziano di me.

LUCIANO VIOLANTE. Il generale Desideri era operativo in Genova durante il G8?

GIANPAOLO GANZER, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri. Era presente.

LUCIANO VIOLANTE. Può precisare, per cortesia, qual è stato l'impiego dei ROS ed, altresì, quali sono state le funzioni da lei concretamente rivestite nei giorni del vertice?
Vorrei, inoltre, chiederle se presero contatto con lei, o con altri ufficiali dell'Arma, gli esponenti di Alleanza nazionale che


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si trattennero nella sala operativa dell'Arma dei carabinieri. Può fornirci dei particolari su questa visita, in termini di durata, scopo della stessa e così via?
Infine, lei ha giustamente focalizzato i risultati delle indagini svolte preventivamente, individuando la propensione alla violenza di componenti del movimento. Vorrei sapere, sulla base delle vostre informazioni, in che rapporto fossero queste componenti con il complesso del movimento. Erano, cioè, componenti minoritarie o erano, invece, componenti particolarmente significative?

GIANPAOLO GANZER, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri. Come ho già anticipato, l'impiego del Raggruppamento, quindi del personale del ROS, anche nei giorni del vertice è stato esclusivamente un impiego di polizia giudiziaria, limitato alle attività di indagine nei confronti dei soggetti che già erano sottoposti a indagini preliminari disposte dalla procura della Repubblica di Genova, così come in altre sedi sono continuate le indagini disposte da altre procure della Repubblica: il personale del ROS non è mai stato impiegato in attività di ordine pubblico. Posso aggiungere che addirittura tale personale era comandato in missione a Genova per indagini di polizia giudiziaria, espressamente indicate anche negli atti amministrativi che ne disponevano l'impiego nel capoluogo ligure. Per quanto concerne i contatti con esponenti e parlamentari di Alleanza nazionale a Genova...

LUCIANO VIOLANTE. Le chiedevo informazioni non solo circa le funzioni del ROS ma anche sulle sue funzioni specifiche in quel contesto.

GIANPAOLO GANZER, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri. Le mie funzioni sono rimaste esclusivamente


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quelle che ho indicato, cioè di raccordo tra la componente del ROS operante a Genova ed eventuali attivazioni, di natura investigativa sul fronte dell'eversione, provenienti da altre nostre articolazioni operanti sull'intero territorio nazionale. Non è arrivata alcuna attivazione in tema di eversione nei giorni del vertice.
Per quanto concerne i parlamentari di Alleanza nazionale, posso solo dire di aver incontrato e salutato occasionalmente, nella sede del comando provinciale, il giorno 20 luglio, l'onorevole Ascierto e, il giorno 21, anche il Vicepresidente del Consiglio, onorevole Fini, ma, al di là del saluto, non vi è stato alcun tipo di rapporto, in quanto la loro presenza e la doverosa relazione nei loro confronti era assicurata dal comandante provinciale.
Per quanto concerne, invece, i rapporti tra componenti estremiste, maggiormente facinorose, rispetto ad altre componenti che pure hanno partecipato alle manifestazioni, tenendo presente, anche in tal caso, che è in corso l'opera di identificazione dei singoli soggetti e della loro matrice, ritengo che si tratti di alcuni gruppi, di alcuni centri sociali e nel contempo vi sia stata l'assoluta estraneità rispetto ai disordini della componente maggioritaria.

MARCO BOATO. Riguardo all'informazione che ci ha dato e per la quale la ringrazio - ho preso appunti molto in fretta in quanto lei ha letto un po' rapidamente, perciò le chiedo scusa se ho scritto in modo imperfetto - mi pare che lei abbia detto che dell'attività investigativo-informativa che stavate doverosamente e istituzionalmente svolgendo davate notizia ai comandi provinciali di Genova e ad altri per gli spunti di particolare interesse. Vorrei chiederle se vi è stato, eventualmente in forma biunivoca, anche un rapporto di informazione o di scambio di notizie da parte vostra con i Servizi di


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informazione, cioè SISMI, SISDE e CESIS, inerente a tale attività di carattere informativo e investigativo. Mi pare che lei abbia risposto poc'anzi anche al presidente Violante, ma anche a tale proposito vorrei chiederle maggiore precisione.
Mi sembra che lei abbia detto che avete tenuto sotto controllo, nel periodo precedente il G8, persone indagate per fatti eversivi, ma che non vi risulta che tali soggetti, che istituzionalmente controllavate, abbiano avuto alcun rapporto con le manifestazioni di piazza. Può confermarmi questa informazione? Mi pare che corrisponda, in qualche modo, a ciò che ha detto poc'anzi il presidente Violante.
Lei ha accennato, alla fine della sua relazione, alla cooperazione con altri paesi. Da parte di altri esponenti delle forze dell'ordine (in questo caso le forze di polizia in particolare, il prefetto La Barbera, responsabile all'epoca della polizia di prevenzione) si è parlato di cooperazione positiva con alcuni paesi e difficoltà con altri, e di una cooperazione importante giorni del G8 ma molto più difficile nella fase precedente. Vorrei chiederle se può approfondire tale spunto che ha citato - se non sbaglio - nella parte conclusiva della sua relazione.
Per quanto riguarda l'episodio specifico sul quale lei ha incentrato la sua relazione, ho sentito in precedenza un collega esprimere giudizi pesanti sul tribunale del riesame di Genova, ma come lei sa - mi rivolgo al presidente - non è nostro compito esprimere giudizi sull'autorità giudiziaria, che - come lei ha correttamente detto - svolge le proprie indagini e delibera i propri giudizi nei vari gradi. L'episodio in questione è noto anche dai rapporti del SISMI non vorrei sbagliarmi. Siamo di fronte alla vicenda riguardante la Volx ttheater karawane (in tedesco è femminile: die Volx theater karawane). Si tratta di un gruppo - risulta anche dai rapporti del SISDE


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- che svolge il cosiddetto teatro di piazza in tutta Europa, che è ampiamente conosciuto dai Servizi di informazione italiani ma anche austriaci e tedeschi, che ha svolto attività teatrale in varie località con gli strumenti che lei ha ricordato (striscioni, maschere antigas, eccetera), e che da voi è stato fermato. Non critico tale attività di polizia giudiziaria, di cui prendo soltanto nota. Il gruppo è stato fermato a Recco il 22 luglio scorso, e quindi, per queste persone, non vi è stato, in flagranza di reato, un fermo di polizia giudiziaria o un arresto. Il giudice per le indagini preliminari ha confermato il fermo trasformandolo in custodia cautelare e il tribunale del riesame il 14 agosto ha deciso diversamente. Io non le chiedo giudizi in quanto non è giusto farlo. Le domando, però, se si tratta di tale gruppo, cioè se i soggetti, che lei mi pare abbia attribuito in qualche modo al gruppo black bloc anarchico-insurrezionalista, in realtà erano o siano a posteriori risultati appartenenti al gruppo teatrale Volx theater karawane, già noto ai servizi di informazione italiani ed europei.

GIANPAOLO GANZER, Vicecomandante del ROS dell'Arma dei carabinieri. Per quanto concerne i rapporti con i Servizi di informazione, innanzitutto il referente istituzionale per l'Arma dei carabinieri è il comando generale, che ha trasmesso al raggruppamento operativo speciale e a tutti i comandi territoriali interessati le attivazioni informative che di volta in volta giungevano, sia in relazione alla minaccia eversiva e terroristica, sia in relazione alle indicazioni rilevanti per l'ordine e la sicurezza pubblica. Oltre a ciò vi sono state alcune riunioni indette presso il CESIS, alle quali hanno partecipato rappresentanti di tutte le forze di polizia e, ovviamente, dei servizi di informazione: anche in tale caso il referente, il rappresentante istituzionale è stato il comando generale. L'ufficiale del comando generale in due circostanze è stato anche accompagnato


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Pubblicato su: 2005-07-05 (1210 letture)

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