Stufo di aspettare in graduatoria, da oltre due anni vive in alloggio sfitto del comune
Bergamo – Appartamento in via Pignolo 73, ultimo piano, con terrazzo panoramico e vista sui tetti di Bergamo: sicuramente un patrimonio immobiliare di notevole valore, appetibile per chiunque, non per il comune di Bergamo, proprietario dell’immobile, destinato all’edilizia pubblica e rimasto vuoto per dieci anni, ufficialmente in quanto non a norma. Ma da due anni la situazione è cambiata: un giovane lavoratore, da tempo inutilmente in attesa nelle graduatorie di assegnazione, vi si è trasferito e ha ridato vita all’appartamento.
Ha scoperto così che la dicitura “non a norma” riguarda unicamente un tubo del gas, posizionato a contatto diretto con la parete (in contravvenzione alle norme europee): un problema risolvibile con un investimento di poche centinaia di euro, che però il comune in dieci anni non ha mai sborsato.
Questa mancata spesa ha lasciato per dieci anni inagibile un appartamento altrimenti perfettamente abitabile, che avrebbe rappresentato una risorsa fruibile per alcune delle centinaia di persone ancora in lista per un alloggio popolare.
A fronte di un’emergenza abitativa in continuo aumento, la scelta della giunta Gori appare dunque quella di non investire sul patrimonio pubblico e anzi di svenderlo, come confermato dal piano di alienazione approvato recentemente in consiglio comunale, e darlo in gestione a un ente a partecipazione privata, come Aler.
La questione abitativa rimane al centro di uno scontro politico molto acceso: è previsto per sabato 23 Maggio, il corteo indetto dal Comitato di lotta per la casa, per ribadire il blocco generale degli sfratti, l’incremento degli alloggi popolari e il diritto all’iscrizione anagrafica.