Infine, le chiedo se sia normale
dal punto di vista istituzionale che, nel corso della gravissima
emergenza di ordine pubblico avvenuta a Genova in quei giorni - che lei
ha puntualmente descritto -, quattro deputati abbiano potuto permanere
per varie ore all'interno della sala operativa del comando provinciale
dell'Arma dei carabinieri di Genova. Una visita la potrei fare anch'io,
ma è da considerarsi istituzionalmente normale la permanenza prolungata
per alcune ore all'interno della sala operativa del comando provinciale
dell'Arma dei carabinieri?
PRESIDENTE. Senatrice Ioannucci, può intervenire sull'ordine dei lavori.
MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Presidente,
intervengo per avere un'informazione. Possiamo fare solo domande o
possiamo anche esprimere opinioni personali - comunque legittime - e
magari contrarie ai fatti e non suffragate dalla realtà? Vorrei saperlo
per potermi regolare di conseguenza nei miei futuri interventi (Commenti del deputato Boato).
PRESIDENTE. Onorevole Boato, la
senatrice Ioannucci ha fatto una domanda e credo le sia dovuta una
risposta. Fino a questo momento abbiamo proceduto in totale libertà,
consentendo a tutti lo svolgimento di interventi ritenuti opportuni ed
idonei, al fine di accertare i fatti che sono oggetto dell'attività del
Comitato. Mi rendo conto - lo lascio alla sensibilità di ognuno di voi
- che l'unica cosa che forse verrà discussa nel prossimo ufficio di
presidenza è decidere se sarà il caso di contingentare i tempi al fine
di attribuire un tempo di intervento maggiore ai rappresentanti di
gruppo, lasciando agli interventi a titolo personale un tempo più
limitato. È una proposta che faccio in questo momento e che per oggi
non
Pag. 168
costituisce la regola. Fino ad ora
abbiamo cercato di «sopportarci» anche quando qualcuno ha un po'
scantonato. Mi auguro che, avendo rispetto per gli altri e per i nostri
ospiti, ognuno di noi possa contenere il suo intervento, non tanto nei
tempi, quanto in riferimento agli argomenti trattati, facendo in modo
che questi ultimi possono servire alla finalità del Comitato.
MARCO BOATO. Presidente, credo di aver fatto otto domande, che il generale si è appuntato.
PRESIDENTE. Perfetto!
GRAZIELLA MASCIA. Devo fare diverse
domande ma sarò veloce. Lei ha giustamente ribadito l'esperienza fatta
dall'Arma dei carabinieri e dai battaglioni che sono intervenuti,
riguardo all'addestramento cui sono stati sottoposti assieme alle altre
forze di polizia.
Rivolgo anche a lei la domanda che ho rivolto al
capo della polizia. È vero quello che è stato pubblicato da un
quotidiano, e cioè che a questi addestramenti avrebbero partecipato
come istruttori degli statunitensi?
Per quanto riguarda il nuovo
equipaggiamento, le chiedo se l'Arma dei carabinieri ha utilizzato il
manganello a gomito - mi pare si chiami così -, un manganello che
lascia ferite che alcuni manifestanti hanno riportato.
Prima il
generale della Guardia di finanza ha parlato di manganello a gomito, un
manganello che lascia un taglio. Le ferite hanno tutte queste
caratteristiche.
Lei ha parlato giustamente del coordinamento con
il Cesis che funzionava già dall'anno scorso. Volevo chiedere se questo
coordinamento ha continuato a funzionare e se lei ha partecipato
all'elaborazione delle direttive e alla gestione dell'ordine pubblico
nelle giornate del 20 e 21 luglio.
Pag. 169
Vorrei conoscere i criteri con cui
si sono determinati i respingimenti, in base alla sospensione del
trattato di Schengen. Mi riferisco ai respingimenti alle frontiere;
vorrei sapere se c'era un criterio oggettivo, se c'erano segnalazioni
nominative oppure se ognuno valutava a seconda del momento. Quanto alla
valutazione sulla capacità preventiva, ne abbiamo parlato anche
stamattina.
Vorrei chiederle, in particolare, rispetto
all'utilizzo dei suoi battaglioni, come questi siano stati impiegati
nella giornata del 20 e chi li dirigesse. Quale tipo di coordinamento
vi era nella sala operativa unificata e chi era il rappresentante
dell'Arma dei carabinieri in quella sala operativa? Vorrei chiederle
ancora, meglio, quale tipo di rapporto lei abbia intrattenuto con la
sala operativa in quei giorni (19, 20 e 21). Forse dico anche delle
cose per inesperienza, ma vorrei comprendere meglio come vengano decisi
gli interventi. E mi spiego rivolgendole una domanda specifica, per
comprendere con quale criterio e con quale direzione dalla sala
unificata oppure con quale autonomia sui singoli luoghi siano stati
decisi gli interventi. Parliamo del 20, in via Tolemaide. Io ero in
testa a quel corteo; mi pare di aver visto circa 80 o 100 carabinieri
quando è partita la prima carica. Poco distante da lì, in piazza Verdi,
c'era almeno un migliaio di poliziotti. Le rivolgo questa domanda
proprio per capire. Mi sono chiesta per quale ragione si sia scelto di
intervenire immediatamente e se ci sia un criterio di ordine pubblico
che lo ha consigliato, perché il risultato successivo di
quell'intervento immediato, a quell'altezza e soltanto con 80 uomini, è
stato che poi avete utilizzato i blindati, davanti. Quindi, vorrei
capire meglio tale scelta.
Vorrei chiedere anche se l'ultima
carica in quella zona, cioè nel pomeriggio, o forse anche la prima,
avesse coinvolto come responsabilità il battaglione Tuscania. Vorrei
chiederle, se lei
Pag. 170
ne è a conoscenza e se è possibile
saperlo, chi fosse il responsabile in quel momento del battaglione
Tuscania e se sul posto si trovasse, non so con quali funzioni e con
quale ruolo, il maresciallo di San Fruttuoso.
Circa la presenza
dei parlamentari è già stato chiesto. Infine, vorrei chiederle se lei
sia stato coinvolto nella decisione delle perquisizione della scuola
Pertini e con quali funzioni abbia partecipato, anche se questo è
presente nelle relazioni che ci sono state fornite, in parte. Se ho
compreso bene e come risulta anche - mi pare - dagli atti, lei ci ha
detto che l'Arma dei carabinieri, nella gestione delle persone
arrestate, faceva riferimento a Forte San Giuliano. È in quella sede
che sono stati portati gli ultimi arrestati, quelli del giorno 22,
quelli del furgone cui lei si è riferito in questa sede? Per quale
ragione sono stati trattenuti per così tante ore? Io ho parlato con
loro: sostengono di essere rimasti dalla domenica pomeriggio al lunedì.
Ora, siccome mi pare che fossimo fuori dall'emergenza e dal
concitamento dei giorni precedenti, non capisco perché siano rimasti
tutte quelle ore in quella sede. Grazie.
GIANCLAUDIO BRESSA. Anch'io vorrei
ringraziare il generale per la relazione che ha reso al Comitato. Come
egli stesso ha ricordato, le condizioni operative erano estremamente
difficili; a lungo ci ha intrattenuto, oggi, sulla particolare
complessità di tutto quanto è avvenuto a Genova in quei giorni il
prefetto De Gennaro. Io vorrei fare alcune domande con l'intento di
acquisire informazioni che ci consentano, quanto più dettagliatamente
ed in prima battuta, di avere elementi di giudizio.
Innanzitutto
farò anch'io una domanda che è già stata avanzata da alcuni colleghi,
relativamente al coordinamento che è stato effettuato a Genova. Non mi
prenda per un ingenuo, generale, ho fatto la stessa domanda anche ai
suoi
Pag. 171
colleghi, chiaramente per avere da
tutti e tre i comandanti - Polizia di Stato, Guardia di finanza ed Arma
dei carabinieri - la propria personale valutazione. Quanto alla seconda
domanda, le vorrei chiedere se siano in corso accertamenti - lei li ha
chiamati accertamenti mirati -, che tipo di accertamenti siano e
relativamente a quali fatti. Le chiedo, inoltre, se sia possibile
acquisire gli atti di queste indagini interne al comando dei
carabinieri. La terza domanda è se ci siano state azioni, in qualche
modo, preventive di infiltrazione da parte dei carabinieri e se sì
quali siano stati i risultati. Vorrei avere una precisa
puntualizzazione su questo (Commenti del deputato Ascierto). Ed
io glielo chiedo ancora, Ascierto, in modo tale che non ci siano dubbi
su questo. L'altra domanda che volevo fare riguarda l'impiego del ROS:
non ho capito, generale, se sia stata utilizzata la struttura centrale
oppure se sia stata data un'azione di supporto alla struttura
interprovinciale di Genova. Un'altra domanda, sempre puntuale: non ho
capito bene, lei ha fatto riferimento prima all'utilizzo del
battaglione Toscana o del battaglione Tuscania?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Battaglione Toscana. Il Tuscania non c'entra nulla.
GIANCLAUDIO BRESSA. Il Tuscania non è stato utilizzato a Genova?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Risponderò, risponderò.
GIANCLAUDIO BRESSA. Le chiederei di
dirci, eventualmente, perché non sia stato utilizzato il battaglione
Tuscania, nel caso non sia stato utilizzato.
La ringrazio. Le ultime domande, invece, non fanno riferimento né alla relazione che lei ha fatto né agli altri atti che
Pag. 172
abbiamo acquisito in questi giorni, ma
a notizie giornalistiche. Credo, però, sia importante avere da lei
risposte puntuali. La prima riguarda alcune notizie dei giornali che
sottolineavano come fossero intervenuti disguidi operativi, come, cioè,
ci fossero stati dei ritardi nell'impiego delle forze dei carabinieri.
Le chiedo se questo corrisponda al vero e perché, nel caso fosse
effettivamente vero. L'altra domanda è stata in parte anticipata dal
collega Boato. Noi abbiamo letto, in parecchi articoli sui giornali, di
alcuni nostri colleghi che hanno ripetutamente dichiarato di essere
stati per molte ore nella sala operativa del comando provinciale dei
carabinieri. Allora io vorrei chiedere a lei quali siano le norme che
regolamentano l'accesso alle caserme ed alla sala operativa (Commenti del deputato Ascierto). Io l'ho chiesto al generale Siracusa. Quando voglio fare una domanda a te, Ascierto, mi rivolgo a te.
PRESIDENTE. Non ci interrompiamo, perché altrimenti non agevoliamo il lavoro.
GIANCLAUDIO BRESSA. Nel caso in cui
queste norme prevedano la non presenza da parte di deputati o di
estranei, come mai c'era la presenza di questi colleghi deputati in
quella sede? L'ultima domanda, sempre acquisita non da informazioni
rese in questo Comitato ma dalla stampa, è se risponda a verità il
fatto che il Vicepresidente Fini sia stato ospitato, durante tutte le
attività di quei giorni, presso la vostra caserma e presso il centro
operativo. La ringrazio, generale.
LUIGI BOBBIO. Innanzitutto, vorrei
rivolgere un ringraziamento al generale che è stato come sempre
assolutamente preciso, come è nel costume dell'Arma dei carabinieri. Io
vorrei solo fare qualche domanda per dettagliare meglio alcuni
Pag. 173
passaggi. In primo luogo, vorrei sapere
se, in occasione della fase preparatoria del vertice, fosse stato
previsto un servizio di pattugliamento rinforzato a mezzo di radio
mobili per l'Arma dei carabinieri e di volanti per la Polizia di Stato
nell'intera città - quindi, con esclusione, ovviamente, di zona rossa e
zona gialla -, per segnalare ed eventualmente intervenire subito contro
quei nuclei di saccheggiatori e, comunque, di violenti che pare si
siano mossi per il resto della città di Genova, ripeto con esclusione
di zona rossa e zona gialla. Le chiedo se fosse stato previsto prima.
Poi
vorrei sapere se le risulti che esponenti e membri appartenenti al GSF,
già da vari mesi prima del vertice, avessero pubblicamente proclamato
di voler a tutti i costi violare la zona rossa: questo come programma
di lavoro, chiamiamolo così, prospettato da questi soggetti già da
diversi mesi prima che si tenesse il vertice. Vorrei rivolgerle una
domanda che mi rendo conto può sembrare particolare; ma credo essa sia
imposta da alcune domande precedenti di altri colleghi. Le risulta se
sia vera la circostanza che all'addestramento abbiano partecipato anche
istruttori stranieri nell'uso di questi nuovi mezzi di contrapposizione
ai manifestanti, che pure sarebbero stati, peraltro, legittimamente
adottati, presi in dotazione dallo Stato italiano? Le risulta se gli
istruttori USA siano pregiudicati o delinquenti? Eventualmente, ce lo
potrebbe dire? Le chiedo poi se le risultino rapporti stabili di
cooperazione operativa fra le polizie italiane e quella federale degli
Stati Uniti d'America.
Ultime domande. Ci può dire se gli attacchi
sono stati condotti, in particolare contro i carabinieri, solo da
soggetti individuati e indicati come appartenenti alle tute nere o se
questi attacchi sono stati condotti anche da gruppi diversi, pur sempre
riconducibili al GSF? Ancora, voi carabinieri, come
Pag. 174
forze di polizia in questo caso,
avevate ricevuto dall'autorità di pubblica sicurezza preposta alla
gestione generale - come pare sia emerso da queste audizioni -
dell'ordine pubblico, secondo i compiti propri della pubblica
sicurezza, indicazioni circa eventuali atteggiamenti differenziati da
tenere nei confronti dei vari gruppi di manifestanti? Oppure vi siete
regolati, nel controllo e nella repressione degli attacchi violenti
contro di voi, in maniera assolutamente eguale nei confronti di tutti i
manifestanti violenti? Infine vorrei sapere se voi, come Arma dei
carabinieri, avevate ricevuto, sempre dall'autorità di pubblica
sicurezza, indicazioni operative circa come e quando intervenire.
Ad
esempio, vorrei sapere se abbiate ricevuto indicazioni di intervenire,
sempre nel controllo dell'ordine pubblico per strada, quando iniziavano
gesti violenti contro cose, beni o persone da parte dei manifestanti,
oppure vorrei sapere se abbiate avuto indicazioni di intervenire solo
in caso di aggressioni dirette contro di voi o se, viceversa, questo
genere di indicazioni non vi erano state fornite, invitandovi a
regolarvi secondo le normali prassi della tutela del servizio d'ordine
pubblico. Grazie.
LUCIANO VIOLANTE. Generale, volevo
chiederle tre cose semplici. La prima è questa: le frequenze che usava
l'Arma erano le stesse che usava la Polizia di Stato a Genova o erano
diverse? Se erano diverse, discuteste mai della possibilità di
unificarle per semplificare il lavoro? Secondo: chi era il titolare
dell'ordine pubblico a Genova? Chi era l'autorità di pubblica sicurezza
a Genova? Terzo: vorrei sapere se ci siano state inchieste interne o se
lei pensi di avviarne in relazione a notizie e denunce che
riguarderebbero presunte violenze effettuate dai carabinieri su persone
detenute, arrestate o fermate. Ci sono notizie che riguardano in
particolare il Forte
Pag. 175
San Giuliano (non so se siano corredate da denunce o meno, perché ne parlano i giornali).
Un'ultima
cosa. Se, per cortesia, domani potesse farci pervenire le disposizioni
di legge regolamentari o interne in ordine alle sale operative. Durante
le emergenze, chi può entrare nelle sale operative? A che titolo? Che
tipo di comportamento devono tenere queste persone, nel caso in cui
venissero ammesse? Un cittadino qualsiasi può presentarsi durante
l'emergenza in sala operativa chiedendo di partecipare o di assistere
alle operazioni? Può accadere questo? Grazie.
ALOIS KOFLER. Signor generale, mi
riferisco agli episodi a cui ha accennato anche lei, cioè all'arresto
di un gruppo di austriaci avvenuto la domenica sera, il 22. Le autorità
austriache hanno chiesto spiegazioni sui fatti avvenuti nella prima
notte passata nella caserma dei carabinieri. Adesso la richiesta pare
sia stata inoltrata al Ministero dell'interno, che sicuramente l'avrà
già girata a lei. Secondo me, sarebbe utile acquisire queste
spiegazioni - se lei le fornirà - anche qui per i lavori del nostro
Comitato; se lei fosse in grado oggi, seduta stante, di fornire
ulteriori dettagli su quello che realmente è successo, se le
risultassero fatti anomali di eventuali violenze, sarebbe naturalmente
interessante poterne acquisire direttamente qui gli elementi.
Secondo
episodio: l'intervento nella scuola Pertini. Dal rapporto Micalizio noi
abbiamo appreso che sarebbero stati circa 60 carabinieri. Lei può
confermare questa cifra o le risultano altre cifre circa le unità di
carabinieri impiegate? Seconda domanda: a tale riguardo, in quale
tenuta, in quale divisa sono intervenuti questi carabinieri in questa
azione? Terza ed ultima domanda: lei esclude che oltre a questi 60 (se
Pag. 176
erano 60) vi fossero altri carabinieri
o altre unità, legate in qualche modo anche ai carabinieri, che
avrebbero potuto intervenire prima dell'intervento della polizia?
Grazie.
FILIPPO ASCIERTO. Signor generale, la
voglio ringraziare per la chiara e puntuale esposizione perché, insieme
all'esposizione del capo della polizia e alle risposte che ha fornito
alle domande prima di lei, possiamo dire che questa sera le forze
dell'ordine escono a testa alta. Escono a testa alta nonostante una
certa stampa e nonostante alcune azioni politiche che, in questi ultimi
tempi, hanno tentato di delegittimare le stesse forze dell'ordine. Le
faccio alcune domande; poi sarò a completa disposizione quando i
colleghi vorranno rivolgermi direttamente delle domande, considerato
che sono stato uno dei parlamentari nella centrale operativa.
Le
voglio chiedere, prima di tutto, quanti feriti complessivamente l'Arma
dei carabinieri ha avuto in quei giorni a Genova; se corrisponda al
vero che i due blindati assaltati, dove è rimasto ferito un carabiniere
(ricordiamolo: ha avuto la parte orbitale fratturata) sono stati
abbandonati, anzi, uno è stato abbandonato (poi è stato incendiato),
per evitare che il contingente potesse avere uno scontro prolungato con
conseguenze diverse rispetto a quelle di un semplice blindato bruciato
e di un solo ferito, ovvero il carabiniere. Quindi, vorrei sapere se
c'è stato da parte dell'Arma questo tipo di atteggiamento, di
responsabilità. Quante caserme dell'Arma dei carabinieri sono state
assaltate? Per quanto tempo? Prima di tutto vorrei sapere se il Forte
San Giuliano è stato assaltato. Quando è stato assaltato? Per quanto
tempo il Forte San Giuliano è rimasto isolato (non solo per l'assalto,
ma anche perché i manifestanti avevano circondato la zona)? Gli
arrestati in flagranza di reato sono tutti stranieri o ci sono anche
italiani (elementi diversi rispetto alle frange estreme)? Vorrei
Pag. 177
che ce lo dicesse, a meno che non ci sia l'autorità giudiziaria in questo momento che sta svolgendo ulteriori accertamenti.
Quanto
all'azione preventiva fatta dai ROS, ci sono state delle
intercettazioni ambientali su ordine dell'autorità giudiziaria
(preventive, durante e anche dopo)?
Le voglio, inoltre, chiedere
se l'Arma prenda iniziative autonome ai fini dell'ordine pubblico, cioè
se l'Arma possa prendere queste iniziative autonome nel corso dei
disordini e - collego - se la centrale operativa possa dare ordini
autonomi rispetto alla sala operativa della questura; se ci sono
registrazioni, cioè se le centrali operative registrano le
comunicazioni; se la centrale operativa ha un'unica stanza o ha più
locali, compresa una sala tipo «ascolto ed aspetto», collegata
all'ufficio del comandante provinciale.
ANTONIO SODA. Stava là dentro.
FILIPPO ASCIERTO. Poi, presidente, chiederò anche l'audizione del comandante provinciale dei carabinieri di Genova.
PRESIDENTE. La presidenza si riserva di valutarne l'ammissibilità.
FILIPPO ASCIERTO. L'episodio...
ANTONIO SODA. Sa tutto!
FILIPPO ASCIERTO. So tutto, sono anche un carabiniere. Grazie.
L'episodio
relativo a Carlo Giuliani si è verificato in via Tolemaide. Sa per caso
quanto dista questa strada dalla scuola Diaz? Sembrerebbe circa 500
metri. Considerato l'orario in cui si sono verificati quegli incidenti,
vorrei chiederle se conosce qual era in quel momento la situazione
dell'ordine pubblico;
Pag. 178
cioè, vorrei sapere se si trattava di manifestanti che stavano rientrando verso la scuola Diaz finite le manifestazioni.
Un'altra
cosa. Lei ha fatto riferito - se ce lo può confermare - che il furgone,
che è stato trovato nella cava in prossimità di Genova, aveva del
materiale anche del Genoa social forum. Le chiedo se questo
furgone sia stato filmato nei giorni precedenti o se sia stato visto
all'interno o nelle vicinanze di alcuni siti del Genoa social forum.
Le
chiedo pure di chiarire - se le è possibile - le disposizioni date al
personale in borghese del Forte San Giuliano, vale a dire se questo
personale poteva uscire dalla caserma oppure se era a disposizione
interna, con divieto di uscire dalla caserma.
FRANCO BASSANINI. Vorrei rivolgere
quattro domande al generale Siracusa. La prima riguarda la tragica
vicenda di Carlo Giuliani, premesso - per evitare equivoci - che
anch'io propendo per un caso di legittima difesa, per quello che ho
visto. Non pensa, generale Siracusa, che si ponga il problema di dotare
di strumenti di difesa diversi - si è parlato, ad esempio, di
proiettili di gomma - da quelli che sono attualmente impiegati e che
questa vicenda abbia sottolineato questo problema come particolarmente
rilevante e urgente, anche se tutti speriamo che non si debbano
ripetere situazioni di questo genere? È, infatti, evidente che,
disponendo di strumenti diversi, la legittima difesa poteva avere -
come dire - conseguenze meno tragiche.
La seconda domanda si
riferisce al fatto che lei ha parlato - come, peraltro, già affermato
dal capo della polizia - di alcune migliaia di facinorosi, che sono
intervenuti a Genova non per manifestare pacificamente le loro opinioni
dissenzienti rispetto al G8, ma intenzionati ad esprimersi con atti di
violenza. Se ho capito bene, dicendo alcune migliaia, lei - e
Pag. 179
credo sia corretto - intende che vi
erano centinaia di migliaia di manifestanti, la grande maggioranza dei
quali apparteneva a organizzazioni pacifiche, che intendevano
manifestare pacificamente; poi ve ne erano alcune migliaia -
probabilmente non identificabili in una sola organizzazione - che,
invece, non manifestavano pacificamente. Se è così - le ripeto la
domanda che prima non ha avuto un'adeguata risposta -, non è una regola
generale che, in questi casi, si debba fare di tutto per isolare i
facinorosi ed i violenti, per evitare che si confondano con i
manifestanti pacifici, tenerli separati e per poterli così controllare
al fine di prevenire e reprimere più facilmente le violenze senza che
ci vadano di mezzo quelli che pacificamente e, quindi,
democraticamente, esprimono le loro opinioni? Che cosa avete fatto per
raggiungere questo obiettivo? Non ritiene che, comunque, qualche cosa
non abbia funzionato? Fatto sta che questo obiettivo - a quello che è
evidente e che già comincia ad emergere - non è stato
soddisfacentemente raggiunto. Io ho visto, come ricordavo questa
mattina, ad esempio, manifestazioni per il 25 aprile, a Milano, nelle
quali l'obiettivo di tenere separati i potenziali violenti è stato
raggiunto perfettamente; i violenti venivano circondati e tenuti in
fondo al corteo e questo era programmato dalle forze dell'ordine.
La
terza domanda, che rivolgo anche a lei: sulla base di quanto è a sua
conoscenza, esistevano infiltrati nelle organizzazioni che
manifestavano e, in particolare, in quelle più a rischio? Si è riusciti
ad avere - come in molti casi si fa - personale sotto copertura
infiltrato o no? Interessa sia che la risposta sia sì sia che sia no,
naturalmente, in caso affermativo, vorrei avere una spiegazione di come
si è proceduto a tale riguardo.
Pag. 180
Infine, l'ultima domanda, che
sostanzialmente le ha già rivolto prima il senatore Kofler: lei non ci
ha parlato della cosiddetta perquisizione alla scuola Pertini e anche
dell'intervento all'interno della scuola Diaz, però, questa mattina ci
è stato consegnato un rapporto nel quale si afferma che c'erano 60
unità del corpo dei carabinieri; che cosa le è stato riferito a questo
riguardo? Poiché sembra che non tutto sia andato secondo le regole in
quell'occasione e vi è anche, evidentemente, un palleggio di
responsabilità, lei ha avviato un'indagine al riguardo, ha ricevuto dei
rapporti? Insomma, cosa può dirci in merito?
MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Comandante, la
ringrazio innanzitutto per la sua relazione, così precisa e dettagliata
che mi sembrava di non dover assolutamente intervenire, in quanto lei
aveva esaurientemente ed esaustivamente parlato di tutto quanto è
avvenuto a Genova.
Senonché, mi ha colpita un aspetto particolare,
vale a dire che in due episodi, uno nel quale è stato colpito duramente
un carabiniere, l'altro nel quale purtroppo è morto il povero giovane
Carlo Giuliani, un elemento importante è stato quello dei cassonetti.
Leggendo le poche carte che ci ha portato il comune - dico poche, in
quanto io ne avevo richieste molte di più, ma purtroppo sono stati
inviati solo quattro fogli -, ho rinvenuto una disposizione del
questore, del 19 luglio 2001, inviata sia alla direzione dell'AMIU sia
al sindaco, nella quale si legge espressamente che è opportuno disporre
la rimozione, fino a cessate esigenze, dei contenitori dei rifiuti
solidi urbani...
FRANCO BASSANINI. Quale è la data della disposizione?
MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Il 19 luglio, senatore Bassanini.
Pag. 181
FRANCO BASSANINI. Un po' tardiva!
MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Credo,
comunque, che gli episodi cui si riferiva il comandante, le morti ed i
ferimenti, siano successivi a tale data.
Quindi, ripeto - se lei
mi permette -, che la disposizione stabilisce che vengano rimossi, fino
a cessate esigenze, i contenitori dei rifiuti solidi urbani e le
campane per le raccolte differenziate di vetro, carta, plastica,
eccetera, ubicate nelle aree di transito e svolgimento delle iniziative
di cui sopra e sono elencate tutte quante le zone (e, appunto, anche le
zone nelle quali, purtroppo, si sono verificati i fatti).
Io mi
chiedevo: in primo luogo, se lei era a conoscenza di questa
disposizione emessa dalla questura; in secondo luogo, visto che in
realtà in questi due gravi incidenti sono stati utilizzati proprio dei
cassonetti - anzi, sono stati uno degli elementi preponderanti che poi
hanno portato alla morte o comunque al ferimento - se lei sa se siano
state presentate denunce, per omissione di atti d'ufficio, nei
confronti del direttore dell'AMIU o del sindaco o, comunque, delle
denunce, per responsabilità oggettiva, per i fatti avvenuti. Inoltre,
mi chiedo, nel caso in cui lei non fosse a conoscenza di questa
disposizione, se intenda, vista la responsabilità per omissione di atti
d'ufficio che vi è stata, proporre eventuali denunce.
ANTONIO IOVENE. Signor presidente,
signor generale, ho quattro domande brevissime da porre. La prima è
stata già rivolta, questa mattina, al capo della polizia, prefetto De
Gennaro. Il 26 luglio i giornali hanno riportato, in più occasioni, la
notizia dell'esistenza di un rapporto riservato, redatto dieci giorni
prima del vertice, con il quale si informava di possibili infiltrazioni
di organizzazioni neofasciste - Forza nuova, Fronte nazionale, eccetera
- nelle manifestazioni per
Pag. 182
il G8 e si specificava testualmente
che, nel caso in cui si fossero verificati incidenti, si volevano
colpire i rappresentanti delle forze dell'ordine allo scopo di
screditare, contestualmente, l'area antagonista di sinistra. Nel
rapporto, che sarebbe di 36 pagine, si faceva riferimento addirittura a
numeri precisi di appartenenti ai black bloc italiani - che
sarebbero arrivati 3 da Vercelli, 10 da Biella, eccetera - e quindi a
numeri che farebbero pensare ad una loro identificazione anche
abbastanza facile.
Vorrei sapere se lei fosse a conoscenza di tale
rapporto, se esso esista veramente e che utilizzo ne sia stato fatto.
Nella sua relazione, lei ha escluso espressamente la presenza di
esponenti dell'Arma come infiltrati all'interno dei manifestanti. A
tale riguardo, vorrei sapere se sia a conoscenza del fatto che in uno
dei tanti siti che si occupano di Genova in questi giorni è stata
pubblicata una foto che sarebbe stata scattata il 21 luglio, alle ore
16, davanti alla caserma di San Giuliano e che - così si dice
esplicitamente - ritrae carabinieri travestiti da black bloc mentre ne escono. Vorrei sapere, quindi, se sia a conoscenza dell'esistenza di questa fotografia.
Nei
giornali di oggi - e vengo ad un'altra domanda - viene riportata, a più
riprese, la lettera che il Presidente austriaco ha inviato al
Presidente della Repubblica italiana con riferimento all'arresto di
alcuni cittadini austriaci: la polizia esclude che siano stati tratti
in arresto dalla polizia e vorrei sapere, pertanto, se le risulti che
cittadini austriaci siano stati arrestati dall'Arma dei carabinieri e,
in caso affermativo, se si tratti proprio di quelli di cui parla la
lettera del Presidente della Repubblica austriaca.
Infine, vorrei
sapere se le risulti che lunedì mattina - quindi, ben dopo lo
svolgimento dei fatti relativi alle manifestazioni del Genoa social forum - siano stati effettuati, in
Pag. 183
piazzale Kennedy, dei caroselli da parte di appartenenti alle forze dell'ordine e, in particolare, all'Arma dei carabinieri.
MICHELE SAPONARA. Anch'io ringrazio il
generale Siracusa per la relazione chiara e puntuale, anzi puntigliosa,
con cui ha descritto l'apporto fornito dall'Arma dei carabinieri al
mantenimento dell'ordine pubblico durante il vertice del G8. In
particolare, vorrei fare pochissime domande.
Chi aveva il comando
dell'Arma in quel contesto? Quali rapporti ed accordi intercorrevano
con le altre forze addette alla tutela dell'ordine pubblico? Cosa
sapeva lei della situazione? La seguiva? Veniva aggiornato? Da chi
veniva aggiornato? Più specificamente, quando venne informato della
perquisizione da effettuare nella scuola di via Diaz e quali
motivazioni le furono comunicate?
Lei ha parlato soprattutto della
giornata di venerdì, mentre, in genere, abbiamo finora saputo di
sabato. La giornata di venerdì, secondo quanto ci ha detto, è stata
caratterizzata da una forte aggressività, da molte aggressioni dei
manifestanti contro le forze dell'ordine: fu in questo contesto che
trovò la morte il giovane Giuliani. Orbene, avete individuato quante
persone, e di quali gruppi, avevano partecipato all'aggressione che
portò all'incidente in cui trovò la morte Giuliani?
Infine, avete disposto delle indagini interne circa eventuali omissioni ed insufficienze, così come hanno fatto le altre armi?
IDA DENTAMARO. Presidente, ho tre
domande brevissime da porre al generale. Anzitutto, con riferimento
alla sala operativa interforze, vorrei sapere se sia possibile
individuare un responsabile di essa e della conduzione delle
operazioni, o anche più d'uno - ad esempio, uno per ogni corpo - e,
comunque, da chi questo o questi furono indicati; se fossero
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o meno genovesi, ovviamente non di
nascita, ma nel senso che fossero o meno in servizio a Genova da un
periodo di tempo congruo e sufficiente a conoscere la topografia della
città ed a rendersi conto, così, con immediatezza, in tempo reale, dei
percorsi e dei luoghi dove era più opportuno effettuare gli interventi.
Inoltre, desidererei sapere se le risulti che in quella sala gli
apparati tecnologici siano più volte andati fuori uso durante le
operazioni e, comunque, se questa circostanza è verificabile, in modo
che il Comitato possa esserne messo a conoscenza (in caso sia
affermativo sia negativo); quindi, le sto chiedendo notizie sul
funzionamento di tali apparati.
Da ultimo, mi associo alle
richieste di quei colleghi che hanno manifestato l'esigenza di un
approfondimento di tutto quanto accaduto alla caserma Forte San
Giuliano, ivi compresa la presenza di un esponente del Governo.
LUCIANO FALCIER. Come hanno già fatto
altri colleghi, anch'io rivolgo un ringraziamento al generale per la
relazione e per le dettagliate notizie che con essa ha voluto fornirci.
Vorrei aggiungere che ho molto apprezzato l'assunzione - almeno, così
io la interpreto - della responsabilità almeno morale per quanto
riguarda la preparazione, la professionalità ed il comportamento degli
uomini dell'Arma, naturalmente, in questo contesto, nel rispetto delle
responsabilità organizzative delle autorità di pubblica sicurezza.
Credo che quest'assunzione di responsabilità almeno morale faccia onore
a lei ed all'Arma che comanda.
Per quanto riguarda la nostra
indagine, farò una premessa e due brevissime domande. Credo che la sua
relazione ci aiuti a ripristinare, un po' alla volta, la verità: la
verità su chi ha aggredito e chi è stato aggredito, la verità su chi ha
organizzato
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le violenze e chi le ha subite. Credo
che la sua relazione sia molto illuminante e che i dettagli che ha
voluto fornirci ci aiutino nella ricerca della verità.
Le due
domande sono molto brevi: sulla base di quanto è successo, dei
disordini avvenuti e, se ho capito bene, dell'aggressività e quantità
dei facinorosi, vorrei sapere se tutto questo era stato previsto e se,
in tutto o in parte, fosse almeno prevedibile.
Inoltre, sulla base
della esperienza comunque maturata con quanto accaduto al G8 e facendo
tesoro di quanto è successo, quali eventuali, diversi accorgimenti o
direttive avrebbe dato, se ne fosse stato compiutamente a conoscenza? O
meglio, per il futuro, in casi analoghi, ritiene di dare diverse,
eventuali direttive (o contribuire a darle) per la tutela dell'ordine
pubblico e la salvaguardia di tutte le esigenze connesse al G8?
MASSIMO VILLONE. Ci rendiamo tutti
conto della difficilissima condizione in cui si è svolta l'azione per
la tutela dell'ordine pubblico, quindi sarà bene ribadire, ancora una
volta, che nessuno, qui, mette in stato di accusa l'Arma dei
carabinieri o le forze dell'ordine in generale.
Sul caso tragico
della morte del giovane manifestante, anch'io ritengo che l'ipotesi più
probabile sia quella della legittima difesa o, più precisamente, forse,
l'eccesso colposo di legittima difesa, che, tecnicamente, mi sembra la
fattispecie più idonea, naturalmente per quanto si sa allo stato
attuale.
A me pare, però, che vi siano fatti che hanno colpito la
pubblica opinione italiana e internazionale al pari o forse,
paradossalmente, ancora di più della tragica morte di Giuliani.
Episodi, eventi che la pubblica opinione ha ritenuto che non dovessero
aver luogo, sia pure in un contesto di grande difficoltà; fatti di cui
è stata data ampia documentazione e nei quali hanno avuto parte anche i
carabinieri (come si diceva
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poc'anzi, anche alla scuola ex Diaz pare ci fosse, per quanto si viene a sapere, un contingente di carabinieri).
A
me pare che le future potenzialità dannose di questi episodi siano
assolutamente elevate. È proprio con riferimento a questi episodi che
un giornale come Le Monde scrive che l'Italia deve dimostrare
di non essere un rischio per l'Europa democratica. È un giudizio
pesantissimo che non viene dato qui ma fuori dei confini di questo
paese, da parte di persone che non partecipano alle nostre «battaglie
navali» tra maggioranza ed opposizione. In questo, nutro preoccupazioni
per il futuro.
Generale Siracusa, sa cosa mi preoccupa? Mi
preoccupa, innanzitutto, certamente, che fatti di questo genere possano
accadere, ma, ancor di più, che nessuno li impedisca e che non vi sia
stato nessuno in condizione di fare qualcosa affinché non accadessero.
Vorrei
farle una domanda partendo da una ipotesi. Assumiamo che questi fatti
siano accaduti, per ipotesi - poi si vedrà - ma poniamo come ipotesi
che siano accaduti: chi avrebbe dovuto sapere? Chi avrebbe dovuto
essere informato? Chi avrebbe dovuto impedirli? C'è stato mai qualcuno,
dalla sala operativa ai comandi dei responsabili politici, che ha avuto
l'informazione e che avrebbe potuto impedirli o no? Perché vede, per il
futuro, questo è il punto: cosa dovremo fare, cosa dovremmo fare, per
evitare che simili episodi si ripetano? Questa credo sia la vera
domanda alla quale, oggi, dobbiamo rispondere.
NITTO FRANCESCO PALMA. Signor
presidente, prima di intervenire vorrei chiederle una informazione
circa i documenti che ci sono stati trasmessi e che hanno la qualifica
«riservato».
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PRESIDENTE. A quali documenti fa riferimento, onorevole Palma?
NITTO FRANCESCO PALMA. Ai documenti che mi sono arrivati.
PRESIDENTE. Per quanto riguarda i
documenti di oggi, salvo quelli del Ministero dell'interno, che ci ha
inviato il ministro Scajola, quelli inviati dal DAP, due dei quali sono
riservati, e la copia riservata, quella del dottor De Gennaro, con cui
abbiamo occupato parte della giornata, il resto non è riservato ed è a
vostra disposizione.
NITTO FRANCESCO PALMA. La ringrazio, signor presidente, volevo solo essere prudente.
Generale
Siracusa, lei ha affermato che le attività preparatorie per la gestione
della sicurezza del G8 iniziarono all'incirca verso il 18 novembre 2000
e che, due giorni dopo, come già ricordava l'onorevole Boato, si
costituì, presso il CESIS, un organismo finalizzato all'intelligence di tipo informativo.
La
mia domanda è molto semplice, generale Siracusa, ed è la seguente: dopo
i fatti di Napoli, che risalgono al marzo 2001, e durante i quali vi
furono scontri di piazza con manifestanti di area simile o identica a
quella che probabilmente sarebbe stata presente a Genova in occasione
del G8, vi arrivò l'input di natura politica (parliamo del marzo
2001) di intensificare la vostra attività di informazione o di
prevenzione? Glielo chiedo anche alla luce del fatto che - da quello
che leggo - emergeva che il cosiddetto «blocco giallo», cui facevano
capo anche le tute bianche, era solito utilizzare sistemi di attacco
contro le forze dell'ordine; che a Napoli si era mosso il cosiddetto
«blocco blu», che anzi intendeva potenziare e
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amplificare gli scontri che già a
Napoli erano avvenuti con le forze dell'ordine, utilizzando il G8 di
Genova; che erano sostanzialmente note, anche in ragione delle
precedenti occasioni, le modalità di attacco da parte del cosiddetto black bloc. Vorrei sapere se vi arrivò nel marzo, aprile, maggio un input di natura politica in ordine alla necessità di intensificare la vostra azione.
Vorrei
sapere, inoltre, se il vostro personale era stato portato a conoscenza
del fatto che fonti informative avevano sostanzialmente affermato che i
manifestanti, o talune frange di essi, avevano intenzione di prendere
in ostaggio alcuni agenti delle forze di polizia o delle forze
dell'ordine individuati tra quelle più isolate.
GRAZIA LABATE. Innanzitutto la
ringrazio, generale Siracusa, per la esaustiva relazione che ci ha
fornito e che ovviamente leggeremo attentamente, perché ci servirà per
una riflessione ponderata.
Vorrei tornare ai tragici eventi che hanno visto coinvolta la Land Rover
dei carabinieri e che hanno portato poi alla morte di Carlo Giuliani.
Ho un grande dubbio, generale Siracusa, e spero che lei possa, in
qualche modo, fugarlo, visto che mi tormenta da quel giorno.
Le
immagini televisive che furono trasmesse, di primo acchito, dalle
emittenti locali mostrarono la sequenza degli avvenimenti. Abbiamo
visto che una Land Rover dei carabinieri riuscì, diciamo, a
sfuggire al momento dell'aggressione, dei tafferugli, e l'altra rimase,
invece, bloccata di fronte al muro, in piazza Alimonda. Tuttavia, le
stesse immagini, ci mostrano che, a poca distanza, circa 20 metri,
c'era un cordone della polizia. Ora lei, giustamente, ha detto che
c'era un coordinamento delle forze, immagino, preparato in base a piani
giornalieri, che tenevano conto anche delle iniziative e
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delle manifestazioni. Allora il dubbio
atroce che io ho è il seguente: come mai quel cordone della polizia non
intervenne quando fu chiaro che la Land Rover dei carabinieri
era bloccata lì? Ho avuto la sensazione, e così gliela rimando,
augurandomi che ella possa soddisfare questa mia domanda, che quel
cordone fosse paralizzato, che assistesse ai fatti che abbiamo visto e
che condivido con lei, in cui erano stati sfasciati i vetri laterali e
il vetro posteriore della Land Rover; si sono viste spranghe di legno che assaltavano la Land Rover
e, lì intorno, però, non c'era un nucleo forte di manifestanti
aggressivi. Se lei è meglio informato, ci può dare delle risposte
perché da lì deriva la domanda: come era organizzato questo
coordinamento, se in quel momento terribile una Land Rover scappa, una rimane bloccata e quella parte di polizia che abbiamo visto, a 20 metri, non interviene?
PRESIDENTE. Sono così conclusi gli
interventi (e quindi le domande) dei colleghi. Ora comandante, possiamo
procedere alla fase delle risposte. Se dovesse ritenere, per qualche
domanda, di inviare successivamente al Comitato una relazione - anche
se in tempi abbastanza brevi - può farlo.
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
La ringrazio, signor presidente. Per la gran parte delle domande sono
in grado di fornire delle risposte. Seguirò il suo consiglio per quei
casi ove non avessi un'immediata possibilità di rispondere
compiutamente. È chiaro che molte risposte copriranno domande poste da
diversi membri del Comitato che hanno avuto la cortesia di porgermele.
Innanzitutto,
è stato chiesto se l'Arma abbia costituito una commissione di indagine,
una commissione di inchiesta. L'Arma dei carabinieri vive la sua
struttura di comando e controllo su una perpetua, continua commissione
di indagine
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e d'inchiesta, nel senso che gli
accertamenti, i controlli sono fatti dalla struttura gerarchica con
carattere di continuità. Quindi, sono in grado di rispondere agli
eventi, naturalmente, con gli accertamenti che i differenti casi
richiedono e, quindi, con il tempo che i diversi casi richiedono.
Quindi, non ho costituito una commissione di indagine apposita, ma, per
ogni episodio, ho avuto risposte dalla catena gerarchica.
Per ciò
che riguarda il gruppo di lavoro del CESIS, è abbastanza normale che
quando vi sono eventi di carattere particolare, si costituiscano gruppi
di lavoro - molti signori qui presenti lo sanno - per consolidare le
esperienze, le possibilità, le capacità delle diverse istituzioni. Per
ciò che riguarda l'attività del ROS, confermo: per l'attività
preventiva, noi abbiamo rinforzato la sezione anticrimine di Genova con
45 unità prese dalle altre sezioni, con riferimento alla procura di
Genova e non (mi è stata rivolta questa domanda) alla procura di Roma.
Vorrei
affrontare qui l'argomento del coordinamento, che è stato posto in
diverse sedi. Vorrei chiarire subito che, in quest'evenienza - il
convegno di Genova - o in tutte le altre occasioni di ordine pubblico,
non si pone un problema di coordinamento. Io non ho un problema di
coordinamento su Genova, perché il responsabile dell'ordine pubblico è
il questore. Io fornisco al questore tutti i contributi, i sostegni, i
rinforzi che vengono concertati; naturalmente, chiedono anche
contributi di tipo concettuale, consigli. Tutto ciò viene dato, ma la
responsabilità sul campo è del questore, come previsto dalla legge n.
121: quindi, non possiamo parlare di coordinamento. La parola
coordinamento è quella che si pone, a livello centrale, con il comitato
nazionale di ordine e sicurezza pubblica e, a livello provinciale, con
il comitato provinciale di ordine e sicurezza pubblica, specialmente
per ciò che riguarda
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problemi di sicurezza preventiva e
repressiva. Per ciò che riguarda l'ordine pubblico, le ordinanze sono
emesse dal questore e l'Arma dei carabinieri, la Polizia di Stato, la
Guardia di finanza - o chiunque altro rientri o possa rientrare in
questo sistema - prende ordini dal questore attraverso le ordinanze che
esso emana. Sul terreno, vi sono i funzionari della pubblica sicurezza.
I funzionari hanno la responsabilità dell'impiego delle forze della
Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza.
La presenza, che è stata sottolineata, del comandante della stazione di
San Fruttuoso o di altri personaggi dell'Arma - dei comandanti di
compagnia, di plotone e dei battaglioni mobili - è a supporto e questa
collaborazione è favorita perché il comandante della stazione San
Fruttuoso conosce il territorio a menadito; il comandante della
compagnia territoriale di Portoria o di Genova centro conosce benissimo
il territorio. Tutti possono immaginare quanto sia importante la
conoscenza del territorio specialmente a Genova.
Ecco, vorrei che
questo fosse veramente un punto fermo: parlare di coordinamento
effettivamente non è corretto. Il coordinamento si fa quando vi sono
forze da mettere insieme, conoscenze da suddividere ma, poi, in questo
caso - vale a dire in caso di ordine pubblico - la responsabilità va
dal questore ai funzionari che da esso dipendono.
FILIPPO MANCUSO. Il carabiniere più alto in grado a Genova chi è?
SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri.
A Genova vi è il comandante della regione Liguria. Ma la competenza
territoriale, è del comandante provinciale, un colonnello.
FILIPPO MANCUSO. Per la circostanza?
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>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>segue
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