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Audizione del generale Sergio Siracusa (parte 2a)






Infine, le chiedo se sia normale dal punto di vista istituzionale che, nel corso della gravissima emergenza di ordine pubblico avvenuta a Genova in quei giorni - che lei ha puntualmente descritto -, quattro deputati abbiano potuto permanere per varie ore all'interno della sala operativa del comando provinciale dell'Arma dei carabinieri di Genova. Una visita la potrei fare anch'io, ma è da considerarsi istituzionalmente normale la permanenza prolungata per alcune ore all'interno della sala operativa del comando provinciale dell'Arma dei carabinieri?

PRESIDENTE. Senatrice Ioannucci, può intervenire sull'ordine dei lavori.

MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Presidente, intervengo per avere un'informazione. Possiamo fare solo domande o possiamo anche esprimere opinioni personali - comunque legittime - e magari contrarie ai fatti e non suffragate dalla realtà? Vorrei saperlo per potermi regolare di conseguenza nei miei futuri interventi (Commenti del deputato Boato).

PRESIDENTE. Onorevole Boato, la senatrice Ioannucci ha fatto una domanda e credo le sia dovuta una risposta. Fino a questo momento abbiamo proceduto in totale libertà, consentendo a tutti lo svolgimento di interventi ritenuti opportuni ed idonei, al fine di accertare i fatti che sono oggetto dell'attività del Comitato. Mi rendo conto - lo lascio alla sensibilità di ognuno di voi - che l'unica cosa che forse verrà discussa nel prossimo ufficio di presidenza è decidere se sarà il caso di contingentare i tempi al fine di attribuire un tempo di intervento maggiore ai rappresentanti di gruppo, lasciando agli interventi a titolo personale un tempo più limitato. È una proposta che faccio in questo momento e che per oggi non


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costituisce la regola. Fino ad ora abbiamo cercato di «sopportarci» anche quando qualcuno ha un po' scantonato. Mi auguro che, avendo rispetto per gli altri e per i nostri ospiti, ognuno di noi possa contenere il suo intervento, non tanto nei tempi, quanto in riferimento agli argomenti trattati, facendo in modo che questi ultimi possono servire alla finalità del Comitato.

MARCO BOATO. Presidente, credo di aver fatto otto domande, che il generale si è appuntato.

PRESIDENTE. Perfetto!

GRAZIELLA MASCIA. Devo fare diverse domande ma sarò veloce. Lei ha giustamente ribadito l'esperienza fatta dall'Arma dei carabinieri e dai battaglioni che sono intervenuti, riguardo all'addestramento cui sono stati sottoposti assieme alle altre forze di polizia.
Rivolgo anche a lei la domanda che ho rivolto al capo della polizia. È vero quello che è stato pubblicato da un quotidiano, e cioè che a questi addestramenti avrebbero partecipato come istruttori degli statunitensi?
Per quanto riguarda il nuovo equipaggiamento, le chiedo se l'Arma dei carabinieri ha utilizzato il manganello a gomito - mi pare si chiami così -, un manganello che lascia ferite che alcuni manifestanti hanno riportato.
Prima il generale della Guardia di finanza ha parlato di manganello a gomito, un manganello che lascia un taglio. Le ferite hanno tutte queste caratteristiche.
Lei ha parlato giustamente del coordinamento con il Cesis che funzionava già dall'anno scorso. Volevo chiedere se questo coordinamento ha continuato a funzionare e se lei ha partecipato all'elaborazione delle direttive e alla gestione dell'ordine pubblico nelle giornate del 20 e 21 luglio.


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Vorrei conoscere i criteri con cui si sono determinati i respingimenti, in base alla sospensione del trattato di Schengen. Mi riferisco ai respingimenti alle frontiere; vorrei sapere se c'era un criterio oggettivo, se c'erano segnalazioni nominative oppure se ognuno valutava a seconda del momento. Quanto alla valutazione sulla capacità preventiva, ne abbiamo parlato anche stamattina.
Vorrei chiederle, in particolare, rispetto all'utilizzo dei suoi battaglioni, come questi siano stati impiegati nella giornata del 20 e chi li dirigesse. Quale tipo di coordinamento vi era nella sala operativa unificata e chi era il rappresentante dell'Arma dei carabinieri in quella sala operativa? Vorrei chiederle ancora, meglio, quale tipo di rapporto lei abbia intrattenuto con la sala operativa in quei giorni (19, 20 e 21). Forse dico anche delle cose per inesperienza, ma vorrei comprendere meglio come vengano decisi gli interventi. E mi spiego rivolgendole una domanda specifica, per comprendere con quale criterio e con quale direzione dalla sala unificata oppure con quale autonomia sui singoli luoghi siano stati decisi gli interventi. Parliamo del 20, in via Tolemaide. Io ero in testa a quel corteo; mi pare di aver visto circa 80 o 100 carabinieri quando è partita la prima carica. Poco distante da lì, in piazza Verdi, c'era almeno un migliaio di poliziotti. Le rivolgo questa domanda proprio per capire. Mi sono chiesta per quale ragione si sia scelto di intervenire immediatamente e se ci sia un criterio di ordine pubblico che lo ha consigliato, perché il risultato successivo di quell'intervento immediato, a quell'altezza e soltanto con 80 uomini, è stato che poi avete utilizzato i blindati, davanti. Quindi, vorrei capire meglio tale scelta.
Vorrei chiedere anche se l'ultima carica in quella zona, cioè nel pomeriggio, o forse anche la prima, avesse coinvolto come responsabilità il battaglione Tuscania. Vorrei chiederle, se lei


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ne è a conoscenza e se è possibile saperlo, chi fosse il responsabile in quel momento del battaglione Tuscania e se sul posto si trovasse, non so con quali funzioni e con quale ruolo, il maresciallo di San Fruttuoso.
Circa la presenza dei parlamentari è già stato chiesto. Infine, vorrei chiederle se lei sia stato coinvolto nella decisione delle perquisizione della scuola Pertini e con quali funzioni abbia partecipato, anche se questo è presente nelle relazioni che ci sono state fornite, in parte. Se ho compreso bene e come risulta anche - mi pare - dagli atti, lei ci ha detto che l'Arma dei carabinieri, nella gestione delle persone arrestate, faceva riferimento a Forte San Giuliano. È in quella sede che sono stati portati gli ultimi arrestati, quelli del giorno 22, quelli del furgone cui lei si è riferito in questa sede? Per quale ragione sono stati trattenuti per così tante ore? Io ho parlato con loro: sostengono di essere rimasti dalla domenica pomeriggio al lunedì. Ora, siccome mi pare che fossimo fuori dall'emergenza e dal concitamento dei giorni precedenti, non capisco perché siano rimasti tutte quelle ore in quella sede. Grazie.

GIANCLAUDIO BRESSA. Anch'io vorrei ringraziare il generale per la relazione che ha reso al Comitato. Come egli stesso ha ricordato, le condizioni operative erano estremamente difficili; a lungo ci ha intrattenuto, oggi, sulla particolare complessità di tutto quanto è avvenuto a Genova in quei giorni il prefetto De Gennaro. Io vorrei fare alcune domande con l'intento di acquisire informazioni che ci consentano, quanto più dettagliatamente ed in prima battuta, di avere elementi di giudizio.
Innanzitutto farò anch'io una domanda che è già stata avanzata da alcuni colleghi, relativamente al coordinamento che è stato effettuato a Genova. Non mi prenda per un ingenuo, generale, ho fatto la stessa domanda anche ai suoi


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colleghi, chiaramente per avere da tutti e tre i comandanti - Polizia di Stato, Guardia di finanza ed Arma dei carabinieri - la propria personale valutazione. Quanto alla seconda domanda, le vorrei chiedere se siano in corso accertamenti - lei li ha chiamati accertamenti mirati -, che tipo di accertamenti siano e relativamente a quali fatti. Le chiedo, inoltre, se sia possibile acquisire gli atti di queste indagini interne al comando dei carabinieri. La terza domanda è se ci siano state azioni, in qualche modo, preventive di infiltrazione da parte dei carabinieri e se sì quali siano stati i risultati. Vorrei avere una precisa puntualizzazione su questo (Commenti del deputato Ascierto). Ed io glielo chiedo ancora, Ascierto, in modo tale che non ci siano dubbi su questo. L'altra domanda che volevo fare riguarda l'impiego del ROS: non ho capito, generale, se sia stata utilizzata la struttura centrale oppure se sia stata data un'azione di supporto alla struttura interprovinciale di Genova. Un'altra domanda, sempre puntuale: non ho capito bene, lei ha fatto riferimento prima all'utilizzo del battaglione Toscana o del battaglione Tuscania?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Battaglione Toscana. Il Tuscania non c'entra nulla.

GIANCLAUDIO BRESSA. Il Tuscania non è stato utilizzato a Genova?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Risponderò, risponderò.

GIANCLAUDIO BRESSA. Le chiederei di dirci, eventualmente, perché non sia stato utilizzato il battaglione Tuscania, nel caso non sia stato utilizzato.
La ringrazio. Le ultime domande, invece, non fanno riferimento né alla relazione che lei ha fatto né agli altri atti che


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abbiamo acquisito in questi giorni, ma a notizie giornalistiche. Credo, però, sia importante avere da lei risposte puntuali. La prima riguarda alcune notizie dei giornali che sottolineavano come fossero intervenuti disguidi operativi, come, cioè, ci fossero stati dei ritardi nell'impiego delle forze dei carabinieri. Le chiedo se questo corrisponda al vero e perché, nel caso fosse effettivamente vero. L'altra domanda è stata in parte anticipata dal collega Boato. Noi abbiamo letto, in parecchi articoli sui giornali, di alcuni nostri colleghi che hanno ripetutamente dichiarato di essere stati per molte ore nella sala operativa del comando provinciale dei carabinieri. Allora io vorrei chiedere a lei quali siano le norme che regolamentano l'accesso alle caserme ed alla sala operativa (Commenti del deputato Ascierto). Io l'ho chiesto al generale Siracusa. Quando voglio fare una domanda a te, Ascierto, mi rivolgo a te.

PRESIDENTE. Non ci interrompiamo, perché altrimenti non agevoliamo il lavoro.

GIANCLAUDIO BRESSA. Nel caso in cui queste norme prevedano la non presenza da parte di deputati o di estranei, come mai c'era la presenza di questi colleghi deputati in quella sede? L'ultima domanda, sempre acquisita non da informazioni rese in questo Comitato ma dalla stampa, è se risponda a verità il fatto che il Vicepresidente Fini sia stato ospitato, durante tutte le attività di quei giorni, presso la vostra caserma e presso il centro operativo. La ringrazio, generale.

LUIGI BOBBIO. Innanzitutto, vorrei rivolgere un ringraziamento al generale che è stato come sempre assolutamente preciso, come è nel costume dell'Arma dei carabinieri. Io vorrei solo fare qualche domanda per dettagliare meglio alcuni


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passaggi. In primo luogo, vorrei sapere se, in occasione della fase preparatoria del vertice, fosse stato previsto un servizio di pattugliamento rinforzato a mezzo di radio mobili per l'Arma dei carabinieri e di volanti per la Polizia di Stato nell'intera città - quindi, con esclusione, ovviamente, di zona rossa e zona gialla -, per segnalare ed eventualmente intervenire subito contro quei nuclei di saccheggiatori e, comunque, di violenti che pare si siano mossi per il resto della città di Genova, ripeto con esclusione di zona rossa e zona gialla. Le chiedo se fosse stato previsto prima.
Poi vorrei sapere se le risulti che esponenti e membri appartenenti al GSF, già da vari mesi prima del vertice, avessero pubblicamente proclamato di voler a tutti i costi violare la zona rossa: questo come programma di lavoro, chiamiamolo così, prospettato da questi soggetti già da diversi mesi prima che si tenesse il vertice. Vorrei rivolgerle una domanda che mi rendo conto può sembrare particolare; ma credo essa sia imposta da alcune domande precedenti di altri colleghi. Le risulta se sia vera la circostanza che all'addestramento abbiano partecipato anche istruttori stranieri nell'uso di questi nuovi mezzi di contrapposizione ai manifestanti, che pure sarebbero stati, peraltro, legittimamente adottati, presi in dotazione dallo Stato italiano? Le risulta se gli istruttori USA siano pregiudicati o delinquenti? Eventualmente, ce lo potrebbe dire? Le chiedo poi se le risultino rapporti stabili di cooperazione operativa fra le polizie italiane e quella federale degli Stati Uniti d'America.
Ultime domande. Ci può dire se gli attacchi sono stati condotti, in particolare contro i carabinieri, solo da soggetti individuati e indicati come appartenenti alle tute nere o se questi attacchi sono stati condotti anche da gruppi diversi, pur sempre riconducibili al GSF? Ancora, voi carabinieri, come


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forze di polizia in questo caso, avevate ricevuto dall'autorità di pubblica sicurezza preposta alla gestione generale - come pare sia emerso da queste audizioni - dell'ordine pubblico, secondo i compiti propri della pubblica sicurezza, indicazioni circa eventuali atteggiamenti differenziati da tenere nei confronti dei vari gruppi di manifestanti? Oppure vi siete regolati, nel controllo e nella repressione degli attacchi violenti contro di voi, in maniera assolutamente eguale nei confronti di tutti i manifestanti violenti? Infine vorrei sapere se voi, come Arma dei carabinieri, avevate ricevuto, sempre dall'autorità di pubblica sicurezza, indicazioni operative circa come e quando intervenire.
Ad esempio, vorrei sapere se abbiate ricevuto indicazioni di intervenire, sempre nel controllo dell'ordine pubblico per strada, quando iniziavano gesti violenti contro cose, beni o persone da parte dei manifestanti, oppure vorrei sapere se abbiate avuto indicazioni di intervenire solo in caso di aggressioni dirette contro di voi o se, viceversa, questo genere di indicazioni non vi erano state fornite, invitandovi a regolarvi secondo le normali prassi della tutela del servizio d'ordine pubblico. Grazie.

LUCIANO VIOLANTE. Generale, volevo chiederle tre cose semplici. La prima è questa: le frequenze che usava l'Arma erano le stesse che usava la Polizia di Stato a Genova o erano diverse? Se erano diverse, discuteste mai della possibilità di unificarle per semplificare il lavoro? Secondo: chi era il titolare dell'ordine pubblico a Genova? Chi era l'autorità di pubblica sicurezza a Genova? Terzo: vorrei sapere se ci siano state inchieste interne o se lei pensi di avviarne in relazione a notizie e denunce che riguarderebbero presunte violenze effettuate dai carabinieri su persone detenute, arrestate o fermate. Ci sono notizie che riguardano in particolare il Forte


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San Giuliano (non so se siano corredate da denunce o meno, perché ne parlano i giornali).
Un'ultima cosa. Se, per cortesia, domani potesse farci pervenire le disposizioni di legge regolamentari o interne in ordine alle sale operative. Durante le emergenze, chi può entrare nelle sale operative? A che titolo? Che tipo di comportamento devono tenere queste persone, nel caso in cui venissero ammesse? Un cittadino qualsiasi può presentarsi durante l'emergenza in sala operativa chiedendo di partecipare o di assistere alle operazioni? Può accadere questo? Grazie.

ALOIS KOFLER. Signor generale, mi riferisco agli episodi a cui ha accennato anche lei, cioè all'arresto di un gruppo di austriaci avvenuto la domenica sera, il 22. Le autorità austriache hanno chiesto spiegazioni sui fatti avvenuti nella prima notte passata nella caserma dei carabinieri. Adesso la richiesta pare sia stata inoltrata al Ministero dell'interno, che sicuramente l'avrà già girata a lei. Secondo me, sarebbe utile acquisire queste spiegazioni - se lei le fornirà - anche qui per i lavori del nostro Comitato; se lei fosse in grado oggi, seduta stante, di fornire ulteriori dettagli su quello che realmente è successo, se le risultassero fatti anomali di eventuali violenze, sarebbe naturalmente interessante poterne acquisire direttamente qui gli elementi.
Secondo episodio: l'intervento nella scuola Pertini. Dal rapporto Micalizio noi abbiamo appreso che sarebbero stati circa 60 carabinieri. Lei può confermare questa cifra o le risultano altre cifre circa le unità di carabinieri impiegate? Seconda domanda: a tale riguardo, in quale tenuta, in quale divisa sono intervenuti questi carabinieri in questa azione? Terza ed ultima domanda: lei esclude che oltre a questi 60 (se


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erano 60) vi fossero altri carabinieri o altre unità, legate in qualche modo anche ai carabinieri, che avrebbero potuto intervenire prima dell'intervento della polizia? Grazie.

FILIPPO ASCIERTO. Signor generale, la voglio ringraziare per la chiara e puntuale esposizione perché, insieme all'esposizione del capo della polizia e alle risposte che ha fornito alle domande prima di lei, possiamo dire che questa sera le forze dell'ordine escono a testa alta. Escono a testa alta nonostante una certa stampa e nonostante alcune azioni politiche che, in questi ultimi tempi, hanno tentato di delegittimare le stesse forze dell'ordine. Le faccio alcune domande; poi sarò a completa disposizione quando i colleghi vorranno rivolgermi direttamente delle domande, considerato che sono stato uno dei parlamentari nella centrale operativa.
Le voglio chiedere, prima di tutto, quanti feriti complessivamente l'Arma dei carabinieri ha avuto in quei giorni a Genova; se corrisponda al vero che i due blindati assaltati, dove è rimasto ferito un carabiniere (ricordiamolo: ha avuto la parte orbitale fratturata) sono stati abbandonati, anzi, uno è stato abbandonato (poi è stato incendiato), per evitare che il contingente potesse avere uno scontro prolungato con conseguenze diverse rispetto a quelle di un semplice blindato bruciato e di un solo ferito, ovvero il carabiniere. Quindi, vorrei sapere se c'è stato da parte dell'Arma questo tipo di atteggiamento, di responsabilità. Quante caserme dell'Arma dei carabinieri sono state assaltate? Per quanto tempo? Prima di tutto vorrei sapere se il Forte San Giuliano è stato assaltato. Quando è stato assaltato? Per quanto tempo il Forte San Giuliano è rimasto isolato (non solo per l'assalto, ma anche perché i manifestanti avevano circondato la zona)? Gli arrestati in flagranza di reato sono tutti stranieri o ci sono anche italiani (elementi diversi rispetto alle frange estreme)? Vorrei


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che ce lo dicesse, a meno che non ci sia l'autorità giudiziaria in questo momento che sta svolgendo ulteriori accertamenti.
Quanto all'azione preventiva fatta dai ROS, ci sono state delle intercettazioni ambientali su ordine dell'autorità giudiziaria (preventive, durante e anche dopo)?
Le voglio, inoltre, chiedere se l'Arma prenda iniziative autonome ai fini dell'ordine pubblico, cioè se l'Arma possa prendere queste iniziative autonome nel corso dei disordini e - collego - se la centrale operativa possa dare ordini autonomi rispetto alla sala operativa della questura; se ci sono registrazioni, cioè se le centrali operative registrano le comunicazioni; se la centrale operativa ha un'unica stanza o ha più locali, compresa una sala tipo «ascolto ed aspetto», collegata all'ufficio del comandante provinciale.

ANTONIO SODA. Stava là dentro.

FILIPPO ASCIERTO. Poi, presidente, chiederò anche l'audizione del comandante provinciale dei carabinieri di Genova.

PRESIDENTE. La presidenza si riserva di valutarne l'ammissibilità.

FILIPPO ASCIERTO. L'episodio...

ANTONIO SODA. Sa tutto!

FILIPPO ASCIERTO. So tutto, sono anche un carabiniere. Grazie.
L'episodio relativo a Carlo Giuliani si è verificato in via Tolemaide. Sa per caso quanto dista questa strada dalla scuola Diaz? Sembrerebbe circa 500 metri. Considerato l'orario in cui si sono verificati quegli incidenti, vorrei chiederle se conosce qual era in quel momento la situazione dell'ordine pubblico;


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cioè, vorrei sapere se si trattava di manifestanti che stavano rientrando verso la scuola Diaz finite le manifestazioni.
Un'altra cosa. Lei ha fatto riferito - se ce lo può confermare - che il furgone, che è stato trovato nella cava in prossimità di Genova, aveva del materiale anche del Genoa social forum. Le chiedo se questo furgone sia stato filmato nei giorni precedenti o se sia stato visto all'interno o nelle vicinanze di alcuni siti del Genoa social forum.
Le chiedo pure di chiarire - se le è possibile - le disposizioni date al personale in borghese del Forte San Giuliano, vale a dire se questo personale poteva uscire dalla caserma oppure se era a disposizione interna, con divieto di uscire dalla caserma.

FRANCO BASSANINI. Vorrei rivolgere quattro domande al generale Siracusa. La prima riguarda la tragica vicenda di Carlo Giuliani, premesso - per evitare equivoci - che anch'io propendo per un caso di legittima difesa, per quello che ho visto. Non pensa, generale Siracusa, che si ponga il problema di dotare di strumenti di difesa diversi - si è parlato, ad esempio, di proiettili di gomma - da quelli che sono attualmente impiegati e che questa vicenda abbia sottolineato questo problema come particolarmente rilevante e urgente, anche se tutti speriamo che non si debbano ripetere situazioni di questo genere? È, infatti, evidente che, disponendo di strumenti diversi, la legittima difesa poteva avere - come dire - conseguenze meno tragiche.
La seconda domanda si riferisce al fatto che lei ha parlato - come, peraltro, già affermato dal capo della polizia - di alcune migliaia di facinorosi, che sono intervenuti a Genova non per manifestare pacificamente le loro opinioni dissenzienti rispetto al G8, ma intenzionati ad esprimersi con atti di violenza. Se ho capito bene, dicendo alcune migliaia, lei - e


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credo sia corretto - intende che vi erano centinaia di migliaia di manifestanti, la grande maggioranza dei quali apparteneva a organizzazioni pacifiche, che intendevano manifestare pacificamente; poi ve ne erano alcune migliaia - probabilmente non identificabili in una sola organizzazione - che, invece, non manifestavano pacificamente. Se è così - le ripeto la domanda che prima non ha avuto un'adeguata risposta -, non è una regola generale che, in questi casi, si debba fare di tutto per isolare i facinorosi ed i violenti, per evitare che si confondano con i manifestanti pacifici, tenerli separati e per poterli così controllare al fine di prevenire e reprimere più facilmente le violenze senza che ci vadano di mezzo quelli che pacificamente e, quindi, democraticamente, esprimono le loro opinioni? Che cosa avete fatto per raggiungere questo obiettivo? Non ritiene che, comunque, qualche cosa non abbia funzionato? Fatto sta che questo obiettivo - a quello che è evidente e che già comincia ad emergere - non è stato soddisfacentemente raggiunto. Io ho visto, come ricordavo questa mattina, ad esempio, manifestazioni per il 25 aprile, a Milano, nelle quali l'obiettivo di tenere separati i potenziali violenti è stato raggiunto perfettamente; i violenti venivano circondati e tenuti in fondo al corteo e questo era programmato dalle forze dell'ordine.
La terza domanda, che rivolgo anche a lei: sulla base di quanto è a sua conoscenza, esistevano infiltrati nelle organizzazioni che manifestavano e, in particolare, in quelle più a rischio? Si è riusciti ad avere - come in molti casi si fa - personale sotto copertura infiltrato o no? Interessa sia che la risposta sia sì sia che sia no, naturalmente, in caso affermativo, vorrei avere una spiegazione di come si è proceduto a tale riguardo.


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Infine, l'ultima domanda, che sostanzialmente le ha già rivolto prima il senatore Kofler: lei non ci ha parlato della cosiddetta perquisizione alla scuola Pertini e anche dell'intervento all'interno della scuola Diaz, però, questa mattina ci è stato consegnato un rapporto nel quale si afferma che c'erano 60 unità del corpo dei carabinieri; che cosa le è stato riferito a questo riguardo? Poiché sembra che non tutto sia andato secondo le regole in quell'occasione e vi è anche, evidentemente, un palleggio di responsabilità, lei ha avviato un'indagine al riguardo, ha ricevuto dei rapporti? Insomma, cosa può dirci in merito?

MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Comandante, la ringrazio innanzitutto per la sua relazione, così precisa e dettagliata che mi sembrava di non dover assolutamente intervenire, in quanto lei aveva esaurientemente ed esaustivamente parlato di tutto quanto è avvenuto a Genova.
Senonché, mi ha colpita un aspetto particolare, vale a dire che in due episodi, uno nel quale è stato colpito duramente un carabiniere, l'altro nel quale purtroppo è morto il povero giovane Carlo Giuliani, un elemento importante è stato quello dei cassonetti. Leggendo le poche carte che ci ha portato il comune - dico poche, in quanto io ne avevo richieste molte di più, ma purtroppo sono stati inviati solo quattro fogli -, ho rinvenuto una disposizione del questore, del 19 luglio 2001, inviata sia alla direzione dell'AMIU sia al sindaco, nella quale si legge espressamente che è opportuno disporre la rimozione, fino a cessate esigenze, dei contenitori dei rifiuti solidi urbani...

FRANCO BASSANINI. Quale è la data della disposizione?

MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Il 19 luglio, senatore Bassanini.


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FRANCO BASSANINI. Un po' tardiva!

MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Credo, comunque, che gli episodi cui si riferiva il comandante, le morti ed i ferimenti, siano successivi a tale data.
Quindi, ripeto - se lei mi permette -, che la disposizione stabilisce che vengano rimossi, fino a cessate esigenze, i contenitori dei rifiuti solidi urbani e le campane per le raccolte differenziate di vetro, carta, plastica, eccetera, ubicate nelle aree di transito e svolgimento delle iniziative di cui sopra e sono elencate tutte quante le zone (e, appunto, anche le zone nelle quali, purtroppo, si sono verificati i fatti).
Io mi chiedevo: in primo luogo, se lei era a conoscenza di questa disposizione emessa dalla questura; in secondo luogo, visto che in realtà in questi due gravi incidenti sono stati utilizzati proprio dei cassonetti - anzi, sono stati uno degli elementi preponderanti che poi hanno portato alla morte o comunque al ferimento - se lei sa se siano state presentate denunce, per omissione di atti d'ufficio, nei confronti del direttore dell'AMIU o del sindaco o, comunque, delle denunce, per responsabilità oggettiva, per i fatti avvenuti. Inoltre, mi chiedo, nel caso in cui lei non fosse a conoscenza di questa disposizione, se intenda, vista la responsabilità per omissione di atti d'ufficio che vi è stata, proporre eventuali denunce.

ANTONIO IOVENE. Signor presidente, signor generale, ho quattro domande brevissime da porre. La prima è stata già rivolta, questa mattina, al capo della polizia, prefetto De Gennaro. Il 26 luglio i giornali hanno riportato, in più occasioni, la notizia dell'esistenza di un rapporto riservato, redatto dieci giorni prima del vertice, con il quale si informava di possibili infiltrazioni di organizzazioni neofasciste - Forza nuova, Fronte nazionale, eccetera - nelle manifestazioni per


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il G8 e si specificava testualmente che, nel caso in cui si fossero verificati incidenti, si volevano colpire i rappresentanti delle forze dell'ordine allo scopo di screditare, contestualmente, l'area antagonista di sinistra. Nel rapporto, che sarebbe di 36 pagine, si faceva riferimento addirittura a numeri precisi di appartenenti ai black bloc italiani - che sarebbero arrivati 3 da Vercelli, 10 da Biella, eccetera - e quindi a numeri che farebbero pensare ad una loro identificazione anche abbastanza facile.
Vorrei sapere se lei fosse a conoscenza di tale rapporto, se esso esista veramente e che utilizzo ne sia stato fatto. Nella sua relazione, lei ha escluso espressamente la presenza di esponenti dell'Arma come infiltrati all'interno dei manifestanti. A tale riguardo, vorrei sapere se sia a conoscenza del fatto che in uno dei tanti siti che si occupano di Genova in questi giorni è stata pubblicata una foto che sarebbe stata scattata il 21 luglio, alle ore 16, davanti alla caserma di San Giuliano e che - così si dice esplicitamente - ritrae carabinieri travestiti da black bloc mentre ne escono. Vorrei sapere, quindi, se sia a conoscenza dell'esistenza di questa fotografia.
Nei giornali di oggi - e vengo ad un'altra domanda - viene riportata, a più riprese, la lettera che il Presidente austriaco ha inviato al Presidente della Repubblica italiana con riferimento all'arresto di alcuni cittadini austriaci: la polizia esclude che siano stati tratti in arresto dalla polizia e vorrei sapere, pertanto, se le risulti che cittadini austriaci siano stati arrestati dall'Arma dei carabinieri e, in caso affermativo, se si tratti proprio di quelli di cui parla la lettera del Presidente della Repubblica austriaca.
Infine, vorrei sapere se le risulti che lunedì mattina - quindi, ben dopo lo svolgimento dei fatti relativi alle manifestazioni del Genoa social forum - siano stati effettuati, in


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piazzale Kennedy, dei caroselli da parte di appartenenti alle forze dell'ordine e, in particolare, all'Arma dei carabinieri.

MICHELE SAPONARA. Anch'io ringrazio il generale Siracusa per la relazione chiara e puntuale, anzi puntigliosa, con cui ha descritto l'apporto fornito dall'Arma dei carabinieri al mantenimento dell'ordine pubblico durante il vertice del G8. In particolare, vorrei fare pochissime domande.
Chi aveva il comando dell'Arma in quel contesto? Quali rapporti ed accordi intercorrevano con le altre forze addette alla tutela dell'ordine pubblico? Cosa sapeva lei della situazione? La seguiva? Veniva aggiornato? Da chi veniva aggiornato? Più specificamente, quando venne informato della perquisizione da effettuare nella scuola di via Diaz e quali motivazioni le furono comunicate?
Lei ha parlato soprattutto della giornata di venerdì, mentre, in genere, abbiamo finora saputo di sabato. La giornata di venerdì, secondo quanto ci ha detto, è stata caratterizzata da una forte aggressività, da molte aggressioni dei manifestanti contro le forze dell'ordine: fu in questo contesto che trovò la morte il giovane Giuliani. Orbene, avete individuato quante persone, e di quali gruppi, avevano partecipato all'aggressione che portò all'incidente in cui trovò la morte Giuliani?
Infine, avete disposto delle indagini interne circa eventuali omissioni ed insufficienze, così come hanno fatto le altre armi?

IDA DENTAMARO. Presidente, ho tre domande brevissime da porre al generale. Anzitutto, con riferimento alla sala operativa interforze, vorrei sapere se sia possibile individuare un responsabile di essa e della conduzione delle operazioni, o anche più d'uno - ad esempio, uno per ogni corpo - e, comunque, da chi questo o questi furono indicati; se fossero


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o meno genovesi, ovviamente non di nascita, ma nel senso che fossero o meno in servizio a Genova da un periodo di tempo congruo e sufficiente a conoscere la topografia della città ed a rendersi conto, così, con immediatezza, in tempo reale, dei percorsi e dei luoghi dove era più opportuno effettuare gli interventi. Inoltre, desidererei sapere se le risulti che in quella sala gli apparati tecnologici siano più volte andati fuori uso durante le operazioni e, comunque, se questa circostanza è verificabile, in modo che il Comitato possa esserne messo a conoscenza (in caso sia affermativo sia negativo); quindi, le sto chiedendo notizie sul funzionamento di tali apparati.
Da ultimo, mi associo alle richieste di quei colleghi che hanno manifestato l'esigenza di un approfondimento di tutto quanto accaduto alla caserma Forte San Giuliano, ivi compresa la presenza di un esponente del Governo.

LUCIANO FALCIER. Come hanno già fatto altri colleghi, anch'io rivolgo un ringraziamento al generale per la relazione e per le dettagliate notizie che con essa ha voluto fornirci. Vorrei aggiungere che ho molto apprezzato l'assunzione - almeno, così io la interpreto - della responsabilità almeno morale per quanto riguarda la preparazione, la professionalità ed il comportamento degli uomini dell'Arma, naturalmente, in questo contesto, nel rispetto delle responsabilità organizzative delle autorità di pubblica sicurezza. Credo che quest'assunzione di responsabilità almeno morale faccia onore a lei ed all'Arma che comanda.
Per quanto riguarda la nostra indagine, farò una premessa e due brevissime domande. Credo che la sua relazione ci aiuti a ripristinare, un po' alla volta, la verità: la verità su chi ha aggredito e chi è stato aggredito, la verità su chi ha organizzato


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le violenze e chi le ha subite. Credo che la sua relazione sia molto illuminante e che i dettagli che ha voluto fornirci ci aiutino nella ricerca della verità.
Le due domande sono molto brevi: sulla base di quanto è successo, dei disordini avvenuti e, se ho capito bene, dell'aggressività e quantità dei facinorosi, vorrei sapere se tutto questo era stato previsto e se, in tutto o in parte, fosse almeno prevedibile.
Inoltre, sulla base della esperienza comunque maturata con quanto accaduto al G8 e facendo tesoro di quanto è successo, quali eventuali, diversi accorgimenti o direttive avrebbe dato, se ne fosse stato compiutamente a conoscenza? O meglio, per il futuro, in casi analoghi, ritiene di dare diverse, eventuali direttive (o contribuire a darle) per la tutela dell'ordine pubblico e la salvaguardia di tutte le esigenze connesse al G8?

MASSIMO VILLONE. Ci rendiamo tutti conto della difficilissima condizione in cui si è svolta l'azione per la tutela dell'ordine pubblico, quindi sarà bene ribadire, ancora una volta, che nessuno, qui, mette in stato di accusa l'Arma dei carabinieri o le forze dell'ordine in generale.
Sul caso tragico della morte del giovane manifestante, anch'io ritengo che l'ipotesi più probabile sia quella della legittima difesa o, più precisamente, forse, l'eccesso colposo di legittima difesa, che, tecnicamente, mi sembra la fattispecie più idonea, naturalmente per quanto si sa allo stato attuale.
A me pare, però, che vi siano fatti che hanno colpito la pubblica opinione italiana e internazionale al pari o forse, paradossalmente, ancora di più della tragica morte di Giuliani. Episodi, eventi che la pubblica opinione ha ritenuto che non dovessero aver luogo, sia pure in un contesto di grande difficoltà; fatti di cui è stata data ampia documentazione e nei quali hanno avuto parte anche i carabinieri (come si diceva


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poc'anzi, anche alla scuola ex Diaz pare ci fosse, per quanto si viene a sapere, un contingente di carabinieri).
A me pare che le future potenzialità dannose di questi episodi siano assolutamente elevate. È proprio con riferimento a questi episodi che un giornale come Le Monde scrive che l'Italia deve dimostrare di non essere un rischio per l'Europa democratica. È un giudizio pesantissimo che non viene dato qui ma fuori dei confini di questo paese, da parte di persone che non partecipano alle nostre «battaglie navali» tra maggioranza ed opposizione. In questo, nutro preoccupazioni per il futuro.
Generale Siracusa, sa cosa mi preoccupa? Mi preoccupa, innanzitutto, certamente, che fatti di questo genere possano accadere, ma, ancor di più, che nessuno li impedisca e che non vi sia stato nessuno in condizione di fare qualcosa affinché non accadessero.
Vorrei farle una domanda partendo da una ipotesi. Assumiamo che questi fatti siano accaduti, per ipotesi - poi si vedrà - ma poniamo come ipotesi che siano accaduti: chi avrebbe dovuto sapere? Chi avrebbe dovuto essere informato? Chi avrebbe dovuto impedirli? C'è stato mai qualcuno, dalla sala operativa ai comandi dei responsabili politici, che ha avuto l'informazione e che avrebbe potuto impedirli o no? Perché vede, per il futuro, questo è il punto: cosa dovremo fare, cosa dovremmo fare, per evitare che simili episodi si ripetano? Questa credo sia la vera domanda alla quale, oggi, dobbiamo rispondere.

NITTO FRANCESCO PALMA. Signor presidente, prima di intervenire vorrei chiederle una informazione circa i documenti che ci sono stati trasmessi e che hanno la qualifica «riservato».


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PRESIDENTE. A quali documenti fa riferimento, onorevole Palma?

NITTO FRANCESCO PALMA. Ai documenti che mi sono arrivati.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda i documenti di oggi, salvo quelli del Ministero dell'interno, che ci ha inviato il ministro Scajola, quelli inviati dal DAP, due dei quali sono riservati, e la copia riservata, quella del dottor De Gennaro, con cui abbiamo occupato parte della giornata, il resto non è riservato ed è a vostra disposizione.

NITTO FRANCESCO PALMA. La ringrazio, signor presidente, volevo solo essere prudente.
Generale Siracusa, lei ha affermato che le attività preparatorie per la gestione della sicurezza del G8 iniziarono all'incirca verso il 18 novembre 2000 e che, due giorni dopo, come già ricordava l'onorevole Boato, si costituì, presso il CESIS, un organismo finalizzato all'intelligence di tipo informativo.
La mia domanda è molto semplice, generale Siracusa, ed è la seguente: dopo i fatti di Napoli, che risalgono al marzo 2001, e durante i quali vi furono scontri di piazza con manifestanti di area simile o identica a quella che probabilmente sarebbe stata presente a Genova in occasione del G8, vi arrivò l'input di natura politica (parliamo del marzo 2001) di intensificare la vostra attività di informazione o di prevenzione? Glielo chiedo anche alla luce del fatto che - da quello che leggo - emergeva che il cosiddetto «blocco giallo», cui facevano capo anche le tute bianche, era solito utilizzare sistemi di attacco contro le forze dell'ordine; che a Napoli si era mosso il cosiddetto «blocco blu», che anzi intendeva potenziare e


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amplificare gli scontri che già a Napoli erano avvenuti con le forze dell'ordine, utilizzando il G8 di Genova; che erano sostanzialmente note, anche in ragione delle precedenti occasioni, le modalità di attacco da parte del cosiddetto black bloc. Vorrei sapere se vi arrivò nel marzo, aprile, maggio un input di natura politica in ordine alla necessità di intensificare la vostra azione.
Vorrei sapere, inoltre, se il vostro personale era stato portato a conoscenza del fatto che fonti informative avevano sostanzialmente affermato che i manifestanti, o talune frange di essi, avevano intenzione di prendere in ostaggio alcuni agenti delle forze di polizia o delle forze dell'ordine individuati tra quelle più isolate.

GRAZIA LABATE. Innanzitutto la ringrazio, generale Siracusa, per la esaustiva relazione che ci ha fornito e che ovviamente leggeremo attentamente, perché ci servirà per una riflessione ponderata.
Vorrei tornare ai tragici eventi che hanno visto coinvolta la Land Rover dei carabinieri e che hanno portato poi alla morte di Carlo Giuliani. Ho un grande dubbio, generale Siracusa, e spero che lei possa, in qualche modo, fugarlo, visto che mi tormenta da quel giorno.
Le immagini televisive che furono trasmesse, di primo acchito, dalle emittenti locali mostrarono la sequenza degli avvenimenti. Abbiamo visto che una Land Rover dei carabinieri riuscì, diciamo, a sfuggire al momento dell'aggressione, dei tafferugli, e l'altra rimase, invece, bloccata di fronte al muro, in piazza Alimonda. Tuttavia, le stesse immagini, ci mostrano che, a poca distanza, circa 20 metri, c'era un cordone della polizia. Ora lei, giustamente, ha detto che c'era un coordinamento delle forze, immagino, preparato in base a piani giornalieri, che tenevano conto anche delle iniziative e


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delle manifestazioni. Allora il dubbio atroce che io ho è il seguente: come mai quel cordone della polizia non intervenne quando fu chiaro che la Land Rover dei carabinieri era bloccata lì? Ho avuto la sensazione, e così gliela rimando, augurandomi che ella possa soddisfare questa mia domanda, che quel cordone fosse paralizzato, che assistesse ai fatti che abbiamo visto e che condivido con lei, in cui erano stati sfasciati i vetri laterali e il vetro posteriore della Land Rover; si sono viste spranghe di legno che assaltavano la Land Rover e, lì intorno, però, non c'era un nucleo forte di manifestanti aggressivi. Se lei è meglio informato, ci può dare delle risposte perché da lì deriva la domanda: come era organizzato questo coordinamento, se in quel momento terribile una Land Rover scappa, una rimane bloccata e quella parte di polizia che abbiamo visto, a 20 metri, non interviene?

PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi (e quindi le domande) dei colleghi. Ora comandante, possiamo procedere alla fase delle risposte. Se dovesse ritenere, per qualche domanda, di inviare successivamente al Comitato una relazione - anche se in tempi abbastanza brevi - può farlo.

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. La ringrazio, signor presidente. Per la gran parte delle domande sono in grado di fornire delle risposte. Seguirò il suo consiglio per quei casi ove non avessi un'immediata possibilità di rispondere compiutamente. È chiaro che molte risposte copriranno domande poste da diversi membri del Comitato che hanno avuto la cortesia di porgermele.
Innanzitutto, è stato chiesto se l'Arma abbia costituito una commissione di indagine, una commissione di inchiesta. L'Arma dei carabinieri vive la sua struttura di comando e controllo su una perpetua, continua commissione di indagine


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e d'inchiesta, nel senso che gli accertamenti, i controlli sono fatti dalla struttura gerarchica con carattere di continuità. Quindi, sono in grado di rispondere agli eventi, naturalmente, con gli accertamenti che i differenti casi richiedono e, quindi, con il tempo che i diversi casi richiedono. Quindi, non ho costituito una commissione di indagine apposita, ma, per ogni episodio, ho avuto risposte dalla catena gerarchica.
Per ciò che riguarda il gruppo di lavoro del CESIS, è abbastanza normale che quando vi sono eventi di carattere particolare, si costituiscano gruppi di lavoro - molti signori qui presenti lo sanno - per consolidare le esperienze, le possibilità, le capacità delle diverse istituzioni. Per ciò che riguarda l'attività del ROS, confermo: per l'attività preventiva, noi abbiamo rinforzato la sezione anticrimine di Genova con 45 unità prese dalle altre sezioni, con riferimento alla procura di Genova e non (mi è stata rivolta questa domanda) alla procura di Roma.
Vorrei affrontare qui l'argomento del coordinamento, che è stato posto in diverse sedi. Vorrei chiarire subito che, in quest'evenienza - il convegno di Genova - o in tutte le altre occasioni di ordine pubblico, non si pone un problema di coordinamento. Io non ho un problema di coordinamento su Genova, perché il responsabile dell'ordine pubblico è il questore. Io fornisco al questore tutti i contributi, i sostegni, i rinforzi che vengono concertati; naturalmente, chiedono anche contributi di tipo concettuale, consigli. Tutto ciò viene dato, ma la responsabilità sul campo è del questore, come previsto dalla legge n. 121: quindi, non possiamo parlare di coordinamento. La parola coordinamento è quella che si pone, a livello centrale, con il comitato nazionale di ordine e sicurezza pubblica e, a livello provinciale, con il comitato provinciale di ordine e sicurezza pubblica, specialmente per ciò che riguarda


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problemi di sicurezza preventiva e repressiva. Per ciò che riguarda l'ordine pubblico, le ordinanze sono emesse dal questore e l'Arma dei carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di finanza - o chiunque altro rientri o possa rientrare in questo sistema - prende ordini dal questore attraverso le ordinanze che esso emana. Sul terreno, vi sono i funzionari della pubblica sicurezza. I funzionari hanno la responsabilità dell'impiego delle forze della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza. La presenza, che è stata sottolineata, del comandante della stazione di San Fruttuoso o di altri personaggi dell'Arma - dei comandanti di compagnia, di plotone e dei battaglioni mobili - è a supporto e questa collaborazione è favorita perché il comandante della stazione San Fruttuoso conosce il territorio a menadito; il comandante della compagnia territoriale di Portoria o di Genova centro conosce benissimo il territorio. Tutti possono immaginare quanto sia importante la conoscenza del territorio specialmente a Genova.
Ecco, vorrei che questo fosse veramente un punto fermo: parlare di coordinamento effettivamente non è corretto. Il coordinamento si fa quando vi sono forze da mettere insieme, conoscenze da suddividere ma, poi, in questo caso - vale a dire in caso di ordine pubblico - la responsabilità va dal questore ai funzionari che da esso dipendono.

FILIPPO MANCUSO. Il carabiniere più alto in grado a Genova chi è?

SERGIO SIRACUSA, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. A Genova vi è il comandante della regione Liguria. Ma la competenza territoriale, è del comandante provinciale, un colonnello.

FILIPPO MANCUSO. Per la circostanza?


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Pubblicato su: 2005-07-05 (1260 letture)

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